Lycaon pictus lupinus

Il licaone dell'Africa orientale (Lycaon pictus lupinus) è una sottospecie di licaone indigeno dell'Africa orientale. Si distingue dal licaone del Capo dalle dimensioni inferiori[2] e il mantello più scuro.[3]

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Licaone dell'Africa Orientale
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Canidae
Genere Lycaon
Specie L. pictus
Sottospecie L. p. lupinus
Nomenclatura trinomiale
Lycaon pictus lupinus
Thomas, 1902
Sinonimi

dieseneri (Matschie, 1915), gansseri (Matschie, 1915), hennigi (Matschie, 1915), huebneri (Matschie, 1915), kondoae (Matschie, 1915), lademanni (Matschie, 1915), langheldi (Matschie, 1915), prageri (Matschie, 1912), richteri (Matschie, 1915), ruwanae (Matschie, 1915), ssongaeae (Matschie, 1915), stierlingi (Matschie, 1915), styxi (Matschie, 1915), wintgensi (Matschie, 1915)

L'areale del licaone in Africa orientale è frammentorio, essendo stato sterminato in Uganda e gran parte del Kenya. Una piccola popolazione vive in un areale che ingloba il Sudan del Sud, il Kenya settentrionale, e probabilmente l'Uganda settentrionale. La specie è certamente estinta in Ruanda, e Burundi. Rimane piuttosto numeroso nella Tanzania meridionale, soprattutto nella riserva di caccia del Selous e il parco nazionale di Mikumi, entrambi di essi occupati dalla popolazione di licaoni più grandi d'Africa.[4]

I licaoni sono figure comune sulle tavolette ed altri oggetti risalenti all'Egitto predinastico, probabilmente simboleggiando l'ordine contro il caos, insieme alla transizione tra il selvaggio (rappresentato dal lupo africano) e il domestico (rappresentato dal cane). I cacciatori predinastici potrebbero aversi identificati con i licaoni, siccome la tavoletta dei cacciatori dimostra una fila di guerrieri indossando le code di licaone sulle cinture. Nel periodo arcaico, rappresentazioni del licaone decrementarono a favore del lupo.[5][6]

Note modifica

  1. ^ African Wild Dog (PDF), su africanwilddogwatch.org.
  2. ^ Estes, R. (1992). The behavior guide to African mammals: including hoofed mammals, carnivores, primates. University of California Press. pp. 410-419. ISBN 0-520-08085-8.
  3. ^ Bryden, H. A. (1936), Wild Life in South Africa, George G. Harrap & Company Ltd., pp. 19-20
  4. ^ Fanshawe, J. H., Ginsberg, J. R., Sillero-Zubiri, C. & Woodroffe, R., eds. 1997. The Status & Distribution of Remaining Wild Dog Populations. In Rosie Woodroffe, Joshua Ginsberg & David MacDonald, eds., Status Survey and Conservation Plan: The African Wild Dog: 11-56. IUCN/SSC Canid Specialist Group.
  5. ^ J Baines, Symbolic roles of canine figures on early monuments, in Archéo-Nil: Revue de la société pour l'étude des cultures prépharaoniques de la vallée du Nil, vol. 3, 1993, pp. 57–74.
  6. ^ Hendrickx, S. (2006). The dog, the Lycaon pictus and order over chaos in Predynastic Egypt. [in:] Kroeper, K.; Chłodnicki, M. & Kobusiewicz, M. (eds.), Archaeology of Early Northeastern Africa. Studies in African Archaeology 9. Poznań: Poznań Archaeological Museum: 723–749.
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