La bella addormentata (film 1942)

film del 1942 diretto da Luigi Chiarini

La bella addormentata è un film del 1942 diretto da Luigi Chiarini.

La bella addormentata
Luisa Ferida in una sequenza del film
Paese di produzioneItalia
Anno1942
Durata90 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaLuigi Chiarini
SoggettoRosso di San Secondo
SceneggiaturaLuigi Chiarini, Umberto Barbaro, Vitaliano Brancati
Casa di produzioneCines
Distribuzione in italianoE.N.I.C.
FotografiaCarlo Montuori
MontaggioMaria Rosada
MusicheAchille Longo
ScenografiaGuido Fiorini
CostumiGino Carlo Sensani
Interpreti e personaggi

Nonostante il titolo, la pellicola non ha nulla a che fare con la celeberrima fiaba di Charles Perrault, ma è invece tratta dall'omonimo dramma teatrale di Pier Maria Rosso di San Secondo.

Trama modifica

 
Domenico (O. Valenti) e Carmela (L. Ferida) in una foto di scena

La servetta Carmela giunge dal paesello al servizio nella casa del notaio don Domenico, ipocrita ed ambiguo e viene da questi sedotta. La ragazza fugge dalla casa e cade nelle spire di una megera che lusingandola con promesse vuol far mercato della sua bellezza. Un giovane, Salvatore detto il Nero, che lavora nella zolfatare la toglie dalla turpe casa e impone al notaio di riparare il mal fatto sposandola. La ragazza trascorre le varie vicende come in uno stato di rintontimento. Il giorno delle nozze essa sviene prima di entrare in chiesa e si ammala gravemente. Prima di morire rivela che il solfataro era il suo unico amore e la incomprensione di lui ha causato la sua malattia.

Produzione modifica

Distribuzione modifica

La pellicola venne presentata alla Mostra di Venezia 1942. Il film, realizzato negli studi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, uscì nelle sale nella seconda metà del settembre 1942.

Accoglienza modifica

Raffaele Calzini su Film Quotidiano, del film scrive: "'Avventura colorata', definì questa sua commedia Rosso di San Secondo; egli voleva riunire ad un soggetto terriero foscamente dipinto qualche accenno surrealistico derivato dal Verga, dal De Roberto, dal Capuana. E Chiarini, pittore meticoloso e raffinato, di ambienti, accortissimo conoscitore delle più recenti espressioni pittoriche [..] ha puntato l'obiettivo sui due poli opposti: il villaggio siciliano [..] e la donna dalla treccia nera e dall'incedere di coefora [..] senza mostrarci una siepe di fichi d'india o un aranceto (aborrendo cioè dal pittoresco) ha composto un 'clima' siciliano perfetto: cattolico e geloso, arroventato e assoluto, nutrito di cibi pepati e vini densi, di coralli e di cristalli. Dentro questo clima, 'la bella addormentata' passa come l'angelo dantesco sullo Stige 'con le piante asciutte'. Sotto la direzione di Chiarini la Ferida è perfetta nei gesti, nella impostazione della figura, negli sguardi, nella voce.".[1]

Note modifica

  1. ^ Raffaele Calzini, Film Quotidiano, 7 settembre 1942.

Bibliografia modifica

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