La prova (racconto)

La prova o L'evidenza (Evidence) è un racconto fantascientifico del 1946 scritto da Isaac Asimov. Pubblicato per la prima volta nel settembre del 1946 sulla rivista Astounding Science Fiction, fa parte dell'antologia Io, Robot ed è stato incluso in varie altre raccolte di racconti di Asimov. Ha avuto numerosissime edizioni in lingua italiana, a partire dal 1963.[1]

La prova
Titolo originaleEvidence
Altri titoliL'evidenza
AutoreIsaac Asimov
1ª ed. originale1946
1ª ed. italiana1963
Genereracconto
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
SerieCiclo dei Robot
Preceduto daMeccanismo di fuga
Seguito daIl robot scomparso

Trama modifica

Stephen Byerley è un avvocato, un procuratore di successo e un uomo contrario alla pena di morte. Corre per la candidatura a sindaco di New York, ma la macchina politica di Francis Quinn, un candidato suo avversario, complotta contro di lui, sostenendo che si tratta di un robot umanoide, fatto per ingannare la popolazione. Se questo fosse vero, il "Complesso di Frankenstein" e l'isteria delle masse rovinerebbero di sicuro la sua campagna elettorale, senza contare che un robot (anche se bisognerebbe parlare di androide) non può correre per la candidatura ad un posto d'ufficio. Così Quinn si presenta alla US Robots and Mechanical Men Corporation per smascherare il presunto truffatore. Le prove a conferma del suo sospetto starebbero nel fatto che nessuno ha mai visto Byerley né mangiare né dormire.

Tutti i tentativi di dimostrare o confutare la non umanità di Byerley però falliscono. Visitando infatti gli uffici della US Robots, Byerley incontra il capo robo-psicologo Susan Calvin che gli offre una mela, ma Byerley, piuttosto con noncuranza, ne prende un morso e manda giù. Anche il tentativo con una macchina fotografica a raggi X non funziona dato che Byerley indossa preventivamente un dispositivo che oscura le foto della suddetta camera. Attraverso tutte queste indagini, Byerley resta calmo e sorridente, sottolineando che lui sta solo difendendo i propri diritti civili, così come avrebbe fatto qualsiasi altro suo avversario politico. Questi però sostengono che un robot non ha i diritti civili, ma i colleghi di Byerley continuano a ripetere che bisognerà prima dimostrare che l'avvocato sia un robot per negargli quei diritti.

Una volta che tutti i mezzi fisici sono esauriti, Susan Calvin decide di ricorrere a quelli psicologici. Se Byerley è un robot, deve obbedire per forza alle tre leggi della robotica: se non lo facesse, sarebbe sicuramente un essere umano dal momento che un robot non può contraddire la propria programmazione di base. Tuttavia, se Byerley obbedisse alle leggi, ancora non sarebbe dimostrabile che è un robot dal momento che le leggi sono state modellate sulla moralità in generale. Susan Calvin dice infatti che "Per esprimermi semplicemente dirò che se Byerley segue tutte le Leggi della Robotica può essere un robot, ma può essere anche soltanto un uomo esemplare..."

La svolta sul caso avviene quando Byerley tiene un discorso e un disturbatore giunge sul palcoscenico chiedendogli di essere colpito in faccia per dimostrare che lui non ne è in grado, dato che è un robot. Byerley però non si trattiene e gli scaglia un poderoso pugno dritto sul suo mento. Molte persone a quel punto si convincono dell'umanità del candidato così da fargli vincere le elezioni, senza ulteriori difficoltà.

Nella scena finale, Susan Calvin si trova a colloquio con Byerley e gli espone la sua versione dei fatti, cioè che Byerley è un robot che, per non violare la prima legge della robotica, durante il comizio ha colpito un altro robot creato dal suo stesso creatore. Dopo aver detto ciò, si congeda dicendogli che voterà per lui alla successiva elezione.

Note modifica

  1. ^ Edizioni di La prova, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. (aggiornato fino al gennaio 2010)

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica