Lapio

comune italiano

Lapìo è un comune italiano di 1 422 abitanti della provincia di Avellino in Campania. Situato nel distretto storico dell'Irpinia, Lapio sorge nella media valle del fiume Calore, in posizione soleggiata in prossimità del monte Tuoro.

Lapio
comune
Lapio – Stemma
Lapio – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Amministrazione
SindacoMaria Teresa Lepore (lista civica Noi e con voi per Lapio) dal 10-6-2018
Territorio
Coordinate40°58′56″N 14°56′50″E / 40.982222°N 14.947222°E40.982222; 14.947222 (Lapio)
Altitudine500 m s.l.m.
Superficie15,25 km²
Abitanti1 422[1] (31-3-2022)
Densità93,25 ab./km²
Comuni confinantiCandida, Chiusano di San Domenico, Luogosano, Montefalcione, Montemiletto, Parolise, San Mango sul Calore, Taurasi
Altre informazioni
Cod. postale83030
Prefisso0825
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT064042
Cod. catastaleE448
TargaAV
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 1 932 GG[3]
Nome abitantilapiani
Patronosan Pietro martire
Giorno festivo29 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lapio
Lapio
Lapio – Mappa
Lapio – Mappa
Il comune di Lapio all'interno della provincia di Avellino
Sito istituzionale

Origini del nome modifica

Le probabili etimologia del territorio di Lapio sono due.

Secondo alcuni studiosi deriva, dal latino Lapideum (roccioso; sassoso), termine poi dissimulato in Lapio.

Altri affermano che il suo nome derivi dal Fiano, prodotto in questa terra, ovvero nell'area agricola ''Apia'' (odierna Lapio), da cui risale il termine ''Apiano'' e ''Apiana'', uva già conosciuta dai poeti latini.

Storia modifica

Le origini del borgo sono antichissime. Fu prima possesso dei Longobardi, poi divenne feudo appartenuto alla nobile famiglia dei Filangieri di Napoli, i cui segni è possibile ritrovare nel Palazzo baronale dei Filangieri, la cui costruzione risale al periodi tra il 1200 e il 1300.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 ottobre 2002.[4]

«Stemma inquartato dalla croce in filetto d'oro: il primo, di verde, alle tre api d'oro, bene ordinate; il secondo, di azzurro, alle cinque spighe di grano, impugnate d'oro, legate di verde; il terzo, di azzurro, alla montagna di verde, fondata in punta, con l'albero di verde, fustato al naturale, nodrito nel fianco sinistro della montagna; il quarto, di rosso, al grappolo d'uva d'oro, pampinoso di due di verde; il tutto sotto il capo di rosso, caricato dalle lettere maiuscole L e P, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.[5]»

Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Conserva resti del castello e il Palazzo baronale dei Filangieri, nei cui saloni sono conservati pregevoli affreschi. Ha subito qualche danno durante il terremoto del 1980. Diverse chiese sono presenti nel borgo, tra cui la chiesa matrice di Santa Caterina d'Alessandria, ricca di opere d'arte, contenente, tra l'altro, la monumentale tomba del cardinale Giuseppe Caprio. In locali adiacenti sono custodite i pregiati gruppi statuari dei "Misteri", dette le "Tavolate", che escono durante la celebre processione del venerdì santo. Nella chiesa di San Giuseppe e in quella di Maria Santissima del Monte Carmelo sono, invece, custoditi pastori settecenteschi, napoletani, le confraternite naturalmente allestiscono presepi, che vengono modificati ogni 4/5 anni. Il paese vanta, oltre le già citate chiesa Madre e quella del Carmelo e di San Giuseppe, le chiese più antiche, quella del Loreto, dedicata a Sant'Antonio e quella della Madonna della Neve, In tutto vi sono nel paese 4 Confraternite, che svolgono un ruolo determinante nella vita ecclesiastica locale. Tra le altre chiese che si possono visitare, quella dedicata a Maria Santissima di Montevergine, sita in territorio di Arianiello e la cappellina in contrada boschi. Esistono alcuni ruderi del vecchio convento monastico, che nei secoli scorsi era abitato da monaci, ma ora è abbandonato e in disuso, Varie sono le leggende che accompagnano la storia dei monaci a Lapio, con tradizioni che si accompagnano secolo dopo secolo.

Il Ponte Principe modifica

 
Il Ponte Principe in una fotografia del 2009

Uno dei ponti più lunghi della linea linea ferroviaria Avellino Rocchetta Sant'Antonio, è il cosiddetto Ponte Principe, ubicato fra la omonima stazione ferroviaria e quella di Taurasi.

Il ponte, sospeso sulle sponde del fiume Calore, venne realizzato nel 1893 all'epoca della costruzione della linea dalla Società Industriale Italiana Costruzioni Metalliche. Fu considerata un'opera eccezionale che costituiva il trionfo del progresso. In effetti tutto il viadotto è lungo circa 300 metri e la travatura poggia su due arcate così che ogni luce è di circa 98 metri. La vallata sottostante è a circa 35 metri. Proprio per la sua magnificenza venne chiamato "Ponte Principe". Il collaudo del ponte avvenne il 20 settembre 1893 fra il generale entusiasmo della popolazione di Lapio e dei paesi vicini, accorsi in massa per l'occasione. Il 27 ottobre dello stesso anno il ponte venne inaugurato in coincidenza con l'apertura del primo tratto della ferrovia fra Avellino e Paternopoli.

Il ponte subì alcuni danni durante la seconda guerra mondiale e per questo la prima campata che si incontra venendo da Lapio venne modificata, costruendo una pila intermedia in muratura sulla quale fu montata una nuova travata metallica di circa 17 metri.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[6]

Lingue e dialetti modifica

Accanto alla lingua italiana, a Lapio si parla una varietà del dialetto irpino.

Tradizioni e folclore modifica

I Misteri di Lapio modifica

Una delle tradizioni più sentite che si riscontrano nel piccolo borgo irpino è quella dei Misteri, 22 tavolate di cartapesta che raffigurano la Passione e la morte di Gesù. Fatte commissionare nella seconda metà del 1700 dal principe Gaetano Filangieri, i Misteri sono tutt'oggi senza autore. Infatti, il padre di queste opere d'arte è ignoto ma secondo studi, si tratterebbe di un artista napoletano convocato da Gaetano Filangieri a Lapio per raffigurare le ultime ore di vita di Gesù Cristo. Si va infatti dalla vendita e il tradimento di Giuda alla morte sulla croce del Cristo. Da allora, le 22 tavolate accompagnano la Via Crucis dei lapiani da oltre 3 secoli. Esse vengono esposte nella Chiesa Madre del paese il sabato antecedente la Domenica delle Palme, per poi venire esposte lungo le vie del paesino il giorno del Venerdì Santo, accompagnando la solenne processione di Gesù morto e la Madonna Addolorata. Nel corso dei secoli le statue sono state sottoposte a diversi restauri, in modo particolare dopo il terremoto del 1980 che provocò diversi danni.

Cultura modifica

Eventi modifica

  • Fiano Love Fest - primo weekend di agosto.

Geografia antropica modifica

Nuclei abitati modifica

Da statuto, il comune di Lapio comprende i seguenti nuclei abitati: Arianiello, Ferrume, Monticelle, S. Lucia, Crete, Casale Monaci, Campolapierto, Toppole, Campomarino, Austelle, Carpignano, Fratte, Patierno, Vignedogniche, Camposanto, S. Nicola Matarola, S. Martino.[7]

Economia modifica

L'economia di Lapio è prevalentemente agricola. Si producono: olive, cereali, ciliegie, noci, nocciole, ma il prodotto principale è l'uva, dalla quale si ricavano i vini DOCG.

I vini modifica

Lapio è uno dei pochi comuni italiani a produrre nel proprio territorio due vini DOCG: Fiano e Taurasi.

L'olio Ravece modifica

La cultivar Ravece, che fornisce una resa in olio piuttosto bassa (14-16%) a fronte di una produzione olearia di elevata qualità, costituisce la base dell'olio D.O.P. extravergine di oliva Irpinia - Colline dell'Ufita.

Il miele modifica

Testimonianza di tradizione produttiva antica, si avvale di un'ampia diversità di vegetazione.

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Il comune è interessato dalla strada statale 400 di Castelvetere.

Ferrovie modifica

Sul territorio comunale è presente l'omonima stazione ferroviaria, sulla ferrovia Avellino-Rocchetta, attiva però solo come fermata per treni turistici.[8] Inoltre, la frazione Arianello era servita dalla fermata di Percianti-Arianello.[9]

Mobilità urbana modifica

Con i mezzi pubblici, il comune è raggiungibile tramite le autolinee della società regionale.

Amministrazione modifica

Sindaci di Lapio[10] modifica

Nome Mandato Carica Partito
Inizio Fine
1 Trodella Vittorio 20 novembre 1994 26 maggio 2003 Sindaco
2 Reppucci Ubaldo 26 maggio 2003 27 maggio 2013 Sindaco
3 Fabrizio Natalino 27 maggio 2013 10 giugno 2018 Sindaco Lista Civica "Per Lapio"
4 Lepore Maria Teresa 10 giugno 2018 in carica Sindaco Lista Civica "Noi e voi per Lapio"

Sport modifica

Calcio modifica

L'A.S.D. Lapiana Calcio giocava nel campionato provinciale di Seconda Categoria della provincia di Avellino.

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Lapio, su Archivio Centrale dello Stato.
  5. ^ Stemma di Lapio, su comune.lapio.av.it. URL consultato il 7 novembre 2021.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Statuto Comunale, su comune.lapio.av.it, Comune di Lapio. URL consultato il 22 luglio 2021 (archiviato il 25 ottobre 2020).
  8. ^ Lestradeferrate.it - Fermata di Lapio (AV), su www.lestradeferrate.it. URL consultato il 9 febbraio 2024.
  9. ^ Lestradeferrate.it - Fermata di Arianello Percianti (AV), su www.lestradeferrate.it. URL consultato il 9 febbraio 2024.
  10. ^ Eligendo, su elezionistorico.interno.gov.it.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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