Lawrence Brownlee (Ohio, 24 novembre 1972) è un tenore statunitense, particolarmente noto per il suo repertorio di belcanto.

Lawrence Brownlee

Biografia modifica

Brownlee, originario di Youngstown, Ohio, fu cresciuto in una numerosa famiglia di classe operaia appassionata di molti generi di musica, inclusa l'opera. Iniziò molto presto a cantare in un coro gospel e a suonare il pianoforte, il basso e la batteria. Al liceo, i suoi insegnanti di canto si accorsero delle sue potenzialità e lo incoroggiarono a proseguire nella musica classica, nonostante pensasse di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Brownlee si fidò del loro intuito, si laureò in musica presso la Anderson University dell'Indiana, e conseguì un master alla Jacobs School of Music. La soprano Costanza Cuccaro fu una delle sue insegnanti. Per acquisire una maggiore padronanza, Brownlee studiò inoltre il francese, l'italiano e il tedesco, e prese lezioni di recitazione comica. Nel 2001, vinse il concorso lirico del Metropolitan Opera House, un traguardo che lo lanciò nell'industria dell'opera. Alle audizioni cantò Languir per una bella di Rossini, e Ah, mes amis di Donizetti.[1][2]

Carriera modifica

Nel 2002, al raggiungimento della maturità vocale, Brownlee fece il suo debutto professionale al Virginia Opera, in quello che in seguito diventò uno dei suoi ruoli distintivi, il Conte Almaviva de Il barbiere di Siviglia. Nello stesso anno debuttò al Teatro alla Scala, a cui seguirono ruoli da protagonista nei teatri di Genova, di Bologna, in Svizzera e in Germania.[3]

Nel 2006, vinse i premi Tucker e Marian Anderson che gli aprirono le porte dei teatri e festival europei. Un anno dopo arrivò il suo debutto al Met con apparizioni nei maggiori palcoscenici statunitensi.[3] Fra le sue interpretazioni operistiche più ammirate dalla critica si citano i ruoli di Lindoro ne L'italiana in Algeri, Rinaldo dall'Armida di Rossini, Tonio ne La figlia del reggimento, Arturo, protagonista de I puritani e Don Ramiro de La Cenerentola, all'Opéra Garnier. Nel repertorio di Brownlee sono presenti anche diverse opere contemporanee, come 1984 di Lorin Maazel, Charlie Parker's Yardbird, e Cycles of My Being (Cicli del mio essere) di Tyshawn Sorey.[4]

Nel 2014, Brownlee, Juan Diego Flórez e Javier Camarena furono soprannominati dal New York Times "I tre tenori", pionieri di "una nuova età dell'oro delle voci maschili acute".[5] Il mezzo-soprano Joyce DiDonato, scrisse che la voce di Brownlee le faceva venire in mente la parola "miele".[6]

Per la sua registrazione di Arie Virtuose Rossiniane, Brownlee fu nominato per un Grammy Award nel 2015. Due anni dopo, si aggiudicò il premio per il miglior cantante dell'anno agli International Opera Awards di Londra. Il primo album con la sua voce, Carmina Burana, della Berliner Philharmoniker, fu pubblicato nel 2005. Altre registrazioni includono lo Stabat Mater di Rossini con l'orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, un album spiritual dal titolo Spiritual Sketches con il pianista Damien Sneed, e Allegro io son di Donizetti vincitore di un Critics' Choice Awards.[7]

Nel 2023, ha lanciato il tour statunitense di Rising, un progetto concertistico che ideò durante la pandemia di COVID-19, per il quale commissionò a sei compositori afroamericani di tradurre in canzoni la poesia del Rinascimento di Harlem.[8]

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Alkis Karmpaliotis, Interview: Lawrence Brownlee, Tenor, su appreciateopera.org, 12 marzo 2019. URL consultato il 7 aprile 2023.
  2. ^ (EN) Perfection is never the goal. It's about being special., su Living the classical life, 10 aprile 2016. URL consultato il 7 aprile 2023.
  3. ^ a b (EN) Jason Victor Serinus, Scaling the Heights with Lawrence Brownlee, su sfcv.org, 26 settembre 2016. URL consultato il 7 aprile 2023.
  4. ^ (EN) Lawrence Brownlee, Tenor, su Opéra national de Paris. URL consultato il 7 aprile 2023.
  5. ^ (EN) Zachary Woolfe, Three Stars Who Navigate on High C’s, su The New York Times, 4 maggio 2014. URL consultato il 7 aprile 2014.
  6. ^ (EN) Vivien Schweitzer, Top notes that shatter the Glass ceiling, su The New York Times, 11 marzo 2011. URL consultato il 7 aprile 2023.
  7. ^ PrimaFila Artists: Lawrence Brownlee, su primafila-artists.com. URL consultato il 7 aprile 2023.
  8. ^ (EN) Oussama Zahr, Lawrence Brownlee Makes Room for Black Composers, su The New York Times, 24 marzo 2023. URL consultato il 7 aprile 2023.
  9. ^ (EN) Vivien Schweitzer, Tenor Lawrence Brownlee Wins Richard Tucker Award, su Playbill, 21 aprile 2006. URL consultato il 7 aprile 2023.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN66233588 · ISNI (EN0000 0000 5521 7427 · Europeana agent/base/26626 · LCCN (ENno2006104280 · GND (DE131763741 · BNF (FRcb14602687s (data) · J9U (ENHE987007416887905171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2006104280