Mandarino (funzionario)

antico funzionario di Paesi asiatici

Il mandarino era un funzionario della Cina imperiale e del Vietnam feudale, dove il sistema degli esami imperiali e dei funzionari-letterati fu adottato appunto sotto l'influenza cinese.

Mandarino cinese del periodo della dinastia Qing

Etimologia e significato modifica

Il termine trae origine dalla parola portoghese mandarim, che significa "ministro" o "consigliere". Quest'ultima a sua volta viene dall'antica parola sanscrita mantrim ("consigliere", "capo") usata per tradurre la parola cinese guān () e derivata da mantra ("consiglio"), collegata alla radice indoeuropea man- ("pensare", "sapere"), da cui anche il latino mens ("mente").

Una teoria alternativa è che il termine venga dalla locuzione cinese mǎndàren (满大人), che significa "funzionario manciù". Tuttavia, dal momento che non vi è alcuna prova diretta che sostenga questa ipotesi, e che la parola "mandarino" è attestata agli inizi del XVI secolo, prima dell'insediamento della dinastia Qing, essa è ritenuta improbabile dai linguisti.

Il termine "mandarino", oltre che per indicare un antico funzionario dell'impero cinese, si usa anche per riferirsi alla "lingua dei mandarini", il cosiddetto guanhua: la lingua franca utilizzata tra i funzionari durante le dinastie Ming e Qing. Essa era un tentativo di elaborare una parlata comune, basato sulle pronunce dei dialetti appartenenti alla famiglia del cinese mandarino.

Nelle lingue occidentali moderne, compreso l'italiano, la parola "mandarino" si usa anche in modo estensivo per indicare qualsiasi funzionario o personaggio pubblico che gode di privilegi e si comporta in modo autoritario. In questo senso, il termine assume talvolta una sfumatura ironica o sarcastica, specie nei paesi di lingua inglese.

I mandarini come casta modifica

I mandarini cinesi possono anche essere visti come una casta cioè un gruppo sociale sostanzialmente chiuso. Al riguardo scriveva Antonio Gramsci in Ordine nuovo: «Il mandarinato è una istituzione burocratico-militare cinese, che, su per giù, corrisponde alle prefetture italiane. I mandarini appartengono tutti a una casta particolare, sono indipendenti da ogni controllo popolare, e sono persuasi che il buono e misericordioso dio dei cinesi abbia creato apposta la Cina e il popolo cinese perché fosse dominato dai mandarini».[1]

La carica di funzionario era, teoricamente, aperta a tutti i cittadini maschi: n'erano esclusi i poliziotti, gli attori e coloro ch'erano impiegati in lavori servili. Tuttavia, solo le famiglie nobili potevano permettersi gl'ingenti costi per mantenere uno (o più) figli agli studi.

I funzionari solevano approfittarsi della loro posizione di potere. Essi arrivavano alle cariche dopo molti studi, a carico delle loro famiglie che, ritenendo ciò un investimento, attendevano che il figlio ottenesse la carica in modo che ricambiasse la famiglia. Le persone comuni tolleravano i quotidiani abusi di potere adoperati dai funzionari. Essi operavano con disinvoltura, talvolta con impudenza, in diverse attività economiche.

Anche gli impiegati conseguivano profitti dalle loro cariche. I magistrati di distretto e i prefetti s'avvalevano, per i loro affari, dei loro subalterni, poiché quest'ultimi conoscevano bene la situazione locale. In tal modo gli impiegati abusavano della loro funzione, indispensabile in questo contesto.

Storia modifica

In Occidente il termine "mandarino" è associato al concetto di funzionario-letterato, che si immergeva nella poesia, nella letteratura e nella sapienza confuciana in aggiunta allo svolgimento di funzioni pubbliche. Per circa 1.300 anni dal 605 al 1905, i mandarini furono infatti selezionati in base ai meriti attraverso esami imperiali estremamente rigorosi.

La Cina ha avuto funzionari pubblici, provenienti dalla piccola e istruita nobiltà feudale, fin dal periodo delle primavere e degli autunni. Per gl'incarichi relativi ai vari campi dell'amministrazione s'era andato formando in ogni Stato un organico preposto a compiti amministrativi specifici. I direttori di settore venivano scelti fra gli shì (), in origine i cadetti delle famiglie nobili. Essi divennero i burocrati dei vari stati man mano che quest'ultimi si tramutavano da principati in regni sempre più accentrati. Dal VII secolo a.C. i nuovi territori conquistati non vennero più dati in feudo, ma affidati a rappresentanti del re, che quindi erano a capo d'unità amministrative territoriali. Alla gerarchia feudale gradualmente s'affianca e si sostituisce la gerarchia burocratica. Nel periodo degli Stati Combattenti il re era coadiuvato da un Consiglio dei Sei Anziani, mentre i Sei Ministri, che erano a capo di diversi settori dell'amministrazione statale, amministravano il regno. I Sei Ministri, che ricompariranno sotto la dinastia Tang, emanavano le direttive ai funzionari locali e ne ricevevano le relazioni.

Al principio dell'impero i funzionari venivano arruolati in base al metodo della segnalazione. Il primo imperatore della dinastia Han Gao Zu chiese ai burocrati locali di segnalare al governo centrale chi poteva essere capace di ricoprire le alte cariche pubbliche. In seguito questo sistema venne ufficializzato: i funzionari d'alto grado segnalavano i loro parenti affinché questi rivestissero le cariche di funzionari locali; questi proponenti erano poi responsabili dell'operato dei loro candidati. Nondimeno prima di diventare funzionario si dovevano passare gli esami imperiali, predisposti dal Ministero dei Riti. Tuttavia la maggioranza delle posizioni di rango elevato erano occupate da parenti del sovrano e dall'aristocrazia cinese. Non fu prima della dinastia Tang che il mandarinato assunse la sua forma definitiva mediante la sostituzione del sistema dei nove ranghi, diffuso dal periodo dei Tre Regni fino a quello delle dinastie del Nord e del Sud. I mandarini furono i fondatori e il nucleo dei proprietari terrieri cinesi. Vennero sostituiti da una moderna amministrazione pubblica dopo la caduta della dinastia Qing.

Il guardaroba di un mandarino durante la dinastia Qing comprendeva il copricapo da funzionario manciù (un berretto di velluto nero in inverno o in tessuto di malacca in estate, con una decorazione a forma di pinnacolo sulla cima) e una "placca da mandarino" (un distintivo di forma quadrata cucito sulla veste). L'ufficio e la residenza di un mandarino erano chiamati yamen.

Note modifica

  1. ^ L'ordine nuovo, I, n. 173, 1921

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàGND (DE4302684-9