Matteo I Moncada
Matteo Moncada Sclafani, conte di Agosta (1325 ca. – 1378), è stato un nobile, politico e militare italiano del XIV secolo.
Matteo Moncada Sclafani | |
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Conte di Agosta | |
In carica | 1354-1378 |
Predecessore | Guglielmo Raimondo Moncada Alagona |
Successore | Guglielmo Raimondo Moncada Peralta |
Altri titoli | Barone di Curcuraci, di Fiumesalato, di Sortino, delle onze 500 annuali sul porto di Augusta e sul caricatore di Bruca, Signore di Altavilla e di Melilli |
Nascita | 1325 ca. |
Morte | 1378 |
Dinastia | Moncada di Sicilia |
Padre | Guglielmo Raimondo Moncada Alagona |
Madre | Margherita Sclafani d'Incisa |
Coniugi | Giovanna Peralta d'Aragona Allegranza Abbate d'Arbes |
Figli | Guglielmo Raimondo (I)
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Religione | Cattolicesimo |
Biografia modifica
Nacque da Guglielmo Raimondo, conte di Agosta e da Margherita Sclafani d'Incisa dei conti di Adernò, di cui era figlio primogenito. Nel 1343[1], sposò la nobildonna Giovanna Peralta d'Aragona, figlia di Raimondo conte di Caltabellotta, dalla quale ebbe tre figli.[1] L'unione durò fino alla morte della Peralta, avvenuta nel 1356[2], e poco dopo si risposò con Allegranza Abbate d'Arbes, figlia di Enrico signore di Favignana, dalla quale ebbe tre figli.[1]
Nominato siniscalco del Regno di Trinacria nel 1353, ricoprì tale carica fino al 1361, e nuovamente nel 1362-1363.[1] Nel 1354, ebbe concessa la Contea di Agosta[3], appartenuta al padre, al quale era stata tolta dai Chiaramonte da cui era stato catturato e avvelenato nel 1348, nel corso della violenta lotta tra le due fazioni della nobiltà siciliana, catalana e latina.[4] Successivamente, gli furono concesse anche le baronie di Fiumesalato (1363), Curcuraci (1370) e Sortino, e delle onze 500 annuali sul porto di Augusta e sul caricatore di Bruca.[5] Sempre nel 1354, il Moncada fu coinvolto nella lotta di successione per il possesso delle contee di Adernò e di Sclafani, apertasi dopo la morte del nonno materno Matteo Sclafani, che lo vedeva contrapposto ai cugini Matteo e Guglielmo Peralta, figli della zia Luisa Sclafani Calvellis.[6] La lite giudiziaria durò trentanove anni, e si concluse con l'assegnazione ai Moncada della Contea di Adernò e Centorbi, di cui verrà investito il figlio Antonio nel 1393.[7]
Nel 1359, il re Federico IV di Sicilia lo nominò vicario e capitano generale del Ducato di Atene, incarico che svolse fino al 1362.[8] Nel 1363, gli furono assegnati i medesimi incarichi per il Ducato di Neopatria, dove uno dei suoi luogotenenti, Pietro de Pou, scatenò la rivolta contro di lui a Tebe e fu cacciato.[8] Il Moncada fu reintegrato l'anno successivo e mantenne la carica fino al 1367.[8] La Corona d'Aragona gli assegnò le signorie di Argo e di Corinto, come premio per la difesa della sua sovranità sulle due province greche, contro gli attacchi nemici del 1364.[5][9]
Nel 1370, Re Federico IV assegnò al Conte di Agosta e ai suoi eredi, sotto servizio militare, i proventi annualmente dovuti per la sovvenzione regia nella terra di Augusta ed Altavilla e nel casale Melilli; nel 1374, la Regina Antonia gli concesse come vitalizio il Pantano Salso con fiume nel territorio di Lentini, confermato da Re Federico in perpetuo a lui e ai suoi eredi l'anno seguente.[10] Morì nel 1378.[11]
Matrimoni e discendenza modifica
Matteo Moncada Sclafani, II conte di Agosta, dal primo matrimonio con Giovanna Peralta d'Aragona, ebbe i seguenti figli:
- Guglielmo Raimondo, marchese di Malta e Gozo († 1398), che sposò in prime nozze Beatrice Alagona Palizzi, figlia di Giovanni, conte di Novara, da cui ebbe cinque figli, e in seconde nozze Stefania Carroz Lauria, figlia di Francesco, ammiraglio catalano, dalla quale ebbe due figli;
- Giovanna († 1393), che fu moglie di Giacomo di Prades, signore di Caccamo;
- Costanza († 1392), che fu moglie di Blasco III Alagona, conte di Mistretta.[1]
Dalla seconda unione con Allegranza Abbate d'Arbes, ebbe i seguenti figli:
- Antonio, II conte di Adernò († 1415), che dal matrimonio con Agata Chiaramonte Ventimiglia, figlia di Matteo, conte di Modica, non ebbe figli;
- Pietro, barone di Troina († 1410), che fu padre di Guglielmo Raimondo, stratigoto di Messina;
- Elvira, che fu moglie di Antonio Ventimiglia, conte di Collesano.[1]
Note modifica
- ^ a b c d e f A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390), in Mediterranea : ricerche storiche. Quaderni vol. 1, Associazione Mediterranea, 2006, p. 285.
- ^ Lengueglia, p. 178.
- ^ V. Castelli, principe di Torremuzza, Fasti di Sicilia, vol. 2, Pappalardo, 1820, p. 396.
- ^ Lengueglia, p. 150.
- ^ a b Spreti, p. 636.
- ^ Marrone, p. 286.
- ^ Marrone, p. 290.
- ^ a b c Enciclopedia català.
- ^ Lengueglia, pp. 159-161.
- ^ Marrone, p. 287.
- ^ Lengueglia, p. 180.
Bibliografia modifica
- G. A. della Lengueglia, Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia, vol. 1, Valenza, Sacco, 1657.
- F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754.
- V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.
Collegamenti esterni modifica
- (CA) Mateu de Montcada i Sclafani (XML), su enciclopedia.cat. URL consultato il 12-08-2018.