Lucrezia Pico Rangoni

nobildonna italiana, figlia di Ludovico I Pico

Lucrezia Petronilla[1] Pico Rangoni (Mirandola, 31 maggio 1505[1]Modena, 15 ottobre 1550) è stata una nobildonna italiana.

Lucrezia Pico Rangoni
contessa
Stemma
Stemma
In carica1524-1550
Nome completoLucrezia Pico della Mirandola-Rangoni
NascitaMirandola, 31 maggio 1505
MorteModena, 15 ottobre 1550
DinastiaPico della Mirandola
PadreLudovico I Pico
MadreFrancesca Trivulzio
ConsorteClaudio Rangoni
Figli

Figura di spicco nei cenacoli colti sensibili alla Riforma d'oltralpe, è ricordata per diverse lettere a difesa delle donne.[2]

Biografia modifica

Figlia di Ludovico I Pico e Francesca Trivulzio, figlia naturale di Gian Giacomo Trivulzio di Milano,

Nel 1537 l'agostiniano Serafino da Fermo trovò in casa sua una copia del Sommario della sacra scrittura, libro di autore ed editore anonimi, che trattava della fede cristiana, della vita dei monaci e di come non si potesse essere salvi per la sola grazia di Dio senza nessuna altra opera; nell'omelia del 10 dicembre Serafino si scagliò contro la presunta setta luterana, minacciando la censura ecclesiastica a chiunque non avesse consegnato copia di tale libercolo entro 24 ore. L'accademia dei letterati difese il libro condannato, malignando duramente anche nei confronti della vedova Pico-Rangoni e dei suoi rapporti con il giovane canonico: è noto che, durante il matrimonio della figlia del dottor Machella con Francesco Camurana, improvvisamente entrarono due trombettieri e un banditore che lesse pubblicamente uno scritto ingiurioso contro il padre Serafino e Lucrezia Rangone, che si vide costretta a rivolgersi al Duca di Modena per porre fine a tale persecuzione.[3]

Nel 1540 commissionò a Giulio Romano il balcone marmoreo (descritto da Burckhardt nel suo Il Cicerone, guida al godimento delle opere d'arte in Italia) nella sua residenza in via Emilia (attuale Palazzo Solmi), che fu il più importante palazzo di Modena, secondo soltanto al palazzo Ducale.[4] Sempre all'allievo di Raffaello, Lucrezia Pico commissionò l'8 agosto 1541 il monumento funebre per il marito[5] nella distrutta chiesa di San Biagio sulla via Emilia, poi traslato nella cattedrale di Modena.[6]

Dall'autunno 1540 ospitò Jacopino de' Bianchi, detto de' Lancellotti e poi dal 1545 Girolamo Teggia, a cui affidò l'educazione del figlio Fulvio Rangoni. Nel 1548, venne assunto come precettore Carlo Sigonio e infine Sebastiano Fausto da Longiano.[7]

Fu in rapporto con tutti i principali esponenti del dissenso religioso di Modena,[8] fra cui Giovanni Bertari,[9] e nel 1545 la sua condotta fu deprecata da Girolamo Muzio,[10] che le scrisse tre lettere in cui la esortava a seguire la religione cattolica.

Derisa da Lodovico Castelvetro, scrisse in risposta una Lettera in difesa delle donne contro un autore che le accusa di essere l'origine di tutti i mali,[11] dedicata ad una certa Violante Galassone, che fu pubblicata da Cristoforo Bronzino nell'opera Della Dignità e nobiltà delle donne (prima settimana, quarta giornata).[12]

Morì all'età di 45 anni «de alquanto longa infirmità causata da dolore de matrice»;[13] il vescovo di Carpentras Paolo Sadoleto scrisse al figlio Fulvio una commossa lettera di condoglianze.[7]

Nella cultura modifica

 
Luigi Manzini, Torquato Tasso presso la famiglia Rangoni in Castelvetro

Tra il 1838 ed il 1841 l'artista modenese Luigi Manzini (1805-1866) dipinse per il Teatro comunale di Modena lo scenario, andato perduto, raffigurante Torquato Tasso presso la famiglia Rangoni in Castelvetro, in cui Lucrezia Pico Rangoni fu raffigurata assieme a Carlo Sigonio, Tarquinia Molza, Lodovico Castelvetro, Jacopo Barozzi da Vignola e altri illustri modenesi durante il ricevimento di Torquato Tasso presso la residenza di Castelvetro di Modena.[14][15]

Discendenza modifica

Il 12 dicembre 1524 sposò Claudio Rangoni (1508-11 febbraio 1537), conte di Castelvetro, da cui ebbe i figli:[16]

  • Fulvio (1535-1588);
  • Claudia (1537–1593), sposò nel 1550 il conte Giberto VIII da Correggio (1530-1580) da cui ebbe la figlia Lucrezia (1554-?); nel 1566 lasciò il marito, per diventare amante del cardinale Girolamo da Correggio, che probabilmente non venne eletto papa nel conclave del 1572, proprio a causa della sua relazione con la nobildonna;
  • Olimpia (*?-†1593)
  • Camillo, viveva nel 1571
  • Ascanio, viveva nel 1529

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Gianfrancesco I Pico Giovanni I Pico  
 
Caterina Bevilacqua  
Galeotto I Pico  
Giulia Boiardo Feltrino Boiardo  
 
Guiduccia da Correggio  
Ludovico I Pico  
Niccolò III d'Este Alberto V d'Este  
 
Isotta Albaresani  
Bianca d'Este  
Anna de' Roberti ?  
 
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Lucrezia Pico  
Antonio Trivulzio ?  
 
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Gian Giacomo Trivulzio  
Francesca Visconti ?  
 
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Francesca Trivulzio  
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Note modifica

  1. ^ a b Deputazione di storia patria per le province di Romagna, Atti e memorie - Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna. Volume 7, 1881, p.136
  2. ^ Carlo Francesco Gabba, Della condizione giuridica delle donne: studio storico, Torino, Unione Tipografica-Editrice, 1880, p. 218.
  3. ^ Tommaso Sandonnini, Lodovico Castelvetro e la sua famiglia, Bologna, Nicola Zanichelli, 1882, pp. 155-156.
  4. ^ A Palazzo Solmi (ma, prima, Palazzo Rangoni) non si addice la casa della modenesità., su Italia Nostra Modena, 26 gennaio 2021.
  5. ^ Amedeo Belluzzi (a cura di), Cronologia Giuliesca, su Giulio Romano: repertorio di fonti documentarie.
  6. ^ Graziella Martinelli Braglia, Il Palazzo Rangoni Bellentani Solmi di Modena fra Rinascimento e barocchetto, 2015-2016.
  7. ^ a b Matteo Al Kalak, RANGONI, Fulvio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 86, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
  8. ^ Ortensio Landi, Paradossi, cioè, Sentenze fuori del comun parere, a cura di Antonio Corsaro, collana Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, 2000, p. 129.
  9. ^ Antonio Rotondò, BERTARI, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 9, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1967.
  10. ^ Pico della Mirandola, Lucrezia, in Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, Firenze, Edizioni CLORI, DOI:10.5281/zenodo.1309444, ISBN 978-8894241600.
  11. ^ Rosalia Amari, Calendario di donne illustri italiane per Rosalia Amari da Palermo, Firenze, Tipogradia di Federigo Bencini, 1857, p. 47.
  12. ^ Girolamo Tiraboschi, Biblioteca modenese o Notizie della vita e delle opere degli scrittori natii degli stati del serenissimo signor duca di Modena, vol. 4, Modena, presso la Società tipografica, 1783, pp. 311-312.
  13. ^ Tommasino de' Bianchi detto de' Lancellotti, Cronaca modenese, X, Parma, 1878, p. 300.
  14. ^ Il Duomo, ossia, Cenni storici e descrittivi della cattedrale di Modena, 1845, p. 120.
  15. ^ Sceanario "Torquato Tasso presso la famiglia Rangoni in Castelvetro" dipinto da Luigi Manzini tra il 1838 ed il 1841, su catalogo dei beni culturali, Ministero della cultura.
  16. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia: Rangoni di Modena, Torino, 1833, p. 3.

Bibliografia modifica

  • Roberta Pinelli, Lucrezia Pico Rangoni, in Dizionario biografico delle donne modenesi, Modena, Elis Colombini Editore, 2019, ISBN 9788865091838.