Lancia Dedra

autovettura del 1989 prodotta dalla Lancia

La Lancia Dedra è un'autovettura di classe media prodotta dalla casa automobilistica italiana Lancia, a partire dal 1989 fino al 1999, nello Stabilimento Lancia di Chivasso e Fiat Rivalta[1]. Debuttò ufficialmente in Italia nell'aprile del 1989, destinata ad affiancare e poi a sostituire la Lancia Prisma che, dopo sei anni di carriera, faticava ormai a reggere la concorrenza delle vetture più moderne. Si poteva considerare come una versione a tre volumi e quattro porte della seconda generazione della Lancia Delta, uscita però molto più tardi, nel 1993, con un frontale leggermente diverso.

Lancia Dedra
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Lancia
Tipo principaleBerlina 3 volumi
Altre versioniFamiliare
Produzionedal 1989 al 1999
Sostituisce laLancia Prisma
Sostituita daLancia Lybra
Esemplari prodotti418.084[senza fonte]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4340 mm
Larghezza1700 mm
Altezza1430 mm
Passo2540 mm
Altro
AssemblaggioStabilimento Lancia di Chivasso (TO)
Fiat Rivalta,
Rivalta di Torino (TO)
StileI.De.A Institute
Stessa famigliaAlfa Romeo 155
Fiat Tipo e Tempra
Lancia Delta II
Auto similiAudi 80
BMW Serie 3
Citroën BX e Xantia
Ford Sierra e Mondeo
Mercedes-Benz W201 e Classe C
Opel Vectra
Peugeot 405
Volkswagen Passat
Volvo 460

Storia e contesto modifica

La Lancia Dedra è stata sviluppata su un pianale unico, sul quale trovarono collocazione Fiat Tipo (1988), Fiat Tempra (1990) e Alfa Romeo 155 (1992). L'idea del Gruppo FIAT nata sul finire degli anni ottanta era quella di realizzare, a partire da un unico pianale (per motivi di economie di scala), quattro vetture di classe media dai caratteri e dai bacini d'utenza ben distinti, con caratterizzazioni specifiche: buon rapporto qualità/prezzo per la Tipo, praticità e versatilità per la Tempra (notevole la capacità del bagagliaio, sia in versione berlina che familiare) unita anch'essa ad un prezzo concorrenziale, sportività per l'Alfa 155 ed eleganza per la Dedra. Da menzionare anche la Lancia Delta di seconda serie, uscita, come premesso sopra, nel 1993, e sviluppata anch'essa sullo stesso pianale. Ad eccezione della Delta seconda serie, le vetture derivate da questo progetto riscossero tutte un buon successo commerciale, non senza però qualche difetto (in particolare problemi all'impianto elettrico, stando alle segnalazioni degli utenti all'epoca), che andò in parte ad intaccare l'immagine di auto solida, affidabile ed economica, cavallo di battaglia del Gruppo Fiat.

Il disegno, frutto dell'istituto I.De.A, le ha permesso di ottenere un coefficiente di resistenza aerodinamica eccellente, pari a soltanto 0.29. Il momento era piuttosto favorevole per la Lancia: l'ammiraglia Thema era stata ristilizzata solo da un anno e, nonostante fosse sul mercato da cinque anni, incontrava ancora un ottimo successo; la Delta prima serie, in produzione dal 1979, non finiva mai di sorprendere e grazie ai continui successi nelle competizioni rallystiche stava vivendo una seconda giovinezza; la piccola Y10 (venduta in Italia col marchio Autobianchi) era anch'essa stata oggetto di un restyling ed anche per lei le vendite andavano a gonfie vele.

 
Vista posteriore della Dedra Station Wagon seconda serie

Il compito della Dedra era impegnativo: doveva infatti raccogliere l'eredità della Lancia Prisma, che aveva rilanciato il marchio Lancia nel settore delle berline medie a tre volumi, ampliandone se possibile il bacino d'utenza. Basata sul pianale della "cugina" Fiat Tipo e di dimensioni leggermente maggiori rispetto alla sua antenata (lunghezza 4,34 metri - larghezza 1,70 metri – altezza 1,43 metri – passo 2,54 metri), la Dedra si presentava e si poteva considerare come una sorta di vice ammiraglia, cioè una vettura in grado di soddisfare chi cercava una berlina elegante ma non voleva o non poteva acquistare una vettura del segmento superiore, come la Thema. La Dedra ha esordito sul mercato nella primavera del 1989, presentando un disegno molto classico e di poco differente da quello della Prisma, pur avendo una linea più al passo con i tempi. Il frontale esibiva la caratteristica calandra delle Lancia di allora e i gruppi ottici posteriori rettangolari orizzontali erano divisi per colore a seconda della funzione, secondo gli standard del tempo.

L'intento della Lancia era quello di realizzare un modello che richiamasse l'idea di prestigio, esclusività, personalità e comodità, realizzato con un livello elevato di equipaggiamento e con uso di materiali pregiati (per esempio l'Alcantara); così come l'attenzione ai particolari quali le vernici speciali ed i cerchi in lega e anche all'isolamento acustico e alla ventilazione (era tra l'altro disponibile come optional un climatizzatore completamente automatico e con controlli digitali).

Particolare attenzione era stata dedicata all'abitabilità e alla comodità di guida, con la presenza di sedili regolabili in altezza, servosterzo, volante a quattro razze e specchietti regolabili elettricamente. Anche la sicurezza automobilistica è stata tenuta in particolare considerazione, con l'inserimento di una cellula passiva in grado di ridurre i danni agli occupanti del veicolo in caso di incidente stradale e di dispositivi attivi come l'ABS. Le motorizzazioni disponibili al debutto erano quattro: tre a benzina a iniezione elettronica (con cilindrate di 1.6, 1.8 e 2.0 litri) e una a gasolio (turbo ds da 1.9 litri).

In realtà, oltre alle quattro motorizzazioni previste, fu omologata anche una seconda variante a gasolio, la 1.9 ds (65 CV), ovvero il già a listino 1929 cm³ ma in versione aspirata[2], sostanzialmente il medesimo che già equipaggiava la Prisma ds fino a pochi mesi prima: tuttavia, ritenuta già all'epoca sottopotenziata (65 CV venivano considerati insufficienti per un'auto di segmento D), non fu mai inserita a listino, anche per non sovrapporsi alla gamma motoristica della sorella "più popolare" Fiat Tempra.

Fra il 1991 ed il 1992 vennero introdotte le prime modifiche: la gamma della Dedra fu ampliata, con vari livelli di allestimento presenti anche su altre vetture Lancia (LE, LS, LX), vennero modificati i copricerchi e inserita sulla calandra una targhetta indicante la motorizzazione e l'allestimento. Vennero introdotte anche la Dedra integrale (a quattro ruote motrici), la 2000 turbo e una versione 2.0 con il cambio automatico.[3]

Un rinnovamento più pesante venne effettuato nel 1993, con l'introduzione di finestrini realizzati con vetri Solarcontrol in grado di filtrare le radiazioni luminose e diminuire il calore all'interno dell'abitacolo, una gamma di 10 colori diversi, modifiche all'imbottitura dei sedili anteriori e piccoli accorgimenti per migliorare sicurezza e abitabilità.[4]. L'auto ottenne da subito apprezzamenti sul mercato, in particolare nei primi anni dal suo lancio, sia sul mercato italiano (costantemente nella top10) sia su quello estero, dove ottenne numeri importanti in rapporto alla diffusione del marchio. In particolare in Francia tra il 1990 e il 1993 era costantemente tra le prime 50 auto di maggiore successo, con circa 20.000 esemplari venduti in 4 anni; numeri simili vennero ottenuti anche sul mercato della Germania, storicamente difficile per i produttori italiani.

Nel 1994 l'auto venne ristilizzata anche nell'esterno, modificando i gruppi ottici posteriori, dalla forma invariata ma ora di colore rosso con centralmente una fascia bianca dove erano collocati gli indicatori di direzione e i fari di retromarcia, e la calandra, ora con i listelli cromati. Venne modificato anche il terminale dell'impianto di scarico, in modo da non renderlo più visibile guardando la parte posteriore della vettura. In conseguenza di ciò venne modificato anche il paraurti posteriore eliminando il passaggio del tubo di scarico posteriore. Anche gli interni ricevettero alcune modifiche, tra cui un nuovo disegno del volante. L'innovazione più importante fu l'introduzione della versione station wagon, progettata dalla carrozzeria francese Heuliez, mai esistita nella gamma della precedente Prisma, che riscosse un buon successo grazie alla sua favorevole capacità di carico. Le motorizzazioni, i livelli di allestimento e gli interni erano gli stessi della versione berlina.[5]

L'ultimo aggiornamento fu effettuato nel 1998 ed è riconoscibile da fari anteriori più sottili e color fumè, paraurti totalmente in tinta con la carrozzeria, maniglie nere derivate dalla Delta, avantreno di origine Fiat Marea con carreggiata allargata di 40 mm,[6] nuovi cerchi in lega e fari posteriori totalmente rossi, con centralmente una parte appena brunita in cui erano collocati frecce e luci di retromarcia. Vennero inoltre modificati i pannelli porta e i rivestimenti, mentre negli interni venne inserito lo stesso cruscotto della Delta. Tutti i motori a benzina ricevettero le 16 valvole.[7]

A fine anni novanta la carriera volgeva ormai al termine, e nel settembre del 1999, dopo anni di rinvii e ripensamenti, entrò in produzione la Lancia Lybra, sua erede, e la Dedra scomparve definitivamente dai listini all'alba del nuovo millennio, nel gennaio 2000, a due anni dal suo ultimo aggiornamento e dopo circa 11 anni dalla prima presentazione. In totale ne sono stati prodotti 418.084 esemplari.

Versioni modifica

La vettura è stata oggetto di varie rivisitazioni nella meccanica. La prima, nel corso del 1992, per adeguare i motori d'esordio al dispositivo catalitico (con conseguente ridimensionamento delle prestazioni) e l'introduzione delle versioni HF di cui la 180cv a trazione integrale, e la seconda, fra gli anni 1994 e 1998, che hanno visto l'introduzione dei bialbero 16v.

Aggiornamento gamma 1992 modifica

 
Frontale di una Dedra MY 1998 (terza serie)
  • Dedra 1.6 i.e. - 88 CV
  • Dedra 1.6 i.e. cat - 76 CV
  • Dedra 1.8 i.e. cat - 107 CV
  • Dedra 2.0 i.e. cat - 115 CV
  • Dedra 2.0 i.e. Automatic - 115 CV (cambio 4 rapporti con convertitore di coppia)[8]
  • Dedra HF turbo i.e. - 165 CV
  • Dedra HF integrale - 180 CV
  • Dedra 1.9 turbo ds cat - 90 CV

Il modello HF integrale era equipaggiata di differenziale autobloccante inseribile a richiesta del guidatore per migliorare il controllo su fondi stradali in condizioni pericolose. Questa vettura, grazie ad un motore da 180 CV, raggiungeva i 215 km/h di velocità massima, con consumi nel ciclo urbano pari a 13 litri per 100 km e di 11 litri per 100 km nel ciclo misto. La HF integrale, così come la 2000 turbo, aveva come optional un alettone posteriore che aiutava l'auto ad avere più deportanza alle velocità autostradali. Il prezzo di questo modello si aggirava intorno ai 50 milioni di lire.

La HF turbo i.e. a trazione anteriore era più leggera della sorella HF integrale, ma non avendo il controllo di trazione, era molto nervosa nelle brusche accelerazioni da fermo (specialmente sul bagnato), pur avendo il differenziale a giunto viscoso "Viscodrive". Sia la versione HF integrale che la HF turbo i.e. erano omologate per montare solamente una misura di gomme, e cioè la 195/50 R 15.

Aggiornamento gamma 1994 (in concomitanza col restyling) modifica

 
Vista posteriore di una Dedra terza serie con fari posteriori interamente rossi
  • Dedra 1.6 8v MPI - 90 CV
  • Dedra 1.8 8v MPI - 108 CV
  • Dedra 2.0 16v - 139 CV
  • Dedra 2.0 16v Integrale - 139 CV

Escono dal listino, dopo soli 3 anni, le versioni più sportive HF, sostituite dal 16v aspirato.

Aggiornamenti 1996-1998 modifica

  • Dedra 1.8 16v 113 CV (1996). Questo motore è stato montato anche sulla Fiat Bravo.
  • Dedra 1.8 16v VVT 131 CV (1996). Sostituisce il 2.0 16v da 139cv.
  • Dedra 1.6 16v 103 CV (1998). Questo motore è stato montato anche sulla Fiat Bravo.

Motorizzazioni modifica

Versione Potenza
CV
Coppia motrice
N·m
Cilindrata
cm³
Cilindri Peso
kg
Vel.max.
km/h
Produzione
1.6 i.e. (SPI) 88 128 1581 4 cilindri 1060 180 1989–1994
1.6 i.e. (cat) (SPI) 75 125 1581 4 cilindri 1100 167 1992–1994
1.6 i.e. (MPI) 90 128 1581 4 cilindri 1100 180 1994–1998
1.6 16v (MPI) 103 145 1581 4 cilindri 1175 186 1998–1999
1.8 i.e. bialbero (MPI) 109 (105 cat) 142 1756 4 cilindri 1200 187 1989–1994
1.8 16v (MPI) 113 157 1747 4 cilindri 1235 195 1996–1997
1.8 16v V.V.T. (fasatura variabile) (MPI) 131 167 1747 4 cilindri 1255 203 1996–1999
2.0 i.e. bialbero (MPI) 117 (113 cat) 162 1995 4 cilindri 1180 195 1989–1994
2.0 Automatic (MPI) 115 162 1995 4 cilindri 1210 190 1992–1997
2.0 16v (MPI) 139 185 1995 4 cilindri 1260 210 1994–1996
2.0 16v integrale (MPI) 139 185 1995 4 cilindri 1395 195 1994–1997
2.0 HF turbo i.e. (MPI) 165 285 1995 4 cilindri 1245 215 1991–1994
2.0 HF Integrale (MPI) 180 (172 cat) 275 1995 4 cilindri 1345 215 1991–1994
1.9 turbo ds 90 186 1929 4 cilindri 1200 184 1989–1993
1.9 turbo ds cat 92 194 1929 4 cilindri 1240 187 1993–1999
  • SPI = iniezione single point, ad esempio Bosch Monomotronic o Siemens.
  • MPI = iniezione multi point.
  • Peso = si riferisce al peso dichiarato dal Costruttore. Può differire dal peso effettivo.
  • cat. = versione catalitica, obbligatorie a partire dal 1º gennaio 1993.

Note modifica

  1. ^ Chiude la fabbrica del celebre "Robogate", su repubblica.it, 28 giugno 2001. URL consultato il 29 aprile 2019.
  2. ^ "Auto Oggi", n. 128, 18 maggio 1989, p. 47.
  3. ^ Dedra anche automatica, "Corriere della Sera" dell'8 maggio 1992, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  4. ^ Più sicura e più comoda la Dedra formato '93, "Corriere della Sera" dell'8 gennaio 1993, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  5. ^ Dedra, sedici valvole per una bellezza familiare, "Corriere della Sera" del 7 luglio 1994, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  6. ^ Lancia Dedra e Dedra SW '98, su lanciapress.com, 1º gennaio 1998. URL consultato il 29 aprile 2019.
  7. ^ Lancia Dedra '97, su lanciapress.com, 1º aprile 1997. URL consultato il 29 aprile 2019.
  8. ^ Automaticamente Dedra alla conquista d'Europa, "Corriere della Sera" del 1º maggio 1992, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 14 ottobre 2009.

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