Lascia ch'io pianga

aria di Georg Friedrich Händel

Lascia ch'io pianga è una celebre aria per soprano composta da Georg Friedrich Händel.

Manoscritto autografo del 1711, con le prime battute dell'aria

Musica modifica

La melodia dell'aria era stata usata inizialmente come danza asiatica nell'Almira (1705).[1] La musica è stata usata poi nell'aria Lascia la spina, cogli la rosa, affidata al Piacere nell'oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno (1707).[2] Haendel ha successivamente riutilizzato l'aria nel secondo atto del Rinaldo (1711), con un nuovo testo, affidato al personaggio di Almirena e rivolto al suo carceriere Argante. Il Rinaldo è stato un grande successo per Haendel, per cui l'aria è comunemente associata a tale opera ed è principalmente nota nella forma che ha in quest'ultima.

L'aria nel Rinaldo è scritta in fa maggiore, nel ritmo di sarabanda con un metro di 32 e una indicazione d'andamento di Largo. La strumentazione prevede violini I e II, viola e basso continuo, e una esecuzione dura mediamente cinque minuti. L'aria si è affermata come pezzo da concerto, interpretata e incisa da molti grandi artisti, e compare in diversi film.[3]

Testo modifica

La prima versione dell'aria, dal Trionfo, è nel libretto di Benedetto Pamphilj:

Lascia la spina,
cogli la rosa;
tu vai cercando
il tuo dolor.

Canuta brina
per mano ascosa,
giungerà quando
nol crede il cor.

La seconda e più celebre versione, dal Rinaldo, è nel libretto di Giacomo Rossi:

Lascia ch'io pianga
mia cruda sorte,
e che sospiri
la libertà.

Il duolo infranga
queste ritorte,
de' miei martiri
sol per pietà.

Note modifica

  1. ^ Dean and Knapp, pp. 176–78.
  2. ^ Anthony Hicks, Rinaldo, in Stanely Sadie (a cura di), The New Grove Dictionary of Opera, Grove (Oxford University Press), New York, 1997, III, pp. 1342–1343. ISBN 978-0-19-522186-2
  3. ^ Haynes, Bruce, The End of Early Music, Oxford University Press US, 2007, p. 25. ISBN 0-19-518987-6

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