Lilli Gruber

giornalista e scrittrice italiana (1957-)

Dietlinde Gruber, detta Lilli (Bolzano, 19 aprile 1957), è una giornalista, autrice televisiva, conduttrice televisiva, scrittrice ed ex politica italiana.

Lilli Gruber
Lilli Gruber (2015)

Europarlamentare
Durata mandato20 luglio 2004 –
30 settembre 2008
LegislaturaVI
Gruppo
parlamentare
S&D
CoalizioneIndipendente nella lista Uniti nell'Ulivo
CircoscrizioneItalia centrale
Incarichi parlamentari
Presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo, compreso lo Yemen.

Membro della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoL'Ulivo (fino al 2008)
PD (2008)
Titolo di studioLaurea in lingue e letterature straniere
UniversitàUniversità Ca' Foscari di Venezia
ProfessioneGiornalista, conduttrice televisiva, autrice televisiva

Attiva come giornalista televisiva dai primi anni ottanta, ha lavorato per la TGR, il TG2 e il TG1, conducendo le principali edizioni delle testate, ricoprendo anche il ruolo di inviata, seguendo per la Rai avvenimenti importanti come il crollo del muro di Berlino e la guerra in Iraq. Nel corso della lunga carriera ha scritto diversi saggi e romanzi, pubblicati per Rai Eri e per Rizzoli.

Dal 2004 al 2008 è stata parlamentare europea, eletta dalla Lista Uniti nell'Ulivo, per entrare poi nel Partito Democratico, dimettendosi anzitempo per assumere nel settembre 2008 la conduzione della trasmissione Otto e mezzo, tuttora in onda su LA7.

Biografia modifica

Secondogenita di Alfred Gruber, imprenditore di lingua tedesca proprietario di un'impresa di macchine edili (la Tiger) e di Herlinde Deutsch, ha un fratello maggiore, Winfried, e una sorella minore, Friederike detta Micki. Dopo la separazione dei genitori cresce a Egna col fratello e la sorella, frequentando il liceo linguistico all'interno dell'istituto delle suore Marcelline a Bolzano e diplomandosi con il massimo dei voti.[1] Frequenta a Venezia la Facoltà di Lingue e Letterature straniere, laureandosi con lode. In seguito, svolge il praticantato giornalistico a Telebolzano e scrive per i quotidiani L'Adige e Alto Adige, quindi approda in Rai, dapprima a Sender Bozen, il canale di lingua tedesca, poi, nei primi anni ottanta, alla redazione di Bolzano della TGR del Trentino-Alto Adige.[2]

Sotto la guida di Antonio Ghirelli, nel 1986 passa al TG2 conducendo l'edizione del TG di mezza sera e facendosi notare per lo stile aggressivo e la postura di tre quarti, atipica per un mezzobusto, solitamente inquadrato sempre frontalmente.[2] Avendo chiesto di fare l'inviata dall'estero, nel 1989 ha raccontato per la Rai i giorni che hanno portato al crollo del muro di Berlino, raccontando la sua esperienza sul campo nel suo primo libro Quei giorni a Berlino, pubblicato da Rai Eri e scritto insieme a Paolo Borella.

 
Lilli Gruber nel 1992

Dal 1990 è passata al TG1, inizialmente occupandosi di politica estera, per poi condurre l'edizione principale delle 20, senza trascurare l'attività di inviata, andando spesso in territori coinvolti da conflitti, come le guerre jugoslave, la guerra in Iraq (da questa esperienza ha tratto diversi saggi, pubblicati da Rizzoli) e gli attentati dell'11 settembre 2001.[2] Nel 1994 ha esordito come conduttrice presentando il programma giornalistico Al voto, al voto!, proposto dalla Rai in occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche di quell'anno.[2] Nel 1997 ha ricevuto il Premio Alghero Donna. Ha collaborato inoltre con i quotidiani La Stampa e Corriere della Sera.

Sempre negli anni Novanta è stata attiva anche all'estero, conducendo nel 1996 il settimanale Focus TV, in onda sulla TV tedesca ProSieben, e nel 1998 un talk show per SWF. Per conto della CBS ha realizzato un'intervista-ritratto all'attrice Sophia Loren.[2]

 
Lilli Gruber nel 2008

Dopo aver denunciato la carenza di libertà d'informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel 2004 ha lasciato la Rai per candidarsi alle elezioni per il Parlamento europeo con la coalizione Uniti nell'Ulivo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro, risulta prima degli eletti in entrambe[3], raccogliendo complessivamente oltre 1 milione e 100.000 voti. La fase finale della campagna elettorale è seguita da Caterina Borelli che realizzerà il documentario Lilli e il cavaliere - 10 giorni per battere Berlusconi.

Si è iscritta al gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo ed è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione, della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della Delegazione per le relazioni con l'Iran. Nel 2007, dopo un iniziale rifiuto a entrare nel Comitato promotore 14 ottobre del Partito Democratico, divenne membro della Commissione per l'Etica, nominata dall'Assemblea Costituente Nazionale.

Nel settembre 2008 annunciò la conclusione dell'esperienza politica, dimettendosi da eurodeputata, sei mesi prima della fine della legislatura, rinunciando al diritto alla pensione. Da allora è tornata all'attività giornalistica, conducendo dal 2008 la trasmissione Otto e mezzo su LA7.

 
Lilli Gruber nel 2015 durante la conduzione di Otto e mezzo

Nel frattempo ha proseguito l'attività di scrittrice, pubblicando una trilogia di romanzi sulla storia della sua famiglia e dell'Alto Adige, ambientati tra il XIX e il XX secolo: Eredità, Tempesta e Inganno. Nel 2016 è uscito il suo saggio Prigionieri dell'Islam.

Si è sposata nel 2000 a Montagna con il giornalista francese Jacques Charmelot.

Dal 2012 (ad eccezione del 2014) partecipa annualmente alle riunioni del Gruppo Bilderberg[4] in qualità di Editor-in-Chief and Anchor “Otto e mezzo”, La7 TV.[5]

Parla correntemente italiano, tedesco, inglese e francese.[6]

Programmi TV condotti modifica

Opere modifica

Teatro modifica

Filmografia modifica

Riconoscimenti modifica

— American University of Rome— 18 maggio 2004 [8]

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Alice Giordano, Biografia di Lilli Gruber Archiviato il 12 ottobre 2013 in Internet Archive., Cinquantamila
  2. ^ a b c d e Grasso, pp. 356-357.
  3. ^ È Lilli Gruber la più votata. E al Sud trionfa Massimo D'Alema, in La Repubblica, 14 giugno 2004. URL consultato il 30 gennaio 2010.
  4. ^ Bilderberg Meetings - Latests Conferences, in Bilderberg Meetings. URL consultato il 31 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2016).
  5. ^ Participants, in Bilderberg Meetings. URL consultato il 9 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2016).
  6. ^ Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi, Lilli Gruber, la signora dell'informazione compie 60 anni, su iodonna.it, Io Donna, 19 aprile 2017. URL consultato l'8 giugno 2018.
  7. ^ Adriano Sofri, Non solo alpeggi. Nell'“Inganno” di Lilli Gruber c'è un pezzo di storia italiana, su ilfoglio.it, Il Foglio, 19 settembre 2018. URL consultato il 24 ottobre 2018 (archiviato il 19 settembre 2018).
    «Non solo alpeggi. Nell'“Inganno” di Lilli Gruber c'è un pezzo di storia italiana. [...] primo, il ruolo tenuto dall'installazione di depositi nucleari della Nato, operati da militari americani, nel Südtirol/Alto Adige, la regione dalla quale – dal Brennero – oltre che dal confine orientale con Slovenia e Croazia, sarebbe potuta venire l'invasione sovietica.»
  8. ^ Tor/Pe/Adnkronos, LISTA PRODI: LAUREA USA 'HONORIS CAUSA' IN LETTERE A LILLI GRUBER, in Adnkronos, 18 maggio 2004. URL consultato il 5 febbraio 2021.
  9. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 5 febbraio 2021.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN10103448 · ISNI (EN0000 0001 1872 9199 · SBN RAVV042328 · LCCN (ENn91016686 · GND (DE128597739 · BNF (FRcb14624179p (data) · J9U (ENHE987007388984005171 · CONOR.SI (SL38681955 · WorldCat Identities (ENlccn-n91016686