Maggiorata

Termine coniato per identificare un'attrice particolarmente prosperosa e formosa

Il termine maggiorata nasce negli anni 1950, per indicare, in origine, una serie di attrici (Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Silvana Pampanini, Silvana Mangano e Marisa Allasio tra le tante italiane; Mae West è un esempio negli Stati Uniti) che, inizialmente, si imposero sugli schermi cinematografici anche per la loro prorompenza fisica. Questa schiera di giovani attrici italiane, in gran parte reclutate tramite il concorso di Miss Italia, diede vita ad una versione italiana del divismo hollywoodiano.

Gina Lollobrigida negli anni 1960

Origine e significato modifica

Si tratta di una parola d'autore inventata da Vittorio De Sica nell'episodio Il processo di Frine del film Altri tempi - Zibaldone n. 1 (1952, regia: Alessandro Blasetti)[1] quando, nei panni di un avvocato difensore, definisce il personaggio interpretato da Gina Lollobrigida una maggiorata fisica, in contrapposizione alla definizione di minorata psichica[2] che le era stata attribuita. Il termine fa riferimento specifico alla procacità del seno, ma anche ad una certa abbondanza di fianchi, e viene usato ancora oggi per indicare una donna dotata di tali caratteristiche dette anche giunoniche[3].

Aspetti sociologici modifica

Il periodo d'oro delle maggiorate è quello che iniziò negli anni 1950 e durò per quasi tutto il decennio successivo, periodo del boom economico e della "Dolce vita", simboleggiata proprio dal bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi, scena immortalata nell'omonimo film di Federico Fellini, nonostante Fellini venga considerato dai critici contrario alla moda delle "maggiorate". La stessa interpretazione della Ekberg nella Dolce vita avrebbe avuto intenti ironici e di parodia dello stereotipo, successivamente messo in ridicolo dallo stesso Fellini nell'episodio Le tentazioni del dottor Antonio, sempre con la Ekberg, nel film collettivo Boccaccio '70.[1]

Verso la fine degli anni 1960 la maggiorata lasciò la ribalta ad un tipo di donna decisamente snella, talvolta eccessivamente magra (Twiggy ne fu un classico esempio), che nel tempo avrebbe decretato il sempre maggior successo delle fotomodelle.

 
Serena Grandi negli anni 1980

Negli anni 1970 e 1980 la maggiorata, cinematograficamente parlando, rimane confinata alla commedia erotica all'italiana (Edwige Fenech, Carmen Russo, Laura Antonelli, Serena Grandi), per tornare di attualità negli anni 1990, con l'affermarsi di attrici come Sabrina Ferilli o Maria Grazia Cucinotta, proprio quando sul fronte della moda si giungeva a celebrare modelle che secondo alcuni mostravano un aspetto ai limiti della patologia anoressica. Questo ritorno della maggiorata fu in parte favorito anche dalla sempre maggior diffusione della chirurgia estetica, che in alcuni casi fornisce la possibilità di incrementare con appositi accorgimenti le dimensioni del seno.

Nel XXI secolo questo fenomeno di rivalutazione fisica femminile è andato evolvendo nell'ammirazione verso la donna curvy, con forme sinuose e morbide, abbondanti ed evidenti, e non necessariamente applicato a modelle o attrici.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) C. Celli e M. Cottino-Jones, A New Guide to Italian Cinema, Springer, 2007, pp. 81-82.
  2. ^ Maggiorata, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Giunonico, in Vocabolario Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Voci correlate modifica