Lama (Taranto)

Frazione del comune italiano di Taranto

Lama è una borgata che si estende a sud di Taranto, situato nella zona sud-orientale del suddetto comune e parte della circoscrizione Talsano-San Vito-Lama. Le zone in cui Lama è suddivisa sono: Bellatrase, Faito, San Domenico, Carelli, La Battaglia, Capitignano, Tre Fontane. Il territorio fa parte della zona settentrionale del Salento.

Lama
borgata
bellatrase
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Taranto
Comune Taranto
Territorio
Coordinate40°24′14″N 17°15′24″E / 40.403889°N 17.256667°E40.403889; 17.256667 (Lama)
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale74122
Prefisso099
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lama
Lama

Toponomastica modifica

Prende il nome dalla morfologia del terreno, che forma un avvallamento coltivato in parte a vigneto. Le cosiddette lame sono solchi erosivi molto comuni in Puglia.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Lama conta molte migliaia di abitanti a causa dell'incremento urbanistico. La popolazione aumenta notevolmente durante la stagione estiva anche in virtù delle numerose case e ville costruite sulla costa negli ultimi anni e dei complessi residenziali di recente costruzione che hanno visto molta gente provenire dai quartieri più centrali della città .

Monumenti e luoghi di interesse modifica

La costa di Lama affaccia sul mare Ionio ed è ricca di baie e di macchia mediterranea (gariga). Il mare di Lama rappresenta l'inizio della nota Litoranea Salentina, che termina poi a Santa Maria di Leuca.

Il cuore più antico di Lama, fondato agli inizi del XX secolo dai vicini talsanesi, è formato da piccole case basse, tipiche del paesaggio rurale, con una chiesa dedicata alla "Regina Pacis", costruita tra il 1945 e il 1949, eretta per volere delle famiglie contadine locali, in particolare grazie all'opera di Francesca Stendardo e Angela Simeone, terziarie francescane.

Non mancano apprezzabili masserie come la masseria Battaglia, un vero monumento storico, purtroppo in stato di abbandono.

Masseria "La Battaglia" modifica

Si tratta di una masseria risalente al XVII secolo, fortemente fortificata attraverso muraglie e garitte; ad oggi caratterizzata da un giardino settecentesco ricco di ceramiche. La sua cappella, collegata alla struttura padronale risulta essere la prima cappella presente a Lama; qui su di una lapide sul muro, datata al 1795 afferma: “Qui non si dà asilo”.

Il toponimo portato dalla masseria, "Battaglia", storicamente evocativo, ha portato a generare numerose leggende, tra cui quella circa la sepoltura del corpo di un principe (o cavaliere) saraceno, nei dintorni della stessa masseria, con l’intera armatura d’oro e d’argento. Inoltre la tradizione popolare locale riporta la possibile sconfitta che Annibale avrebbe subito da parte dei Romani in una battaglia proprio presso Lama, durante la seconda guerra punica.[1]

Tuttavia, molto più accreditabile risulta essere la tradizione che vuole la masseria come teatro finale di una famosa battaglia avvenuta tra Cristiani e Turchi, combattuta tra il 14 ed il 22 settembre del 1594 tra i Turchi di Sinan Bassà (detto Scipione) Cicala ed i Tarantini. Nel settembre dell'anno 1594, i corsari di Scipione Cicala, invasero la città di Reggio Calabria, dopo aver attraversato il canale di Sicilia con novantasei galee. Dopodiché, all'alba del 14 settembre la grande flotta turca fece rotta verso Taranto ove approdarono sulle isole Cheradi (allora deserte), per poi attaccare le torri difensive di capo San Vito e capo Rondinella, rispettivamente a Sud-est e Nord-est dell'isola di San Pietro.

In seguito, con l'obiettivo di avvicinarsi alla città, la flotta turco sbarcò presso la foce del fiume Tara dove rasero al suolo la torre costiera e saccheggiarono la vicina chiesa "Santa Maria della Giustizia". Vi fu un primo scontro, poco distante il fiume, tra i turchi e numerosi soldati accorsi da tutta la provincia di Terra d'Otranto; questi erano comandati dal marchese Carlo d'Avalos ed a loro si aggiunsero anche contadini scesi dai vicini centri di Mottola e da Massafra. [2]

Gli aggressori turchi, vista la precedente offensiva fallita, fuggirono sulle navi e tre giorni dopo si spostarono seno opposto di Mar Grane, a Levante, distruggendo la torre costiera e la chiesa di San Vito. Successivamente, il 21 settembre il capitan Pascià tentò di portare parte della flotta sotto le mura della città per colpirla con le artiglierie, ma questo attacco fu nuovamente respinto. La città era infatti ben difesa grazie alle fortificazioni Aragonesi verso porta Lecce e alla torre di Raimondello Orsini a porta Napoli, dai due ponti tra Mar Piccolo e Mar Grande, nonché dai cittadini, forniti di una notevole quantità di armi e munizioni.[3]

Un nuovo sbarco avvenne il giorno dopo, sempre nel seno di Levante del Mar Grande; questo sarà l'ultimo scontro di questa battaglia ed ebbe come teatro l'omonima masseria a Lama. L'ennesima sconfitta in territorio tarantino segna l'epilogo disastroso per le armate turche che saranno costrette alla fuga ritirandosi definitivamente con gravi perdite, facendo rotta verso l’Albania. Queste battaglie verranno poi descritte dal tarantino Cataldantonio Mannarino in un poema eroico, "Glorie di guerrieri ed amanti" nel 1596.[2]

Batterie costiere modifica

È presente una bellissima ma abbandonata batteria costiera appartenuta all'entrata in servizio alla 13ª Compagnia del 4º Reggimento Artiglieria Marittima (Fortezza) del Regio Esercito, che abitualmente, in tempo di pace, risiedeva presso la Caserma "Carlo Mezzacapo" di Taranto: la Batteria da Costa, "Ammiraglio Saint Bon". Abbandonata e deturpata, ma ancora imponente e maestosa, sorge a poche centinaia di metri dalla scogliera del "Piano Scarfoglio", un vasto pianoro che prende il nome dall'omonima Masseria appartenuta alla famiglia Scarfoglio (Antonio di Eduardo Scarfoglio e Matilde Serao), a cui furono espropriati i terreni per le servitù militari e per l'area della costruenda Batteria. Realizzata su progetto del Capitano del Genio R.E. Barone Gennaro Bacile di Castiglione fra il 1909 e il 1911 che ne assunse anche la direzione dei lavori, era originariamente armata con 6 Obici Armstrong in ghisa su affusto ordinario da 280 mm di tipo "L" (lungo) (che avevano una gittata minima di 1.450 m e massima di 10.700 m), con campo di tiro di oltre 150° che si incrociava a nord con la Batteria "San Vito" (coprendo lo specchio d'acqua antistante Capo San Vito) e a sud arrivava fino a Lido Silvana, e da 4 cannoni da 87 mm per la sua difesa da eventuali colpi di mano (sbarchi dal mare o accerchiamento della struttura da terra).

Difesa più a sud dalla batteria "San Francesco", ancora presente, che poi durante la seconda guerra mondiale divenne un complesso a sé, essa fu dotata di stazioni ausiliarie per la direzione del tiro presso Cascina Carelli e Punta Saguerra, sulla litoranea, ancora presenti e visibili. I capisaldi di rettifica dei telemetri, sono anch'essi ancora oggi visibili sulla scogliera di Punta San Francesco, San Vito e Punta Blandamura (purtroppo in parte collassato per l'azione del mare nel 2012). Considerata già superata ed obsoleta già negli anni '30, come le sue "consorelle" presso Capo San Vito (Batteria "San Vito" o "Vizzarri"), San Pietro e Punta Rondinella (queste ultime più "anziane" essendo state costruite nel periodo 1890-1893 e già disarmate a partire dagli anni '20), venne convertita nel 1935 in polveriera e deposito munizioni e materiali di recupero dell'Esercito, e come tale operò sino a ottobre del 1975 quando cessò le sue funzioni, e purtroppo, ogni forma di sorveglianza attiva. Durante il secondo conflitto mondiale armava le altre batterie antiaeree e antinave come appunto la "San Francesco" e "Rota", "Rotina" e "Alessandrini".

Eventi modifica

A Lama non mancano eventi tradizionali come la "Calata dei Magi", una rappresentazione sacra recitata il giorno dell'Epifania davanti al sagrato della chiesa Regina Pacis. La Festa dei falò accesi nelle campagne in onore di San Giuseppe (per il quale nella sede sociale della Pro Loco è previsto anche l'allestimento di un bellissimo Altare) è un evento realizzato in Primavera dalla Pro Loco di Lama del 1994 nella manifestazione Fuochi sacri: farfugghie e fanoie. L' Estate la Festa della Focaccia Tarantina si svolge per incentivare la cura ambientale della bellissima costa lamese.

Molto interessante a tale proposito dal punto di vista turistico e paesaggistico è anche il percorso pedonale e ciclabile lungo la costa lamese denominato "Il Sentiero degli Artisti e dei Poeti della Magna Grecia", che si snoda lungo la linea della costa sul mare raggiungibile da via Mughetto, da via Fiori di Loto e da Via Girasoli. Il Sentiero, nato nel 1997,su iniziativa del movimento artistico EcoArte contro il degrado, voluto dallo scultore pittore e ceramista pro.Aldo Pupino, si è arricchito oggi di numerosi tamerici e di tipiche piante della macchia mediterranea. Esso rappresenta una delle attrattive turistiche costiere più interessanti per la finalità di salvare la costa deturpata da decenni di incuria, degrado e sversamenti abusivi.

Note modifica

  1. ^ Masseria La Battaglia, su Luoghi - Italian Botanical Heritage. URL consultato il 21 novembre 2022.
  2. ^ a b Carmine De Gregorio
  3. ^ Masseria Battaglia, l'antica dimora testimone di cruenti scontri con i saraceni, su Made in Taranto, 1º febbraio 2020. URL consultato il 21 novembre 2022.

Collegamenti esterni modifica

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