La grande passione (film 1922)

film del 1922 diretto da Mario Almirante

La grande passione è un film del 1922 diretto da Mario Almirante.

La grande passione
Italia Almirante Manzini e Andrea Habay in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1922
Durata2001 metri (74 min circa)
Dati tecniciB/N
film muto
Generesentimentale
RegiaMario Almirante
SoggettoAlessandro Varaldo
SceneggiaturaMario Almirante
ProduttoreFert
Distribuzione in italianoSAS Pittaluga
FotografiaUbaldo Arata
ScenografiaMario Gheduzzi
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Maria, orfana di entrambi i genitori vive con lo zio. La sua bellezza suscita però l'invidia delle cugine, che la perseguitano. Per trovare serenità, Maria accetta quindi la richiesta di matrimonio di Carli, un vecchio e ricco vedovo. Non è l'amore, che Maria invece trova in Marcello, cugino di Carli, che la seduce facilmente. Patrizio, un amico, la mette in guardia. Maria, dopo essere stata abbandonata da Marcello, accetta l'amore sincero e disinteressato di Patrizio. Marcello però torna all'assalto per riconquistare la sua ex amante, ma sfidato a duello da Patrizio, rimane ucciso. Carli, nel frattempo, è stato rovinato, anche finanziariamente, da Marcello. Maria comprende che il suo dovere è di stare accanto al marito diventandone la sposa fedele, sacrificando il suo grande amore per Patrizio.

Produzione modifica

Tratto dal romanzo omonimo del 1920 del giornalista-scrittore, nonché presidente della SIAE, Alessandro Varaldo (1878-1953)[1], il film ottenne il visto censura n. 16940 il 30 aprile 1922.
Una versione restaurata di 86 min. con didascalie spagnole, di proprietà della filmoteca dell'UNAM, è stata presentata al festival il cinema ritrovato di Bologna del 2001[2].

Critica modifica

 
Flano cinematografico su una rivista dell'epoca

M.T.F. in La rivista cinematografica del 25 febbraio 1923: « Un lavoro degno del più grande successo non tanto per la sua esimia e squisita interpretazione quanto per la sua magnifica impostazione e per l'ottimo rendimento ottenuto dalla messinscena. Anzi, a tal riguardo, possiamo anche aggiungere che Mario Almirante è riuscito a dare al lavoro di Alessandro Varaldo quell'austera linea di condotta, che, forse, non avrebbe avuto senza sapiente adattamento, se si pensa che lo schermo è un divoratore terribile di effetti scenici, contro la facile credenza di molti nostri soggettisti inarrivati [...]. Ottima, senza confronti, fu l'interpretazione di Italia Almirante, la cui superiorità non ha certo bisogno di essere rimessa in rilievo [...]. Andrea Habay, a parer nostro, fu forse il meno a posto, dato che sarebbe stato un artista più adatto per parti di controscena che per ruoli diretti, ma con questo non si è smentito però in lui un forte convincimento scenico ed una spiccata adattabilità anche ad interpretazioni passionali ».

Elle. Gi. in La vita cinematografica del 30 gennaio 1923: «[...] La grande passione, come film è un bellissimo lavoro, che si impone all'attenzione del pubblico fin dai suoi primi quadri, e possiede scene madri che, da solo, bastano ad esaltarlo; p.e. la più altamente drammatica e che è la sola veramente umana - quando Maria posa le mani sulle spalle di Patrizio ed ha l'intuizione della tragedia avvenuta:".. tu... tu... hai fatto questo?" - ella balbetta in uno smarrimento fatto di spavento e di amore. - "Si... per te... per liberarti..." - sussurra nell'angoscia l'altro. Nel grido spasmodico della rivelazione, la passione si suggella in un bacio rovente... Ed è in questa scena che Italia Almirante rivela d'essere sempre l'artista eletta nel tormento interiore, la più significativa fra le nostre migliori attrici, per forza di espressione, se non l'unica...».

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Vittorio Martinelli, Il cinema muto italiano - I film degli anni Venti / 1921-1922, Edizioni Bianco e Nero, Roma 1981.

Collegamenti esterni modifica

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