Marc-Théodore Bourrit

scrittore svizzero

Marc-Théodore Bourrit (Ginevra, 6 agosto 1739Lancy, 7 ottobre 1819) è stato uno scrittore e alpinista svizzero.

Ritratto di Marc-Théodore Bourrit, di Jean-Pierre Saint-Ours (1798)

Biografia modifica

Marc-Théodore Bourrit nacque in una famiglia di origine francese che si rifugiò, per motivi religiosi, nella città di Ginevra; qui il padre svolse l'attività di orologiaio. A Ginevra Bourrit ricevette una buona istruzione di base e divenne un buon artista e incisore. Nel 1768 era cantore presso la cattedrale protestante di Saint-Pierre a Ginevra.[1][2]

Fin dalla giovinezza Bourrit concepì una grande passione per i paesaggi montani e dal 1761 scoprì l’affascinante mondo delle Alpi, vedendole dalle creste dei Voiron; fu la sua sensibilità estetica di pittore a indirizzarlo verso queste mete.

Nel 1775 effettuò la prima salita del Monte Buet (3096 m) per l'ormai consueta via della Pierre à Bérard; il suo passaggio è testimoniato dalla grande roccia piatta conosciuta come Table au Chantre.

Tra il 1784 e il 1785 fu il primo viaggiatore a tentare la scalata del Monte Bianco (non conquistato fino al 1786), ma né allora né successivamente (1788) riuscì a raggiungerne la vetta. Riaprì invece nel 1787 il percorso del Colle del Gigante (3371 m) e percorse anche le montagne del Vallese e dell'Oberland Bernese.[1]

Ricevette una pensione da Luigi XVI e fu nominato storiografo delle Alpi dall'imperatore Giuseppe II, che lo incontrò a Ginevra. La sua ultima visita a Chamonix risale al 1812.[1]

Gli scritti di Bourrit furono composti in uno stile ingenuo, sentimentale e piuttosto pomposo, ma restituiscono un appassionato amore per le Alpi, come meraviglie della natura e non come oggetti di studio scientifico.

Opere modifica

 
Description des Alpes Pennines et Rhetiennes, 1781

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) William Coolidge, Bourrit, Marc Théodore, in Hugh Chisholm (a cura di), Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
  2. ^ (EN) Fergus Fleming, The Conquest of the Alps, 2002, p. 60: "... ode that eulogised Balmat as the Columbus of the Alps, misspelled Paccard's name, disparaged Saussure as a mere amateur and included several laudatory references to one Marc-Théodore Bourrit. Nobody took much notice. Poor Bourrit."

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