Marco Ulpio Traiano (padre)

senatore romano

Marco Ulpio Traiano padre (latino: Marcus Ulpius Traianus pater; Italica, 30 circa – 100 circa) è stato un senatore e militare romano, padre dell'imperatore romano Traiano.

Marco Ulpio Traiano
Console dell'Alto Impero romano
Busto di Marco Ulpio Traiano il Vecchio al Museo nazionale di Serbia
Nome originaleMarcus Ulpius Traianus
Nascita30 circa
Italica
Morte100 circa
ConiugeMarcia
FigliUlpia Marciana
Traiano (imperatore romano)
GensUlpia
Legatus legionisX Fretensis (67-69),[1][2]
XII Fulminata (70)?
Consolatocome suffectus (seconda metà del 70 o 72[3])
ProconsolatoAsia (79)[1]
Procurator AugustiCappadocia (70/72)?
Legatus Augusti pro praetoreSiria (73-78)[1]
Sacerdoziosodalis Flavialis[4]

Biografia modifica

Origini familiari modifica

Traiano era un membro della Gens Ulpia, proveniva dalla Hispania ma aveva origini romane. Sua madre non è nota, tuttavia è risaputo che i suoi antenati paterni migrarono dall'Italia verso Italica, centro abitato situato nella provincia romana della Spagna Betica (vicino all'attuale, Siviglia, in Spagna). La sorella di Traiano era Ulpia Traiana, che sarebbe poi diventata la madre del pretore Publio Aelio Adriano Afer (padre dell'imperatore Adriano).

Traiano sposò una donna romana chiamata Marcia dalla quale ebbe due figli: una femmina chiamata Ulpia Marciana e un maschio, il futuro imperatore romano Traiano. Traiano fu nonno materno di Salonina Matidia, zio materno del pretore Publius Aelius Hadrianus Afer e zio paterno dell'imperatore che succedette a suo figlio Adriano.

Carriera politica modifica

Traiano fu il primo membro della sua famiglia ad entrare nel senato. Fu Quindecemvir sacris faciundis.[1] Prima del 67, egli comandò una legione sotto il generale romano Gneo Domizio Corbulone. Sotto Vespasiano (che era governatore romano della Giudea), Traiano fu legatus legionis della legio X Fretensis durante la prima guerra giudaica tra il 67 e il 70,[1][5] dove si rese protagonista nel corso dell'assedio di Iafa.[2] In questo periodo, entrò nelle grazie del futuro imperatore. Nel 70, dato i suoi successi, Vespasiano assegnò a Traiano il governatorato di una provincia romana, a noi sconosciuta (forse la Cappadocia, portando con sé la XII Fulminata), e un consolato suffectus (nel 70 oppure nel 72).[3][6]

Durante gli anni successivi, si adoperò come governatore romano della Spagna Betica,[1] della Siria (73-78)[1][7] sotto il cui comando disponeva di ben quattro legioni (III Gallica, IV Scythica, VI Ferrata e XVI Flavia[8]), e quindi proconsole d'Asia (79),[1] mentre tra il 79 e l'80 governò una provincia sconosciuta dell'Africa romana. Durante il suo periodo in Siria, Traiano riuscì a impedire un'invasione dei Parti.

Morte e lascito modifica

Traiano visse i suoi ultimi anni nell'onore e nella gloria, e probabilmente riuscì a vedere suo figlio diventare imperatore. Nel 113, Traiano fu divinizzato da suo figlio con il titolo di divus Traianus pater.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h AE 1999, 1576.
  2. ^ a b Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, III, 7.31-32.
  3. ^ a b CIL XIV, 245.
  4. ^ Bennett 1997, p. 20.
  5. ^ AE 1988, 1052.
  6. ^ Riguardo al consolato del 70 o del 72 cfr. Paul M. M. Leunissen (Direct promotions from proconsul to consul under the Principate, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 89, 1991, pp.217-260): dove a p. 236 sostiene che "la data quasi universalmente accettata del consolato di Traiano padre era forse il 70"; a p. 236: "Thomasson ricorda una data di poco successiva per il consolato (71 o 72) che è stata proposta da alcuni studiosi". Mireille Corbier (L'aerarium saturni et l'aerarium militare. Administration et prosopographie sénatoriale, École française de Rome, Roma, 1974), a p. 80 sostiene che "M. Ulpio Traiano fu console suffectus nel 70 (riferendosi a G. Alfoldy, Fasti Hispanienses). Recentemente Leonardo Gregoratti (Vespasiano, Marco Ulpio Traiano padre e la costituzione del limes Orientale, in KASKAL, vol. 3, 2006) scrive riguardo al consolato di Traiano (p. 265): «La discussione degli studiosi si è focalizzata attorno agli anni 70 e 72 d.C. In mancanza di informazioni più precise la questione è destinata a rimanere aperta, malgrado alcune fondate considerazioni sul lasso di tempo che separerebbe il conseguimento del consolato dalla più tarda nomina a proconsole d'Asia, culmine della carriera senatoria, rendano preferibile l'adozione della cronologia più antica». L'iscrizione dei Fasti Ostienses è molto frammentata e quindi può essere una delle possibili letture. «Sulla base di una nuova lettura di un frammento XI dei Fasti Ostienses, il Morris propone la data 70 d.C.» Altri studiosi come Syme (1953-58), Durry (1965), Alföldy (1969-98), Zevi (1973), Modugno Panciera e Nichols (1973), Devreker (1976), Isaac e Roll (1976), Gallivan (1981), Van Berchem (1983), Camodeca (1991) concordano sul 70. Altri invece preferiscono la data del 72 come: Vidman (1975-82) (sulla base di due nuovi frammenti attribuiti alla medesima iscrizione), Degrassi (1952), Bengston (1979), Caballos Rufino (1990).
  7. ^ AE 1933, 205; AE 1974, 653; AE 1933, 205.
  8. ^ AE 1983, 927.

Bibliografia modifica

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • Julian Bennet. Trajan, Optimus Princeps, Bloomington, 2001. ISBN 0-253-21435-1.
  • Diana Bowder, Dizionario dei personaggi dell'antica Roma, Roma 1990.

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN738159234463203371831