Leonello Grossi

politico italiano

Leonello Grossi (Finale Emilia, 4 gennaio 1880Bologna, 24 agosto 1934) è stato un farmacista, politico e antifascista italiano.

Leonello Grossi

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato1º dicembre 1919 - 7 aprile 1921
24 maggio 1924-9 novembre 1926
LegislaturaXXV, XXVII
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano
Titolo di studioLaurea in farmacia
ProfessioneFarmacista

Biografia modifica

Discendente da una nobile famiglia iscritta nell'antico Libro d'Oro della nobiltà di Modena, che dalla metà del Cinquecento ha assicurato alla comunità diverse personalità civili e religiose, cresce tra i fermenti e gli ideali di un socialismo ancora alle origini. Diplomatosi ragioniere nel 1892 si iscrive alla facolta di farmacia dell'Università di Modena, dalla quale viene allontanato a causa delle sue idee politiche. Deciso a laurearsi si trasferisce a Bologna, dove nella locale università conclude gli studi nel 1900. Ottenuta la laurea viene chiamato a far parte del comitato organizzatore di una farmacia cooperativa voluta dalla locale Società operaia. Quest'ultima cede in locazione i locali di via Cavallera (oggi via Oberdan) e stanzia parte dei fondi necessari ad allestirli. Il Grossi, neo-laureato e giovanissimo, viene nominato direttore di una realtà che, pur improntata a criteri di tipo privatistico, ha per suo scopo finalità di tipo sociale e l'ispirazione a principi cooperativistici. L'anno successivo viene eletto segretario della federazione socialista di Bologna ed inizia una prolifica carriera politica che lo vede consigliere comunale, assessore alle finanze, consigliere e deputato provinciale. Nel 1914 viene preferito a Mussolini per il 3º collegio della città ma non viene eletto. Riproposto nel 1919 entra per la prima volta in parlamento ma di lì a poco deve fare i conti con le prime attività squadristiche cittadine, al punto che il 18 febbraio 1921 viene aggredito all'interno della farmacia. Non rieletto nel 1921 torna alla camera nel 1924; dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti prende parte alla secessione dell'Aventino e viene dichiarato decaduto il 9 novembre 1926. Condannato ad un anno di confino, scontato a Lipari, nel 1928 torna a Bologna in libertà vigilata, dove continua a dedicarsi alla direzione della farmacia fino alla morte.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica