Marianna De Crescenzo

patriota italiana

Marianna De Crescenzo (Napoli, 13 aprile 1817Napoli, 19 maggio 1869) è stata una patriota italiana.

Marianna de Crescenzo fotografata nel suo famoso abbigliamento con scialle sulle spalle, un revolver e un pugnale infilato nella cintura.

Biografia modifica

Marianna De Crescenzo era del quartiere Montecalvario, proveniente da una famiglia originaria di San Giovanni a Teduccio e per questo soprannominata la Sangiovannara[1], i suoi dati anagrafici sono scarsamente noti e di lei non si hanno più tracce dopo lo svolgersi delle vicende garibaldine nel napoletano.

Figlia di un fruttivendolo[2], e vedova di un soldato borbonico, gestiva una taverna nel quartiere Pignasecca, che affiderà al suo nuovo marito quando lei prenderà la guida armata dei patrioti del quartiere nei giorni precedenti l'arrivo di Garibaldi a Napoli nel 1860[3]. Le cronache la descrivono in prima fila tra il popolo festante ad accogliere l'ingresso di Garibaldi nella città indossando come suo solito uno scialle avvolto sulle spalle e un pugnale alla cintura.[4]

Con un decreto del 26 ottobre 1860, a firma del pro-dittatore Giorgio Pallavicino, le fu stabilita l'erogazione di una pensione di 12 ducati al mese, assieme ad altre quattro patriote napoletane[5], con la seguente motivazione[6]:

«Considerando che in tempi di tenebrosa tirannide Marianna la Sangiovannara, Antonietta Pace, Carmela Furitano, Costanza Leipnecher e Pasquarella Proto sono state esempio imitabile di coraggio civile e di costanza nel propugnare la causa della libertà.»

La Sangiovannara era cugina del famoso Salvatore De Crescenzo capo di quella "camorra liberale" che ricevette da Liborio Romano, ministro degli Interni borbonico, l'incarico di mantenere l'ordine pubblico in città dopo il suo abbandono da parte di Francesco II riparato nel forte di Gaeta[8].

Il 21 ottobre 1860 si svolse il plebiscito per l'annessione al regno di Sardegna, la mattina la Sangiovannara si pose alla testa di un corteo di persone festeggianti l'evento, portanti tricolori che accompagnavano gli ex esuli Silvio Spaventa e Filippo Cappelli al seggio elettorale del rione Montecalvario, il diritto al voto plebiscitario era riservato unicamente a tutti gli uomini escludendo le donne, tuttavia alla Sangiovannara venne concesso dal presidente della commissione elettorale il privilegio di poter votare per benemerenze patriottiche e quindi deporre la scheda del "Sì" nell'urna tra le acclamazioni della folla e musiche patriottiche[8].

Note modifica

  1. ^ Antonio Fiore, Camorra e polizia nella Napoli borbonica (1840-1860) (PDF), Napoli, FedOAPress, 2019, p. 241.
  2. ^ La prima sconfitta della camorra, un duello
  3. ^ Storia delle sorelle d’Italia (senza onori e cittadinanza), su www.corriere.it. URL consultato il 16 luglio 2023.
  4. ^ IL SENATO DELLE DONNE: COMBATTENTI, su primosenatoitalia.it. URL consultato il 17 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
  5. ^ pag 126 Gigi Di Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento
  6. ^ Giacinto de' Sivo, Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861, vol. V, libro XXVIII p. 261, Berisio, Napoli 1964
  7. ^ Atti del governo estratti dal giornale officiale di Napoli, Edizioni 1-27, Napoli, 1860, pp. 178-179.
  8. ^ a b I plebisciti e le elezioni in "L'Unificazione", su www.treccani.it. URL consultato il 16 luglio 2023.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica