Lacedonia

comune italiano

Lacedonia (Cerògne in dialetto irpino[4]) è un comune italiano di 2 060 abitanti[1] della provincia di Avellino in Campania.

Lacedonia
comune
Lacedonia – Stemma
Lacedonia – Bandiera
Lacedonia – Veduta
Lacedonia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Amministrazione
SindacoAntonio Di Conza (lista civica) dal 6-6-2016
Territorio
Coordinate41°03′08″N 15°25′29″E / 41.052222°N 15.424722°E41.052222; 15.424722 (Lacedonia)
Altitudine732 m s.l.m.
Superficie82,1 km²
Abitanti2 060[1] (31-3-2022)
Densità25,09 ab./km²
Comuni confinantiAquilonia, Bisaccia, Melfi (PZ), Monteverde, Rocchetta Sant'Antonio (FG), Sant'Agata di Puglia (FG), Scampitella
Altre informazioni
Cod. postale83046
Prefisso0827
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT064041
Cod. catastaleE397
TargaAV
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 377 GG[3]
Nome abitantilacedoniesi ("cërugnìs" nel dialetto locale)
Patronosan Nicola, san Filippo Neri
Giorno festivo6 dicembre, 26 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lacedonia
Lacedonia
Lacedonia – Mappa
Lacedonia – Mappa
Il comune di Lacedonia all'interno della provincia di Avellino
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Lacedonia è un centro agricolo dell'Appennino campano. Il centro storico è collocato su una collina e conserva la sua originaria struttura abitativa, nonostante i tanti terremoti che l'hanno più volte devastata nel corso dei secoli. Insieme a Mignano Monte Lungo, San Pietro Infine e San Bartolomeo in Galdo, è uno dei quattro comuni della regione Campania, il cui territorio confina con due regioni (in questo caso Puglia e Basilicata).

Clima modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lacedonia.

Il clima è temperato, con estati secche ma non eccessivamente calde ed inverni piuttosto freddi e moderatamente umidi.

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Lacedonia.

«Questo non è più un paese. È un’opera teatrale. Invece di andare a guardare Beckett puoi andare a Lacedonia.»

In epoca romana Aquilonia degl'Irpini (l'antica Lacedonia) era un importante municipium ubicato lungo la via Appia; i Romani vi costruirono infatti numerosi edifici e svariate infrastrutture.

La città venne in seguito donata, nel VI secolo, ai Benedettini dall'Imperatore d'Oriente Giustiniano. In seguito passò sotto il dominio prima dei Longobardi (che nel 568 avevano invaso l'Italia bizantina), poi dei duchi di Conza e infine dei Normanni (che nell'XI secolo, guidati da Roberto il Guiscardo, realizzarono la conquista dell'Italia meridionale); fu a quell'epoca che Lacedonia divenne sede vescovile.

Ai tempi dei Normanni il feudo apparteneva a Riccardo Balbano: egli inviò sessanta fanti e sessanta cavalli alla terza crociata. I Balbano governarono il feudo di Lacedonia fino all'avvento di Carlo d'Angiò, che tolse il feudo a questa potente famiglia feudale. Il feudo passò poi alla famiglia Orsini, principi di Taranto. Uno di essi, tale Gabriele Orsini, ricostruì la città ridotta in macerie dal terremoto del 5 dicembre 1456 chiudendola in una cinta muraria con fossato e quattro porte.

Si deve a Pirro Del Balzo, genero di Gabriele, la trasformazione del Castello e del Borgo in chiave rinascimenale[5]. Pirro unbo dei più potenti baroni del Regno voleva ribaltare il poere regio. Nella notte tra il 10 e l'11 settembre 1486 i baroni ribelli capeggiai dallo stesso Pirro Del Balzo si radunarono nella chiesa di Sant'Antonio e presero parte alla congiura contro il re Ferrante I d'Aragona e il figlio Alfonso, duca di Calabria. L'avvenimento, narrato dallo storico napoletano Camillo Porzio, coinvolse Papa, Principi e Sovrani e mise a rischio il dominio aragonese sull'Italia meridionale. La congiura venne rievocata in alcuni versi del poeta Giovanni Chiaia: «Di Lacedonia ecco la roccia alpestre/là i rubelli a vendicar le offese/sull'Ostia Santa staser le destre/sperder giurando il seme aragonese».

Nel 1501 Baldassarre Pappacoda, consigliere e amico del re Federico I prese possesso del feudo e costruì il Castello Nuovo. I Pappacoda tennero il feudo fino al 1566, quando feudo e castello vennero venduti ai Doria che vi rimasero fino al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì il feudalesimo.

In seguito al terremoto del 1930, il regime fascista ricostruì la città con case antisismiche. A Lacedonia sono presenti varie scuole tra cui la più prestigiosa è l'Istituto Magistrale De Sanctis che venne fondata proprio da Francesco De Sanctis[6].

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Religione modifica

Lacedonia è stata sede vescovile fin dall'XI secolo. Simeone, il primo vescovo, è noto per aver inaugurato nel 1059 l'abbazia di San Michele Arcangelo; a lui sono succeduti altri 69 vescovi[senza fonte]. Nel XVIII secolo visse a Lacedonia Gerardo Maiella, venerato come santo dalla Chiesa cattolica; il co-patrono del paese è invece san Filippo Neri.

Nel 1818 la diocesi ha accorpato l'altrettanto antica diocesi di Trevico, ma a decorrere dal 1986 la stessa diocesi di Lacedonia è stata unita a quella di Ariano per dar vita alla nuova diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia.

Infrastrutture e trasporti modifica

 
Stazione ferroviaria di Rocchetta Sant'Antonio-Lacedonia

Lacedonia è raggiungibile in autobus o in auto mediante il suo casello sull'autostrada A16. Il comune dispone della stazione ferroviaria, che condivide con Rocchetta Sant'Antonio sulla linea Foggia-Potenza. La linea Avellino-Rocchetta e la tratta Rocchetta-Gravina sono invece sospese e autosostituite dal 2011, ma riattivate per treni storici di Fondazione FS Italiane.[8]

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Michele Sessa Democrazia Cristiana Sindaco
27 aprile 1997 13 maggio 2001 Luigi Caffaro Partito Popolare Italiano Sindaco
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Gerardo Palladino Lista civica Sindaco
28 maggio 2006 15 maggio 2011 Mario Rizzi La Margherita
Partito Democratico
Sindaco
15 maggio 2011 5 giugno 2016 Mario Rizzi Partito Democratico Sindaco
5 giugno 2016 in carica Antonio Di Conza Lista civica Sindaco

Gemellaggi modifica

Altre informazioni amministrative modifica

Il territorio fa parte della comunità montana Alta Irpinia.

Sport modifica

Calcio modifica

La principale squadra di calcio della città è Lacedonia Calcio che milita nel girone D campano di 1ª Categoria.

Scherma modifica

Il Club Scherma Lacedonia fu fondato nel 1992.

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 339, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ F. Canali e V. C. Galati, Architetture e ornamentazioni dalla Toscana agli Umanesimi baronali... Pirro Del Balzo e le rifondaizoni di borghi ... tra Puglia, Basilicata e Campania..., in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 2021-2022, n. 30-31.
  6. ^ Sito ufficiale dell'Istituto
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 30-6-2023.
  8. ^ Riaperta a fini turistici la Avellino–Rocchetta, su tuttoTRENO Blog, 31 agosto 2016. URL consultato il 15 febbraio 2024.

Bibliografia modifica

Michele Miscia La grande storia di Lacedonia ISBN 978-88-6436-462-9

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN140822940 · GND (DE4445531-8 · BNF (FRcb12273720h (data)
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