Maria Stuarda (opera)

opera di Gaetano Donizetti

Maria Stuarda è un'opera lirica di Gaetano Donizetti su libretto di Giuseppe Bardari rappresentata in prima assoluta alla Scala il 30 dicembre 1835 diretta da Eugenio Cavallini.

Maria Stuarda
Disegno per copertina di libretto, disegno per Maria Stuarda (s.d.).
Lingua originaleitaliano
Generetragedia lirica
MusicaGaetano Donizetti
LibrettoGiuseppe Bardari
(libretto online)
Fonti letterarieMaria Stuart di Friedrich Schiller
Attidue
Epoca di composizione1834
Prima rappr.30 dicembre 1835
TeatroTeatro alla Scala, Milano
Personaggi
  • Maria Stuarda, regina di Scozia, prigioniera in Inghilterra (soprano)
  • Elisabetta, regina d'Inghilterra (soprano)
  • Anna Kennedy, nutrice di Maria (mezzosoprano)
  • Roberto, conte di Leicester (tenore)
  • Giorgio Talbot (basso)
  • Lord Guglielmo Cecil, gran tesoriere (basso)
  • Un araldo (tenore)
  • Cavalieri, dame d'onore, familiari di Maria, guardie reali, paggi, cortigiani, cacciatori, soldati di Forteringa, sceriffo ed ufficiali di Giustizia (coro)

Sfortune dell'opera modifica

L'opera ebbe un'infelice genesi: uno fu il ritardo dell'opera, prevista per il 6 luglio, ma fu ritardata a causa del giovane e inesperto librettista (Bardari all'epoca era diciassettenne, studente di legge) il cui libretto dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, Giuseppina Ronzi de Begnis e Anna del Serre (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: «Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due», ponendo fine alle liti tra le due.
L'opera tuttavia incontrò l'opposizione della censura che, vuoi per il soggetto del regicidio, sempre sgradito ai Borboni, vuoi per la lontanissima parentela tra gli Stuart e la regina Maria Carolina, venne riadattata su un libretto di Pietro Salatino e ribattezzata Buondelmonte, ispirato all'episodio di Mosca dei Lamberti citato nel Canto XXVIII dell'Inferno.
Maria Stuarda vide finalmente il debutto solo dopo, con Maria Malibran nel ruolo del titolo, principale promotrice della ripresa scaligera. Sebbene la censura le imponesse di non cantare gli insulti più pesanti con cui Maria oltraggia Elisabetta (Di Bolena oscura figlia in luogo di Figlia impura di Bolena), la Malibran la cantò comunque. L'opera venne ritirata dopo sole sei recite, sia per il soggetto scabroso, sia per la non eccelsa forma vocale della Malibran.
Nonostante qualche ripresa nei successivi cinque anni, l'opera ebbe scarsa circolazione in seguito, e fu ripresa con una certa regolarità a partire dalla "Donizetti Renaissance" nella seconda metà del XX Secolo, seppure nella forma ampiamente rimaneggiata da Nicola De Giosa nel 1865, e solamente negli anni '90 del secolo scorso iniziò a circolare l'edizione critica dell'opera.

Nel ruolo di Maria si distinsero soprattutto Beverly Sills, Montserrat Caballé, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Edita Gruberová, Mariella Devia, Denia Mazzola Gavazzeni. Come Elisabetta si sono distinte Shirley Verrett, Anna Caterina Antonacci e Sonia Ganassi. I soprani italiani Carmela Remigio, Maria Pia Piscitelli e il mezzosoprano americano Joyce DiDonato sono le uniche cantanti viventi ad aver affrontato entrambi i ruoli.

Cast della prima assoluta modifica

Ruolo Registro vocale Interprete
Maria Stuarda soprano Maria Malibran
Elisabetta soprano Giacinta Puzzi Tosi
Anna Kennedy mezzosoprano Teresa Moja
Roberto Leicester tenore Domenico Reina
Guglielmo Cecil baritono Pietro Novelli
Giorgio Talbot basso Ignazio Marini

Così come è successo nella Norma belliniana, così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all'inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un mezzosoprano. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall'autore.

Trama dell'opera modifica

Primo atto modifica

Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia (Sì vuol di Francia il Rege), per poter rafforzare il regno. È allegra, Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot chiede alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta in un castello in mezzo al bosco, accusata di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester.
Lo stesso Leicester incontra Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è appena andato a fare visita (Questa imago, questo foglio). La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio e lo legge. Maria chiede, tramite Leicester, un colloquio alla Regina, nella sua prigione di Forteringa: Elisabetta, stupita, insinua che Leicester provi del tenero per la rivale. Alla fine la Regina, al colmo della gelosia, acconsente ad andare a Forteringa (Era d'amor l'immagine - Sul crin la rivale).

Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti vissuti da bambina, in Francia, con la nutrice Anna (Oh nube, che lieve). La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina (Da tutti abbandonata).
Elisabetta arriva a Forteringa col suo seguito: l'imminente incontro delle due Regine provoca una tensione palpabile. Maria finalmente arriva, scortata da Talbot: (È sempre la stessa), e implora la pietà della cugina (Morta al mondo e morta al trono). Elisabetta tuttavia rimprovera a una prostrata Maria i suoi crimini: l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nella morte del secondo marito Enrico Stuart, nonché le numerose congiure che le vengono attribuite. Maria, all'inizio supplichevole, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli (Figlia impura di Bolena). Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure.

Secondo atto modifica

Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda, come le consiglia continuamente Cecil. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito (D'una sorella, o barbara)
Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, Maria confessa tutti quanti i suoi peccati (l'infedeltà coniugale e la sua implicazione nel complotto Babington). Talbot la perdona e le assolve i peccati (Quando di luce rosea).
Maria sta per essere decapitata: i familiari ed Anna l'attendono per vederla l'ultima volta (Vedeste? - Vedemmo). Maria appare, e chiede a tutti di pregare per la sua anima (Deh, tu di un'umile preghiera). Il primo colpo di cannone introduce Cecil, che chiede a Maria l'ultimo desiderio: la regina chiede solo di avere Anna accanto a sé sul patibolo. Leicester, furente, entra, maledicendo l'ingiusta morte dell'amata: Maria lo supplica di perdonare, come lei ha perdonato i suoi assassini, e si avvia al patibolo (Ah, se un giorno da queste ritorte).

Struttura musicale modifica

  • Preludio

Atto I modifica

  • 1 Introduzione Qui si attenda - Sì, vuol di Francia il rege - Ah, quando all'ara scorgemi (Coro, Elisabetta, Talbot, Cecil)
  • 2 Recitativo e Duetto Questa imago, questo foglio - Ah, rimiro il bel sembiante (Talbot, Leicester)
  • 3 Scena e Duetto Sei tu confuso? - Quali sensi! - Era d'amor l'immagine (Elisabetta, Leicester)
  • 4 Scena e Cavatina Allenta il piè, Regina! - Oh, nube, che lieve (Maria, Anna, Coro)
  • 5 Duetto Da tutti abbandonata (Maria, Leicester)
  • 6 Finale e Dialogo delle due regine Qual loco è questo? - È sempre la stessa - Morta al mondo, morta al trono (Elisabetta, Leicester, Cecil, Talbot, Maria, Anna, Coro)

Atto II modifica

  • 7 Scena e Terzetto E pensi? E tardi? - Quella vita a me funesta - Vanne, indegno (Cecil, Elisabetta, Leicester)
  • 8 Scena e Duetto La perfida insultarmi volea - Quando di luce rosea (Maria, Talbot, Cecil)
  • 9 Gran scena finale Vedeste? - Deh, tu di un'umile preghiera - D'un cor che more - Ah, se un giorno da queste ritorte (Coro, Anna, Maria, Cecil, Talbot, Leicester)

Brani famosi modifica

  • Quando all'ara scorgemi cavatina di Elisabetta
  • Era d'amor l'immagine duetto tra Roberto ed Elisabetta
  • O nube, che lieve...nella pace del mesto riposo cavatina di Maria
  • Morta al mondo...figlia impura di Bolena scena "del confronto" tra Elisabetta e Maria
  • Quando di luce rosea duetto "della confessione" tra Talbot e Maria
  • Ah se un giorno da queste ritorte cabaletta finale di Maria

Registrazioni discografiche modifica

Anno Cast (Maria, Elisabetta, Leicester) Direttore Etichetta
1967 Leyla Gencer, Shirley Verrett, Franco Tagliavini Francesco Molinari Pradelli Memories
1971 Beverly Sills, Eileen Farrell, Stuart Burrows Aldo Ceccato Westminster Record
1971 Montserrat Caballé, Shirley Verrett, Ottavio Garaventa Carlo Felice Cillario Opera d'Oro
1975 Joan Sutherland, Huguette Tourangeau, Luciano Pavarotti Richard Bonynge Decca
1982 Janet Baker, Rosalind Plowright, David Rendall Charles Mackerras Chandos
1989 Edita Gruberová, Agnes Baltsa, Francisco Araiza Giuseppe Patané Philips

Registrazioni DVD modifica

Anno Cast (Maria, Elisabetta, Leicester, Talbot) Direttore Etichetta
2001, Bergamo Carmela Remigio, Sonia Ganassi, Joseph Calleja, Riccardo Zanellato Fabrizio Maria Carminati Dynamic
2007, Macerata Maria Pia Piscitelli, Laura Polverelli, Roberto De Biasio, Simone Alberghini Riccardo Frizza Naxos Records
2008, Milano Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci, Francesco Meli, Simone Alberghini Antonino Fogliani Arthaus Musik
2009, Venezia Fiorenza Cedolins, Sonia Ganassi, José Bros, Mirco Palazzi Fabrizio Maria Carminati Unitel Classica/C Major
2013, New York Joyce DiDonato, Elza van den Heever, Matthew Polenzani, Matthew Rose Maurizio Benini Erato

Bibliografia modifica

  • William Ashbrook, Donizetti. Le opere, prima edizione in lingua inglese: Donizetti and his Operas, Cambridge University Press, 1982, trad. it. di Luigi Della Croce, EDT, Torino 1987, pp. 130–136, 311-312 - ISBN 88-7063-047-1

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Programma di sala, con libretto e note, per l'allestimento 2009 al Teatro La Fenice di Venezia
Controllo di autoritàVIAF (EN184004731 · LCCN (ENn80057039 · GND (DE300045840 · BNF (FRcb139115913 (data) · J9U (ENHE987007597326705171
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