Marzia Provaglio

nobile italiana

Marzia Maria Cipriana Provaglio Martinengo (Brescia, 23 ottobre 1781Brescia, 17 dicembre 1859) è stata una nobile italiana.

Stemma Provaglio

Biografia modifica

Marzia Provaglio nasce 21 ottobre 1781 nella parrocchia di Sant'Afra a Brescia, figlia della contessa Cecilia Fenaroli e del conte Pietro Provaglio e sorella di Camilla, unita in matrimonio con Gian Estore Martinengo Colleoni, Ippolita, Clara Maria, Cesare Scipione e Scipione Alfonso Cipriano. Il 21 settembre del 1797 all'età di sedici anni, si sposa con il cugino Luigi di Carlo II Martinengo Cesaresco, dall'unione nascono due figlie ed un figlio: Clara, sposerà il conte Teodoro Lechi a cui passerà in dote il famoso quadro del Moretto: Ritratto di Fortunato Martinengo Cesaresco, appartenuto alla sua famiglia, Margherita futura moglie di Alessandro Gigola e Carlo III che sposerà la contessa Ippolita Balucanti.

Il cenacolo di Marzia modifica

A Brescia la contessa Marzia ospitava presso il suo palazzo un circolo o salotto di cultura, chiamato anche come il cenacolo di Marzia, uno dei più frequentati di Brescia ed al quale affluivano i maggiori esponenti della cultura italiana tra cui: Camillo Ugoni, Ferdinando Arrivabene, Cesare Arici, benché il più importante fosse sicuramente Ugo Foscolo.[1] Il poeta nel 1807 fu gradito ospite di amici e soggiornò a Brescia, grazie ad essi venne poi a contatto con Marzia.[2]

«ispirato dagli ardenti occhi di Marzia Martinengo Cesaresco Provaglio diede alle stampe, editore Nicolò Bettoni, il Carme dei Sepolcri»

Relazione con Foscolo modifica

Pare che il famoso poeta nei suoi trascorsi a Brescia si sia innamorato della bella Marzia, a testimoniarlo vi sono le numerose lettere che il poeta continuò ad inviare alla bella Marzia, se ne contano ad oggi 104 inviate da Foscolo e solo una inviata da Marzia.[3]

Note modifica

  1. ^ A. Locatelli, Monticelli d'Oglio una storia sul fiume, 1989, p. 292.
  2. ^ Pietro Gibellini, Il Foscolo e la cultura italiana del primo Ottocento, Brescia, Grafo, 1979, p. 131.
  3. ^ El murùs de la me padrùna… | www.bresciacity.it, su www.bresciacity.it. URL consultato il 12 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN73198838 · ISNI (EN0000 0000 3439 6016 · CERL cnp01936046 · LCCN (ENn2001037545 · GND (DE188351868 · WorldCat Identities (ENlccn-n2001037545
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