Massa relativistica

concetto introdotto da Albert Einstein nelle prime formulazioni della teoria della relatività ristretta per indicare il prodotto fra la massa a riposo e il fattore gamma

La massa relativistica è definita come prodotto fra la massa a riposo di un corpo e il fattore di Lorentz:

.

Tale relazione fu introdotta da Hendrik Lorentz nel 1904,[1] nel contesto della sua teoria dell'elettrone risalente al 1892. Lorentz rappresentò l'elettrone come una sfera carica, che subiva una contrazione delle lunghezze nella direzione del moto (contrazione di Lorentz). Produsse due equazioni, per la massa “longitudinale” e “trasversale” dell'elettrone, dipendenti dalla velocità mediante il fattore

oggi noto come fattore di Lorentz. La massa trasversale era equivalente a mentre la massa longitudinale corrispondeva a .[2]

La relazione è prevista anche dalla teoria della relatività ristretta, pur se non fu mai ricavata da Einstein in tale forma. In particolare, il suo articolo di del 1905 sull'equivalenza tra massa ed energia [3] fa riferimento solo alla massa a riposo di un corpo in quiete,[4] che emette radiazione in due direzioni opposte (per la conservazione della quantità di moto), diminuendo quindi la propria massa.

«All’inizio Einstein abbracciò l’idea [di Lorentz] di una massa dipendente dalla velocità, ma cambiò idea nel 1906 e da allora in poi evitò accuratamente quella nozione. Evitò, e rifiutò esplicitamente, quella che in seguito divenne nota come “massa relativistica”. Tuttavia molti libri di testo e articoli gli attribuiscono la relazione , dove è l'energia totale, la massa relativistica e è la velocità della luce nel vuoto. Einstein non ha mai derivato questa relazione, almeno non con quella interpretazione del significato dei suoi termini. Egli ha costantemente messo in relazione l'“energia a riposo” di un sistema con la sua massa inerziale invariante.»

Il chimico Gilbert Lewis fu probabilmente il primo, nel 1908, ad esprimere una generica massa in moto a velocità v come , cosa che né Lorentz né Einstein avevano fatto fino a quel momento. Lavorando sia assieme a, sia indipendentemente da Richard Chace Tolman, Lewis si proponeva di ricavare la dipendenza della massa m dalla velocità v per via eslusivamente dinamica.[2] Il suo approccio si diffuse tra i fisici negli anni successivi. Ad esempio, Tolman scrisse nel 1912 che «l'espressione è la più adatta per la massa di un corpo in movimento.»[5] Il termine massa relativistica fu coniato solo più tardi, probabilmente da Max Born nel suo libro Die Relativitätstheorie Einsteins del 1920 (traduzione italiana dell'edizione inglese Einstein's Theory of Relativity del 1922: La sintesi einsteniana, Bollati Boringhieri, 1969).[4]

Nel linguaggio relativistico odierno è una definizione non più usata, in quanto potenziale espressione dell'errore concettuale secondo cui la massa possa variare con la velocità. Per questa ragione oggi si indica con m la massa invariante a ogni velocità v < c, che coincide numericamente con la massa a riposo .

Massa relativistica e massa a riposo modifica

La massa relativistica   si relaziona alla massa a riposo   (cioè la massa dell'oggetto nel sistema di riferimento in cui è in quiete) tramite il fattore di Lorentz  :

 

con   detto parametro di velocità, che vale  .

Per ottenere dall'equazione dell'energia relativistica, applicabile a oggetti in quiete o in moto,

 

l'equazione che esprime solamente l'energia a riposo  , si pone   nella prima equazione, ottenendo  . A riposo, cioè a velocità nulla, la massa relativistica coincide con la massa a riposo e l'equazione   può essere riscritta per l'energia a riposo come  .

Massa relativistica  
Massa a riposo  
Energia totale  
Energia a riposo  

Massa invariante modifica

La massa relativistica non è più usata nel linguaggio relativistico odierno, in quanto potenziale espressione dell'errore concettuale per cui la massa, piuttosto che l'inerzia,[6] vari con la velocità. Lo stesso Einstein, in una lettera del 19 giugno 1948 all'editore Lincoln Burnett (autore di un'introduzione divulgativa alla relatività dal titolo The Universe and Doctor Einstein), scrisse: «Non è bene introdurre il concetto di massa   di un corpo in movimento, perché di essa non può essere data una definizione chiara. È meglio non parlare di altri concetti di massa che non siano quello della massa a riposo m. Piuttosto che introdurre M, è meglio menzionare l'espressione della quantità di moto e dell'energia di un corpo in movimento».[7]

Per questa ragione oggi si indica con m la massa invariante a ogni velocità v < c (che coincide numericamente con la massa a riposo  ) in un dato sistema di riferimento inerziale S. Conseguentemente si scrive   per un oggetto in moto o   se in quiete rispetto a un dato sistema di riferimento S.[8][9]

Essendo relativisticamente invariante, tale massa m conserva il proprio valore non solo nel sistema di riferimento inerziale S, ma anche in qualsiasi altro sistema di riferimento inerziale S' in moto a velocità costante v' rispetto a S. L'uso della massa invariante m permette di definire in modo del tutto coerente sia l'impulso relativistico sia l'energia relativistica, descritti nelle Sezioni seguenti.

Massa invariante  
Energia totale  
Energia a riposo  

Notiamo che la massa invariante è direttamente collegata al modulo quadro del quadrimpulso totale del sistema tramite la relazione:

 

Tale grandezza è utile nello studio di sistemi in cui si conserva il quadrimpulso totale e di conseguenza la massa invariante, ad esempio nei decadimenti di particelle.

Impulso relativistico modifica

Il quadrimpulso è definito come

 .

dove il grassetto indica i quadrivettori e   il fattore di Lorentz

 

Usando la metrica con segnatura (-,+,+,+) si ottiene:

 

oppure, introducendo il tempo proprio  , siccome   si ha che

 .

Energia relativistica totale modifica

L'energia relativistica totale è definita come[8][9]

 

dove:

L'energia totale è anche data dalla somma dell'energia a riposo   e dell'energia cinetica relativistica, da cui si ricava che quest'ultima è

 

Per piccole velocità ( ) è approssimabile all'espressione classica dell'energia cinetica,

 .

Si può mostrare che le due forme concordano sviluppando   in serie di Taylor:

 .

Inserendolo nell'equazione originaria, si ottiene un'approssimazione all'espressione classica dell'energia cinetica:

 .

L'energia totale relativistica comprende anche l'energia a riposo del corpo (che dipende solo dalla massa a riposo), che non compare invece nella definizione classica dell'energia. L'espressione dell'energia cinetica relativistica è invece equivalente a quella classica per basse velocità v rispetto a c. Questo mostra come la relatività sia una teoria più generale rispetto alla meccanica classica, che rientra nella meccanica relativistica come caso particolare.

Note modifica

  1. ^ H. A. Lorentz, Electromagnetic phenomena in a system moving with any velocity less than that of light, in Proceedings of the Academy of Sciences Amsterdam, vol. 6, 1904, pp. 809-831.
  2. ^ a b E. Hecht, Einstein never approuved of relativistic mass, in The Physics Teacher, vol. 47, 2009, pp. 336-341.
  3. ^ A. Einstein, Ist die Trägheit eines Körpers von seinem Energieinhalt abhängig? [L'inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di energia?], in Annalen der Physik, vol. 18, 1905, pp. 639-641. Traduzione italiana in A. Einstein, Opere scelte, a cura di E. Bellone, Torino, Bollati Boringhieri, 1988, pp. 178-180.
  4. ^ a b c E. Hecht, Einstein on mass and energy, in American Journal of Physics, vol. 77, n. 9, 2009, pp. 799-806, DOI:10.1119/1.3160671.
  5. ^ R. C. Tolman, Non-Newtonian mechanics, the mass of a moving body, in Philosophical Magazine, vol. 23, n. 135, 1912, pp. 375-380.
  6. ^ Per inerzia s'intende la resistenza di un corpo a mutare la propria accelerazione a per effetto di una forza esterna F. Con l'introduzione del concetto di massa invariante, la massa m non dipende più dalla velocità del corpo, come accadeva per la massa relativistica. Invece l'inerzia, definita ora come  , risulta essere una funzione della velocità v tramite il fattore di Lorentz  .
  7. ^ Pasquale Tucci, Da Newton a Higgs, breve storia della massa, su asimmetrie.it, giugno 2009. URL consultato il 13 ottobre 2023.
  8. ^ a b (EN) Lev B. Okun, The concept of mass (PDF), in Physics Today, vol. 42, 1989, pp. 31-36.
  9. ^ a b Elio Fabri, Dialogo sulla massa relativistica (PDF), in La Fisica nella Scuola, vol. 14, n. 25, 1981.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Relatività: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di relatività