Le ferite da difesa, o lesioni da difesa, sono inferte alla vittima che tenta di difendersi dall’aggressore; si distinguono in:[1][2][3]

  • Ferite da difesa attiva, se localizzate al palmo delle mani (si producono quando la vittima afferra la lama nel tentativo di disarmare l’aggressore; si tratta in genere di ferite a lembo profonde).[1]
  • Ferite da difesa passiva, se insistono sul dorso della mano, sugli avambracci e sulle braccia (si producono quando la vittima utilizza gli arti superiori per pararsi dai colpi inferti dall’aggressore).[1]

A seconda dell'arma e della posizione, la lesione si può presentare come lacerazione, abrasione, contusione, frattura ossea, o ferita da arma da fuoco.[4][5][6]

Note modifica

  1. ^ a b c Michele Zagra … [et al.], 14. Conoscenze fondamentali della patologia forense, in Medicina legale orientata per problemi, Milano, Elsevier, 2011, p. 276, ISBN 978-88-214-3051-0.
  2. ^ John J. Miletich, An introduction to the work of a medical examiner : from death scene to autopsy suite, Praeger, 2010, p. 26, ISBN 978-0-275-99508-9, OCLC 464583172. URL consultato il 14 giugno 2021.
  3. ^ Lester Adelson, The pathology of homicide; a vade mecum for pathologist, prosecutor and defense counsel., Thomas, 1974, ISBN 0-398-03000-6, OCLC 701597. URL consultato il 14 giugno 2021.
  4. ^ Liang Cheng e David G. Bostwick, Essentials of anatomic pathology, Humana Press, 2002, pp. 5-21, ISBN 1-59259-162-0, OCLC 52565044. URL consultato il 14 giugno 2021.
  5. ^ Vernon J. Geberth, Practical homicide investigation : tactics, procedures, and forensic techniques, 4th ed, CRC/Taylor & Francis, 2006, ISBN 0-8493-3303-2, OCLC 61261408. URL consultato il 14 giugno 2021.
  6. ^ Alan Gunn, Essential forensic biology, 2nd ed, Wiley-Blackwell, 2009, p. 184, ISBN 978-0-470-75804-5, OCLC 253189156. URL consultato il 14 giugno 2021.

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