La lente anamorfica consiste in una lente montata su una macchina da presa che comprime l'immagine impressa sul negativo in larghezza, mantenendo inalterata l'altezza.
In fase di proiezione, un altro sistema di lenti simili, ma usate inversamente, provvede a riportare l'immagine proiettata alle proporzioni originali.

La prima applicazione pratica e relativo brevetto (1920) si trova nell'Anamorphoscope del francese Henri Chrétien chiamato Hypergonar.

Un esempio di uso di lente anamorfica è quella del CinemaScope, un formato diffuso dalla 20th Century Fox che venne inaugurato nel 1953 con il film La Tunica (The Robe) con aspect ratio di 2,55:1 (formato utilizzato per pochi film, poi per far posto alle piste audio ottiche il rapporto scese a 2,35:1). Alla base del formato vi è l'uso di lenti anamorfiche, che comprimono l'immagine in fase di ripresa e la ridistendono in proiezione, ottenendo un rapporto di 2,35:1. La casa americana ottenne i diritti di sfruttamento della lente da Henri Chrétien.

L'occhio umano percepisce la visione periferica con un angolo approssimativo di 140° e la visione del CinemaScope si prefigge di coprire tale angolo da una distanza ottimale. Lo schermo curvo del Cinerama copre invece 176° ed è più prestante sotto questo aspetto (senza lenti anamorfiche, affiancando e sincronizzando 3 fotogrammi in orizzontale), con costi tuttavia spropositati e venne perciò abbandonato nel 1962 (ultimo film: La conquista del West).

Le lenti anamorfiche vengono utilizzate anche in alcuni sistemi stereoscopici per poter comprimere e decomprimere coppie di immagini "schiacciate" e affiancate nello stesso fotogramma.

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