Masahiro Mori (森 政弘; Prefettura di Mie, 12 febbraio 1927) è un ingegnere giapponese, studioso di robotica, noto per i suoi lavori pionieristici sulla reazione emotiva dell'uomo verso le entità non umane, e per le sue idee su religione e i robot.

Biografia modifica

Nel 1970 Mori ha pubblicato 不気味の谷, Uncanny valley ("valle misteriosa"); nell'articolo si ipotizza che, come i robot divengono più simili all'uomo, essi appaiono più familiari sino ad un punto nel quale le piccole imperfezioni ce li fanno sembrare strani ed inquietanti. Ciò portò Mori a credere che i fabbricanti di robot non dovrebbero cercare di creare automi troppo realistici nell'aspetto e nel movimento.

Nel 1974 Mori ha pubblicato Buddha nei robot: pensieri di un ingegnere robotico su scienza e religione in cui discute le implicazioni metafisiche della robotica. Nel libro scrive "Io credo che i robot hanno entro sé la natura di Buddha cioè il potenziale per arrivare alla buddhità".[1]

Nel 1988 ha fondato la prima competizione nazionale giapponese di costruzione di robot e ha promosso le competizioni negli anni successivi. Attualmente Mori è presidente dell'Istituto di ricerca Mukta che egli ha fondato a Tokyo per promuovere le sue teorie su religione e robot. L'istituto fornisce anche consulenza sull'uso dell'automazione e della robotica nell'industria.[2]

Note modifica

  1. ^ The Buddha in the Robot, su web.archive.org, 22 dicembre 2003. URL consultato il 16 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2012).
  2. ^ Robot Perspectives, su www.karakuri.info. URL consultato il 16 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2012).

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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