Lingua cinese media

lingua estinta
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Il cinese medio (中古漢語T, 中古汉语S, Zhōnggǔ HànyǔP), o anche cinese antico nell'accezione utilizzata dal linguista Bernhard Karlgren o "lingua cinese media" o "medio cinese", si riferisce alla lingua cinese parlata durante le Dinastie del Nord e del Sud e le dinastie Sui 隋朝, Tang 唐朝 e Song 宋朝 (VI-X secolo). Il termine "cinese medio", in contrapposizione al cinese antico e al cinese moderno, si usa di solito nel contesto della fonologia storica cinese, che cerca di ricostruire la pronuncia del cinese utilizzato in quei tempi. Siccome le dinastie Tang e Song corrispondono a quello che alcuni storici chiamano "Rinascimento cinese" (il termine è preso in prestito dalla storiografia europea), la lingua si può anche pensare come "cinese rinascimentale". La traduzione "cinese medioevale" o "cinese medievale" deriva dal nome in cinese, che contiene la sillaba 中 zhōng ("centro/mezzo") e dal fatto che è la varietà intermedia tra il un generico cinese antico e un altrettanto generico cinese moderno (in realtà, l'evoluzione del cinese si può suddividere in molti più periodi e varietà. In più, il nome rischia di fuorviare siccome il periodo Tang e Song sono considerati il Rinascimento cinese, quindi l'esatto opposto di un medioevo se pensato come epoca oscura. Il Medioevo cinese si può considerare il periodo a seguito della caduta della dinastia Han).

Cinese medio (primo cinese medio, tardo cinese medio)
中古漢語T, 中古汉语S
Parlato inImpero cinese
PeriodoDinastie del Nord e del Sud; Dinastia Sui; Dinastia Tang e Dinastia Song (Rinascimento Cinese)
Locutori
Classificaestinta
Altre informazioni
ScritturaScrittura dei sigilli, scrittura del bronzo, scrittura dei cancellieri, scrittura regolare, scrittura semi-corsiva, scrittura dell'erba, scrittura Phagspa, scrittura Hangul
Tassonomia
FilogenesiLingue sino-tibetane
 Lingue sinitiche
  Cinese
Codici di classificazione
ISO 639-3ltc (EN)
Linguist Listltc (EN)
Glottologmidd1344 (EN)

Il medio cinese si divide in un periodo iniziale, generalmente chiamato "primo cinese medio", e un periodo successivo, il "tardo cinese medio". Il punto di transizione fra il primo e il tardo medio cinese è collocato nel passaggio dalla dinastia Tang alla dinastia Song ed è indicato da sviluppi fonologici. Ad esempio, nel libro di rima Qieyun 切韵, sono mostrati i caratteri delle iniziali bilabiali [p pʰ b m], ma non vi sono iniziali labiodentali come /f/ e /v/, che si possono trovare nel Jiyun. Questo indica che nei quattro secoli dopo la comparsa del Qieyun nella pronuncia del cinese avvenne un cambiamento di suoni.

Ricostruzione modifica

La ricostruzione del medio cinese da parte di diversi linguisti moderni varia leggermente, ma le differenze sono di poco conto e non danno adito a grandi controversie, indicando che la fonologia di questa lingua è ormai alquanto ben compresa e accettata. Il cinese medio non si scrive utilizzando caratteri di tipo alfabetico, pertanto i suoni non possono essere derivati direttamente dalla scrittura, ma devono essere dedotti da una pluralità di fonti.

  • Lingue moderne. Proprio come il proto-indo-europeo può essere ricostruito dalle moderne lingue indo-europee, così il cinese medio può essere ricostruito (approssimativamente) dalle moderne lingue sinitiche (ad es. il beifanghua/cinese mandarino 北方话, il Wu 吴语, il Min 闽南语 o il cantonese 广东话, detto anche "Yue" 粤语).
  • La pronuncia di caratteri cinesi preservata in vocaboli cinesi prestati, che sopravvive in lingue non cinesi come il giapponese, il coreano ed il vietnamita, le "lingue sino-xeniche". I caratteri cinesi in queste lingue sono detti "kanji, hanja e han tu'".
  • La poesia cinese classica del periodo del cinese medio (poesia Tang e Song), costruita su un impianto solido di rime e rimandi tonali.
  • Le traslitterazioni di parole straniere in caratteri cinesi. Ad esempio, il vocabolo sanscrito facente parte del lessico buddhista "Dravida" fu tradotto dagli scribi religiosi nella serie di caratteri 達羅毗荼, che ora in putonghua (普通话) (mandarino) si leggono come /ta35 luo35 phi35 thu35/ (pinyin: Dáluópítú). Ciò suggerisce che il mandarino /uo/ (pinyin -uo) sia il riflesso moderno di un antico suono simile ad /a/, e che il tono /35/ sia a sua volta un riflesso di antiche consonanti articolate. Entrambe queste ipotesi possono in effetti essere confermate attraverso il confronto tra i moderni dialetti cinesi.
  • Libri di rima (o dizionari di rima). Gli antichi filologi cinesi del periodo Qing dedicarono moltissimi sforzi a riassumere il sistema poetico cinese attraverso i rimari. Vi fu una profusione di opere di poesia cinese durante l'era Tang (唐诗) continuata poi durante il periodo Song (宋诗), con una rigida struttura del verso che si basava sulla rima e sul tono dei caratteri finali nei versi poetici. Il cinese medio incorporato nei libri di rima era un aiuto fondamentale per gli autori nella composizione poetica. Il dizionario di rima Qieyun 切韵 del 601 d.C. è la più antica registrazione fissa della fonologia della pronuncia cinese, sebbene senza l'aiuto di lettere fonetiche, ma di voci che sono indicizzate in base a una rigorosa gerarchia di tono, rima e attacco. Fino alla fortuita scoperta di una versione della Dinastia Tang nelle caverne di Dunhuang (敦煌), si conoscevano solo frammenti o copie incomplete (la prima grande spedizione nelle grotte di Mogao a Dunhuang risale al 1910 e in essa vennero reperiti molti testi sacri buddisti). I successivi dizionari di rima ampliati, come il Guangyun 广韵 (1008) e il Jiyun 集韵 (1037) della Dinastia Song dell'XI secolo, sopravvivono ai giorni nostri. Si tratta essenzialmente di versioni estese del Qieyun, e fino alla scoperta di Dunhuang, il Guangyun fu la base da cui venne ricostruito il cinese medio.

Suoni e paragoni modifica

Rimari modifica

Questo paragrafo serve per capire molto in generale come erano pronunciate le consonanti moderne nel periodo del primo cinese medio, nato prima della dinastia Sui. Serve anche a presentare la fonetica in generale. Come punto di partenza nella tabella, sono stati presi i suoni moderni, indicati con il pinyin. Questa ricostruzione è utile, tra i vari motivi, anche per cercare di capire la pronuncia dei sinogrammi nelle altre lingue, siccome sono stati importati in tempi arcaici. Dopo la spiegazione, una tabella ricapitola tutta la trascrizione Baxter del Primo Cinese Medio (2011), che si distingue da tutte le altre per la sua semplicità, e vi si affianca il suono in alfabeto fonetico internazionale IPA, dopodiché si elencano tutti i cluster vocalici.

Quando i sinogrammi furono importati in Corea e Giappone, il cinese antico stava per volgere al termine. Siccome la pronuncia del cinese antico e cinese medio non è direttamente attestata e il pinyin è stato inventato nella seconda metà del Novecento, è stata ricostruita col metodo comparativo applicato alle tavole di rime e ai prestiti cinesi in altre lingue: poiché i prestiti talvolta ritengono una pronuncia arcaica, si possono usare per ricostruire sia il cinese antico che il cinese medio. Altri vocaboli sono in comune con una determinata varietà di cinese perché la lingua in questione appartiene alla stessa famiglia di quella del cinese (infatti il cinese appartiene al ceppo sino-tibetano, a cui appartengono oltre 500 lingue; di alcune di queste, sono state ricostruite le varietà antiche). La ricostruzione del cinese antico, che viene talvolta citata, e la trascrizione usata sono quelle dei linguisti William Baxter e Laurent Sagart, che hanno ricostruito la loro versione del cinese antico e l'hanno presentata in Old Chinese: a New Reconstruction (2014). La fonte della ricostruzione del primo cinese medio (Baxter, 2011) è il Guangyun (广韵). Si dà una breve presentazione dei principali rimari usati per ricostruire il primo cinese medio:

  • Il Qieyun è stato ritrovato da Aurel Stein in forma frammentaria nelle grotte di Mogao a Dunhuang in una spedizione del 1906-1908. Una copia quasi completa è stata scoperta da due studiosi nel mercato dell'antico distretto di Liulichang 琉璃厂 (Pechino) nel 1947. Di quest'ultima copia sono stati pubblicati pochi anni dopo due studi di Dong Tonghe 董同龢 (1948, 1952) e uno studio di Li Rong 李荣 (1956). La copia faceva parte della Biblioteca Imperiale e, dopo la fine dello stato fantoccio di Manciukuò e la cattura di Puyi, era stata venduta. L'autore del Qieyun è Lu Fayan (陸法言, fl. 581-601), che ha intrapreso la stesura dell'opera vent'anni dopo una discussione tra amici sulla corretta pronuncia dei classici cinesi. L'opera è stata pubblicata nel 601, durante la dinastia Sui, e ha conosciuto un enorme successo. La specifica varietà del Qieyun, da cui deriva il Guangyun, è indicata nella prefazione di Lu Fayan come un compromesso tra le varietà di cinese del nord e del sud con una maggiore propensione verso quella del sud, dunque è una varietà artificiale; è poi specifica per la lettura e composizione di poesie con una precisa struttura, che include rime e toni. Questa interpretazione cozza con la prima ipotesi di Karlgren, che in passato aveva ipotizzato che fosse la pronuncia della capitale del tempo, Chang'an (questa teoria è oggi superata). Chiaramente, un dizionario del 601 conterrà e attesterà sinogrammi inventati fino a quella data. Per esempio, manca il carattere , assente pure nello Shuowen Jiezi 说文解字 (100 d.C. circa) di Xu Shen 许慎 (dinastia Han 汉朝 206 a.C.-220 d.C., molto anteriore) ma attestato nel Dizionario Kangxi 康熙字典 (dinastia Qing 清朝, 1644-1912, l'ultima) compilato a partire dal 1710 e pubblicato nel 1716. Siccome i caratteri sono organizzati in base alla rima, non si utilizza un sistema di radicali (ossia i radicali Shuowen, antenati dei radicali Kangxi)
  • La prima grande revisione del Qieyun è stata effettuata e pubblicata nel 706 da Wang Renxu (王仁煦, fl. 706) e si chiama Kanmiu Buque Qieyun (刊謬補缺切韻). Una copia completa è stata scovata nel Museo del Palazzo Imperiale a Pechino nel 1947. È stata dunque ristampata da Long Yuchun 龍宇純 (1968) e Zhou Zumou 周祖謨 (1983). Quest'ultima edizione include il facsimile dell'opera, che appare rovinato. Esistono tre versioni della revisione di Wang Renxu: la prima si chiama 王一 e consiste in un frammento ritrovato nelle grotte di Dunhuang. La seconda, 王二, si chiama anche Xiàngbáběn 项跋本, perché comprende una postfazione di Xiàng Yuánbiàn 项元汴, oppure viene anche chiamata Péiwùqí Zhèngzìběn 裴务齐正字本. La terza versione, 王三, si chiama anche Quánwáng 全王 e Gùgōngběn 故宫本 e Sòngbáběn 宋跋本 perché è completa, è stata ritrovata nel Palazzo Imperiale e ha una postfazione di Sòng Lián 宋濂.
  • Il Tangyun era la prima revisione del Qieyun, effettuata da Sun Mian (孫愐, fl. 751) e pubblicata nel 751. Purtroppo è andato perduto. In totale, dalle poche informazioni indirette, era composto da 5 libri detti "rotoli" ( juan3).
  • Nel 780 circa, è stato pubblicato lo Yunhai Jingyuan 韻海鏡源 di Yan Zhenqing 颜真卿 (709–785), composto da 360 volumi e dalle dimensioni enormi. Anche questo rimario, come il Tangyun, è andato perduto.
  • Quanto al Guangyun, i due principali redattori sono Chen Pengnian (陳彭年, 961–1017) e Qiu Yong (邱雍, fl. 1007-1008), mentre il patrocinatore è stato l'Imperatore Zhenzong della Dinastia Song (r. 997-1022). Si tratta di un'altra revisione, correzione e espansione del Qieyun, effettuata tra il 1007 e il 1008 e pubblicata nel 1008. In totale è composto da 5 libri ( juan3) e la pronuncia dei caratteri è indicata in fanqie (carattere per indicare l'iniziale di sillaba + carattere per indicare la rima + la sillaba qie4 o, nel Qieyun, la sillaba fan3). Siccome il libro rispecchia le antiche abitudini tipografiche cinesi, è scritto in verticale e si legge da destra a sinistra (e dunque al contrario, come se fosse arabo o ebraico).
  • Molte altre riedizioni del Qieyun, sia famose che meno note, sono andate perdute.

Consonanti e vocali modifica

Si dà qui una rapida introduzione ai suoni del primo cinese medio.

  • C'era distinzione tra *b, p, ph sorda aspirata. La prima della tripletta è sonora perché, se si mette il palmo della mano intorno alla gola, si sentono le vibrazioni delle corde vocali durante la pronuncia. Si provi a pronunciare in questo modo "vvvvv" e "fffff". Nel suono aspirato, si aggiunge uno sbuffo d'aria alla consonante. Distinzioni di questo tipo (sonora-sorda-sorda aspirata), nelle lingue sinitiche, restano in dialetti come lo shanghainese (famiglia Wu). Nel tardo cinese medio, si erano formate altre consonanti ancora, come ad esempio "bh" */bʱ/ sonora aspirata, mentre la distinzione in forma di tripletta (già presente nel cinese arcaico) era sparita con la scomparsa della consonante sonora dalla tripletta.
    • La seconda distinzione era presente tra *d, t, th sorda aspirata.
    • La terza distinzione era presente tra *g, k, kh sorda aspirata
    • La quarta distinzione era presente tra *dz, ts, tsh sorda aspirata.
  • I suoni retroflessi (e cioè prodotti con la punta della lingua piegata indietro, nell'incavo del palato) vengono trascritti con una -“r” che non ha valore fonetico e, qualora ci sia aspirazione, la -“h” si scrive dopo la “r”. Nel contesto dei suoni retroflessi, c'è *dzr (come ZH in pinyin ma sonoro), tsr e tsrh sorda aspirata.
  • La seconda tripletta di suoni retroflessi è basilarmente costituita da una retroflessione di d e t, da cui si ottiene *dr, tr, trh sorda aspirata.
  • Un altro nuovo suono retroflesso, oggi sparito, è la "n" retroflessa, scritta come *“nr”. Suoni simili sono ancora presenti in lingue come il sanscrito, l’hindi e il nepali, pure se non sono di ceppo sinitico. In più, la "n" retroflessa anche presente nella pronuncia arcaica di parole in thailandese e bengali.
  • Sono presenti le palatali, rese riconoscibili con una “y” senza valore fonetico e che si comporta come la “r”. In cinese medio esiste la tripletta dzy, tsy, tsyh sorda aspirata. Nel pronunciare queste tre consonanti, la lingua è già in posizione di "gn" di gnomo.
  • Esiste anche la versione palatale di N, che è *“ny” ("gn" di gnomo), da cui è nata la sillaba ER e la R- in pinyin.
  • La R- del pinyin esisteva già come suono in dei contesti ed è trascritto *zr e la sua controparte sorda è *sr.
  • Esisteva poi una versione sonora dei moderni S (*s) e X (*sy), trascritta come *z e *zy.
  • L'aspirazione H (/x/, /h/), trascritta “x” aveva la controparte in cui vibrano le corde vocali “h” (*/ɣ/, / ɦ/).
  • Non esisteva il suono F /f/, comparso nel tardo cinese medio e derivato forse dal suono affricato */pf/ e */pfʰ/, a sua volta derivato da un suono bilabiale (vedi avanti).
  • Il cinese medio ha perso la consonante vibrante sonora */r/, che se intervocalica o prevocalica si riduce nella monovibrante /ɾ/ . Il cinese medio ha anche perso il suono */l̥/ , che si pronuncia come una L ma senza vibrazione delle corde vocali, tali per cui esce solo aria. Un simile suono esiste nel cluster "tl" /tl̥/ in islandese. Di contro, nel cinese medio sono nate le consonanti retroflesse, nate dai cluster del cinese arcaico che spesso avevano la consonante "-l-" (o, secondo Baxter, "-r-") al secondo membro. Un simile processo si ha anche in vietnamita.
  • Laddove in cinese arcaico c'era una sillaba che terminava in *-r, in cinese medio si è trasformata in *-j oppure è sparita.
  • Esisteva uno colpo di glottide, una consonante laringale/glottidale che equivale ad un colpetto di tosse che si accompagna all'attacco di una vocale. Quest’ultimo si trascrive come un apostrofo di fronte alla vocale. Nel tardo cinese medio era ancora presente, mentre nel cinese arcaico poteva trovarsi anche a fine sillaba. Una volta sparito, nel cinese medio (non quello contemporaneo) aveva creato il tono crescente in gran parte dei casi.
  • Esistevano già i toni (Baxter registra il tono piatto/level píng senza segni, crescente shàng con una X maiuscola a fine sillaba e discendente/departing con una H maiuscola a fine sillaba, tre in totale). Tutte le sillabe che terminavano in stop senza rilascio di suono (vedi avanti), atonali, venivano poi indicate come tono entrante (, ) e quindi si preferiva considerarle separate da tutte le altre. Il tono crescente del cinese medio si è formato dalla caduta del colpo di glottide a fine sillaba nel cinese arcaico, mentre il tono decrescente nel cinese medio deriverebbe in gran parte dei casi dalla caduta di una "-s" in un cluster consonantico a fine sillaba nel cinese arcaico. Tutte le sillabe che non avevano né il tono crescente, né il tono discendente (e quindi non avevano stacchi glottali o "-s" in fondo ma tutt'altro), né uno stop senza rilascio di suono (vedi avanti) avevano assunto il tono acuto. Non esisteva il terzo tono del cinese contemporaneo.
  • A fine sillaba si poteva avere, come suoni sonori, una –*n o una –*ng ma anche una –*m.
  • Esistevano pure tre consonanti occlusive senza rilascio di suono, oggi ancora presenti in lingue come il cantonese (famiglia Yue), il coreano e il vietnamita. Sono la –*p (la vocale si interrompe serrando le labbra ma senza una “p” di rilascio), la –*t (interruzione in zona dentale) e la –*k (interruzione in zona velare).
  • In conclusione, a inizio sillaba poteva esserci il suono *“ng-” nasale. Oggi è sparito nel cinese mandarino, ma ancora presente in lingue regionali come il cantonese.
  • Riguardo invece al quadro vocalico, presenta anch'esso delle differenze, ma la più plateale consiste nell’evoluzione della vocale alta centrale (quella presente in ZHI, CHI, SHI, RI), della vocale alta posteriore non arrotondata (quella presente in ZHE, CHE, SHE, RE) e della sillaba "ER".
  • Riguardo alla trascrizione di tre particolari vocali, il cluster "ae" */æ/ è una /e/ molto aperta, "ea" */ɛ/ è leggermente meno aperta e il simbolo "+" sta a indicare la vocale alta centrale */ɨ/.
  • Se la ricostruzione di Baxter-Sagart dell'antico cinese (2014) è corretta, il cinese arcaico aveva per ogni consonante (sorde, sonore, aspirate...) la sua versione faringalizzata, poi persa. La faringalizzazione è presente in lingue semitiche come l'ebraico antico e l'arabo ed era anche presente nel persiano antico. Consiste nel pronunciare una consonante con la radice della lingua contemporaneamente posizionata vicino alla parete della faringe/cavo orale. I due studiosi hanno anche aggiunto i suoni /q/ (K di koala pronunciata con la radice della lingua e non col dorso; esiste anche la sua versione aspirata) e /ɢ/ (lo stesso identico suono ma reso sonoro, non più sordo), che si sarebbero persi nel cinese medio. Molte altre consonanti poi sparite in cinese medio sono state proposte per il cinese arcaico da altri studiosi, per esempio la /ð/ interdentale sonora e /θ/ interdentale sorda nella ricostruzione di Pulleyblank, ma il cinese arcaico ha in generale svariati punti controversi e oggetto di dibattito.
  • Riguardo ai soli segnetti più importanti della ricostruzione Baxter-Sagart, i suoni messi tra parentesi quadra [...] indicano che non si è certi del suono ricostruito e, in alternativa, il suono corretto doveva essere simile a quello ricostruito. I suoni messi tra parentesi tonda (...) indicano il dubbio sulla presenza effettiva o no di quel suono. La "h" messa come apice indica l'aspirazione, la "w" in posizione apicale indica un arrotondamento delle labbra e ʕ i posizione apicale (è una forma simile a un falcetto) indica la faringalizzazione di tutto il composto. Si ricorda che l̥ è una L di leva pronunciata sorda (esce solo aria dai lati della lingua) e r̥ è una R di arare pronunciata sorda.
  • Ora che la ricostruzione Baxter-Sagart è stata introdotta, si può precisare (anche per dare un'idea dei cluster nel cinese arcaico) che la retroflessione aspirata CH- (sia odierna sia del cinese medio, in cui le retroflesse compaiono per la prima volta) deriva da cluster come *tsʰr, *[d]r, *tʰr, *lr ,*s.r̥ ,*qʰ<r> , *t.l̥ , *n̥r , *t.qʰ, *s-l̥ˤ<r> e *tr. Ci sono, come spesso accade, delle eccezioni, per esempio laddove il cluster si origina da *r̥ e *tʰ. Tutti questi cluster sono spariti nel cinese medio. Alcuni di questi suoni sono spariti dall'inventario consonantico del primo cinese medio.
  • Il suono retroflesso sordo SH- deriva da cluster come *s.t, *sr o da rielaborazioni di consonanti insolate come *l̥ e*[d] .
  • Il suono retroflesso ZH- deriva da cluster come *[t.q], *tr, *[dz]ˤr e dalla consonante isolata *t.
  • Come già accennato, il suono retroflesso sonoro R- in cinese medio era una gn di "gnomo", cioè un suono nasale palatale, * /ɲ/-, che è una mutazione del cinese arcaico */n/-. Lo stesso suono si trovava nella versione del primo cinese medio di ER; anch'esso deriva da una */n/- nell'antico cinese, quasi sempre seguita dalla vocale neutra schwa /ə/.
  • Nel cinese arcaico era possibile trovare cluster anche in sillabe poi divenute non retroflesse: semplicemente, uno o tutti i membri del cluster si sono persi, come in e4 (primo cinese medio eak, cinese arcaico *qˤ<r>[i]k) oppure guan4 (primo cinese medio kwaenH, cinese antico kˤro[n]-s).
  • Le sillabe che oggi iniziano in pinyin con W- in cinese medio talvolta erano introdotte da un’aspirazione sonora *h-, da una *m- o da *ng-.
  • Anche la sillaba YI /i/ era talvolta preceduta da *ng- /ŋ/. Ciò accade ancora più sporadicamente pure nei casi in cui ci sono altre sillabe introdotte dalla semivocale /j/.
  • La sillaba WU /u/ era *mju, *ngu ed era invece *'u (con colpo di glottide) nelle sillabe che oggi hanno il primo tono.
  • Non esisteva la schwa/vocale neutra */ə/, che invece esisteva in cinese arcaico e nel cinese contemporaneo (Baxter invece la interpreta come una */ɨ/). In cinese arcaico inoltre esisteva solo la */e/ chiusa, senza controparti più aperte.
  • La sillaba "AI" diventa spesso */ʔoj/ (anche il nucleo della sillaba "DAI" si pronunciava così), mentre "AO" è */ŋaw/ (anche se nucleo di sillaba, eccetto QIAO che diventa /jew/) e più sporadicamente /ʔaw/. La sillaba "YAN" /jɛn/, che curiosamente in pinyin non rispecchia a fondo la pronuncia, ha una pronuncia simile (perlopiù */jen; jem/ anche con la vocale più aperta)
  • La finale -NG non ha subito mutazioni, mentre laddove oggi c'è -N nel cinese medio degli albori ci poteva essere *-n oppure *-m (la seconda oggi è sparita nel cinese standard). Addirittura, le sillabe "CAN" finiva quasi sempre in -m. Le sillabe CHUN, CUN, DUAN, DUN, FEN, GUAN, HUN, JUAN, JUN, KUN, LUAN, LUN MAN, MEN, MIAN, MIN, PAN, PIAN, QUAN, QUN, RUAN, SHUN, SUAN, SUN, TUAN, TUN, WAN, WEN, XUAN, YUAN, YUN, ZHUAN, ZHUN, ZUAN, ZUN e pressoché in ogni caso TIAN e XUN hanno sempre conservato come coda la "-n". Le altre sillabe invece sono variabili. La seconda delle tue tabelle sottostanti indica una lista delle sillabe più diffuse che oggi terminano in -n ma che avevano *-m nel primo cinese medio. Questo suono tende a essere ritenuto in coreano, vietnamita e cantonese.
  • Il terzo tono attuale deriva in gran parte dei casi dal tono crescente del cinese medio, a sua volta derivato dalla caduta del colpo di glottide a fine sillaba. Un fenomeno simile è avvenuto anche in vietnamita, come dimostrato nella metà Novecento da Haudricourt.
  • Il secondo tono attuale deriva spesso da presenza di uno stop consonantico (-t, -p, -k, presenti comunque anche altrove) del cinese medio (a meno che non ci sia una coda nasale -ng o -n/-m, che invece si sono conservate oggi in -ng e -n) e dalla caduta degli stop finali è nato il tono crescente, presente per; anche in quelle con finale nasale. Siccome era breve di durata, si usava per trascrivere le parole con vocali brevi dal sanscrito.
  • Il primo tono dal cinese medio a oggi resta perlopiù invariato. Oggi la resa del primo tono varia in altezza da dialetto a dialetto: nello standard attuale di Pechino, su cui tutti i toni si modellano, ha un'altezza acuta, mentre per esempio nel dialetto Wu di Shanghai (shanghaiano) e Wenzhou (wenzhounese) è meno acuto, mentre nel dialetto Xiang di Changsha l'intonazione è nel registro medio. Semplicemente, se in Cina si vuole parlare il cinese comune per capirsi (molti dialetti di stessa famiglia sono non intelligibili tra loro), si parla il cinese standard, il putonghua, che ha le sue precise regole di intonazione.
  • Un discorso analogo si può fare con gli altri toni, che ovviamente hanno molte varietà dialettali oltre allo standard. Per esempio, il terzo tono in putonghua parte nel registro grave, cala e risale (di colpo o in modo lento e scandito) al registro alto. Nel dialetto Gan di Nanchang, scende e risale fermandosi nel registro medio. Il secondo tono attuale dal registro medio sale a quello acuto, mentre nel dialetto di Nanjing parte dal registro grave e risale al registro medio. In altri dialetti ancora c'è una convergenza di toni: nel dialetto Jin di Taiyuan ad esempio il primo e il secondo tono attuali convergono in una specie di primo tono nel registro grave. Per finire, il quarto tono attuale dal registro acuto scende in picchiata nel registro grave, ma nel dialetto Xiang di Changsha parte dal registro medio e scende in picchiata nel registro grave. Quando si parla dei quattro toni "acuto, crescente, calante-crescente e decrescente" ci si riferisce al putonghua, che si affianca a numerosi dialetti. In altri dialetti ci possono essere più di quattro toni: ad esempio, nel dialetto Pinghua di Nanning, dal punto di vista fonetico ce ne sono sei. Infine, nel dialetto di Yinchuan ce ne sono soltanto tre.
  • Anche il quarto tono attuale in parecchi casi resta perlopiù invariato dal tono decrescente del cinese medio, nato dalla caduta di -*S nei cluster a fine sillaba del cinese arcaico. Un simile fenomeno avviene anche in vietnamita, come dimostrò nuovamente Haudricourt. Comunque in cinese c'erano e ci sono anche sillabe col quarto tono che terminano con suoni nasali.
  • In tutte quante le regole dette finora, come più volte ribadito, valgono in parecchi casi ma si possono trovare delle eccezioni.
  • L'Old Chinese, nella ricostruzione Baxter-Sagart, aveva a fine sillaba la seguenti combinazioni: *-s, -t, -[t]s, -k, -ks, -p, -[p]s, -ʔ (stacco glottale), -ʔs (da questa combinazione, ovunque si trovi, derivano degli odierni quarti toni discendenti), -n, -ns, -nʔ, -[n]ʔs, -m, -mʔ, -mʔs, -ms, -ng, -ngʔ, -ngs, -ngʔs, -r (divenuta *-n nel primo cinese medio), -[r]ʔ, -rs.
  • Nel Middle Chinese, di contro si trovano soltanto *-n, *-m (converge in -n nel cinese moderno standard), *-ng *-p, *-t, *-k (i tre stop senza rilascio di suono sono tutti caduti in cinese mandarino).
  • Successivamente al tardo cinese medio, è venuto il primo mandarino o mandarino antico (早期官话 Zǎoqí Guānhuà o 古官话 Gǔ Guānhuà), databile dal periodo che va dalla nascita della Dinastia Jin (晋朝, nata nel 1115) al dominio della Dinastia Yuan (元朝), che corrisponde al khanato mongolo (1279-1368), che fu poi deposto dalla dinastia Ming (明朝, 1368-1644). Durante il primo mandarino (khanato mongolo), tutti gli stop consonantici senza rilascio di suono si sono leniti in uno stacco glottale/colpo di glottide fino a cadere. La loro caduta ha portato alla riorganizzazione del sistema tonale, siccome il tono entrante è scomparso. Contemporaneamente, sono quasi sicuramente scomparsi i suoni fricativi sonori z- e zy-. Dopodiché, era nato il suono */f/-, tuttora presente in cinese, i cluster vocalici si sono semplificati parecchio, *ny- si è trasformato nel suono retroflesso simile alla moderna R- e le retroflesse *dr, *tr, *trh e *zr sono sparite. Infine, la differenza sonora-sorda-sorda aspirata è sparita, riducendosi a non aspirata-sorda aspirata, come nel cinese contemporaneo. Lo stesso fenomeno ha interessato pure l'aspirazione *h e *x. Le differenziazioni restano solo in shangainese, mentre gli stop consonantici senza rilascio di suono sono presenti solo in cantonese e in alcune sillabe di dialetto taiwanese, come xue2, che si proununcia in modo simile a "hok". Nel Primo Mandarino, era ancora presente *ng- a inizio sillaba. Riguardo alle vocali, era nata la vocale neutra schwa, tuttora presente, e la distinzione tra *ju e *jo si è persa, convergendo in *ju e successivamente nel moderno YU, cioè /y/. Era ancora presente la *-m a fine sillaba, ma parte di esse si erano assimilate in *-n. Le rimanenti si sono tutte assimilate in *-n tra il tardo periodo Ming e il primo periodo Qing (清朝), l'ultima dinastia imperiale cinese. Nei dizionari di rime di questo periodo (khanato mongolo, Primo Mandarino), i caratteri avevano la pronuncia indicata con l'alfabeto 'Phags-pa, inventato dal monaco tibetano Drogön Chögyal Phagpa per Kublai Khan. Il cinese parlato tra il periodo Ming (fine del khanato mongolo) e il primo periodo Qing (che deposero i Ming nel 1644) è detto "mandarino Medio" (Middle Mandarin). Durante il Mandarino Medio, in Corea il re Sejong il Grande ha inventato l'alfabeto hangeul (1443). La fase finale non ha un nome preciso, ma si può chiamare "mandarino tardoimperiale" ("lingua franca tardo imperiale") e dura fino a tutta la dinastia Qing (l'ultimo imperatore, Puyi, abdica nel 1912, dopo la Rivolta di Wuhan dell'anno precedente). Nell'Ottocento, il dialetto più prestigioso era diventato quello di Pechino, che aveva sorpassato quello di Nanchino (periodo Ming). Dopo l'inizio Ottocento, è caduta la differenziazione tra /t͡s/ e la palatale /d͡ʑ/, siccome è avvenuta una convergenza verso la seconda. Questa differenza è rimasta però cristallizzata nel toponimo "Tientsin" (Tianjin 天津) e nel nome dell'università di "Tsinghua" (清华大学).
  • Se si usa il cinese medio o arcaico per cercare le corrispondenze di suono nei sinogrammi usati in altre lingue, bisogna sempre tenere conto anche dell'evoluzione di queste lingue: la pronuncia odierna potrebbe essere diversa da quella di un periodo anteriore, oppure conoscere la pronuncia arcaica nella lingua di approdo aiuta nel fare analisi e collegamenti. Sotto la tabella, sono presenti delle introduzioni sommarie al giapponese, coreano e vietnamita antichi.

IPA della trascrizione Baxter (2011) del primo cinese medio modifica

Suono

(Baxter, 2011)

IPA

(Baxter, 2011)

b-, p-, ph- /b/, /p/, /pʰ/ (sonora, sorda, sorda aspirata)
d-, t-, th- /d/, /t/, /tʰ/
dzy-, tsy-, tsyh- /d͡ʑ/, /t͡ɕ/, /t͡ɕʰ/ (palatale)
dz-, ts-, tsh- /d͡z/, /t͡s/, /t͡sʰ/
dr-, tr-, trh- /ɖ/, /ʈ/, /ʈʰ/ (retroflesse)
dzr-, tsr-, tsrh- /ɖʐ/, /ʈʂ/, /ʈʂʰ/ (retroflesse)
g-, k-, kh- /g/, /k/, /kʰ/
s-, sy-, sr- /s/, /ɕ/, /ʂ/ (l'ultimo suono è retroflesso)
z-, zy-, zr- /z/, /ʑ/, /ʐ/ (l'ultimo suono è retroflesso)
l- /l/
m- insieme a -m /m/ e -/m/
n- insieme a -n, ny-, nr- /n/- e -/n/, /ɲ/, /ɳ/ (l'ultimo suono è retroflesso)
ng- insieme a -ng /ŋ/- e -/ŋ/
-p, -t, -k /p̚/, /t̚/, /k̚/ (stop consonantici senza rilascio di suono)
'-, h-, x- /ʔ/-, /ɣ~ɦ/, /x~h/ (il primo è uno stacco glottale)
a, i, +, u, o /a/, /i/, /ɨ/, /u/, /ʌ/
e, ea, ae /e/, /ɛ/, /æ/ (l'apertura della bocca è progressiva)
j, w /j~i̯/, /w~u̯/ (semivocali; la trascrizione cambia se la semivocale è alla fine del cluster vocalico.

In tal caso si scrive con un trattino piegato in basso.)

  • X indica il tono ascendente (shang4 del Cinese Medio, che nel cinese contemporaneo standard è analogo al cosiddetto secondo tono) e H indica il tono discendente (qu4 , che oggi è analogo al quarto tono), che parte da un'intonazione acuta ("HIGH").
  • Le sillabe senza stop hanno il tono entrante (ru4 ); in altre parole, è il modo di dire che vocale è sfuggita per lo stop consonantico senza rilascio di suono.
  • Tutte le altre hanno il tono piatto (ping2 ), che nel Putonghua è equivalente al primo tono. Questi toni sono poi ulteriormente evoluti dal Primo Cinese Medio.

Cluster vocalici modifica

Qui sono presentati i cluster vocalici (cluster fonetici, non ortografici) del primo cinese medio secondo la ricostruzione Baxter-Sagart, senza iniziali e finali di alcun tipo:

  • Oj, ow.
  • Aej /æi/, aew.
  • Aw, aj.
  • Ij.
  • Ja, je, jej, jew, jo, joj, jow, ju, juw, jae, j+ (sempre seguito da consonante) /jɨ/, j+j, jie, jiej, jij, jiw, jiew, jwe, jwej, jw+j, jwi, jwie, jwo, jwoj, jwa.
  • Wo, woj, wi, we, wi, wij, wa, waj, wae, wea /wɛ/, waej, weaj, wej.
  • Uw.
  • Ej, ew.

Conversione pinyin-primo cinese medio e tavole di mutazioni principali (Baxter, 2011) modifica

La tabella indica a grandi linee la conversione delle consonanti dal pinyin a inizio sillaba al suono ricostruito, in trascrizione Baxter e basandosi sul Qieyun. Viene pure indicata l'origine del suono moderno Yu e suoi derivati e della -E senza code nasali, entrambi in isolamento. Infine, viene anche trattata la vocale alta centrale. Queste tre vocali sono assenti in italiano e le prime due non appartengono al cinese medio degli albori, quindi creano curiosità riguardo alla loro origine insieme anche alla sillaba "ER", pure presente. Molti altri suoni vocalici sono stati spiegati in precedenza. Nelle due colonne in mezzo viene fornita la trascrizione scientifica in alfabeto fonetico internazionale (IPA) e, nell'ultima, una spiegazione dei suoni prima in putonghua e poi in Early Middle Chinese.

Un lavoro estremamente più approfondito deve comunque procedere oltre la sintesi qui operata, che è soltanto un buon punto di partenza, e può fare uso delle tavole di sinogrammi con la pronuncia ricostruita per una consultazione più a fondo o per la ricerca della pronuncia di una singola sillaba. Si ricorda che la pronuncia è ricostruita, quindi accanto a ogni slash in IPA e a ogni suono trascritto andrebbe un asterisco per indicare questa caratteristica.

Pinyin

(Putonghua)

拼音

IPA

(Putonghua)

声音

IPA

(Primo medio cinese)

中古汉语

Trascrizione Baxter e spiegazione

(Putonghua e primo medio cinese)

说明

B /b~p/ */b; p/ B di birra / P di palla. Può sentirsi sia sorda che sonora.

L'odierna B, stando alla ricostruzione di Baxter, nel cinese medio degli albori era una *b o,

in altri casi, una *p.

P /pʰ/ */b; pʰ/;

raramente */p/;

*-/p̚/

P di palla, sorda e con aspirazione.

La P a volte era *b, altre volte era *ph, sporadicamente era *p.

In cinese medio, a fine sillaba, era uno stop bilabiale senza rilascio di suono.

D /d~t/ */d; t/ D di dente / T di tavolo.
La D in cinese medio era una *d o, in altri casi, una *t.
T /tʰ/ */tʰ; d/

*-/t̚/

T di tavolo, sorda e con aspirazione sorda.

La T era una *th e una *d.

In cinese medio, a fine sillaba, era uno stop dentale senza rilascio di suono.

J /d͡ʑ~t͡ɕ/ */g; k; d͡z; t͡s/

seguita da vocale

anteriore

G di gelato / C di ciao, molto palatalizzata.

La J in cinese medio era, in parecchi casi, una *g/k/dz/ts seguita da una -*/i/ vocalica/semivocalica o

da una -*/e/.

Q /t͡ɕʰ/ */g; k; kʰ; d͡z; t͡sʰ/ C di ciao palatalizzata, sorda con aspirazione sorda.

La Q era *g/k/kh/dz/tsh seguita da una *-/i/ vocalica/semivocalica o da una *-/e/.

X /ɕ/ */s; ɦ; h; z/

seguita da vocale

anteriore

SC di scienza palatalizzata, sorda. Idem.

Nella pronuncia di molte donne, bambini e più in generale in quella meridionale,

si pronuncia /s/.

La X è una *s oppure in altri casi una *x/h/z, seguita spesso da *-/i/ vocalica/semivocalica

o dalla *-/e/.

G /g~k/ */k/ G di galera / C di cane / K di koala.

La G in cinese medio era una *k sorda.

K /kʰ/ */kʰ/

*-/k̚/

C di cane / K di koala, sorda e con aspirazione sorda.

La K era in quasi ogni caso una *kh, quindi non ha subito modifiche.

In cinese medio, a fine sillaba, era uno stop velare senza rilascio di suono.

H /h~x/

oppure /ʁ/

*/h; ɦ/ assimilabile H dell'inglese have, sorda. Si plasma poi in base alla vocale successiva.

In alcuni parlanti in tutti i casi la realizzano come /ʁ-/,

cioè una vibrazione sorda dell'ugola eseguita con la radice della lingua sollevata.

La H in cinese medio era una aspirazione a volte sorda *h- e a volte sonora *x-. Può inoltre plasmarsi

e rimodellarsi in base alla vocale successiva. Per esempio, con la /u/ chiusa può diventare la fricativa

velare /x/- e, se sonora, /ɣ/-, mentre prima del suono /i/ può palatalizzarsi in /ç/- e /ʝ/-.

Deriverebbe dal cinese arcaico *q, *G e *g, aventi sia faringalizzazione e cluster con -r-.

Z /d͡z~t͡s/ */d͡z; t͡s/ Z di zero, sorda o sonora.

La Z era ts e dz, quindi non è cambiata.

C /t͡sʰ/ */d͡z; t͡s/

"CE"= */ʈʂʰ/-

Z di zero, sorda e con aspirazione sorda.

La C in cinese medio era *ts o, in altri casi, *dz e, nella sillaba CE, era *tsrh retroflesso aspirato.

S /s/ */s; ʂ/;

raramente /z/

S di sera, sorda.

La S era una *s o talvolta una *sr retroflessa, sporadicamente *z fricativa.

M /m/ */m/;

-/m/

M di mano, sonora.

La M era già una */m/, quindi è rimasta invariata. In cinese medio poteva trovarsi a fine sillaba nelle

sillabe che oggi terminano (solo e unicamente) in -N.

In delle combinazioni inizianti in *mj-, in cui quindi era a inizio sillaba, è caduta insieme alla -/j/-.

(ex. *mjon, oggi wan4)

N /n/ */n; ɳ/;

raramente /ŋ/;

-/n/ assimilabile

N di nave, sonora.

La N era quasi sempre */n/, invariata, in altri casi era *nr retroflessa e sporadicamente era *ng-.

In cinese si può trovare tuttora a fine sillaba e rappresenta un suono nasale, basilarmente -/n/, che

può assimilarsi alla consonante successiva.

L /l/ */l/ L di leva, sonora.

La L era già una */l/, invariata. A sua volta, nell'antico cinese era solitamente *[r]ˤ o *[r].

F /f/ */b; p; pʰ/

seguite da -/j/...

F di ferro, sorda.

La F nel cinese medio era una *b o, in altri casi, una *p e una *ph, sempre seguite dalla

semivocale -*/j/. Il suono F non esisteva, come già detto.

ZH /ɖʐ~ʈʂ/ */ʈʂ; ɖʐ; t͡ɕ; ʈ; ɖ/ G di gelato / C di ciao cacuminale/retroflessa. Nella pronuncia meridionale,

manca la retroflessione a tutte le retroflesse.

La ZH e una *tsr e dzr e tsy, mentre in altri casi ancora è *tr e *dr.

CH /ʈʂʰ/ */t͡sʰ; ɖʐ; ʈʰ; ɖ;

d͡ʑ; t͡ɕʰ; ʈʂʰ/

C di ciao, sorda, retroflessa.

La CH in cinese medio era un suono estremamente variabile in base ai casi,

era infatti *tsh, dzr, trh, dr, dzy, tsyh, tsrh (ricorda che la h si scrive dopo la r, se presente).

SH /ʂ/ */ʂ; d͡ʑ; ɕ/;

raramente */ʑ/

SC di scienza, sorda e retroflessa.

La SH era sr, dzy, sy, sporadicamente zy.

R- /ʐ/ */ɲ/ SC di scienza, sonora e retroflessa. Si può immaginare come "SH" sonorizzato.

La R- era una *ny, cioè un suono nasale palatale, come GN di gnomo.

YU /y/ */ju; jo; ŋju; ŋjo/ I di infedele, chiusa e procheila (cioè le labbra si tengono arrotondate, tali che formano un cerchiolino).

YU in gran parte dei casi era *yu, *yo, *ngju, *ngjo.

YUE /ɥe/ */ŋjwot̚; jak̚/ IE di ieratico, con la "i-" arrotondata.

Yue era in gran parte dei casi *ngjwot e *yak.

YUAN /ɥæn/ */hjwon; ŋjwon/ IEN di iena, con la "i-" arrotondata e la "e" poco più aperta rispetto a /ɛ/.

Yuan in gran parte dei casi era *hjwon e *ngjwon.

YUN /yn/ */hjun/ In di indicare, con la "i-" arrotondata.

Yun era in svariati casi *hjun.

-E. /ɤ/ */ʔɛk̚; ŋak̚/;

*-/ap̚; at̚; ak̚; ok̚/;

RE era */ɲet̚/

in ZHE, anche *-/jep̚; jet̚ /

Il suono di questa vocale posteriore chiusa è una "o" con le labbra non arrotondate,

molto enfatica e con il dorso della lingua in posizione elevatissima, molto vicina al palato.

Dopo questa vocale, non sono presenti codine nasali.

In isolamento, nelle sillabe che oggi hanno il secondo tono era pressoché sempre *nga, in quelle

col quarto tono *'eak o *ngak.

Quando è nucleo di sillaba, è *-eak aperta, *-aek ancora più aperta oppure *-ik

(quest'ultimo soprattutto nella sillaba SE);

era quasi sempre *-ap, *-at, *-ak nelle sillabe GE, KE, HE.

in DE, TE, LE era quasi sempre *-ok;

NE era molto variabile e RE, presente nel Guangyun ricostruito nella sola sillaba , era *nyet.

in ZHE in svariati casi si trova anche come *-jep, *-jet.

ER /ʌɻ~aɻ~ɑɻ~əɻ/ */ɲi/ la vocale iniziale di questa particolare sillaba isolata è una "o" aperta, il dorso della lingua

distante dal palato e le labbra distese oppure una schwa oppure, in casi più rari, una /a/ centrale

o posteriore. La pronuncia varia moltissimo ma la sillaba resta inconfondibile.

Questo suono forma una sillaba a sé e unica nel suo genere. Il suono consonantico finale

è come la "r" inglese, che non vibra e non ha contatto tra organi. Inoltre è leggermente retroflessa.

In cinese medio era quasi sempre *nyi.

-I -/ɨ/ */ij/;

*/i; je; e/ e eventuale stop

Dopo i quattro suoni retroflessi ZH, CH, SH, R- e la loro versione non retroflessa "Z, C, S",

la "-i" è un falso amico che non esiste come sillaba a sé e ha una pronuncia pressoché

identica alla schwa. La pronuncia precisa si ricostruisce nel seguente modo:

si pronunci alla massima velocità "ke-ki-ke-ki-ke-ki".

Il dorso della lingua andrà a toccare il palato sporgendosi in avanti. In questa posizione,

si intoni la schwa tendendo le labbra non arrotondate.

Si può immaginare in modo semplificato come una schwa con la lingua più sollevata verso il palato.

In cinese medio era -*ij, -*i (specialmente nella sillaba SI), -*je. La sillaba RI era sempre *nyit

e nella sillaba SHI e ZHI poteva essere anche -*e oppure -*i con eventuale stop senza rilascio.

Un lavoro ancora più approfondito va anche a comprendere la resa delle vocali dei vari nuclei di sillaba, per esempio l'odierno -AI /ai/ in tutte le sue sillabe (ex. LAI, MAI, NAI, GAI, KAI, HAI, ZHAI, CHAI, SHAI, ZAI, CAI, SAI, BAI, PAI, DAI, TAI) e anche in isolamento, caso in cui, per esempio, si pronuncia spesso *'oj laddove c'è il primo tono odierno e *'ea col colpo di glottide oppure *ngoj.

Tavola ordinabile dei sinogrammi più diffusi in primo medio cinese (Baxter, 2011) modifica

Riordinando la tabella in base al Primo Cinese Medio, si possono individuare *ng- e *'- (colpo di glottide/stacco glottale) insieme alle retroflesse *nr-, *dr-, *tr- e *trh e l'aspirazione sonora *h-.

In base alla quarta colonna, riordinabile in base a un pulsante apposito, si possono isolare le sillabe che in primo medio cinese hanno *mj- > *v-, quelle che nel passaggio dal cinese mandarino basato sulla varietà fonetica di Nanchino a quello basato sulla varietà di Pechino hanno subito una palatalizzazione della consonante velare (e che, in un secondo momento, hanno subito la palatalizzazione di alcuni suoni alveolari).

Sono poi isolabili le sillabe che terminavano in *-m, *-p, *-t e *-k. Dopodiché, sono evidenziate quelle che anche oggi in Putonghua terminano con la coda nasale velare, la vocale non arrotondata /ɤ/, il dittongo "ai" che deriva da *oj e le sillabe che hanno oggi la vocale alta centrale, di cui si può vedere l'origine.

Infine, sono evidenziate quelle che avevano le vocali *ae e *ea, adattate nelle altre lingue. Sempre in base alla pulsantiera, si possono individuare i radicali Kangxi (R.K.) in base alla lista tradizionale di 214 caratteri, resa famosa dal dizionario Kangxi.

Per gli hanzi, sono stati usati i caratteri semplificati per renderli riconoscibili in putonghua, con alcune varianti arcaicheggianti.

Gli hanzi sono ordinati in base al pinyin, eccetto per un'espansione in fondo alla tabella. Tutti i caratteri sono tuttavia (ri)ordinabili con il pulsante nella casella "hanzi"

Tabella modifica

In cantonese sono messe solo le pronunce di caratteri che finiscono con uno stop senza rilascio udibile di suono, in *-m e che iniziavano in *ng- o *mj- oggi caduti, in *ny- e per consonante non palatalizzata in Primo Cinese Medio o che oggi hanno la vocale che in pinyin si trascrive -e (e.g. ge, ke, de...). A questi sono aggiunti quelli che in primo medio cinese avevano il dittongo *oj per mostrare come spesso le sillabe in parte *oj in cantonese. In alcuni casi di pronunce irregolari in cantonese, si affianca o sostituisce con il cantonese non nella versione standard (Canton/Guangzhou), ma in quella di Taishan. Se il suono è irrecuperabile in cantonese, si usano altri dialetti conservativi come il minnan, l'hokkien (una categoria particolare dei Minnan), l'hakka, il min dong e min bei (due categorie della famiglia min, che include i minnan) e pochi casi in Shanghainese (il più prestigioso dei dialetti wu dopo che sostituì quello di Suzhou) e dialetto gan. In particolare, le sillabe che iniziavan in *ny- non hanno questo suono in cantonese, in più la finale *-m dopo le sillabe che iniziano oggi con /f/ (e dunque in passato con le consonanti bilabiali con semivocale *bj-, pj-, phj-) si è assimilata in /n/ (l'unico dialetto che la preserva in questo contesto è il dialetto hakka). Ogni dialetto ha un suo sistema (o più sistemi) di romanizzazione, ma negli esempi si è optato per tenerne solo una (e.g. Il Pėh-ōe-jī /peʔ˩ ue˩ dzi˨/ per l'hokkien).

Hanzi

汉字

(简体)

Pinyin

拼音

(cifra-tono)

Primo medio cinese

(Baxter, 2011)

中古汉语

Dialetto

cantonese

广东话

Jyutping

粤拼

>Palatalizz.?

*Bilabiale>/f/?

*ny>/ʐ/?

*mj- caduto?

-ng?

*-m?

*-p/t/k?

>/ɨ/?

>/ɤ/?

>/y/, /ɥ/?

*oj>ai?

*-ea?

*-ae?

*-+?

R.K.?

康熙

部首

ai1 'oj oi1 *oj>ai
ai1 'oj aai1, oi1 *oj>ai
ai4 ngajH ngaai6
ai4 'ojH oi3 *oj>ai
an1 'an
an4 'anH
an4 nganH ngon6
an4 'anH
an4 'omH am3 *-m
ao2 ngaw ngou4
ao2 'awH
ao4 'awH
ao4 ngaw(H) ngou6
ba1 pae *-ae
ba1 peat baat3 *-t *-ea V
ba2 bat, beat bat6 *-t *-ea
ba3 paeX
bai2 baek baak6 *-k *-ae V
bai3 paek baak3 *-k *-ae
bai3; bo2 paek paak3 *-k *-ae
bai4 baejH, paejH *-ae
bai4 peajH *-ea
ban1 paen baan1 *-ae
ban1 pan
ban1 pan
ban3 baenX,

pjonX

*-ae
ban3 paenX *-ae
ban4 banX
ban4 beanH *-ea
ban4 bjun(X)
ban4 panH
bang4 bangH -ng
bang4 paengH -ng *-ae
bang1 paewng -ng *-ae
bao1 paew *-ae
bao1 paew, phaew *-ae
bao2 baewk *-ae
bao3 paewX *-ae
bao3 pawX
bao4 paewH *-ae
bao4 pawH
bei1 pij
bei1 pje
bei1 pjie
bei1 pwoj
bei3 pok bak1
bei4 bijH
bei4 bjeH
bei4 bwojH
bei4 bwojX
bei4 pajH V
ben1 pwon
ben3 pwonX
beng1 pong -ng
bi1 pik bik1 *-k
bi2 bjijH V
bi3 pit bat1 *-t
bi3 pjeX
bi3 pjijH, pjijX V
bi3 pjijX
bi4 pejH
bi4 pek bik1 *-k
bi4 pjieH
bi4 pjij(H)
bi4 pjit bit1 *-t
bian1, bian5 pen
bian1 pen
bian3 pjaemX bin2 (irreg.)

(Hakka: pién)

*-m *-ae
bian4 benX
bian4 bjenX
bian4 bjenX
便 bian4 bjienX
bian1 pen
bian4 penH
bian4 pjenH
biao1 pjiew
biao3 pjewX
bie2 bjet, pjet bit6 *-t
bin1 pin
bing1 ping -ng V
bing1 pjaeng -ng *-ae
bing1, bing4 pjieng -ng
bing3 pjaengX -ng *-ae
bing3 pjaengX -ng *-ae
bing3 pjiengX -ng
bing4 pjiengH -ng
bo1 pa
bo1 pat but6 *-t
bo2 bak bok6 *-k
bo2 paek baak3 *-k *-ae
bo2 pak bok3 *-k
bo1 paH
bu3 puwk baak6 *-k V
bu4 buH
bu4 buwX
bu4 phuH
bu4

(+sandhi)

pjuw
bu4 puH
cai1 tshoj caai1 (irreg.) *oj>ai
cai2 dzoj coi4 *oj>ai
cai2 dzoj coi4 *oj>ai
cai2 dzoj coi4 *oj>ai
cai3 tshojX coi2 *oj>ai
cai2 dzoj coi4 *oj>ai
cai3 tshojX coi2 *oj>ai
cai4 tshojH coi3 *oj>ai
can1 tshan
can1 tshom caam1 *-m
can2 dzan
can3 tshomX caam2 *-m
cang1 tshang -ng
cao1 tshawH,

tshawX

cao2 dzaw
草 (艸) cao3 tshawX V
册 (冊) ce4 tsrheak caak3 *-k >/ɤ/ *-ea
ce4 tsrheak caak3 *-k >/ɤ/ *-ea
ce4 tsrhiH ci3 >/ɤ/
ce4 tsrik zak1 *-k >/ɤ/
ce4 tsrhik caak1 *-k >/ɤ/
曾 (曽) ceng2 dzong -ng
ceng2 dzong -ng
cha2 drae *-ae
cha2 dzrea *-ea
cha2 tsrheat caat3 *-t *-ea
chai1 tsrhae,

tsha

*-ae
chai2 dzrea *-ea
chai2 dzreaj *-ea
chan3 sreanX *-ea
chan3 tsyhenX
chang1 tsyhang -ng
chang2 drjang -ng
chang2 dzyang -ng
chang4 trhjangH -ng V
chang4 tsyhangH -ng
chang4 tsyhangH -ng
chao1 trhjew
chao2 drjew
chao2 drjew
cao2 dzraew
chao3 tsrhaewX *-ae
che1 tsyhae ce1 >/ɤ/ *-ae V
che1 drjet, trhjet cit3 *-t >/ɤ/
che4 drjet, trhjet cit3 *-t >/ɤ/
chen2 drin
chen2 dzyin V
chen2 dzyin
chen2 zyin V
cheng2 drjeng -ng
cheng2 dzyeng -ng
cheng2 dzyeng -ng
cheng2 dzyeng -ng
cheng2 dzying -ng
cheng2 zying -ng
chi1 kj+t *-t >/ɨ/ *-+
chi2 dri >/ɨ/
chi2 drje >/ɨ/
chi3 tsyhek cek3 *-k >/ɨ/
chi3 tsyheX >/ɨ/
齿 chi3 tsyhiX >/ɨ/
chi4 syeH >/ɨ/
chi4 tshjek, tsyhek cek3 *-k >/ɨ/ V
chong1 tsyhuwng -ng
chong2 drjowng -ng
chong2 drjuwng -ng V
chou1 trhjuw
chou2 drjuw
chou5 dzyuw
chou3 trhjuwX
chou4 tsyhuwH
chu1 tsrhjo
chu1 tsyhwit ceot1 *-t
chu2 drjo
chu2 drju
chu2 dzrjo
chu3 tsrhjoX
穿 chuan1 tsyhwen
川 (巛) chuan1 tsyhwen V
chuan2 zywen
chuan3 tsyhwenX
窗 (囪) chuang1 tsrhaewng -ng *-ae
chuang2 dzrjang -ng
吹 (龡) chui1 tsyhwe
chun1 tsyhwin
chun3 tsyhwinX
chuo4 trhjaek coek3 *-k *-ae V
chuo4 trjwet zyut3 *-t
ci2 dzi >/ɨ/
ci2 tshje >/ɨ/
ci2 ziH >/ɨ/
ci2 zi >/ɨ/
ci3 tshjeX >/ɨ/
ci4 tshijH >/ɨ/
ci4 tshjeH,

tshjek

ci3, cik3, cek3 *-k >/ɨ/
聪 (聰) cong1 tshuwng -ng
cong1 tshuwng -ng
cong2 dzjowng -ng
cu1 dzuX,

tshu

cu4 dzak (= 酢 zuo4)

(Li Rong: /t͡sʰoH/)

(Wang Li: /t͡sʰuH/)

cou3

(zok6 se è
= 酢 zuo4)

(*-k)
cu4 tshjowk cuk1 *-k
cui1 tshwoj
cun2 dzwon
cun4 tshwonH V
cuo4 tshak co3, cok3 *-k
da2 top daap3 *-p
da2 dat daat6 *-t
dai4, da4 dajH,

daH

daai6 (unica) V
dai4 dojH doi6 *oj>ai
Dai4 dojH doi6 *oj>ai
dai4 dojH doi2 *oj>ai
dai4 dojX doi6 *oj>ai
dai4 dojH doi6 *oj>ai
dai4 tajH
dai4 thojH taai3 (irreg.)

(Hakka: toi4)

*oj>ai
dai4 tojH daai3 (irreg.) *oj>ai
dan1 tan
dan1 tan
dan1 tom(X) daam1 *-m
dan4 damH taam5 *-m
dan4 danX
dan4 tanH
dang1 tang -ng
dang4 tangH -ng
dao1 taw V
dao2 dawH
dao3 tawX
dao3 tawX
dao4 tawH
dao4 dawX
de2 tok dak1 *-k >/ɤ/
de2 tok dak1 *-k >/ɤ/
deng1 tong -ng
deng1 tong -ng
deng3 tongX -ng
di1 tej
di3 tejX
di4 dejH,

dejX

di4 dijH
di4 tejH
di4 tek dik1 *-k
dian3 temX dim2 *-m
dian3 tenX
dian4 denH
dian4 denH V
殿 dian4 denH
dian4 temH dim3 *-m
diao1 tew
diao1 tew
diao4 dewH,

dewX

diao4 tewH
die1 det dit3 *-t
die2 dep dip6 *-p
ding1 teng -ng
ding3 tengX -ng
ding3 tengX -ng V
ding4 dengH,

tengH

-ng
dong1 towng -ng
dong1 tuwng -ng
dong4 duwngH -ng
dong4 duwngX -ng
dong4 tuwngH -ng
dong4 tuwngH -ng
dou3 tuwX, tuwH V
dou4 duwH V
du1 tu
du2 dowk duk6 *-k
du2 duwk duk6 *-k
du2 duwk duk6 *-k
du3 tuX
du4 duH
du4 duX
du4 tuH
duan1 twan
duan3 twanX
duan4 dwanH, twanH
duan4 twanH, twanX
dui1 twoj
兑 (兌) dui4 dwajH, thwajH
dui4 twojH
dun1 dzwon
dun4 dwonX
dun4 twonH
duo1 ta
duo3 twaX
e4 nga ngo4 >/ɤ/
e4 nga ngo4 >/ɤ/
e4 nga ngo4 >/ɤ/
e4 ngaek ngaak6 *-k >/ɤ/ *-ae
e4 'ak ok3 *-k >/ɤ/
e4 'eak ak1, aak1 *-k >/ɤ/ *-ea
饿 e4 ngaH ngo6 >/ɤ/
e4 ngak ngok6 *-k >/ɤ/
en1 'on
er2, -r nye (Min Dong: niè)

(Wu: nyi (T3))

*ny→ER V
er2 nyi (Taishan: ngei4

/ᵑɡei²¹/)

*ny→ER V
er3 nyeX, nejX (Hakka: ngì

/ɲi¹¹/)

(Hokkien: ní)

*ny→ER
er3 nyiX (Wu: nyi)

(Hakka: ngí)

*ny→ER V
er4 nyijH (Hakka: ngi)

(Wu: nyi (T3))

*ny→ER V
fa1 pjot faat3 bilabiale>/f/ *-t
fa2 bjop fat6 bilabiale>/f/ *-p
fa2 bjot fat6 bilabiale>/f/ *-t
fa3 bjot fat6 bilabiale>/f/ *-t
fa3 pjop faat3 bilabiale>/f/ *-p
发 (髮) fa4 pjot faat3 bilabiale>/f/ *-t
fan1 bjom faan4 (irreg.)

(Hakka: fàm)

bilabiale>/f/ *-m
fan1 phjon bilabiale>/f/
fan1 phjon bilabiale>/f/
fan2 bjom faan4 (irreg.)

(Hakka: fàm)

bilabiale>/f/ *-m
fan2 bjon bilabiale>/f/
fan3 bjon bilabiale>/f/
fan3 pjonX bilabiale>/f/
fan3 pjonX bilabiale>/f/
fan4 bjomH faan3 (irreg.)

(Hakka: fam)

bilabiale>/f/ *-m
fan4 bjomX faan6 (irreg.)

(Hakka: fam)

bilabiale>/f/ *-m
fan4 bjonH, bjonX bilabiale>/f/
fan4 phjomH faan3 (irreg.)

(Hakka: fam)

bilabiale>/f/ *-m
fan4 pjonH bilabiale>/f/
fang1 pjang bilabiale>/f/ -ng V
fang1 bjang bilabiale>/f/ -ng
fang1 phjang bilabiale>/f/ -ng
fang1 pjang bilabiale>/f/ -ng V
fang2 bjang bilabiale>/f/ -ng
fang2 bjang bilabiale>/f/ -ng
fang4 pjangX bilabiale>/f/ -ng
fei1 phj+j bilabiale>/f/ *-+
fei1 pj+j bilabiale>/f/ *-+ V
fei1 pj+j bilabiale>/f/ *-+ V
fei2 bj+j bilabiale>/f/ *-+
fei4 bajH bilabiale>/f/
fei4 bjojH bilabiale>/f/
fei4 pj+jH bilabiale>/f/ *-+
fei4 pjojH fai3 bilabiale>/f/
fen1 bjun bilabiale>/f/
fen2 phjun bilabiale>/f/
fen1 pjun bilabiale>/f/
fen3 pjunX bilabiale>/f/
feng1 phjowng bilabiale>/f/ -ng
feng1 phjowng bilabiale>/f/ -ng
feng1 pjowng bilabiale>/f/ -ng
feng1 pjuwng bilabiale>/f/ -ng V
feng5 bjowng,

bjowngH

bilabiale>/f/ -ng
feng4 bjuwngH bilabiale>/f/ -ng
fou3 pjuwX bilabiale>/f/
fou3 pjuwX bilabiale>/f/ V
fu1, fu5 pju bilabiale>/f/
fu5 bju bilabiale>/f/
fu2 bjut, pjut fat1 bilabiale>/f/ *-t
fu2 bjuwH bilabiale>/f/
fu2, fu5 bjuwk bilabiale>/f/ *-k
fu2 phju bilabiale>/f/
fu2 pik, pjuwk fuk1 bilabiale>/f/ *-k
fu2 pjuwk fuk1 bilabiale>/f/ *-k
fu3 bjuX bilabiale>/f/
fu3 bjuX bilabiale>/f/
fu3 pjuX bilabiale>/f/
fu3 pjuX bilabiale>/f/
fu3 pjuX bilabiale>/f/
fu4, fu5 bjuH bilabiale>/f/
fu4 bjuH bilabiale>/f/
fu4 bjuwk fuk1 bilabiale>/f/ *-k
fu4 bjuwX bilabiale>/f/
fu4 bjuwX bilabiale>/f/ V
fu4 bjuX bilabiale>/f/ V
fu4 phjuH bilabiale>/f/
fu4 phjuwH bilabiale>/f/
fu4 pjuH bilabiale>/f/
fu4 pjuH bilabiale>/f/
fu4 pjuwH bilabiale>/f/
ga1 'eajH

(Wang Li: /kæt̚/)

gaa1;

gat1, gaat3

*-ea
gai1 koj goi1 *oj>ai
gai3 kojX goi2 *oj>ai
gai4 kajH
gai4 kojH koi3 *oj>ai
gai4 kojH koi3 *oj>ai
gan1 kam gam1 *-m V
gan1 kan V
竿 gan1 kan
gan3 kamX gam2 *-m
gan3 komX gam2 *-m
Gan4 komH gam3 *-m
gang1 haewng gong1 -ng *-ae
gang1 kang -ng
高 (髙) gao1 kaw V
gao1 kaw
gao1 kaw
gao1 kawH
ge1 ka go1 >/ɤ/
ge1 ka go1 >/ɤ/
ge1 kak gaak3 *-k >/ɤ/
ge1 kwa gwo1 >/ɤ/ V
ge1 kat got3 *-t >/ɤ/
ge1 kop gap3 *-p >/ɤ/
ge2 kaek gaak3 *-k >/ɤ/ *-ae
ge2 (dividere),

li4 (calderone)

keak gaak3, lik6 *-k >/ɤ/ *-ea V
ge2 keak gaak3 *-k >/ɤ/ *-ea
ge4, ge5 kaH go3 >/ɤ/
ge4 kak gok3 *-k >/ɤ/
gen1 kon
geng1 kaeng -ng *-ae
geng4 kaengH -ng *-ae
gong4 kjowngH -ng
gong1 kjowng,

kuwng

-ng
gong1 kjuwng -ng V
gong1 kjuwng -ng
gong1 kuwng -ng V
gong1 kuwng -ng
gong1 kuwng -ng
gong1 kuwng -ng
gong3 kjowngX -ng V
gong4 gjowngH -ng
gong4 kuwngH -ng
gou1 kuw
gou3 kuwX
gu1 ku
gu1 ku
gu3 kuwk guk1 *-k V
gu3 kuX
gu3 kuX
gu3 kwot gwat1 *-t V
gu4 kuH
gu4 kuH
gu4 kuH
gua1 kwae *-ae V
gua1 kwaet gwaat3 *-t *-ae
gua4 kweaH *-ea
gua1 kweaH *-ea
guai1 kweajH *-ea
guai4 kweajH *-ea
guan1 kwaen *-ae
guan1 kwan
guan1 kwan
guan1 kwan
guan3 kwanH
guan3 kwanX
guan4 kwaenH *-ae
guan4 kwanH
guang1 kwang -ng
广 guang3 kwangH,

kwangX

-ng V
gui1 kjwie
gui1 kwej
龟 (龜) gui1 kwij V
gui1 kwoj
gui3 kjw+jX *-+ V
gui4 gwijH
gui1 gjweX,

khjweX

gui4 kjw+jH *-+
gun3 kwonX
guo1 kwak gwok3 *-k
guo2 kwok gwok3 *-k
guo3 khwaX
guo3 kwaX
guo4 kwaH
hai2 hoj haai4, hoi4 *oj>ai
hai3 xojX hoi2 *oj>ai
hai4, hai5 hajH
hai4 hojX hoi6 *oj>ai
han2 han
han2 han
han2 hom haam4 *-m
han2 hom ham4 *-m
han3 xanX
han4 hanH
han4 homH ham6 *-m
Han4 xanH
han4 xanH V
hang2 hang, hangH hang4 -ng V
hao2 haw
hao2 haw
hao3 xawX
hao4 hawH
hao4 xawH
hao4 xawH
he2 ha ho4 >/ɤ/
he2 ha, haX ho4 >/ɤ/
he2 hop hap6 *-p >/ɤ/
he2 hwa wo4 >/ɤ/ V
he2 hwa wo4 >/ɤ/
he4 haH ho6 >/ɤ/
黑 (黒) hei1 xok hak1 *-k V
hen2 hon
hen3 honX
hen4 honH
heng1 xaeng -ng *-ae
heng2 haeng -ng *-ae
heng2 hwaeng -ng *-ae
hong2 huwng -ng
hong2 huwng -ng
hong2 huwng -ng
hong2 hweang -ng *-ea
hou2 huw
hou2 huw
hou4 huwX,

huwH

hou5 huwH
hou4 huwX
hu1 hu
hu1 xwot fat1 *-t
hu2 hu
hu2 hu
hu2 hu
hu2 hu
hu3 xuX V
hu4 huH
户 (戶) hu4 huX V
hua1 xwae *-ae
hua2 hweat waat6 *-t *-ea
hua2 hweat waat6 *-t *-ea
hua4 hwaejH *-ae
hua4 (<hua2) hwae *-ae
hua4 xwaeH *-ae
huan1, huan5 xwan
huan4, hai2 hwaen *-ae
huan4 hwaen *-ae
huan4 hwanH
huang2 hwang -ng
huang2 hwang -ng
hui1 xwoj
hui1 khwoj
hui2 hwoj
hui3 xjweX
hui3 xwojH,

xwojX

hui4, kuai4 hwajH
hui4 hwejH
hun1 xwon
hun1 xwon
hun4 hwonX
huo2, huo5 hwat wut6 *-t
huo3 xwaX V
huo4 hwok waak6 *-k
huo4 xwaH
ji1 kek gik1 velare>palatale *-k
ji1 ki gei1 velare>palatale
ji1 ki gei1 velare>palatale
ji1 kij gei1 velare>palatale
ji1 kij gei1 velare>palatale
ji1 kijX gei1 velare>palatale
ji2 dzip zaap6 alveolare>palatale *-p
ji2 dzjek zik6 alveolare>palatale *-k
ji2 dzijH alveolare>palatale
ji2 gik (> 極),

gjep (> 极)

gik6 (unica) velare>palatale *-p, *-k
ji2 gip kap6 velare>palatale *-p
ji2 kip gap1 velare>palatale *-p
ji2 kip kap1 velare>palatale *-p
ji2 kjit gat1 velare>palatale *-t
ji2 tsik zik1 alveolare>palatale *-k
ji3, gei3 kip kap1 velare>palatale *-p
ji3 kiX gei2 velare>palatale V
几 + 幾 ji3 kj+jX, kijX gei2 (幾),

gei1 (几)

velare>palatale *-+ V
ji4 giH, kiH gei6 velare>palatale
ji4 gjeX gei6 velare>palatale
ji4 kejH gai3 velare>palatale
ji4 kiH gei3 velare>palatale
ji4 kj+jH gei3 velare>palatale *-+
ji4 kjeH gei3 velare>palatale
ji4 kjwijH gwai3 velare>palatale
ji4 tsejH alveolare>palatale
ji4 tsjejH alveolare>palatale
ji4 tsjejH alveolare>palatale
ji4 tsjek zik1 alveolare>palatale *-k
jia1 kae gaa1 velare>palatale *-ae
jia1 kae gaa1 velare>palatale *-ae
jia1 kae gaa1 velare>palatale *-ae
jia1 keap gaap3 velare>palatale *-p *-ea
jia1 kea gaai1 velare>palatale *-ea
jia3 kaep gaap3 velare>palatale *-p *-ae
jia3 kaeX gaa2 velare>palatale *-ae
jia3 kaeH gaa3 velare>palatale *-ae
jia4 kaeH gaa3 velare>palatale *-ae
jia4 kaeH gaa3 velare>palatale *-ae
jian1 ken, hon gin1 velare>palatale
jian1 kaen gaan1 velare>palatale *-ae
jian1 kean gaan1 velare>palatale *-ea
jian1 kean gaan1 velare>palatale *-ea
jian1 kem(H) gim1 velare>palatale *-m
jian1 ken gin1 velare>palatale
jian3 gjemX gim6 velare>palatale *-m
jian3 keamX, heamX gaam2 velare>palatale *-m *-ea
jian3 tsjenX alveolare>palatale
jian4 dzjemX zim6 alveolare>palatale *-m
jian4 gjenX gin6 velare>palatale
jian4 gjonH gin6 velare>palatale
jian4 kaemH gaam1 velare>palatale *-m *-ae
jian4 keanH, kenH gin3 velare>palatale *-ea V
jian3 kjaemH, kjomH gim3 velare>palatale *-m *-ae
jian4 kjon gin3 velare>palatale
jian4 kjonH gin3 velare>palatale
jian4 tsjenH alveolare>palatale
jiang1 kaewng gong1 velare>palatale -ng *-ae
jiang1 kjang goeng1 velare>palatale -ng
jiang1 kjang goeng1 velare>palatale -ng
jiang1 tsjang alveolare>palatale -ng
jiang1 dzjangH alveolare>palatale -ng
jiang3 tsjangX alveolare>palatale -ng
jiang4 kaewngH gong3 velare>palatale -ng *-ae
jiang4 tsjangH alveolare>palatale -ng
jiao1 kaew gaau1 velare>palatale *-ae
jiao1 kaew gaau1 velare>palatale *-ae
jiao1 tsjew alveolare>palatale
jiao1 tsjew alveolare>palatale
jiao3, jue2 kaewk gok3 velare>palatale *-k *-ae
jiao3 kaewX gaau2 velare>palatale *-ae
jiao3 kjak goek3 velare>palatale
jiao4, jue2 kaewH gok3, gaau3 velare>palatale *-ae
jiao4 kewH giu3 velare>palatale
jie1 kea gaai1 velare>palatale *-ea
jie1 tsjep zip3 alveolare>palatale *-p
Jie2 gjet, kjet git6 velare>palatale *-t
jie2 tsjep zit3 alveolare>palatale *-p
jie3 keaX velare>palatale *-ea
jie4 keajH, keat gaai3 velare>palatale *-t *-ea
jie4 keajH gaai3 velare>palatale *-ea
届 (< 屆) jie4 keajH gaai3 velare>palatale *-ea
jie4 tsjaeH, tsjek ze3 alveolare>palatale *-ae
jin1 kim gam1 velare>palatale *-m
jin1 kim gam1 velare>palatale *-m V
jin1 kin gan1 velare>palatale V
jin1 kj+n, kj+nH gan1 velare>palatale *-+ V
jin1 tsin alveolare>palatale
jin3 kimX gam2 velare>palatale *-m
jin3 kjinX gan2 velare>palatale
jin4 gj+nH, gj+nX gan6 velare>palatale *-+
jin4 kimH gam3 velare>palatale *-m
jing1 gjaeng king4 velare>palatale -ng *-ae
jing1 keng ging1 velare>palatale -ng
jing1 kjaeng ging1 velare>palatale -ng *-ae
jing1 tsjeng alveolare>palatale -ng
jing3 kjaengX ging2 velare>palatale -ng *-ae
jing3 kjaengX, kjiengX ging2 velare>palatale -ng *-ae
jing3 tsjengX alveolare>palatale -ng
jing4 dzjengX alveolare>palatale -ng
jing4 kjaengH ging2 velare>palatale -ng *-ae
jing4 kjaengH geng3 velare>palatale -ng *-ae
jiong3 kjwaengX gwing2 velare>palatale -ng *-ae
jiu1 kjuwH gau3 velare>palatale
jiu3 kjuwH, kjuwX gau3 velare>palatale
jiu3 kjuwX gau2 velare>palatale
jiu3 kjuwX gau2 velare>palatale
jiu3 kjuwX gau2 velare>palatale V
jiu3 tsjuwX alveolare>palatale
jiu4 dzjuwH alveolare>palatale
jiu4 gjuwX kau5 velare>palatale V
jiu4 kjuwH gau3 velare>palatale
ju1 kjo(H) geoi1 velare>palatale >/y/
ju2 gjowk guk6 velare>palatale *-k >/y/
ju2 kjuwk guk1 velare>palatale *-k >/y/
ju2 kjwit gat1 velare>palatale *-t >/y/
ju3 kjoX geoi2 velare>palatale >/y/
ju4 dzjuH, dzjuX alveolare>palatale >/y/
ju4 gjoX geoi6 velare>palatale >/y/
ju4 gjoX keoi5 velare>palatale >/y/
ju4 gjuH geoi6 velare>palatale >/y/
ju4 kjoH geoi3 velare>palatale >/y/
ju4 kju keoi1 velare>palatale >/y/
ju4 kjuH geoi3 velare>palatale >/y/
juan3 khjwonX, kjwonX hyun1 velare>palatale >/ɥ/-
juan3 kjwenX gyun2 velare>palatale >/ɥ/-
jue2 dzjwet zyut6 alveolare>palatale *-t >/ɥ/-
jue2 gjut gwat6 velare>palatale >/ɥ/-
jue2, jiao4 kaewk gaau3, gok3 velare>palatale *-k >/ɥ/- *-ae
jue2 tsjak zoek3 alveolare>palatale *-k >/ɥ/-
jun1 kjun gwan1 velare>palatale >/y/
jun1 kjun gwan1 velare>palatale >/y/
jun1 kjwin gwan1 velare>palatale >/y/
jun1 gwinX kwan2 velare>palatale >/y/
jun4 swinH alveolare>palatale >/y/
kai1 khoj, khojX hoi1 *oj>ai
kai3 khojX hoi2 *oj>ai
kan4 khan
kan4 khom ham1 *-m
kan3 khomX ham1 *-m
kan4 khanH
kang1 khang -ng
kang3 khangX -ng
kang4 khangH -ng
kao3 khawX
kao3 khawX
ke3 khat hot3 *-t >/ɤ/
ke3 khaX ho2 >/ɤ/
ke4 khaek haak3 *-k >/ɤ/
ke4 khok hak1 *-k >/ɤ/
ke4 khok hak1 *-k >/ɤ/
ke4 khwaH fo3 >/ɤ/
ken3 khongX -ng
kong1 khuwng -ng
kong3 khjowngX -ng
kong3 khuwngX -ng
kong4 khaewngH,

khuwngH

-ng *-ae
kou3 khuwX V
kou4 khuwH
ku1 khuwk huk1 *-k
ku3 khuX
ku4 khowk huk6 *-k
kua1 khwae *-ae
kua4 khwaeH *-ae
kuai4 khwojH,

khwaejH

*-ae
kuai4 kwajH
kuan1 khwan
kuan3 khwanX
kuang1 khjwang -ng
kuang2 gjwang -ng
kuang4 xjwangH,

xjwangX

-ng
kui2 gjwij
kui4 hwojH
kun1 kwon
kuo4 kwat kut3 *-t
la1 lop laai1, laap6 *-p
la4 lat laat6 *-t
lai2 loj loi4 *oj>ai
lai2 loj loi4 *oj>ai
lan2 lam laam4 *-m
lan2 lam laam4 *-m
lang4 langH -ng
lang2 lang -ng
lang3 lang -ng
lang2 lang -ng
lao2 law
lao3 lawX V
lao4 (>lao2) lawH
le4 lak lok6 *-k >/ɤ/
lei4 ljweH
lei2 lwoj
lei4 lwijX,

lwojH

leng3 lengX -ng
li2 lej
li2 lje
li3 lejX
li3, li5 liX V
li3 liX
li3 liX
li4 lejH
li4 lejH, ljeH
li4 lijH
li4 lik lik6 *-k V
li4 lip laap6 *-p V
li4 lip lap1 *-p
li4 lip lap1 *-p
li4 lit leot6 *-t
li4 ljejH
lian2 ljem lim4 *-m
lian2 ljen
lian2 ljen
liang2 ljang -ng
liang2 ljang -ng
liang22 ljang -ng
liang5 ljang -ng
liang2 ljang -ng
liang3 ljangX -ng
liang4 ljangH -ng
liang5 ljangH -ng
liao2 lew
liao4 lewH
lie4 ljet lit6 *-t
lie4 ljet lit6 *-t
lin2 lim lam4 *-m
lin2 lim lam4 *-m
lin2 lim lam4 *-m
lin2 lin
lin2 lin
ling2 leng -ng
ling2 leng -ng
ling2 leng -ng
ling2 ling -ng
ling4 ljengH -ng
liu2 ljuw
liu2 ljuw
liu2 ljuw,
liu2 ljuw
liu3 ljuwX
liu4 ljuwk luk6 *-k
long2 ljowng -ng V
long2 ljowng -ng
long2 ljuwng -ng
long2 luwng -ng
lou2 luw
lou4 luwH
lu2 ljo
Lu3 luX
lu3 luX >/y/ V
吕 (呂) lv3 ljoX >/y/
lv3 ljoX >/y/
lu4 luH
鹿 lu4 luwk luk6 *-k V
绿 lv4 ljowk luk6 *-k >/y/
lv4 lwit leot6 *-t >/y/
lv4 lwit leot6 *-t >/y/
luan3 lwanX
luan4 lwanH
lve4 ljak loek6 *-k >/y/
lun2 lwin
lun2 lwon
luo2 la
luo2 la
Luo4 lak lok3 *-k
luo4 lak lok6 *-k
luo4 lak lok3 *-k
ma2 mae *-ae V
ma3 maeX *-ae V
ma4 maeH, maeX *-ae
mai2 meaj *-ea
mai3 meaX *-ea
mai4 meaH *-ea
mai4 maejH *-ae
mai4 meak mak6 *-k *-ea
mai4 meak mak6 *-k *-ea V
man4 maenH *-ae
man4 maenH, manH *-ae
man4 manH, mjonH
mang2 maeng -ng *-ae
mang2 mang,

mjang

-ng
mang4 mang -ng
mao1 maew, mjew *-ae
mao2 maew *-ae
mao2 maw V
mao2 mjuw, muw
mao3 maewX *-ae
mao4 maewH *-ae
mao4 mawH, mok mou6, mak6 *-k
mao4 mjuwH
mei2 mij, mj+jX *-+
mei2 mwoj
mei2 mwoj
mei2 mwoj
mei2 mwoj
mei3 mijX
每 (毎) mei3 mwoj(H), mwojX
mei4 mwojH
men1 mwon
men2 mwon V
meng2 meang -ng *-ea
meng3 muwng -ng
Meng4 maengH -ng *-ae
meng4 mjuwngH -ng
mi2 mej
mi3 mejX V
mi4 mit mat6 *-t
mi4 mjit mat6 *-t
mian2 men
mian3 mjenX, mjunH
mian4 mjienH V
miao2 mjew
miao4 mjewH
miao4 mjiewH
mie4 mjiet mit6 *-t
min2 mjin
min3 minX
min3, ming3 mjaengX ming5 *-ae V
Min3 mjun
ming2 mjaeng -ng *-ae
ming2 mjaeng -ng *-ae
ming2 mjieng -ng
ming4 mjaengH -ng *-ae
mo2 ma
mo2 ma
mo2 mu
mo4 maek, mak mak6 *-k *-ae
mo4 maek mok6 *-k *-ae
mo4 majH, mat mut6 *-t
mo4 mak mok6 *-k
mo4 mat mut6 *-t
mo4 mok mak6 *-k
mo4, mei2 mwot mut6 *-t
mo4 mok mak6 *-k
mou2 mjuw
牟 (> 哞) mou2

(> mou1)

mjuw
mou3 muwX
mu3 muwX V
mu3 muwX
mu4 mjuwk muk6 *-k V
mu3 muwX
mu4 mak mou6 *-k
mu4 muH
mu4 muwk muk6 *-k V
nai3 nojX naai5 (irreg.) *oj>ai
nai4 najH
nai4 nojH noi6 *oj>ai
nan2 nom naam4 *-m
nan2 nom naam4 *-m
nan2 nan
nang2 nang -ng
nao3 nawX
nei4 nwojH
neng2 nong, noj -ng
ni2 nej
ni2 nejH, nrij
nian2 nen
nian4 nemH nim6 *-m
niao3 tewX V
ning2 neng -ng
niu2 ngjuw V
nong2 nowng -ng
nong2 nrjowng, nuwng -ng
nong4 luwngH -ng
nu4 nu
nv3 nrjoX >/y/ V
nve4 ngjak joek6 *-k >/ɥ/-
nuo4 nak nok6 *-k
ou1 'uw
ou3 nguwH, nguwX
pa2 bae
pa4 phaeH, phaek paa3 (unica) *-k *-ae
pai1 phaek paak3 *-k *-ae
pai2 beaj *-ea
pan4 phanH
pan4 pheanH *-ea
pang2 bang -ng
pao2 baew
pao2 baw
pei2 bwoj
pei2 bwoj
pei4 bwojH
pei4 phwojH
pen2 bwon
peng2 bong -ng
pi1 bet, phej pai1 (unica) *-t
pi1 bje
pi1 phjit pat1 *-t
pian1 phjien
pian1 phjien
pian4 phenH V
piao1 phjiew
piao4 phjiew
pin2 bin
pin2 bjin
pin3 phimX ban2 (irreg.) *-m
pin4, ping4 pjiengH ping3 -ng
ping2 bjaeng, ben -ng *-ae
ping2 beng -ng
ping2 beng -ng
ping2 beng -ng
ping2 bing -ng
po4 paek bik1 *-k *-ae
po1 ba
po4 phaH
pou1 phuwX
pu1 phuwH,

phjuH, phjuwH,

bok

puk1, buk6 *-k
pu3 phuX
qi1 gi kei4 velare>palatale
qi1 tshej alveolare>palatale
qi5 tshek cik1 alveolare>palatale *-k
qi1 tshit cat1 alveolare>palatale *-t V??
qi2 gi kei4 velare>palatale
qi2 gi kei4 velare>palatale
qi2 gi kei4 velare>palatale
qi2 gi kei4 velare>palatale
qi2 gje kei4 velare>palatale
qi2 gje ke4 velare>palatale
qi2 gje kei4 velare>palatale
qi3 khejX kai2 velare>palatale
qi3 khiX hei2 velare>palatale
qi3 khj+t hat1 velare>palatale *-t *-+
qi3 khjieH, khjieX kei5, kei2 velare>palatale
qi4 khijH hei3 velare>palatale
qi4 khj+jH hei3 velare>palatale *-+ V
qi4 xj+t ngat6, hat1 velare>palatale *-t *-+
qi4 khip jap1 (irreg.)

(Hokkien: khip)

velare>palatale *-p
qian1 tshen alveolare>palatale
qian1 ywen jyun4
qian2 dzen alveolare>palatale
qian4 kheamH,

kheamX,

khem(X)

hip3, him3 velare>palatale *-m *-ea
qian4 khjaemH,

khjomH

him3 velare>palatale *-m *-ae V
qiang2 dzjang alveolare>palatale -ng
qiang2 gjang koeng4 velare>palatale -ng
qiang1 tshjang alveolare>palatale -ng
qiao2 kjewH, kjewX kiu4 velare>palatale
qiao3 khaewH,

khaewX

haau2 velare>palatale *-ae
qiao1 khaew(H) haau1 velare>palatale *-ae
qie2 gja ke2 velare>palatale
qie3 tshjaeX alveolare>palatale *-ae
qie4 tshet cit3 alveolare>palatale *-t
qin2 gim kam4 velare>palatale *-m
qin1 tshin alveolare>palatale
Qin2 dzin alveolare>palatale
qin2 gj+n kan4 velare>palatale *-+
qin2 gj+n kan4 velare>palatale *-+
qin3 tshimX cam2 alveolare>palatale *-m
qing1 khjieng(H) hing1 velare>palatale -ng
qing1 tsheng alveolare>palatale -ng
qing1 tshjeng alveolare>palatale -ng
qing2 dzjeng alveolare>palatale -ng
qing2 dzjeng alveolare>palatale -ng
qing3 tshjengX alveolare>palatale -ng
qiong2 gjuwng kung4 velare>palatale -ng
qiu1 khjuw jau1 (irreg.)

(Hokkien: khiu)

velare>palatale
qiu1 tshjuw alveolare>palatale
qiu2 dzjuw alveolare>palatale
qiu2 gjuw kau4 velare>palatale
qiu2 gjuw kau4 velare>palatale
qiu2 zjuw alveolare>palatale
qu1 khjowk kuk1 velare>palatale *-k >/y/
qu1 khju keoi1 velare>palatale >/y/
qu1 khjut wat1 (irreg.)

(Hokkien: khut)

velare>palatale *-t >/y/
qu2 gjo keoi4 velare>palatale >/y/
qu3 khjowk kuk1 velare>palatale *-k >/y/
qu3 tshjuX alveolare>palatale >/y/
qu4 khjoH, khjoX heoi3 velare>palatale >/y/
qu4 tshjuH alveolare>palatale >/y/
quan2 dzjwen alveolare>palatale >/ɥ/-
quan2 gjwen kyun4 velare>palatale >/ɥ/-
quan3 khwenX hyun2 velare>palatale >/ɥ/- V
quan4 khjwonH gyun3 velare>palatale >/ɥ/-
quan2 gjwen kyun4 velare>palatale >/ɥ/-
que1 khjwiet, khwet kyut3 velare>palatale *-t >/ɥ/-
que4 khaewk kok3 velare>palatale *-k >/ɥ/- *-ae
que4 khjak koek3 velare>palatale *-k >/ɥ/-
qun1 khwin kwan1 velare>palatale >/y/
qun2 gjun kwan4 velare>palatale >/y/
ran2 nyen *ny>/ʐ/
ran2 nyen *ny>/ʐ/
ran3 nyemH, nyemX jim5

(Hokkien: ní)

*ny>/ʐ/ *-m
冄 (in 那),

poi confuso

con 冉

ran3 nyemX jim5 ()

(Hakka: ngiâm

/ɲi̯am²⁴/)

*ny>/ʐ/ *-m
rang3 nyang(H) *ny>/ʐ/ -ng
rang4 nyangH (Hakka: ngiong

/ɲi̯oŋ⁵⁵/)

*ny>/ʐ/ -ng
rao2 nyewX (Min Bei: niǎu) *ny>/ʐ/
re4 nyet jit6

(Hakka: ngie̍t)

*ny>/ʐ/ *-t >/ɤ/
ren2 nyin (Hakka: ngìn) *ny>/ʐ/ V
ren2 nyin *ny>/ʐ/
ren3 nyinX (Hakka: ngiûn) *ny>/ʐ/
ren4 nyimH jam6

(Hakka: ngim)

*ny>/ʐ/ *-m
reng1 nying *ny>/ʐ/ -ng
reng2 nying (Wu: nyin (T3))

(/n̠ʲɪɲ²³/)

*ny>/ʐ/ -ng
ri4 nyit jat6

(Hakka: ngit)

*ny>/ʐ/ *-t >/ɨ/ V
rong2 hjwaeng -ng *-ae
rong2 yowng -ng
rong2 yuwng -ng
{{{2}}} rou4 nyuwk, nyuwH juk6

(Hakka: ngiuk)

*ny>/ʐ/ *-k V
ru2 nyo (Taishan: ngui3) *ny>/ʐ/
ru2 nyu *ny>/ʐ/
ru2 nyoX (Min Dong: nṳ̄) *ny>/ʐ/
ru3 nyuX (Min Dong: nĕng) *ny>/ʐ/
ru4 nyip jap6

(Hakka: ngi̍p)

*ny>/ʐ/ *-p V
ruan3 nywenX (Min Bei: nṳ̌ing)

(Hakka: ngiôn)

*ny>/ʐ/
rui4 dzyweH
run4 nywinH (Min Bei: nē̤ng) *ny>/ʐ/
ruo4 nyak joek6

(Hakka: ngiâ)

*ny>/ʐ/ *-k
ruo4 nyak joek6

(Hakka: ngio̍k)

*ny>/ʐ/ *-k
sa3 sreajX *-ea
san1 sam(H) saam1 *-m
san4 san(H)
sang1 sang -ng
sang1 sang -ng
sang1 sangH -ng
sao1 saw
sao3 sawX
sao3 sawH, sawX
se4 sok coi3, sak1 *-k >/ɤ/
se4 srik sik1 *-k >/ɤ/ V
sen1 srim sam1 *-m
sha1 srae *-ae
sha1 srae *-ae
sha1 sreat saat3 *-t *-ea
shan1 sraen *-ae
shan1 srean *-ea V
shan4 dzyenX
shan1 syenH
shang1 syang -ng
shang4 dzyangH -ng
shang4 dzyangH,

dzyangX

-ng
shao1 sew
shao2 dzyak soek3 *-k
shao3 syewX
shao4 dzyewX
she1 syae ce1, se1 >/ɤ/ *-ae
she2 zyae se4 >/ɤ/ *-ae
she2 zyet sit3 *-t >/ɤ/ V
she3 syaeX se2 >/ɤ/ *-ae
she4 dzyaeX se5 >/ɤ/
she4 dzyek, zyaeH se6 *-k >/ɤ/
she4 dzyep sip3 *-p >/ɤ/
she4 syaeH se3 >/ɤ/ *-ae
she4 syet cit3 (irreg.)

(Hokkien: siat)

*-t >/ɤ/
shen1 syim(H) sam1 *-m
shen1 syin
shen1 syin V
shen2 zyin
shen3 syimX sam2 *-m
shen4 dzyimH, dzyimX sam6 *-m
shen4 dzyinX
sheng1 sraeng -ng *-ae V
sheng1 sraeng -ng *-ae
sheng1 sraeng -ng *-ae
sheng1 syeng -ng V
sheng1 sying -ng
sheng4 dzyengH -ng
shi1 srij >/ɨ/
shi1 sye >/ɨ/
shi1 syj >/ɨ/
shi1 srij >/ɨ/
shi1 syij >/ɨ/ V
shi1 syit sat1 *-t >/ɨ/
shi2 dzyek >/ɨ/ V
shi2 dzyi >/ɨ/
shi2 dzyip sap6 *-p >/ɨ/ V
shi5 dzyip sap6 *-p >/ɨ/
shi2 zyik sik6 *-k >/ɨ/ V
使 shi3 sriH, sriX >/ɨ/
shi3 sriX >/ɨ/
shi3 syeX >/ɨ/ V
shi3 syijX >/ɨ/
shi3 syij(X) >/ɨ/ V
shi3 syiX >/ɨ/
shi4 dzriH >/ɨ/
shi4 dzrijX >/ɨ/
shi4 dzriX >/ɨ/ V
shi4 dzyejH >/ɨ/
shi4 dzyeX >/ɨ/
shi4 dzyeX >/ɨ/ V
shi4 dzyiH >/ɨ/
shi4 dzyijH, dzyijX >/ɨ/
shi4 dzyiX >/ɨ/
shi4 syejH >/ɨ/
shi4 syejH >/ɨ/
shi4 syek sik1 *-k >/ɨ/
shi4 syiH >/ɨ/
shi4 syik sik1 *-k >/ɨ/
shi4 syik sik1 *-k >/ɨ/
shi4 syit sat1 *-t >/ɨ/
shi4 zyijH >/ɨ/ V
shou1 syuw
shou3 syuwH V
shou3 syuwX
shou4 dzyuwH
shou4 dzyuwH
shou4 dzyuwX
shou4 srjuwH
shu1 dzyu V
shu3, pi3 (=匹) srjo so1, pat1 V
shu1 srjo
shu1 srjo
shu1 syo
shu1 syo
shu1 syu
shu1 syuwk suk1 *-k
shu2 dzyuwk suk6 *-k
shu3 syoX
shu3 syoX V
shu4 dzyuH
shu4 syowk cuk1 (irreg.)

(Hakka: suk/sok)

*-k
shu4 zywit seot6 *-t
shu4 zywit seot6 *-t
shua1 srjwet, srwaet caat3 *-t *-ae
shua1 srwij
shuai4 srwijH
shuang1 sraewng -ng *-ae
shuang1 srjang -ng
shei2, shui2 dzywij
shui3 sywijX V
shui4 dzyweH
shui4 sywejH
Shun4 sywinH
shun4 sywinH
shun4 zywinH
shuo1 sywet seoi3 *-t
shuo4 dzyek sek6 *-k
si1 si >/ɨ/
si1, si5 si >/ɨ/
si1 si >/ɨ/
si1 sij >/ɨ/
si1 sje(H) >/ɨ/
si3 sijX >/ɨ/
si4 sijH >/ɨ/
si4 ziH >/ɨ/
si4 ziX >/ɨ/
song1 zjowng -ng
song4 sowngH -ng
song4 suwngH -ng
sou1 srjuw
su2 zjowk zuk6 *-k
su4 sjuwk suk1 *-k
宿 su4 sjuwk suk1, sau3 *-k
su4 suH
su4 suwk cuk1 (irreg.)

(Hakka: suk)

*-k
suan1 swan
suan4 swanH, swanX
suan4 swanH
sui1 swij
sui1 swij
Sui2 sjweH, zjwe,

xjwieH

sui4 sjwejH
sui2 zwijH
sun1 swon
suo1 srjuwk suk1 *-k
suo3 sak, sraek saak3, sok3 *-k *-ae
suo3 srjoX, xjoX
ta1 tha
ta1 tha
tai1 thoj toi1 *oj>ai
tai2 doj, thoj toi4 *oj>ai
Tai4 thajH
tan2 dam taam4 *-m
tan2 dan
tan2 dam taam4 *-m
tan3 thanX
tang1 thang -ng
tang2 dang -ng
tang2 dang -ng
tao2 daw
tao4 daw
tao4 daw
tao3 thawX
te4 dok dak6 *-k >/ɤ/
teng2 dong -ng
ti1 thej
ti2 dej
ti2 dej
ti2 dej
ti4 thejH, thejX
ti2 thejH
tian1 then
tian2 dem tim4 *-m
tian2 den(H) V
tian2 den(X)
tiao2 dew
tie1 thep tip3 *-p
tie1 thet tit3 *-t
ting1 theng -ng
ting2 deng -ng
ting2 deng -ng
ting2 deng(H) -ng
ting2 deng -ng
ting3 dengX, thengX -ng
ting3 dengX -ng
tong1 thuwng -ng
tong1 thuwng -ng
tong2 duwng -ng
tong2 duwng -ng
tong2 duwng -ng
tong3 thowngH -ng
tong3 thuwngX -ng
tong4 thuwngH -ng
tou1 thuw
tou2 duw
tu1 dwot dat6 *-t
tu2 du
tu2 du
tu3 thuX, duX V
tu3 thuX
tu4 thuH
tu4 thuH
tuan2 dwan
tui1 thwoj, tsyhwij
tui3 thwojX
退 tui4 thwojH
tun1 then, thon
wa1 hwae, hwea,

'wae, 'wea,

*-ea

*-ae

wa3 ngwaeX ngaa5 *-ae V
wai4 ngwajH ngoi6 (irreg.)

(Min Bei: nguōi)

wan hwan
wan2 hwan
wan3 mjonX maan5 *mj- caduto
wan4 mjonH maan6 *mj- caduto
wang1 'wang -ng
wang2 hjwang -ng
wang2 mjang mong4 *mj- caduto -ng
wang4 mjangH mong4 *mj- caduto -ng
wang3 hjwangX -ng
wang3 mjangX mong5 *mj- caduto -ng V
wang4 mjangH mong6 *mj- caduto -ng
wei1 'jw+j *-+
wei1 mj+j mei4 *mj- caduto *-+
wei1 ngjwe ngai4
wei2 hjw+j *-+ V
wei2 hjw+j *-+
wei2 hjw+j *-+
wei2 hjwe
Wei4 ngjw+jH ngai6 *-+
wei2 ywij
wei3 'jweX
wei3 mj+jX mei5 *mj- caduto *-+
wei4 hjw+jH *-+
wei4 hjw+jH *-+
wei4 hjweH
wei4 hwijH
wei4 'jw+jH *-+
wei4 mj+jH mei6 *mj- caduto *-+
wei4 mj+jH mei6 *mj- caduto *-+
wen1 'won
wen2 mjun man4 *mj- caduto
wen2 mjun man4 *mj- caduto V
wen2 mjun man1 *mj- caduto
wen3 mjunX man5 *mj- caduto
wen4 mjunH man6 *mj- caduto
wo3 ngaX ngo5
wo4 'owk juk1 *-k
wo1 'aewk aak1 *-k *-ae
wu1 mju mou4 *mj- caduto
wu1 'u
wu1 'u
wu1 'u
wu2 mju mou4 *mj- caduto
wu2 mju mou4 *mj- caduto V
wu2 ngu ng4
wu2 ngu ng4
wu3 mjuX mou5 *mj- caduto
wu3 mjuX mou5 *mj- caduto
wu3 nguX ng5
wu5 nguX ng5
wu3 nguX ng5
wu4 mjuH mou6 *mj- caduto
wu4 mjut mat6 *mj- caduto *-t
wu4 mjut mat6 *mj- caduto *-t
wu4 nguH ng6
xi1 hej hai4 velare>palatale
西 xi1 sej alveolare>palatale
xi5 sek sik1 alveolare>palatale *-k
xi1, xi5 sik sik1 alveolare>palatale *-k
xi1 sjek sik1 alveolare>palatale *-k
xi1 sjek sik1 alveolare>palatale *-k
xi1 xi hei1 velare>palatale
xi1 xip kap1 (irreg.)

(Hokkien: hip)

velare>palatale *-p
xi1 xj+j hei1 velare>palatale *-+
xi zjek zik6 alveolare>palatale *-k V
xi2 zip zaap6 alveolare>palatale *-p
xi2 zjek zik6 alveolare>palatale *-k
xi3 sejX alveolare>palatale
xi3 xiX hei2 velare>palatale
xi5 kejH hai6 velare>palatale
xia hae haa4 velare>palatale *-ae
xia5 haeH, haeX haa6 velare>palatale *-ae
xia4 haeH haa6 velare>palatale *-ae
xia4 haeX haa6 velare>palatale *-ae
xian1 sen(H) alveolare>palatale
xian1 sjen alveolare>palatale
xian1 sjen alveolare>palatale
xian2 heam haam4 velare>palatale *-m *-ea
xian2 hen jin4 (irreg.)

(Hakka: hièn)

velare>palatale
xian3 xjaemX, xjemX him2 velare>palatale *-m *-ae
xian4 dzjenH, zjenH alveolare>palatale
xian4 heamH haam6 velare>palatale *-m *-ea
xian4 heanX haan6 velare>palatale *-ea
xian4 henH jin6 (irreg.)

(Hakka: hien)

velare>palatale
xiang1 sjang alveolare>palatale -ng
xiang1 sjang alveolare>palatale -ng
xiang1 xjang hoeng1 velare>palatale -ng
xiang1 xjang hoeng1 velare>palatale -ng V
xiang2 zjang alveolare>palatale -ng
xiang2 zjang alveolare>palatale -ng
xiang3 sjangX alveolare>palatale -ng
xiang3 xjangX, xaeng hoeng2 velare>palatale -ng
xiang3 haewngH hong6 velare>palatale -ng *-ae
xiang4 haewngX hong6 velare>palatale -ng *-ae
xiang4 xjangH hoeng2 velare>palatale -ng
xiang4 zjangX alveolare>palatale -ng
xiang4 zjangX alveolare>palatale -ng
xiang4 zjangX alveolare>palatale -ng
xiao1 sjew alveolare>palatale
xiao1 sjew alveolare>palatale
xiao3 sjewX alveolare>palatale V
xiao3 xewX hiu2 velare>palatale
xiao4 haewH gaau3 velare>palatale *-ae
xiao4 haewH haau6 velare>palatale *-ae
xiao sjewH alveolare>palatale
xiao4 sjewH alveolare>palatale
xiao4 xaewH haau3 velare>palatale *-ae
xie2 hea haai4 velare>palatale *-ea
xie2 xjaep hip3 velare>palatale *-p *-ae
xie3 sjaeX alveolare>palatale *-ae
xie4 heaX haai5 velare>palatale *-ea
xie4 sjet sit3 alveolare>palatale *-t
xie4 zjaeH alveolare>palatale *-ae
xin1 sim sam1 alveolare>palatale *-m V
xin1 sin alveolare>palatale
xin1 sin alveolare>palatale
xin1 sin alveolare>palatale
xin4 sinH alveolare>palatale
xing1 seng sing1 alveolare>palatale -ng
xing1 xing hing1 velare>palatale -ng
xing2 haeng(H) hang4 velare>palatale -ng *-ae
xing2 heng jing4 (irreg.)

(Minnan: hêng)

velare>palatale -ng
xing2 heng jing4 (irreg.)

(Minnan: hêng)

velare>palatale -ng
xing3 seng, sengH,

sengX

alveolare>palatale -ng
xing4 heangX hang6 velare>palatale -ng *-ea
xing4 sjengH alveolare>palatale -ng
xing4 sjengH alveolare>palatale -ng
xing4 xingH hing1 velare>palatale -ng
xiong1 xjowng hung1 velare>palatale -ng
xiong2 xjowng hung1 velare>palatale -ng
xiong1 xjwaeng hing1 velare>palatale -ng *-ae
xiong2 hjuwng hung4 velare>palatale -ng
xiong2 hjuwng hung4 velare>palatale -ng
xiu1 sjuw alveolare>palatale
xiu1 sjuw alveolare>palatale
xiu1 xjuw jau1 (irreg.)

(Minnan: hiu)

velare>palatale
xiu4 zjuwH alveolare>palatale
xu1 xjo, khjo heoi1 velare>palatale >/y/
xu1 sju alveolare>palatale >/y/
xu1 sju alveolare>palatale >/y/
xu3 xjoX heoi2 velare>palatale >/y/
xu4 xjuwk, trhjuwk cuk1 velare>palatale >/y/
xu4 zjoX alveolare>palatale >/y/
xuan1 sjwen alveolare>palatale >/ɥ/-
xuan2 hwen jyun4 (irreg.)

(Hakka: hièn)

velare>palatale >/ɥ/- V
xue2 haewk hok6 velare>palatale *-k >/ɥ/- *-ae
xue2 hwet jyut6 (irreg.)

(Hakka: hie̍t)

velare>palatale *-t >/ɥ/- V
xue3 sjwet syut3 alveolare>palatale *-t >/ɥ/-
xue, xie xwet hyut3 velare>palatale *-t >/ɥ/- V
xun1 xjun fan1 (irreg.)

(Minnan: hun)

velare>palatale >/y/
xun1 zwin alveolare>palatale >/y/
xun1 zwin alveolare>palatale >/y/
xun2 zwin alveolare>palatale >/y/
xun2 swin alveolare>palatale >/y/
xun4 swinH alveolare>palatale >/y/
xun4 xjunH fan3 (irreg.)

(Hakka: hiun)

velare>palatale >/y/
ya1 'ae *-ae
ya2 ngae ngaa4 *-ae V
ya2 ngae ngaa4 *-ae
ya2 ngea ngaai4 *-ea
ya2 yae *-ae
ya4 'aeH *-ae
ya4 ngaeH ngaa6 *-ae
Yan1 'en
yan1 hjen
yan1 'en
yan2 hjem jim4 *-m
yan2 ngaen ngaan4 *-ae
yan2 ngen jin4 (irreg.)

(Hakka: ngiên)

yan2 ngjon jin4 (irreg.)

(Min Dong: ngiòng)

V
yan2 yem jim4 *-m
yan3 ngeanX ngaan5 *-ea
yan4 'aenH, 'enH *-ae
yan4 'jiemH jim3 *-m
yang1 'jaeng, 'jang -ng *-ae
yang2 yang -ng
yang2 yang -ng V
yang2 yang -ng
yang3 yangX, zjang -ng
yang3 yangX -ng
yao1 'jiew
yao1 'jiew
Yao2 ngew jiu4 (irreg.)

(Min Dong: ngièu)

yao2 yew
yao3 ngaewX, kaew ngaau5 *-ae
yao1 'aewk joek6 *-k *-ae
yao4 'jiewH
ye3 yaeX *-ae
ye3 yaeX *-ae
ye4 ngjaep jip6 (irreg.)

(Hakka: ngia̍p)

*-p *-ae
ye4 yaeH *-ae
yi1 'j+j *-+ V
yi1 'j+j *-+
yi1 'jij
yi1, yao1

(+sandhi)

'jit jat1 *-t
yi2 ngi ji4 (irreg.)

(Hakka: ngì)

yi4 ngje ji4 (irreg.)

(Teochew: ngi5)

yi2 ye
yi yij
yi hiX
yi3 'it jyut3 *-t V
yi3 yiX
yi3 yiX
yi1 'ejH
yi4 'iH
亿 yi4 'ik jik1 *-k
yi4 'ik jik1 *-k
yi4 'ip jap1 *-p V
yi4 'jiek jik1 *-k
yi4 ngjeH ji6 (irreg.)

(Taishan: ngei5)

yi4 ngjeH ji5 (irreg.)

(Hakka: ngi)

yi4 ngjeH ji4 (irreg.)

(Teochew: ngi3)

yi4 ngjejH ngai6
yi4 yeH, yek ji6, jik6 *-k
yi4 yejH
yi4 yek jik6 *-k
yi4 yek jik6 *-k
yi4 yiH
yi4 yik jik6 *-k V
yin1 'im jam1 *-m
yin1 'im jam1 *-m
yin1 'jin
yin2 ngin ngan4
yin3 'imX jam2 *-m
yin1 'in
yin3 yinX
yin3 ywinX
yin4 'jinH
ying1 'jaeng -ng *-ae
ying1 'jieng -ng
ying2 ngjaeng jing4 -ng *-ae
ying2 yeng -ng
ying2 yeng -ng
ying2 yweng -ng
ying3 'jaengX -ng *-ae
yong1 yowng -ng
yong3 hjwaengH -ng *-ae
yong3 hjwaengX -ng *-ae
yong3 hjwaengH -ng *-ae
yong3 yowngX -ng
yong4 yowngH -ng
you1 'jiw
you2 hjuw
you2 yuw
you2 yuw
you2 yuw
you3 hjuwX
you3 hjuwX
you3 yuwX
you4 hjuwH
you4 hjuwH
yu2 yu >/y/
yu2 'jo, hju >/y/
yu2 hju >/y/
yu2 ngjo jyu4 (irreg.)

(Taishan: ngui3)

>/y/ V
yu2 ngjo jyu4 (irreg.)

(Min Dong: ngṳ̀)

>/y/
yu2 yo >/y/
yu3 yo >/y/
yu2 yu >/y/
yu2 yu >/y/
yu3 hjuX >/y/
yu3 hjuX >/y/
Yu3 hjuX >/y/
yu3 hjuX >/y/ V
yu3 ngjoX jyu5 (irreg.)

(Taishan: ngui4)

>/y/
yu3 yoX >/y/
yu4 hwik wik6 *-k >/y/
yu4 ngjowk juk6 (irreg.)

(Hakka: ngiu̍k)

*-k >/y/
yu4 ngjoH jyu6, ngaa6 >/y/
yu4 yo(H) >/y/
yu4 ngjuH jyu6 (irreg.)

(Min Dong: ngê̤ṳ)

>/y/
yu4 yoH >/y/
yu4 yowk juk6 *-k >/y/
yu4 yuwk juk6 *-k >/y/
yu4 yuX >/y/
yuan2 hjwen >/ɥ/-
yuan2 hjwen >/ɥ/-
yuan2 hjwen >/ɥ/-
yuan2 ngjwon jyun4 (irreg.)

(Min Dong: nguòng)

>/ɥ/-
Yuan2 hjwon >/ɥ/-
yuan2 ngjwon jyun4 (irreg.)

(Min Dong: nguòng)

>/ɥ/-
yuan2 ngjwon jyun4

(Min Dong: nguòng)

>/ɥ/-
yuan3 hjwonX >/ɥ/-
yuan4 hjwenH >/ɥ/-
yue1 hjwot joek6 *-t >/ɥ/- V
yue1 'jak joek3 *-k >/ɥ/-
yue4 hjwot jyut6 *-t >/ɥ/-
yue4 hjwot jyut6 *-t >/ɥ/-
yue4, le4 ngaewk ngok6, lok6 *-k >/ɥ/- *-ae
yue4 ngjwot jyut6

(Taishan: ngut5)

*-t >/ɥ/- V
yue4 yak joek6 *-k >/ɥ/-
yue4 yak joek6 *-k >/ɥ/- V
yun2 hjun >/y/ V
yun2 ywinX >/y/
yun3 hjunH >/y/
yun4 hjunH >/y/
yun2 yingH >/y/
zai1 tsoj zoi1 *oj>ai
zai1 tsoj zoi1 *oj>ai
zai4 tsojH zoi3 *oj>ai
zai4 dzojX zoi6 *oj>ai
zai4 tsojH zoi3 *oj>ai
zan4 dzamH zaam6 *-m
zan4 tsanH
zang4 dzangH -ng
zang4 tsangH -ng
zao1 tsaw
zao3 tsawX
zao3 tsawX
zao4 dzawX, tshawH
zao4 dzawX
ze2 draek zaak6 *-k >/ɤ/ *-ae
ze2 tsok zak1 *-k >/ɤ/
ze2 tsreak zaak3 *-k >/ɤ/ *-ea
zeng1 tsong -ng
zhai1 treak, thek zaak6 *-k *-ea
zhan1, zhan4 tsyem zim1 *-m
zhan3 trjenH,
zhan4 tsyenH
zhang1 trjang -ng
zhang1 tsyang -ng
zhang3 tsyangX -ng
zhang4 drjangX -ng
zhang4 tsyangH -ng
zhao1 dzyew, tsyew
zhao1 tsyew
zhao4 drjewH
zhao4 drjewX
zhao4 drjewX
zhao4 tsyewH
zhe2 trjet zit3 *-t >/ɤ/
zhe2 tsyet zit3 *-t >/ɤ/
zhe3 tsyaeX >/ɤ/ *-ae
zhen1 trjeng
zhen1 tsyin
zhen3 drinH
zhen4 trinH, trinX
zhen4 tsyinH
zheng1 tsreang -ng *-ea
zheng4 tsyeng(H) -ng
zheng4 tsyeng -ng
zheng4 tsyengH -ng
zheng4 tsyengH -ng
zhi1 tsye >/ɨ/
zhi1 tsye >/ɨ/
zhi1 tsye >/ɨ/
zhi1 (class.);

zhi3

tsyek (class.) zek3; zi3 *-k >/ɨ/
zhi1 tsyi >/ɨ/
zhi1 tsyi >/ɨ/
zhi1 tsyip zap1 *-p >/ɨ/
zhi2 driH >/ɨ/
zhi2 driH, dzyik zik6 *-k >/ɨ/
zhi3 tsyijX >/ɨ/
zhi3 tsyiX >/ɨ/ V
zhi3 tsyiX >/ɨ/
zhi4 drjeX >/ɨ/ V
zhi4 trijH >/ɨ/
zhi4 trjeH >/ɨ/
zhi4 tsyejH >/ɨ/
zhi4 tsyiH >/ɨ/
zhi4 tsyijH >/ɨ/
zhong1 trjuwng -ng
zhong1 trjuwng -ng
zhong1 tsyuwng -ng
zhong4 drjowngX -ng
zhong4 trjuwngH -ng
zhou1 tsyuw(X)
zhou1 tsyuw
zhou1 tsyuw
zhou1 tsyuw
zhou1 tsyuwk zuk1 *-k
zhou4 drjuwH
zhou4 dzrjuwH
zhu1 trjo
zhu1 tsyu
zhu1 tsyu
zhu2 drjuwk zuk6 *-k
zhu2 trjuwk zuk1 *-k V
zhu3, zhu4 trjuH
zhu3 tsyoX
zhu3 tsyuX
zhu4 drjuH
zhu4 drjuX
zhu4 dzrjoH
zhu4 trjuH
zhu4 tsyuwk zuk1 *-k
zhua1 tsraew,

tsraewH,

tsraewX

*-ae
zhuan1 tsywen
zhuan3 trjwenX
zhuan4 drjwenH,

trjwenH

zhuang1 tsrjang -ng
zhuang4 draewngH -ng *-ae
zhuang4 dzrjangH -ng
zhui1 trwij
zhui1 tsywij V
zhuo1 traewk coek3 *-k *-ae
zi tsi >/ɨ/
zi1 tsi >/ɨ/
zi1 tsij >/ɨ/
zi1 tsij >/ɨ/
zi3 tsiX >/ɨ/ V
zi4 dziH >/ɨ/
zi4 dzijH >/ɨ/ V
zong4 tsowng -ng
zong3 tsuwngX -ng
zou3 tsuwX V
zou4 tsuwH
zu1 tsu
zu2 dzuwk zuk6 *-k
zu2 tsjowk zuk1 *-k V
zu3 tsrjoX
zu3 tsuX
zu3 tsuX
zui4 dzwojX
zui4 tswajH
zui4 tswijH
zun1 tswin
zun1 tswon
zuo2 dzak zok6 *-k
zuo3 tsaH, tsaX
zuo4 dzwaH, dzwaX
zuo4 tsak zok3 *-k
shi4 dzriX
mian3 mjenX
姉 < 姊 zi3 tsijX >/ɨ/
wu1 'uwk uk1 *-k
gui1 kjw+j *-+
di4 dejH
qiang gjang koeng4 velare>palatale -ng
shou3 syuwX V
zhou4 trjuwH
yao4 yewH
fu2 bjuwk fuk6 *Bilabiale>/f/ *-k
hua4 hweaH, hweak *-ea
着 (< 著) zhe5;

zhao2, zhuo2

trjoH zyu3, zoek6 >/ɤ/
zhi3 tsyeX >/ɨ/
luo4 lak lok3 *-k
zhi4 trijH >/ɨ/
驿 yi4 yek jik6 *-k
yu3 yo >/y/
shi4, si1 ziX
zhi2, zhi4 driH
wei3 hjw+jX *-+
you1 'juw
chu3, chu5 tsyhoX
hu1 xu
kun4 khwonH
fu4 bjuwX *Bilabiale>/f/
shi2 zyit sat6 *-t >/ɨ/
zuo4 dzwaH, dzwaX
yi4 ywek jik6 *-k
tu2 du
nu4 nuH, nuX
chi3 trhiX >/ɨ/
li4 lejH
bao4 bawX
ya1 'aep aat3 *-p *-ae
bu3 buH
tan4 thomH taam3 *-m
shu4 srjuH
mu4 muH
gou4 kuwH
sui4 sjwejH
jue2 kwet kyut3 velare>palatale *-t
zhi4, chi2 drje >/ɨ/
fu2 bjuw *Bilabiale>/f/
du4 duH
yan3 yenX
pi2 bje
jie1 keaj velare>palatale *-ea
dao4 dawH
zhi2 driH, drik zik6 *-k >/ɨ/
ke1 khwa >/ɤ/
zhong3 tsyowngX -ng
ji1 tsjeH alveolare>palatale
jing1 tsjeng alveolare>palatale -ng
xu4 zjowk alveolare>palatale *-k >/y/
xu4 zjoX alveolare>palatale >/y/
zhi4 triH >/ɨ/
zhi2 tsyik zik1 *-k >/ɨ/
fu4 pjuwk fuk1 *Bilabiale>/f/ *-k
ye4 yep jip6 *-p
jiao3, jue2 kaewk (>jue2) gok3 velare>palatale *-k >/ɥ/ *-ae
访 fang3 phjangH *Bilabiale>/f/
ren4 nyinH (Hakka: ngin)

(Gan: nyin5)

(Wu: nyin (T3))

*ny>/ʐ/
wu5, wu4 nguH
diao4, tiao4 dew
fei4 phj+jH *Bilabiale>/f/ *-+
jin4 tsinH alveolare>palatale
shi4 tsyek sik1 *-k
xuan3 sjwenX alveolare>palatale >/ɥ/
bi4 pejH
za2 dzop zaap6 *-p
ding3 tengX -ng
tou2 duw
lai4 lajH
yan2 ngaen ngaan4 *-ae
yuan4 ngjwonH jyun6

(Min Dong: nguông)

>/ɥ/
lei4 lwojH *oj>ai
xia2 haeH haa6 velare>palatale *-ae
jian1 kaen gaan1 velare>palatale *-ae
jian4 haemH gaam3 velare>palatale *-m *-ae
jie2 gjet git6 velare>palatale *-t
qian1 khen hin1 velare>palatale
juan4 kjwienH gyun3 velare>palatale >/ɥ/
jie2 ket git3 velare>palatale *-t
gui3 kjwijX
jie4 keajH gaai3 velare>palatale *-ea
gui4 kwejH
xie4 heajH haai6 velare>palatale *-ea
qu1 khju keoi1 velare>palatale
jue2 kjwot kyut3 velare>palatale *-t >/ɥ/
jin3, jin4 ginH gan2 velare>palatale
jin3 kj+nX gan2 velare>palatale *-+
qi3 khj+jX hei2 velare>palatale *-+
tan2 dan
dan1, dan4 tamH daam1 *-m
畓 (<沓)

(gukja)

quan2

(<ta4, )

dop () daap6 ()
tun2 dwon
teng2 dong -ng
lve4 ljak loek6 *-k >/ɥ/
lian4 lenH
lie4 ljep lip6 *-p
ling2 leng -ng
lu2 lu
lv3 ljuH >/y/
lei4 lwijH
lun2 lwin
lin2 lim lam4 *-m
qian2 gjen
liao3, le5 lewX (da 瞭) liu5 (瞭 liu4) >/ɤ/
zhong4 tsyowngH -ng
shen1 syin
di1 tej
qing1 khjwieng king1 velare>palatale -ng
xiang4 zjangX -ng
dang3 tangX -ng
ju4 kjoH kek6 velare>palatale >/y/
mu4 muH
cu4 tshwot cyut3 *-t
ya1 'jiep aat3 *-p
坂 (阪) ban3 baenX *-ae
yu4 hwik wik6 *-k
tu2 du
yan2 yem jim4 *-m
yang1 'jaeng, 'jang -ng *-ae
bao4 pawX
si4 ziH >/ɨ/
jie4 keajH gaai3 velare>palatale *-ea
yan2 ngaem ngaam4 *-m *-ae
juan3 kjwenX gyun2 velare>palatale >/ɥ/
bu4 puH
fu4 pjuwk fuk1 *Bilabiale>/f/ *-k
you4 'jiwH
ku4 khuH
kuai4 khwaejH *-ae
lian4 ljwenH
huan4 hwaenH *-ae
zeng1 tsong -ng
ji4 gjeX gei6 velare>palatale
bai4 peajH *-ea
huan4 hwanH
sun3 swonX
jing4 kjaengH ging3 velare>palatale -ng *-ae
jiu4 gjuwH gau6 velare>palatale
bao4, pu4 bawH
ti4 thejH
zha2 tsreat zaat3 *-t *-ea
ju2 khu fu1 (irreg.)

(Hakka: ku1)

velare>palatale >/y/
rou2 nyuw *ny>/ʐ/
cha2 dzrea *-ea
wu3 mjuX mou5 *mj- caduto
li4 lek lik6 *-k
bi3 pjijX
mao2 maw V
bing1 ping -ng V
shen3 syimX sam2 *-m
fei4 pj+jH *Bilabiale>/f/ *-+
kuang4 xjwangH, xjwangX -ng
quan2 dzjwen alveolare>palatale
bo1 pa
ni2, ni4 nej
qian3 tshjenX alveolare>palatale
yu4 yowk juk6 *-k >/y/
ye4 yek jik6 *-k
hun2, hun4 hwonX
wen1 'won
hu2 hu
湿 shi1 syip, khip sap1 *-p >/ɨ/
zhun3 tsywinX
rong2 yowng -ng
zhao4 draewH *-ae
shao1 syew
tan4 thanH
zhao4 tsyewH
zao4 sawX
ban3 paenX
zhen1 trin
chu4 trhjuwH, trhjuwk cuk1 *-k
die2 dep dip6 *-p
liao2 ljewH
sheng3 srjengX -ng
xian4 hwenH jyun6 (irreg.)

(Hokkien: hiān)

velare>palatale
qi2 gj+j kei4 velare>palatale *-+
tong2 duwng -ng
jing4 gjaengH ging6 velare>palatale -ng *-ae
bi3 pit bat1 *-t
tong3, tong2 duwng -ng
zhu4 trjuwk zuk1 *-k
jian3 keanX gaan2 velare>palatale *-ea
qian2, jian3 tsjenX alveolare>palatale
chun2 dwonX
xi4 sejH
mian2 mjien
线 xian4 sjenH alveolare>palatale
lian4 lenH
qun2 gjun kwan4 velare>palatale
yi4 yik jik6 *-k
geng1 keang -ng *-ea
ji1 kij gei1 velare>palatale
jian1 hon gin1 velare>palatale
zhi1 tsyij >/ɨ/
wan4 'wanH
zang1, zang4 tsang -ng
huang1 xwang -ng
he2 ha >/ɤ/
zheng1 tsying -ng
bo2 bak bok6 *-k
bei4 bjeH
bu3 puX
chu4 tsyhowk zuk1 *-k
jie2 khjit kit3 velare>palatale *-t
zhu3 tsyo
jiang3 kaewngX gong2 velare>palatale -ng *-ae
gu3 kuwk guk1 *-k V
zhu4, zhu3 trjoX
shang3 syang -ng
xian2 hen, henH jin4 (irreg.)

(Hokkien: hiân)

velare>palatale
zeng4 dzongH -ng
chao1 trhjew
yong3 yowngX -ng
xuan1 xjon hin1 velare>palatale >/ɥ/
ni4 ngjaek jik6, ngaak6 *-k *-ae
you2 hjuw
dun4 dwonH
rui4 ywejH
lu4 ljowk luk6 *-k
men2 mwon V
lu4 ljuwk luk6 *-k
jie1 keaj gaai1 velare>palatale *-ea
ling3 ljengX
gu3 kwot gwat1 *-t V
gou4 kuwH
wang4 mjangH mong5 *mj- caduto
mang2 mang -ng
mai4 meak mak6 *-k *-ea
ming2 meng -ng
ming2 meng -ng
mou2 mjuw
wu4 muwH mou6 *m- caduto
min3 minX
fan4 bjomX faan6 (irreg.)

(Hakka: fam4)

*Bilabiale>/f/ *-m
bi4 pjaek bik1 *-k *-ae
feng4 phjowngX *Bilabiale>/f/ -ng
feng2 bjowng *Bilabiale>/f/ -ng
fen2 bjun *Bilabiale>/f/
fen4 pjunH *Bilabiale>/f/
fen4 bjunX *Bilabiale>/f/
fen1 phjun *Bilabiale>/f/
fei1 phj+j *Bilabiale>/f/ *-+
mi4, bi4 pijH
si4 ziX >/ɨ/
ci4 sjeH >/ɨ/
shuo4 sraewk sok3 *-k *-ae
chang2 dzyang, dzyangH -ng
shu4 syoH
xian1 sjen alveolare>palatale
xuan2 zjwen alveolare>palatale >/ɥ/
su1 su
song4 zjowng, zjowngH -ng
song4 zjowngH -ng
song4 zjowngH -ng
cui1 tshwoj
寿 shou4 dzyuwH
chou2 dzrjuw
xiu4 sjuwH alveolare>palatale
chui2 dzywe
su4 sjuwk suk1 *-k
shun4 sywinH
sheng4 syingH -ng
yan4 ngaenH ngaan6 *-ae
yang3 ngjangX joeng5 (irreg.)

(Teochew: ngiang2)

-ng *-ae
yang1 'jang -ng
yi4 yek jik6 *-k
yong1 'jowngX -ng
wei3 hjw+jH *-+
you2 yuw
you4 yuwX
run4 nywinH (Min Dong: nông) *ny>/ʐ/
ying1 'ing -ng
ning2 nging jing4 (irreg.)

(Teochew: ngêng5)

-ng
yi2 yiH
yi4 yik jik6 *-k
yin2 yij
lin4 nrimH jam6 (irreg.) *-m
zi4 tsijH >/ɨ/
zai3 tsojX zoi2 *oj>ai
ji4 dzek zik6 alveolare>palatale *-k
zei2 dzok caak6 *-k
zong4 tsjowngH -ng
zhu4 zhu4
jun4 tswinH alveolare>palatale >/y/
zheng4 tsyingH, tsyengH -ng
can2 dzam caam4 *-m
jian4 dzenH, dzwonH alveolare>palatale
qian1 tshjen alveolare>palatale
cheng1 tsyhing -ng
duo4 dwaX
tuo3 thwaX
zhuo2 traewk zuk6 *-k *-ae
duo2 dwajH, dwat dyut6 *-t
po1 pha
bi4 bjiejH
bi4 pjiejH
he4 haewk hok6 *-k *-ae
xi1 hej hai4 velare>palatale
xian2 hem jim4 (irreg.)

(Hokkien: hiâm)

velare>palatale *-m
xie2 xjaep hip3 velare>palatale *-p *-ae
ying2 hweng -ng
鸿 hong2 huwng -ng
huo4 hwaX
hou2 huw
hui1 xjw+j *-+
xi4 xjeH hei3 velare>palatale
jing1 kjaeng ging1 velare>palatale -ng *-ae
shi5, shi2 syik sik1 *-k >/ɨ/
chang3, chang2 drjang -ng
zhai2 draek zaak6 *-k *-ae
yu3 yoX >/y/
di3 tejX
fu3 pjuX *Bilabiale>/f/
yan2 yen -n
cai2 dzoj coi4 *oj>ai
fu2 bju *Bilabiale>/f/
shu3 dzyoH
luo4 lak lok3 *-k
luo4 lak lok3 *-k

Varietà passate e prestiti modifica

È importante capire quali sono i prestiti cinesi nelle altre lingue e come si pronunciano, partendo proprio dai sinogrammi, perché raccogliendo insieme le pronunce si possono notare affinità e differenze che permettono di fare ipotesi per ricostruire il cinese medio. Nel lavorare in questo modo, si usa il metodo comparativo. Una volta che il nucleo della sillaba viene ricostruito, si estende a tutti sinogrammi che vi fanno rima e contenuti nei rimari, come ad esempio il Guangyun, per poi fare altre comparazioni. Senza questi prestiti, a cui si affiancano i rimari, sarebbe impossibile ricostruire le varietà antiche del cinese letterario.

Contemporaneamente, chi studia i sinogrammi prestati nelle altre lingue, in svariati casi può rimanere perplesso nel vedere come ci siano delle vistose differenze con la pronuncia cinese attuale (putonghua), affiancate a delle sporadiche somiglianze forti. Questo sentimento deriva sia dalla non conoscenza del cinese medio e del modo attraverso il quale i prestiti sono stati adattati, una volta che il cinese medio è stato ricostruito. Facendo quindi un percorso inverso, dal punto di partenza del cinese medio si arriva a capire come mai un kanji o un hanja o un chu nom si pronuncia in un certo modo.

Per avere a disposizione degli strumenti usati per ricostruire il cinese medio e/o capire come la pronuncia varia rispetto ad esso, si offre quindi una spiegazione che illustra come i prestiti cinesi sono stati adattati. Viene anche inclusa qualche generalità sulle varietà arcaiche delle lingue, siccome i prestiti sono stati adattati in un periodo in cui non esisteva la varietà moderna. Siccome ogni lingua evolve seguendo il suo percorso, anche i prestiti evolvono parallelamente per l'influsso di trasformazioni o dialetti. Bisogna anche segnalare quali suoni mancavano in queste varietà antiche rispetto al cinese medio: spesso sono proprio i suoni assenti che hanno bisogno di essere adattati o epurati.

Capire come varia la pronuncia o come funzionavano le varietà antiche permette anche una migliore comprensione e memorizzazione della pronuncia, se viene affiancata a quella ricostruita in cinese medio e si osserva lungo la sua evoluzione. Nel caso del giapponese, parlare dell'adozione dei prestiti permette di capire anche come la suddetta lingua è stata arricchita di suoni, come ad esempio la coda nasale -/n/ assimilabile.

Le lingue selezionate (e talvolta affiancate per fare comparazioni) sono il Primo Cinese Medio (Early Middle Chinese, EMC) in ricostruzione Baxter presa dal Guangyun e notazione Baxter (sul cinese medio c'è molto consenso tra gli studiosi, in particolare sul sistema consonantico), il putonghua standard, il giapponese, il coreano e il vietnamita. Nelle ultime tre lingue, larghe fette di vocabolario derivano dal cinese, che ha avuto una grande influenza su queste lingue. In vietnamita, viene offerta la pronuncia antica dell'alfabeto importato dai missionari francesi, siccome la pronuncia aveva delle differenze. In fondo a ogni trattazione, c'è una tabellina che riassume in compendio tutte le trasformazioni dal cinese medio per una consultazione rapida.

Mentre da queste tre si può osservare il trattamento della pronuncia cinese dei sinogrammi, da altre due celebri lingue qui introdotte si può ricostruire il cinese medio e arricchire il panorama di comparazioni: si tratta del dialetto cantonese nella sua varietà standard di Hong Kong, qui trascritta con il sistema Jyutping. È un dialetto importante sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista linguistico perché è piuttosto conservativo rispetto al cinese medio. Ad esempio, è uno dei pochi dialetti cinesi insieme a svariati Minnan e all'Hakka a mantenere gli stop consonantici senza rilascio di suono a fine sillaba: negli altri e nel guanhua si è lenito in uno stacco glottale a fine sillaba. Il cantonese, di famiglia Yue, deriva dal Proto-Yue, di cui esistono delle ricostruzioni.

La seconda invece è lo shanghainese. Sebbene non fornisca una grande aiuto nella ricostruzione delle code nasali a causa della sua forte confusione e riduca tutti gli stop senza rilascio udibile di suono in un colpo di glottide, è l'unico dialetto cinese a preservare una forte differenza tra consonanti sorde, sonore e sorde aspirate. Viene dunque introdotto in un ampio paragrafo.

Infine, la terza famiglia di dialetti da cui si possono pescare informazioni è il Min . I Min sono un gruppo di dialetti meridionali piuttosto conservativi la cui versione primigenia, da cui discendono i vari Min, deriva insieme alle lingue Bai direttamente dall'Old Chinese. Il Proto-Min, di cui esistono delle ricostruzioni (e.g. Jerry Norman), conserva dal cinese medio la distinzione in consonanti come */b/, */p/ e */pʰ/ insieme ai tre stop senza rilascio di suono, alla nasale */ŋ/- a inizio sillaba e allo stacco glottale sempre a inizio sillaba. A questo si aggiungono alcune consonanti conservative rispetto all'Old Chinese. Tutte le altre famiglie dialettali discendono direttamente dal Primo Cinese Medio, come ad esempio lo shanghainese e il cantonese (il Proto-Yue si è formato durante le migrazioni per le invasioni subite dalla Cina durante il passaggio tra Dinastia Tang e Song). Il Proto-Min invece si è formato dopo la conquista di Nanyue 南越 e Baiyue 百越 da parte della Dinastia Han, conquiste con cui si è istituito il Primo Bac Thuoc 北属 (Appartenenza al Nord) nella storia vietnamita su un totale di quattro. Contemporaneamente, in Corea il regno di Goguryeo 高古丽 fu conquistato e diviso nelle Nove Comanderie Han, a loro conquistate da piccoli regni successivi coreani. Le lingue Min si sono suddivise in tre famiglie: le Min Bei 闽北, Min Dong 闽东 e Min Nan/Minnan 闽南 (Min Settentrionale, Min Occidentale, Min Meridionale). Al Min Bei appartiene il dialetto Jian'ou 建瓯话, mentre al Min Dong appartiene il dialetto di Fuzhou/fuzhounese/Fuzhouhua 福州话. Per scandagliare a fondo il Minnan, esso a sua volta ha un sottogruppo di dialetti prestigiosi e conservativi parlati a Fujian 福建 e Taiwan 台湾岛 (l'isola accanto a Fujian, già abitata dagli aborigeni e poi colonizzata anticamente dagli abitanti di Fujian), cioè gli Hokkien (dal nome di Fujian in dialetto). Gli Hokkien contano il dialetto di Amoy/amoynese/Amoy Hokkien (parlato a Xiamen 厦门, "Amoy" in dialetto), il taiwanese/Hokkien di Taiwan/Taiwanhua 台湾话 (con sotto-vairetà, come quella di Kaohsiung 高雄, diversa da quella della capitale Taipei 台北), lo Zhangzhou 漳州 e il Quanzhou 泉州. Altri due dialetti Minnan ma non del gruppo Hokkien sono il Chaozhou/Teochew 潮州 e lo Shantow/Swatow 汕头. Se il cantonese/Guangdonghua/dialetto Yue 粤语 ha la romanizzazione Jyutping e Yale e lo shanghainese/Shanghaihua/Huyu 上海话,沪语 ha tre romanizzazioni (Qian Nairong 钱乃荣, carente però di molti suoni; MinDict; Wikizionario), gli Hokkien hanno due romanizzazioni principali e molto simili tra loro, il Peh-oe-ji/POJ 白话字 e il Tai-lo 台罗 (quest'ultima fa meno uso di diacritici rispetto alla prima e riproduce meglio la pronuncia). A queste due, si aggiunge una romanizzazione ad-hoc per il Minnan di Chaozhou/Teochew, cioè il Peng'im 拼音, che in putonghua si pronuncia "pinyin".

L'ultimo dialetto meridionale utile siccome è conservativo (ma non trattato qui) è l'Hakka, che preserva la coda nasale *-m nei pochi casi in cui il cantonese la perde per un'assimilazione in -n. Conserva pure gli stop a fine sillaba. Il popolo Hakka ha iniziato a formarsi durante il periodo di turbolenze e guerra della Dinastia Jin (265-420), quindi è una delle famiglie dialettali discendenti dal Primo Cinese Medio più antiche.

Gli altri dialetti, anche se talvolta mostrano segnali di pronuncia arcaica, sono settentrionali e meno conservativi (e.g. dialetto Jin, dialetto Gan, dialetto Xiang).

Il proto-sino-tibetano (PST) e altre lingue antiche modifica

Tutte le lingue che discendono dall'Old Chinese e Primo Cinese Medio, incluse quete stesse varietà di lingue e tutte le varietà storiche esistite e anche le lingue delle culture neolitiche (cioè esistite prima della Dinastia Xia) vengono dette "lingue sinitiche". Queste ultime derivano da una suddivisione del Proto-Sino-Tibetano (la cui ricostruzione è ancora agli esordi), detto anche Trans-Himalayano, in due macro-aree (secondo il modello classico ma tuttora in discussione di James Matisoff, 1978): le lingue sinitiche e il proto-tibeto-birmano, da cui derivano il proto-tibetico/Proto-Tibetic, ricostruito da Nicolas Tournadre, 2013 (vi deriva l'Old Tibetan/Tibetano Antico/Tibetano Arcaico, da cui discendono le lingue tibetiche, incluso il tibetano classico e moderno) e il proto-lolo-birmano/Proto-Lolo-Burmese/Proto-Nisoic (lingue lolo-birmane/Lolo-Burmese languages), da cui derivano le lingue lolo e le lingue birmane, a cui appartiene l'Old Burmese/Birmano Antico/Birmano Arcaico.

Stando a un paper di Laurent Sagart, Guillaume Jacques e Yunfan Lai del 2018 e pubblicato nel 2019, "Dated language phylogenies shed light on the ancestry of Sino-Tibetan", la famiglia Sino-Tibetana (e dunque il Proto-Sino-Tibetano) è nata circa nel 5200 a.C.

William S-Y. Wang in "Three windows on the past" (1998), uno studio glotto-cronologico di sette lingue sino-tibetane (contro le 50 dell'articolo di Sagart-Jacques-Yunfa), afferma che esse hanno iniziato a mostrare i primi segni di perdita di unità intorno al 4000 a.C. Le prime tracce di Old Chinese, in base alle datazioni dei gusci di tartaruga più antichi, risalgono al 1250 a.C., mentre l'Old Tibetan e l'Old Burmese sono molto posteriori: l'Old Tibetan, il più antico dei due, è attestato dal VII secolo d.C., ma di fatto esisteva già prima: semplicemente, poco prima del 649/650 era stato inventato l'alfabeto tibetano, che marca simbolicamente l'inizio del periodo dell'Old Tibetan, posteriore al proto-tibetico. Dunque in questo periodo il proto-tibetico si era già separato dal proto-tibeto-birmano, che forse era un pidgin nato dal contatto dei parlanti rimanenti di proto-sino-tibetano che entrarono in contatto con altri popoli e lingue. Successivamente è attestato pure l'Old Burmese, ormai separatosi dal proto-lolo-birmano).

Per la precisione, i tibeto-birmani, secondo un articolo di Bo Wen, Xuanhua Xie et al. (Analyses of Genetic Structure of Tibeto-Burman Populations Reveals Sex-Biased Admixture in Southern Tibeto-Burmans, scritto nel 2003 e pubblicato nel 2004), derivano da una migrazione verso il sud di alcune tribù dalla Cina nord-occidentale. Queste tribù, le Di-Qiang, entrarono in contatto con le tribù native austroasiatiche e Mon-Khmer. Da questo studio genetico emerge che si sono anche mescolati geneticamente tra loro. La migrazione viene datata "nel periodo delle Primavere e Autunni [circa 2600 anni fa]" (il periodo va da 771 a.C. al 476 a.C. [~600 a.C.]). Siccome questo periodo è ricordato per le guerre sanguinarie tra 120 feudi, poi riuniti dalla prima dinastia imperiale, la Dinastia Qin, si può ipotizzare che siano avvenute per le guerre (in futuro, molte altre migrazioni avrebbero avuto come protagonisti dei profughi di guerra). L'avvenimento che dà inizio a questo periodo è la caduta della Dinastia Zhou, che è costretta alla fuga in un piccolo territorio, l'unico che controlla saldamente. La tribù che sconfisse gli Zhou, i Quanrong, era del gruppo Qiang e abitava proprio nella Cina nord-occidentale.

In totale, le lingue sino-tibetane secondo il linguista Harald Hammarström sono circa 500. Gran parte di esse sono lingue minori. Secondo James Matisoff, circa 250-300 sono tibeto-birmane (secondo Ethnologue, oltre 400). Le proto-lingue, insieme allo stesso proto-sino-tibetano, si ricostruiscono con il metodo comparativo tra vocaboli attestati o a loro volta ricostruiti o cercando le informazioni di pronuncia nei dizionari o altre opere, e.g. il fanqie. Alcuni di questi strumenti, come il Sino-Tibetan Etymological Dictionary and Thesaurus Project (STEDT, a cura di James Matisoff, finito nel 2015, a cui hanno partecipato molti altri studiosi come Baxter e Tournadre e con delle correzioni di etimologia di Laurent Sagart indicate in un articolo del 2019), sono liberamente consultabili online. Matisoff mette in guardia dalle "megalo-ricostruzioni" e indica che si arrivano a macro-proto-lingue a partire dalle ricostruzioni dal basso, cioè da piccoli gruppi imparentati/dall'estremità, per poi risalire verso l'alto, fermo restando che bisogna avere un sistema di parentela e classificazione alla base (a volte c'è disaccordo tra linguisti sulla classificazione di una lingua). Se la lingua possiede un alfabeto già dai tempi antichi, già in partenza si è avvantaggiati (si pensi al birmano, tibetano, alle scritture brahmiche da cui derivano e dunque alle loro stesse informazioni originali, 'Phags-pa, coreano, giapponese e ai lavori dei missionari europei a partire dal Cinquecento come Rodriguez, Trigault, de Rhodes, Pigneau, Ruggieri, Ricci e Brollo). Diverso è il caso dell'Old Chinese, che è formato da una pletora di ideogrammi e pittogrammi (il qieyun e le chiavi di lettura comunque non hanno la stessa efficacia di un alfabeto). Per la parentela tra lingua, non si usa solo la fonetica (il vocabolario, se ricco di prestiti, può portare a risultati ingannevoli), ma pure la grammatica, attestata in grammatiche antiche (scritte anche da missionari europei e linguisti e a volte ispirate all'impostazione di quelle di latino) o ricostruita, per esempio tramite comparazioni di uno stesso testo tradotto in più lingue (si pensi alla stele di Myazedi, che ha un testo in Mon, birmano antico, pali e pyu). Se la classificazione di Matisoff è corretta, da un sistema di cambiamenti più o meno drammatici di fonetica e grammatica che colpiscono il proto-sino-tibetano si ricavano l'Old Chinese (nella sua fase più antica attestata a volte viene chiamato in modo diverso, "Proto-Sinitico" o "Early Old Chinese", Primo Cinese Antico) e il proto-tibeto-birmano.

Quanto all'invenzione dell'alfabeto tibetano, l'inventore secondo la tradizione e le fonti storiche che ne parlano è Thonmi Sambhota. Quest'ultimo era un giovane mandato nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per inventare una scrittura per il tibetano direttamente da Songtsen Gampo. Songtsen Gampo non era un nobile qualunque, ma il 33° sovrano del Tibet, l'unificatore di molti territori tibetani prima divisi e il fondatore dell'Impero Tibetano. La sua consorte era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura; forse Bhrikuti era anche buddista). Fu anche colui che introdusse il buddismo in Tibet, promosse la costruzione di templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito al tibetano, che si era appena dotato di un alfabeto. Quest'ultimo fu confezionato da Thonmi Sambhota al suo ritorno in Tibet: si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto, poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto fu adattato alla fonetica dell'Old Tibetan, siccome conteneva 6 nuove consonanti per 6 suoni tibetani. Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della Dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un presunto avvicinamento del re alla cultura cinese. Muore nel 649/650, nello stesso periodo in cui muore anche Taizong. Xuanzang è contemporaneo a Taizong e il periodo Tang, in generale, vede una crescita in popolarità del buddismo, già entrato in Cina durante la Dinastia Han probabilmente attraverso i missionari indiani che attraversarono la Via della Seta. Dalla Cina poi approdò in Corea e Giappone insieme ai sinogrammi con la pronuncia in Primo Cinese Medio e ai classici della letteratura cinese.

Uno strumento online utilizzabile per consultare le radici in proto-tibeto birmano e altre lingue sino-tibetane è lo STEDT (Sino-Tibetan Etymological Dictionary and Thesaurus), un dizionario curato da James Matisoff dell'Università di Berkley la cui versione finale è stata rilasciata nel 2015. Un paper di Laurent Sagart (2019) indica le correzioni di alcune etimologie sbagliate. Alla creazione dello STEDT hanno partecipato anche Nicolas Tournadre e William Baxter. La ricostruzione in Old Chinese non sembra essere quella più recente del 2014.

Varietà di giapponese 日(本)语 (nihongo) modifica

  • Siccome i caratteri cinesi sono arrivati in Giappone attraverso i coreani del regno di Baekje (百濟 백제, Corea meridionale) mentre in Cina stava volgendo a termine il cinese antico e stava nascendo il cinese medio, in quel periodo in Giappone si parlava il giapponese arcaico (Old Japanese, finito nel 794 con la fine del periodo Nara, quando la capitale era a Nara 奈良, e l'inizio del periodo Heian 平安 , in cui si inventano il カタカナ katakana e ひらがな l'hiragana e la capitale era a Kyōto 京都, anticamente chiamata "Heian").
  • Un altro aspetto del giapponese arcaico consiste nell'assenza totale di consonanti a fine sillaba. Esso è però limitato solo a questa fase estremamente arcaica. Oggi è possibile solo inserire un suono nasale traslitterato con "n" () che si assimila in base alla consonante successiva; questo suono nasale, insieme alla distinzione tra vocali lunghe e brevi e consonanti geminate/raddoppiate/tensificate e non, è stato inserito nel periodo Heian (794-1185), cioè durante il cosiddetto "giapponese medio degli albori/giapponese medio iniziale/Primo Giapponese Medio (Early Middle Japanese), proprio per adattare un enorme numero di prestiti cinesi al giapponese.
  • In generale, in giapponese non sono mai esistite le consonanti aspirate: quelle che in cinese medio hanno l'aspirazione la perdono a prescindere. Per esempio "tai" /tʰai/, che in cinese moderno conserva l'aspirazione dal primo cinese medio *thoj, in giapponese è /tai/.
  • Nel giapponese arcaico era poi presente la consonante vibrante */r/ e non esisteva né il suono /d͡z/ occlusivo (esisteva una */ⁿz/ fricativa) né il suono /d͡ʑ/, che per esempio si ritrova oggi nella parola "kanji" (sarebbe una palatalizzazione di /d͡z/, aggiunto più avanti e in cui convergono */d͡z/ affricata, */z/ fricativa insieme anche a */ʑ/ e */d͡ʑ/ palatali del cinese medio).
  • Nel tardo giapponese medio (iniziato con lo shogunato di Minamoto no Yoritomo 源 頼朝, detto "periodo Kamakura", in cui la capitale era Kamakura 鎌倉), periodo in cui abbiamo testimonianze occidentali della lingua giapponese come l’"Arte da Lingoa de Iapam" di João Rodriguez (1561/62-1633/34) del 1604-1608, il cluster vocalico /ou/, che tuttora conserva questa grafia, ha assunto la pronuncia /o:/, e la palatalizzazione di /si/ in /ɕi/ è attestata (e tuttora si conserva) mentre tutte le sillabe */kwe, kwi, gwe, gwi/ esistenti sono mutate in /ke, ki, ge, gi/. Un esempio di quest'ultima mutazione si può trovare nel kanji che in cinese moderno (trascrizione pinyin 拼音) è guǐ /kwei/ con il terzo tono, in coreano moderno è (gwi, dall’alfabeto hangeul 한글 si legge /kwi/), in vietnamita moderno è quỷ /kwi˧˩/ (se il suono /k/ è seguito da "u(…)", non si scrive *cu, bensì "qu…"), in cantonese (trascrizione jyutping 粤拼) è "gwai2" /gwɐi̯/ (intonazione crescente) e in cinese medio era, secondo Baxter, */kjwɨj/. In giapponese moderno, con la lettura on'yomi, si pronuncia (dal katakana, usato per traslitterare sia i prestiti sia la pronuncia on’yomi 音読み, si pronuncia /ki/). Dopo queste considerazioni, è facile immaginare come in tardo giapponese medio, prima della convergenza, fosse */kwi/.
  • I due dittonghi /we/ e /wi/, che in giapponese esistevano anche in isolamento, trascrivevano sillabe aventi cluster vocalici complessi, chiaramente ridotti. I tre casi emblematici sono -*/jwe/, -*/jwij/, -*/jwɨj/, che in cinese moderno sono "wei" e in giapponese, a colpo d'occhio, sono "we" e "wi", che però oggi sono in disuso totale pure se in isolamento, oltre che dopo consonante. Entrambi, se in isolamento, a prescindere si riducono in /i/. Sei esempi con il corrispettivo in primo cinese medio sono *jw+jH, *hjw+j, *hwijH, *'jw+j, *hjwe, *'jweX, oggi tutti quanti /i/.
  • Nel tardo giapponese medio (Late Middle Japanese) inoltre le sillabe /di/ e /ti/ si palatalizzano in /d͡ʑi/ e /tɕi/ (la prima converge in pronuncia con l’odierna ジ /d͡ʑi/, in passato /dzi/).
  • Nel giapponese moderno degli albori, che copre tutto il periodo Edo (ovvero tutto il periodo dello shogunato Tokugawa, durante la quale la capitale venne spostata a Edo 江戸, poi rinominata Tōkyō 東京 durante la Restaurazione Meiji 明治), anche /kwa/ e /gwa/ diventano /ka/ e /ga/, un esempio sembra rintracciabile in , l'anguria, che in cinese moderno è gua /kwa/ con il primo tono, in coreano moderno è goa (oggi /kwa/), in vietnamita moderno è "qua" /kwa/, in cantonese è "gwaa1" /gwa:/ (intonazione piatta acuta) e in cinese medio era *kwae. In giapponese moderno è カ (/ka/), quindi durante il giapponese moderno degli albori /kwa/ e diventato /ka/. Questo è pure il periodo in cui /u/, vocale arrotondata, diventa /ɯ/: non è più procheila. In altre parole, si toglie l'arrotondamento delle labbra.
  • Il dittongo *-/wo/ del cinese medio tende a ridursi in /o/ in giapponese, se e preceduto da consonante. In isolamento, non trascrive nessun kanji. Due esempi sono e , entrambi *xwon /xwon/ in cinese, oggi /kon/ in giapponese. Un terzo esempio è *kwok, in giapponese moderno /kokɯ/. Si può quindi momentaneamente concludere che nelle sillabe moderne [ka, ki, ke, ko] e [ga, gi, ge, go] e [kan], se si fa un confronto col cinese medio, era talvolta presente un dittongo che inizia per /w/-, oggi caduto da tutte le combinazioni. Per fare un paio di rapidi esempi contenenti "kan", si possono prendere 館/馆 *kwanH, oggi /kan/, e *khwanX, oggi /kan/. Questo fenomeno di caduta della semiconsonante /w/- in realtà è presente in altre sillabe ancora come *dwan, in giapponese moderno /dan/ oppure *dwan, oggi /tan/. Coinvolgerebbe quindi anche i suoni dentali e l'aspirazione in cinese medio, perché si può fare un ultimo esempio 換/换 *hwanH, oggi /kan/.
  • I gruppi vocalici molto complessi in cinese medio tendono a ridursi a prescindere, per esempio *woj diventa /ai/ in giapponese, ad esempio 退 *thwojH, oggi /tai/. Un altro esempio è *khwaej, oggi /kai/. Qui si può pure notare la vocale /æ/ approssimata in /a/.
  • Quindi per tirare una conclusione sommaria sull'antica semivocale (-)/w/, dal cinese medio si nota come oggi si siano persi i dittonghi che iniziano per -/w/ quando sono preceduti da consonante. Questi ultimi in cinese moderno tendono a restare. Riguardo a questi dittonghi in isolamento, "we" e "wi" si riducono in /i/ essendo in disuso, mentre /wa/ si usa ancora e resta inalterato (ex. /wa/). "Wo" in isolamento non si usa, mentre come particella per indicare il complemento oggetto diretto (l'unico uso frequente in giapponese moderno in scrittura hiragana) si pronuncia /o/ ma in romaji si latinizza come "wo" per non confonderlo con "o" (esistono kanji che si pronunciano /o/, come ). Se presente in cluster vocalici complessi (in cinese medio hanno tre o quattro membri), /w/- si è sempre semplificato; in generale, si tolgono uno o due membri.
  • Per rimanere in tema di gruppi vocalici, siccome in giapponese moderno /je/ fa parte del katakana per traslitterare prestiti moderni, nella pronuncia attuale dei kanji il suono appare sostituito: ad esempio, la sillaba in cinese medio è *sjew, mentre in giapponese è /ɕjo:/, che si scrive (e ricostruisce) "shou": o è stato trasformato o muta per l'effetto della -/u/. Se non si trasforma, è riconoscibile in versione semplificata, senza la semivocale /j/-, come in *gjenX, in giapponese /ken/.
  • La /h/- in cinese moderno, nel cinese medio distinta in aspirazione sorda e sonora, diventa /k/ e /g/ in giapponese moderno per approssimare i suoni */x/ e */ɣ/ del cinese medio, alternativi a /h/ e /ɦ/ o reperibili almeno nel caso di assimilazione data dal suono /u/ e /w/ appena successivo. La parola "kanji" è un esempio di questo fenomeno.
  • Le sillabe che giapponese moderno iniziano per /h/- in giapponese medio avevano /ɸ/, che deriva a sua volta da un’antica /p/ divenuta fricativa o /b/ defonologizzata e poi diventata pure lei fricativa. Un esempio è la parola 日本 (ニホン nihon), che straordinariamente conserva la variante arcaicheggiante ニッポン (nippon), da cui deriva l’aggettivo "nipponico": In cinese medio era *pwonX /pwon/, con intonazione crescente indicata da X (oggi terzo tono), mentre in cantonese oggi è "bun2".
  • La /f/ del cinese moderno, che deriva dal cinese medio *b, *p e *ph, in giapponese tende a diventare una semplice aspirazione perché la fricativa labiodentale /f/ non è mai esistita. Due esempi sono *pj+j, oggi /hi/ e *pjang, oggi /xo:/, cioè "hou". Nel primo esempio, si semplifica il gruppo vocalico perché la vocale alta centrale si fa convergere/si sostituisce con /i/. Da questi due punti si può concludere che l'odierna /h/ in giapponese deriva da suoni bilabiali del cinese medio, come anche l'odierna /f/ del putonghua: entrambe le consonanti hanno la medesima origine.
  • Sebbene sia vero che il giapponese ha inventato durante il periodo medio degli albori il suono nasale finale assimilabile (e quindi completamente flessibile) per adattare i prestiti cinesi, la distinzione netta del cinese medio tra *–n e *–m in giapponese non esiste, inoltre il suono nasale finale si usava più per riprodurre questi due suoni che per /ŋ/ finale, che spesso si può trovare approssimato come /i/ o /u/, per esempio in , che in cinese moderno è shēng (primo tono), in cantonese è "saang1" /sa:ŋ/ e in giapponese è セイ /sei/. In questi contesti sono nati /au/ (oggi (o:/), /eu/ (oggi /yo:/ anche in scrittura) e /ou/ (oggi /o:/). Un esempio dell'ultimo caso è il kanji *khuwngX, che in giapponese si pronuncia /ko:/ e si scrive */kou/.
  • /au/, in giapponese moderno /o:/, deriva non solo dall’esigenza di accomodare "vocale+ŋ" del cinese medio ma, in sillabe completamente diverse, ma anche dal bisogno di accomodare il nucleo di sillaba cinese "ao" (/au-ao/ in mandarino; in cinese medio era *aw). Ad esempio, máo (tono crescente) in cinese medio era *maw e in giapponese moderno è {{{2}}} /mo:/, da cui si ricava un antico /mau/. In cantonese moderno ci assomiglia perché oggi si pronuncia "mou4" (tono discendente). Si può quindi concludere che l'allungamento vocalico /o:/ deriva sia dalla trascrizione del suono nasale velare del cinese medio, sia dalla trascrizione della *-/w/ finale in cinese medio, dalla trascrizione della finale *-p (vedi avanti).
  • Il giapponese a inizio sillaba non ha mai avuto /ŋ/ (ma in giapponese si può trovare sostituito con g-, abbastanza simile) e /ɲ/ (si approssima con /n/, se si prende in considerazione il cinese medio; nel cinese arcaico al posto di /ɲ/ iniziale c’era comunque sempre /n/ nella ricostruzione di Baxter-Sagart). Un esempio si vede in 二 èr /ʌɻ/, che in cinese medio era *nyi /ɲi/ e in giapponese moderno è (/ni/). Un esempio invece di sostituzione di /ŋ/ con /g/ è nel carattere , che in cinese medio era *ngjoX (tono crescente) e in giapponese è /go/.
  • Di contro, in parecchi kanji si può notare come non sia avvenuta la palatalizzazione in cinese laddove la pronuncia in cinese medio era *gi, ki, khi (con "i" anche semivocalica per formare dittonghi o il suono moderno /y/) e oggi, in pinyin, forma le sillabe JI e QI. Per esempio, (versione tradizionale ), che in mandarino è qì (/tɕʰi˥˩/, quarto tono, in cinese medio era *khj+jH, ovvero */kʰjɨj/ con tono discendente), in giapponese si pronuncia (/ki/): non c’è palatalizzazione e il resto della sillaba è andato semplificandosi ancora una volta. In più, a prescindere si tolgono tutte le aspirazioni perché il giapponese non ne ha mai avute. Un altro esempio è , che in cinese moderno è "jīng" (primo tono), in cantonese è "ging1" /gi:ŋ/ e in giapponese è /kjo:/, derivato a sua volta da /kjou/ per rendere il suono -/ŋ/. Oppure, siccome è *kjaeng in cinese medio, il dittongo "jae" si è reso come /e/ per formare quindi /eu/ che, come già detto, diventa oggi /jo:/.
  • La vocale centrale alta /ɨ/, reperibile nelle sillabe cinesi ZHI, CHI, SHI, RI, ZI, CI, SI non esiste in giapponese e non esisteva nemmeno in cinese medio in questi precisi contesti appena elencati. In giapponese al suo posto si trova /i/. Ad esempio, (semplificato ) in cinese moderno è shí (secondo tono), in cinese medio *dzyi, in cantonese è "si4" /si:/ e in giapponese moderno (/ɕi/), oggi sempre palatalizzato.
  • Vocali anteriori aperte in cinese medio come ad esempio */æ/ presente in cinese medio, siccome nel giapponese arcaico non sono probabilmente mai esistite, sono state quindi approssimate in /a/ oppure /e/. In giapponese poi c’è spesso molta confusione nel distinguere le occlusive sorde da quelle sonore /b; p/ (oggi /b/ oppure /h/), /d; t/, /g; k/: anche in cinese oggi non c’è una distinzione netta, appartenente invece al cinese medio e a dialetti come lo shangainese.
  • Nel giapponese non esistono cluster consonantici a parte quelli formati da finale nasale e successiva consonante (si pensi alla stessa parola "kanji"). Tutti gli altri, derivati dagli stop senza rilascio di suono presenti nel cinese medio, o si perdono perché cade lo stop oppure, come nel caso di "studente", in giapponese moderno 学生 (ガクセイ, gakusei, in cinese "xue2sheng1"), c’è una vocale che permette di preservare lo stop, anche se la lettura on’yomi del kanji si allunga. Di solito si vede proprio la "u" oggi non più arrotondata, sporadicamente "i" se la vocale appena precedente è anteriore. Per la precisione, partendo dal presupposto che i tre stop a fine sillaba del cinese medio sono *-p, *-t, *-k, lo stop in zona velare *-k diventa "ku/ki" come nell'esempio precedente, quello in zona dentale diventa "tsu/chi" (oggi palatalizzati a partire da *"tu/ti") mentre quello in zona bilabiale è diventato /ɸu/ per poi ridursi oggi in */u/ > /ɯ/ (il simbolo ">" indica, nella letteratura filologica, la derivazione di una forma da un'altra). In quest'ultimo caso, come anticipato sopra, nascono altri allungamenti vocalici. Un esempio a caso di quest'ultima casistica è *kaep, che in giapponese è oggi /ko:/, che probabilmente deriva da */kau/, siccome /æ/ si approssima. Se dopo uno stop c'è una consonante che si articola nello stesso luogo (ex. -k k-), avviene un raddoppio, per esempio nella parola 国家 ("kokka"). Quest'ultimo fenomeno avviene anche in coreano, dove questa parola si pronuncia "gukka" /kukka/.
  • Il suono "r" in giapponese oggi si pronuncia /ɹ/, senza contatto tra organi come in inglese, ma fino al giapponese moderno degli albori era /r/ e, intervocalico, era monovibrante /ɾ/ esattamente come in italiano.
  • In giapponese, non è mai esistita la /l/, che nei prestiti cinesi e anche stranieri viene sostituita con la "r" giapponese. Si pensi al kanji (cinese moderno "lai", cantonese "loi2" /lo:y/, giapponese ライ, rai) e al prestito エレバット (erebatto, dall’inglese "elevator", "ascensore").
  • In questo periodo inoltre la sillaba /tu/ giapponese si pronuncia /t͡sɯ/ non più arrotondato.
  • Il colpo di glottide a inizio sillaba del cinese medio si è perso nel giapponese: non esistono segni che lo trascrivono.
  • In giapponese non sono mai esistite le consonanti retroflesse, presenti in cinese medio. Rispettivamente, *tr e *trh sono diventate /t/, *dr è diventata /d/ e *sr è diventata /s/, *zr è diventata /d͡z/: perdono tutte la retroflessione. Tutte quelle rimaste, che sono le affricate retroflesse *tsr e *tsrh, diventano /s/: si perde il contatto tra organi.
  • In giapponese, le palatali occlusive del cinese medio */t͡ɕ/ e */t͡ɕʰ/ vengono approssimati in /s/ perché questi suoni, eccetto per /t͡ɕi/ (ma che anticamente era /ti/), non sono mai esistiti in giapponese. Si può quindi concludere che nell'odierna /s/ convergono *s, *sr, *ts, *tsh, *tsr, *tsrh e *sy palatale. Un discorso analogo si può fare anche sul suono */t͡s/ del cinese medio, mai esistito in giapponese a parte nel caso /t͡sɯ/, che però anticamente era /tu/.
  • Le sillabe che in primo cinese medio iniziavano per *mj-, poi perso in cinese moderno (infatti oggi iniziano tutte con /w/-, derivato forse da */v/- o */ɱ/-), in giapponese tendono in parecchi casi a ritenere il suono /m/- o a mutarlo in /b/- o addirittura hanno una doppia versione. La /b/- sembra approssimare */v/-, che da labiodentale diventa bilabiale. Per fare tre esempi, (wei3, in cinese medio *mj+jX, in giapponese /bi/) ne ha una (ex. びこう 尾行 /biko:/), (wei4, in cinese medio *mj+jH, in giapponese /mi/) ne ha una (ex. みそ 味噌 /misɯ/), mentre (wan4, in cinese medio *mjonH, in giapponese まん mon e ばん ban) ha una doppia versione (ex. 万一, まんいち /monit͡ɕi/; 万能, ばんのう /banno:/).
  • Un kanji talvolta può avere più pronunce on'yomi, adottate in periodi storici diversi e quindi da varietà diverse dal punto di vista storico o dialettale. Un kanji in isolamento ha quasi sempre una lettura くんよみ kun'yomi, cioè nativa giapponese. Infatti si possono anche usare da soli per rappresentare un concetto. Anche in cinese moderno un sinogramma può avere, in casi sporadici, più pronunce: si pensi a , che può essere "zhe, zhao, zhuo".

Questa lunga introduzione è un punto di partenza per chi desidera approfondire anche il giapponese nel corso della sua evoluzione fonetica, per meglio capire da dove deriva la pronuncia on’yomi dei kanji. Per velocizzare la lettura, anche in caso in cui non si abbiano a disposizione l'IPA o il romaji, l'apprendente potrebbe avere la tentazione di imparare il katakana, siccome è composto da pochi segnetti derivanti da sinogrammi o loro pezzi semplificati fino all'osso. In tal caso (ma ancora di più nell'hiragana), quasi metà alfabeto è una ripetizione perché nel momento in cui ai suoni sordi si aggiunge un paio di trattini in alto, si ottiene la versione sonora della consonante. I trattini, detti "nigori"/ / ニゴリ / impurità, indicano la vibrazione delle corde vocali durante la pronuncia. Quindi da K, T, S, H (eccezione) si ottiene G, D, Z, B e viceversa se si toglie; se invece in quelle che iniziano con aspirazione H (sempre sorda) si mette un cerchiolino (detto "maru", cerchio), si ottiene il suono /p/ sordo perché il cerchio indica la chiusura delle labbra.

Compendio di trasformazioni

dal primo cinese medio

al giapponese moderno

总结

Spiegazione

e aggiunte

说明

1 -*n, -*m > -/n/ Non c'è differenziazione tra -n e *-m a fine sillaba: entrambi convergono in /n/, come in cinese moderno.

Questo suono nasale è poi assimilabile in base a consonante successiva.

2 */....ʰ/- > [ø] Non esiste nessuna consonante aspirata in giapponese, quindi l'aspirazione cade.
3 */d͡z/, */z/ > /d͡z/ (+/d͡ʑi/) /z/ non esiste in giapponese moderno, quindi il suono si approssima, convergendo con /d͡z/.

/d͡zi/ oggi si palatalizza in /d͡ʑi/.

4 -/wa/, -/wan/, -/wi/, -/we/, -/wo/ > caduta di -/w/- "Wa" in isolamento può esserci; "wo" non si usa nei kanji ma come particella per indicare di solito

il complemento oggetto diretto. Oggi si riduce in /o/.

[Consonante+W+vocale] non esiste in giapponese.

5 *ae > /a/, /e/ Approssimazione di vocale: /æ/ e /ɛ/ non esistono in giapponese.
6 *k-, *kh-, *g- > /k/-, /g/- Niente palatalizzazione rispetto al cinese moderno, in cui invece avviene.
7 *d-, *t-, *th- > /d/-, /t/- Caduta di aspirazione: le aspirate non esistono in giapponese.
8 */x/- e */ɣ/- > /k/- e /g/- L'aspirazione sonora non esiste in giapponese, quindi si approssima in /g/-.

In più l'aspirazione /x/ è un suono che non ha sillabe ad hoc in giapponese, quindi si approssima in /k/-.

9 */ɨ/ > /i/ Approssimazione di vocale: /ɨ/ non esiste in giapponese.

Anche nelle sillabe di cinese moderno che oggi hanno /ɨ/ si ritiene la */i/ e */j/ dell'Early Middle Chinese.

10 *-/ŋ/ > -/u/, che culmina in allungamento vocalico /o:/, oppure -/i/ La scelta della vocale dipende dall'armonia vocalica.
11 *b-, *p- > /h/-, /b/- Alcune sillabe perdono il suono bilabiale, mutato in un'aspirazione sorda.
12 */je/ > [ø] /je/ non si forma mai, non esiste nemmeno nel sillabario katakana (ma si può formare in quello hiragana),

quindi si evita con semplificazioni e mutamenti.

13 */aw/ > /o:/ Allungamento vocalico.
14 */ŋ/- > /g/- Approssimazione di consonante: /ŋ/- non esiste in giapponese.
15 */ɲ/-, */n/- > n Approssimazione di consonante: /ɲ/- non esiste in giapponese, quindi si depalatalizza in /n/-.
16 */l/- > /ɹ/- Approssimazione di consonante: /l/ non esiste in giapponese, si sostituisce allora con */r-/, oggi non più vibrante.
17 *-k > -/kɯ/ (in passato */ku/), -/ki/ Ritenzione dello stop senza rilascio di suono, mutato in stop con rilascio di suono attraverso l'aggiunta della vocale, sempre in base all'armonia vocalica.
18 *-t > -/t͡sɯ/, /t͡ɕi/ (in passato */tu/, */ti/) Ritenzione dello stop senza rilascio di suono, mutato in stop con rilascio di suono attraverso l'aggiunta della vocale, sempre in base all'armonia vocalica.
19 *-p > -/u/ -p non viene ritenuto, ma culmina in un allungamento vocalico.
20 */ʔ/- > [ø] In giapponese non esiste lo stacco glottale/colpo di glottide a inizio sillaba.

Nell'Old Chinese era presente anche a fine sillaba, ora scomparso in tutte le lingue.

21 *tr-, *trh- > /t/- Le retroflesse non esistono in giapponese, quindi il suono si approssima.
22 *dr- > /d/- Le retroflesse non esistono in giapponese, quindi il suono si approssima.
23 *s-, *sy-, *sr-, *tsr-, *tsrh-, *tsy-, *tsyh- > /s/- Le retroflesse non esistono in giapponese, quindi il suono si approssima.
24 Nuclei di sillaba complessi > si semplificano I nuclei di sillaba complessi, con almeno tre membri, non esistono in giapponese, quindi si semplificano a prescindere con riduzioni.
25 -*/jwe/, -*/jwij/, -*/jwɨj/ > -/i/ "we" e "wi" non si usano più nemmeno in isolamento; "wo" non si usa; "wa" sì.

Da ricordare anche la regola della caduta di -/w/- dentro una sillaba giapponese.

26 *mj- > /m/- o /b/- o entrambi In cinese moderno, alcune sillabe che iniziavano in *mj- hanno perso questo attacco di sillaba,

riducendosi in /w/-.

In giapponese tendono a preservare /m/- o la mutano in /b/- o hanno una doppia versione.

27 (*m- e *n- > restano invariati) Questi suoni sono presenti sia nel Middle Chinese sia nel giapponese.

Varietà di coreano 韩(国)语 (hangugeo) / 朝鲜语 (joseono) modifica

  • Per fare un lavoro simile in coreano, bisogna partire da presupposti simili: se si desidera fare un lavoro molto approfondito che si estende a come è evoluta la pronuncia nella lingua di approdo, bisogna considerare la varietà storica e le sue trasformazioni. Ad esempio, nel coreano antico, quando nel 1443 fu inventato l’hangeul dal re Sejong (1418-1450) della dinastia Joseon (1392-1857), c’erano altre lettere oggi obsolete che trascrivevano suoni oggi scomparsi, inseriti in una tabella appena dopo la spiegazione degli adattamenti dei suoni del Cinese Medio. C’erano anche dei cluster consonantici oggi scomparsi ma reperibili nelle opere antiche e addirittura dei cluster preconfezionati con tre membri (oggi al massimo ne hanno due). C’erano poi altre combinazioni vocaliche oggi sparite. Quindi, se si vuole lavorare col coreano medio (dal X al XVI secolo, ovvero dalla dinastia Goryeo 高麗 (918-1392) fino ai primi tempi della dinastia Joseon 朝鮮 deposta dai giapponesi) e con il coreano arcaico, bisogna conoscere le basi della lingua arcaica a livello fonetico. Sotto alla tabella viene riportata anche una possibile ricostruzione della pronuncia arcaica delle vocali e dei cluster vocalici, che si pronunciavano così come si scrivevano.
  • Ci sono sempre stati gli stop consonanti –p, -t, -k/kk (che spesso rimangono invariati a parte -t) e anche altre consonanti a fine sillaba, come le nasali –n, -m, -ng (che restano invariate rispetto al primo cinese medio). A fine sillaba ci sono sempre stati anche il suono laterale -l (sostituisce *-t) e il suono –s (oggi si pronuncia come stop senza rilascio di suono in zona dentale -t). Alcuni prestiti aventi -s derivano dal cinese arcaico. Riguardo invece alla sostituzione di *-t con *-l, essa deriva da un cambiamento nel tardo cinese medio settentrionale, in cui la *-t si era addolcita in una *-r, che i coreani hanno reso (e rendono tuttora) -/l/.
  • Nell'hangeul, in base alla ricostruzione, non è segnata alcuna vocale */e/ (nemmeno */je/), */ɛ/, */æ/ del cinese medio e gruppi vocalici a loro annessi, che quindi si sostituiscono.
  • Nei gruppi vocalici, in ultima posizione ci poteva essere una *-/j/, ma mai la semivocale *-/w/ del cinese medio, per esempio nella parola *maw, che in coreano si pronuncia /mo/: il suono che più si avvicina a *-/w/ è la vocale -/o/ oppure la -/u/. In coreano esiste tuttavia il dittongo /ju/, che però termina in vocale. In dei testi, la -/w/ viene traslitterata per rendere al meglio la pronuncia cinese (vedi tabella dei caratteri obsoleti)
  • In coreano non esistono le retroflesse, quindi i suoni del cinese medio *tsr e *tsrh diventano /tɕ/ o /tɕʰ/ e in più vi convergono anche *tr e *dr, mentre *sr diventa /s/. Invece */tɕ/ e */tɕʰ/ restano suoni palatali in coreano.
  • Non ha mai avuto /ŋ/ a inizio sillaba (ad esempio, il sinogramma , cinese medio *ngjoX, in coreano si pronuncia /ʌ/) e non è mai esistita una lettera per il suono /ɲ/: entrambe cadono. Siccome in coreano (ma non in Corea del Nord) un prestito cinese non può mai iniziare con /n/, il suono che assomiglia di più a /ɲ/, tutte le sillabe che in cinese moderno sono "ER" o iniziano per "R-" non hanno alcuna consonante in coreano. Si pensi a (cinese medio *ɲijH, oggi /i/) o (cinese medio *ɲijt̚, oggi /il/ o, se intervocalica, /iɾ/), siccome *-t diventa *-l.
  • I suoni */t͡s/ e */t͡sh/ non avevano la palatalizzazione. In Nordcorea, siccome si pronunciano ancora così, la pronuncia è conservativa. Ad esempio, il sinogramma , in cinese moderno zì /t͡sɨ˥˩ / (quarto tono) e in cantonese "zi6" /t͡si:/ (tono piatto grave), in coreano si pronuncia /t͡ɕa/ in Sudcorea, /t͡sa/ in Nordcorea. Nel corso dell'evoluzione linguistica o dell'influsso dei dialetti, è normale che le vocali mutino.
  • Il suono /l/, che oggi si pronuncia /ɾ/ se intervocalico, trascrive la */l/ in cinese (in cinese moderno e cinese medio non esistono consonanti vibranti, al contrario del cinese antico). Tutte le sillabe in cui si trova /l/ all’inizio (che in coreano moderno non si modifica se la sillaba non è a inizio parola) avevano sempre */l/ in cinese medio e tuttora in cinese mandarino /l/, come : si pronuncia /lo/ (cinese medio */lu/ con tono già discendente), ma se a inizio parola si muta in grafia e pronuncia in 노 /no/, regola che vale con tutti gli altri casi in Sudcorea. Un esempio è 道路 도로 /doɾo/, "strada", che in cinese mandarino è dàolù e in cantonese dou6 lou6 .
  • In coreano non avvengono molte palatalizzazioni che esistono nel cinese moderno: per esempio, il carattere , in cinese medio *kjæng, in mandarino moderno "jīng" /t͡ɕiŋ/, in coreano è /kjʌŋ/, in cantonese è /giŋ/ e in giapponese on'yomi è /kyo:/ (anticamente /kyou/, di cui resta la grafia in traslitterazione).
  • La */ɳ/, */ʈ/ e */ɖ/ retroflesse del cinese medio non esistono in coreano.
  • Gli hanja in casi sporadici hanno più pronunce, esattamente come i kanji; allo stesso modo, hanno tutti quanti una lettura nativa coreana se presi e usati in isolamento.
  • In coreano non c'è mai stata la distinzione netta tra consonante sorda e sonora senza aspirazione, come in cinese medio e shanghaiano. Quindi, i suoni */p/ e */b/ del cinese medio non hanno particolare distinzione in coreano. Lo stesso discorso si può fare pure sulla coppia */s/ - */z/, */t͡s/ - */d͡z/, */t͡ɕ/ - */d͡ʑ/ (in coreano queste due coppie sono allofoniche: semplicemente, nel nord non avviene la palatalizzazione) e */k/ - */g/ in cinese medio. Quindi, in coreano c'è un unico esito e grafia, che di solito tende a realizzarsi sonora eccetto se a inizio frase. Un esempio chiarificatore di convergenza è *s, *z > /s/, in cui convergono pure *sy, *zy e *sr. Un altro più semplice è *x sorda e *h sonora che convergono in un'odierna /h/.
  • La *k e *kh del cinese medio in coreano diventano /k/ o un'aspirazione /h/. Quindi questa è l'unica consonante che dal cinese medio non conserva l'aspirazione a prescindere.
  • Il colpo di glottide a inizio sillaba in coreano è oggi sparito.
  • Le sillabe colpite da caduta di fono nel caso di *mj- in cinese medio tendono a preservare la /m/- in coreano (o, siccome l'Hangeul è stato inventato nel 1443, durante la Dinastia Ming e quindi quando ormai il Tardo Cinese Medio aveva lasciato posto al Primo Mandarino, la /m/- coreana è una ritenzione arcaica di */mj/- o un'approssimazione della labiodentale */ɱ/-). Per esempio, *mjun, in cinese moderno "wen4" rimane /mun/.
  • In conclusione, nei testi arcaici e rimari non solo si trovano delle consonanti in più oggi obsolete per rendere la pronuncia, ma si trovano anche due diacritici che, a sinistra del carattere, ne indicano la modulazione tonale (i toni sono poi spariti con la fine del "Coreano Medio" o "Coreano Medievale"): 상성 (上聲, ) è un paio di punti che indicano il tono "shang3", cioè un'intonazione crescente in Primo Cinese Medio (dal registro basso si sale verso il registro acuto) ma che in Coreano Medio indica un'intonazione piana acuta, mentre 거성 (去聲, ) è un singolo punto che indica il tono discendente sia in Primo Cinese Medio che in Coreano Medio. In assenza di punti, si specifica che il tono è piano/piatto (평성, 平聲) e nel registro grave. In presenza di uno stop senza rilascio udibile di suono, la vocale è sfuggita e interrotta dallo stop. Questo tipo di modulazione si dice "tono entrante" (입성, 入聲). Queste quattro categorie, shang3, qu4, ping2 e ru4, derivano dal Primo Cinese Medio. In Primo Cinese Medio, il tono crescente deriva dalla caduta di un antico colpo di glottide/stacco glottale a fine sillaba in Old Chinese, mentre il tono discendente deriva dalla lenizione e caduta di una *-s a fine sillaba.
  • Oggi il coreano standard, basato sulla parlata di Seul 서울, non ha toni ed è soltanto presente un contrasto tra vocale breve e lunga non mandatorio. Ad esempio, l'hanja /ku:/ ha la vocale lunga.
  • I toni in lingua coreana sono descritti con le 4 categorie cinesi, ma non hanno un'origine a causa dell'influsso del Primo Cinese Medio siccome hanno un diverso andamento: il tono discendente/qu4 in Primo Cinese Medio in Coreano Medio/Coreano Medievale equivale a un'intonazione acuta ed è indicato da un punto accanto al carattere; il tono crescente/shang3 上声 è un tono crescente in entrambe le lingue e in coreano è indicato da due punti prima della sillaba; di contro, il tono piatto 平声 in coreano si differenzia dal 去声 siccome ha un'intonazione bassa (non si conosce in modo esatto il registro); il tono entrante è comune alle due lingue, ma il coreano aveva gli stop senza rilascio udibile di suono *-k e *-p già durante l'Old Korean (poi si aggiunse *-t del Primo Cinese Medio, trascritta come *-l perché prese da una varietà di cinese in cui si era lenita in una *-r monovibrante). Pertanto, la descrizione dei toni usa le stesse categorie in entrambe le lingue, siccome i coreani presero a prestito la descrizione cinese, ma non c'è corrispondenza nella modulazione tonale, quindi la tonogenesi in Coreano Medio non si fa risalire al Primo Cinese Medio, ma sarebbero interne alla lingua coreana stessa Per la precisione, in principio nacquero due intonazioni, equivalenti al 去声 e al 平声, a cui si aggiunge l'intonazione sfuggita per lo stop (入声). Infine, nacque l'intonazione ascendente 上声 per la contrazione di due sillabe, la prima con il tono grave e la seconda con il tono acuto, in un'unica sillaba con un'intonazione crescente. I toni, insieme al rigoroso sistema di armonia vocalica nella formazione delle parole, sparirono con l'avvento del Primo Coreano Moderno.

Se si lavora sul coreano antico attraverso l’IPA e non leggendo l’alfabeto hangeul, questo lavoro si può evitare. In alternativa, si può imparare l'hangeul, che è un insieme di segnetti molto snello ed economico. Per esempio, per scrivere gli stop senza rilascio a fine sillaba, si mette in posizione finale la consonante (ex. "di", "it", il cui cerchiolino a inizio sillaba non ha valore fonetico e in fondo sillaba si pronuncia -/ŋ/); per ottenere il dittongo con /j/- al primo membro si aggiunge un trattino alla vocale (ex. "a", "ya"); per ottenere le doppie, si può usare un insieme di consonanti scritte due volte in piccolo e preconfezionate nell'alfabeto (ex. kkung); per ottenere le aspirate, si aggiunge un tratto alle consonanti base (ex. "ga", "ka" come in pinyin). Nella lettura dei caratteri di fila infine, a causa degli stop senza rilascio di suono, si aggiunge il sandhi consonantico, ossia una serie di mutazioni fonetiche. Per esempio, 압고 si pronuncia /ap̚k͈o/ e non */apko/ e nemmeno */akko/, mentre 입늬 si pronuncia /imnɰi/ e non */ipnɰi/ perché lo stop senza rilascio di suono si sonorizza a causa della consonante /n/, che possiede la vibrazione delle corde vocali.

Compendio di trasformazioni

dal primo cinese medio

al coreano moderno

总结

Spiegazione

e aggiunte

说明

1 *-t > -l Deriva da una varietà settentrionale del tardo cinese medio. Si pronuncia /l/ e, se intervocalica, /ɾ/ monovibrante sonora.
2 *ea, *ae > sostituite con approssimazione vocalica Nel coreano moderno non esiste una vocale che trascrive /æ/ e /ɛ/, mentre in passato ㅐ si pronunciava */ai̯/,

così come scritto.

3 *-w > l'intero cluster vocalico si semplifica o sostituisce -/w/ non esiste nell'inventario dei nuclei di sillaba in coreano.
4 *tsr, *tsrh, *tr, *dr > /tɕ/, /tɕʰ/ Le retroflesse non esistono in coreano moderno, quindi il suono si approssima. L'aspirazione si ritiene.
5 *sr > /s/ Le retroflesse non esistono in coreano moderno, quindi il suono si approssima.
6 */ŋ/- > [ø] /ŋ/- a inizio sillaba non esiste in coreano, quindi cade.
7 */ɲ/- > [ø] /ɲ/ non esiste in coreano. Si potrebbe approssimare in /n/-, ma a inizio sillaba tende a cadere.
8 */n/- > [ø] /n/- tende a cadere per regola, anche se talvolta si ritiene se il carattere appare dentro la parola e non all'inizio.
9 */ɨ/ > /i/ /ɨ/ non esiste in coreano e la vocale che vi assomiglia, /ɯ/ e la versione semivocalica /ɰ/, non sono usate.

Quindi si approssima con /i/.

10 */x/-, */ɣ/- > /h/- Non esiste l'aspirazione sonora in coreano, quindi si desonorizza.
11 *k-, *kh- > /k/-, /h/- (inoltre, *g- > k-, g-) Non esiste nessuna differenziazione netta in coreano. Inoltre, in dei casi il coreano rende la consonante occlusiva come fricativa.
12 *d-, t- > niente più differenziazione Non esiste nessuna differenziazione netta in coreano.
13 *b-, *t- > niente più differenziazione Non esiste nessuna differenziazione netta in coreano.
14 *s-, *z-, *sy-, *zy-, * sr-, *tsy-, *dzy-

> /s/-

Le retroflesse non esistono in coreano moderno, quindi il suono si approssima.

Se /s/- è seguita da -/i/ e -/j/-, in Corea del Sud si palatalizza, idem /d͡z/; in Corea del Nord no.

/z/ non esiste in coreano moderno, quindi si desonorizza in /s/.

15 -s coreano > -/t̚/ In delle sillabe sporadiche, è un utile relitto grafico del cinese arcaico, che si pronuncia come -t.

In quasi tutti i casi, la *-s del cinese arcaico è caduta, originando il quarto tono in cinese medio e snellendo l'inventario di finali di sillaba.

16 */ʔ/- > [ø] Nel coreano moderno non esiste lo stacco glottale a inizio sillaba, che cade.

Nell'Old Chinese era presente anche a fine sillaba, poi è caduto e ha originato il secondo tono in cinese medio, in più l'inventario di finali di sillaba si è snellito.

17 Nuclei di sillaba molto complessi

> si semplificano

Il coreano contiene dei nuclei di sillaba anche complessi, ma non hanno lo stesso grado di complessità di quelli del primo cinese medio, quindi si semplificano.
18 *mj- > m- Mentre dal cinese medio al cinese moderno *mj- si perde in alcune sillabe che oggi iniziano con /w/-, in coreano resta la /m/-.
19 (*s-, m-, l-, tsy-, tsyh-, -m, -n, -ng, -p

> non mutano in coreano)

Questi suoni a inizio sillaba esistevano già in coreano, insieme agli stop -p e -k.

Caratteri obsoleti nell'Hangeul e pronuncia arcaica delle vocali modifica

Alcuni caratteri dell'alfabeto Hangeul erano usati più o meno di rado nei testi antichi del Coreano Medio in larga misura per trascrivere dei suoni degli hanja al tempo del cinese medio, per poi cadere in disuso. Alcuni di questi caratteri potevano combinarsi in cluster, anch'essi caduti in disuso. Sempre in passato, erano possibili anche combinazioni vocaliche oggi in disuso, perlopiù per trascrivere la pronuncia degli hanja. Alcuni esempi di cluster antichi usati nel Coreano Medio e oggi in disuso sono (assimilatosi poi in ), e (assimilatisi in ), (assimilatosi in ), (assimilatasi in cioè raddoppiata), (sempre in posizione iniziale e assimilatasi in ), (assimilatasi in ᄂᄆ) e (assimilatosi in ). Nel Coreano Medio, potevano trovarsi cluster formati da tre membri, oggi tutti in disuso. Si ricorda che il primo testo a usare l'hangeul (inventato nel 1443) è lo 訓民正音 (훈민정음, Hunminjeongeum), pubblicato dal re Sejong il Grande il 9 ottobre 1446 e messo in coppia con lo 訓民正音解例 (훈민정음 해례, Hunminjeongeum Haerye), che in sei capitoli spiega come si pronunciano i suoni e si combinano le lettere. A questo, è seguita la pubblicazione di numerose opere incentrate sui commenti a opere buddiste, di cui si conservano ancora le copie, e dei primi dizionari di sinogrammi con la pronuncia sino-coreana e/o la pronuncia traslitterata il più fedelmente possibile a quella del cinese medio. Un simile discorso si può fare pure col giapponese, se si considerano i dizionari antichi di kanji.

Carattere Trascrizione

IPA

Descrizione e commenti
/ʔ/ Il suono è uno stacco glottale/colpo di glottide (noto in inglese come "glottal stop") ed equivale grossomodo a un colpetto di tosse. Il pallino è la consonante ㅇ rimpicciolita. Questo suono poteva trovarsi a inizio sillaba (e sporadicamente alla fine), poteva combinarsi in dei cluster e oggi è caduto. Dall'aggiunta di un tratto in alto che indica l'aspirazione, deriva l'aspirazione /h/ , che si plasma in base alla vocale successiva.
/ɾ/ Il suono è una "r" monovibrante e sonora, come nella parola "arare". Il pallino è la consonante ㅇ rimpicciolita, che indica una lenizione.
/β/ B di balena, ma senza il contatto tra labbra, come avviene nello spagnolo moderno. Il pallino è la consonante sorda rimpicciolita, che indica una lenizione. Oggi il suono è sparito perché sparito perché è mutato in /w/ già durante il Coreano Medio. Si trova rarissimamente nella trascrizione di parole straniere per indicare il suono /v/.
/f/ oppure /fʰ/ F di finale, accompagnata da un'eventuale enfasi, e si trova rarissimamente nella trascrizione di parole straniere per indicare il suono /f/. Il pallino è la consonante rimpicciolita, che indica una lenizione.
/z/ Z di zanzara, sonora e senza contatto tra organi. In alternativa, si può pensare come una S di sole ma sonora invece che sorda. Poteva combinarsi in dei cluster, come /lz/ e /nz/. Oggi questo suono è caduto nella pronuncia degli hanja e, nelle parole coreane, si può trovare sostituito con una . Nonostante la sua apparenza, non deriva da una modifica di . A questo suono si era assimilato il cluster arcaico .
/ɱ/- oppure, se

a fine sillaba, -/w/

Il suono è, se a inizio sillaba, una N di anfora, con gli incisivi dell'arcata superiore a contatto con il labbro inferiore per un fenomeno di assimilazione. Se a fine sillaba, è una semivocale alta e arrotondata -/w/, come nell'esclamazione colloquiale "Uau!" oppure "Wow!", e veniva usata nella trascrizione degli hanja. Il pallino è la consonante ㅇ rimpicciolita, che indica una lenizione: infatti la bocca deve rilassare le labbra per aprirle e trasformare dunque la -/m/ in una -/w/.
/ɳ/- N di nave retroflessa/cacuminale, tale per cui la lingua è piegata all'indietro, come se si arrotolasse lungo il palato. Era usata solo per trascrivere questo suono nella pronuncia originale degli hanja in Cinese Medio.
/ɣ/- G di galera, ma senza contatto tra organi e si ritrovava sempre prima di .
/s/ S di sole. Deriva da una con una gamba allungata.
/ts/ Z di zero, sorda.
/tsʰ/ Z di zero, sorda e con aspirazione.
/z/ Z di zanzara, sonora e senza contatto tra organi, come .
/dz/ Z di zanzara, sonora.
/ɕ/ S di sole, palatalizzata.
/tɕ/ C di cielo, palatalizzata, distinta da Z di zanzara, sorda.
/tɕʰ/ C di cielo, palatalizzata e aspirata.
/ʑ/ S di sole, sonora e palatalizzata. Si può pensare come una palatalizzata o come una G di gelato senza contatto tra organi e palatalizzata.
/dʑ/ G di gelato, palatalizzata e distinta da Z di zanzara, sonora.
-/ŋ/, sempre a fine sillaba Anticamente, c'era una differenza tra le lettere e . La prima indicava a prescindere il suono -/ŋ/ a fine sillaba e poteva combinarsi in dei cluster (ex. e ), mentre la versione senza trattino non aveva nessun valore fonetico e si usava a inizio sillaba per indicare la mancanza di consonante iniziale. In alcuni testi antichissimi si poteva usare anche a fine sillaba per indicare l'assenza totale di consonanti a fine sillaba. Questo secondo uso è diventato ridondante e la differenza tra le due lettere, molto simili tra loro, è caduta ed è rimasta solo , mentre la prima è caduta in disuso. Oggi, per indicare che la sillaba finisce senza consonanti, non si scrive nessuna consonante, mentre se presente a fine sillaba indica il suono -/ŋ/, mentre a inizio sillaba segnala l'assenza di iniziali, come già noto.
  • La vocale probabilmente si pronunciava */ɤ/ (labbra non arrotondate), mentre oggi, pur tenendo ancora le labbra non arrotondate, è aperta /ʌ/.
  • Alcuni suoni vocalici in origine erano dittonghi o altri avevano una pronuncia letterale (ciò è riconoscibile anche dalla grafia): oy */oi̯/, ay */ai̯/, ey */ɤi̯/, way, */oai̯/, wey */wɤi̯/, yay */jai̯/, yey */jɤi̯/. Quindi, nella lettura di questi gruppi vocalici, l’hangeul va visto pezzo per pezzo e letto con la pronuncia letterale. Il trattino sotto la "i" disambigua che è semivocale che fa parte di un dittongo o trittongo (altrimenti, nella trascrizione IPA vecchia, si può usare -"j"). La ricostruzione IPA qui offerta è quella che permette di conservare l'armonia vocalica. Un'altra ricostruzione di Lee Ki-Moon (1971) cambia la pronuncia di due lettere e tutti i cluster vocallici che ne derivano, */ɨ/ e */ə/, tale per cui la pronuncia è più vicina al Primo Cinese Medio. Esistevano molti altri cluster vocalici elaborati dallo studioso Sin Sik-ju per trascrivere la pronuncia del Cinese Medio, ma oggi sono in disuso in coreano. In svariati casi, la lettura non seguiva la scrittura (mentre per tutti quelli ancora in uso, vale il principio contrario).
  • Esisteva una vocale presente anche nell’inglese moderno e rappresentata da un punto, , oggi pronunciata /ɒ/ (vocale posteriore aperta arrotondata, è la versione ancora più aperta di /ɔ/). Questa vocale, la arae-a, è ancora presente nel Jeju, la lingua dell’omonima provincia sudcoreana, Jeju 濟州 (un’isola a sud della Sudcorea). La pronuncia arcaica tuttavia era probabilmente */ʌ/ (labbra non arrotondate) e romanizzazione, ingannevole, è "ə" (una romanizzazione alternativa fa uso della chiocciola, @).
  • La vocale , la arae-a, aveva pure la sua versione dittongo che assomiglia a un punto esclamativo,ᆝ */jʌ/, che si scriveva accanto alla consonante. Esisteva pure la combinazione */ʌi̯/.

Trasformazioni di pronuncia dal Coreano Medio e uso della tastiera Microsoft Old Hangul modifica

Dai testi antichi (dal 1446 circa in poi), si ricavano delle pronunce antiche piuttosto utili che in Coreano Moderno sono mutate e che, sia con che senza l'ausilio dei caratteri obsoleti nell'hangeul, in svariati casi riflettono meglio la pronuncia del Primo Cinese Medio (un fenomeno simile avviene anche in giapponese) e in parte del cinese moderno. Si elencano qui sotto alcune trasformazioni, che sbrogliano e disambiguano delle apparenti irregolarità e mancate corrispondenze nella pronuncia.

In generale, la grafia antica, compresa di lettere arcaiche, si chiama "Old Hangeul", 옛한글, di cui esistono degli strumenti di input (입력기) e metodi di input (입력 방법) in tastiere impostabili appositamente nelle impostazioni. Uno dei modi migliori per scrivere le sillabe in Coreano Medio/Coreano Medievale è usare la tastiera Microsoft Old Hangul (si scarica, nelle opzioni "lingua", la tastiera in coreano e, tra i metodi di input nelle opzioni, si aggiunge Microsoft Old Hangul). La tastiera, in qualunque lingua, è visualizzabile su schermo e utilizzabile con il mouse se si attiva la "tastiera virtuale", tale per cui chi non conosce la posizione dei tasti può comunque scrivere. Se la tastiera non lascia scrivere su piattaforme come Wikipedia, si può scrivere su Word o simili e fare copia-incolla. Con la tastiera Microsoft Old Hangul si possono scrivere cluster complessi e le lettere obsolete ᄝᅠ, ᅗᅠ, ᅀᅠ, ᅌᅠ, ᅙᅠ, ᅟᆞ e ᅘᅠ.

  • Per digitare ᄝᅠ, bisogna digitare ᄆᅠ /m/ e subito dopo ᄋᅠ. Si può scrivere sia a inizio che a fine sillaba, e.g. 가ᇢ ("gau").
  • Per digitare ᅗᅠ, bisogna digitare ᄑᅠ e subito dopo ᄋᅠ.
  • Per digitare ᄫᅠ, bisogna premere ᄇᅠ e subito dopo ᄋᅠ.
  • Per digitare ᄛᅠ, bisogna premere ᄅᅠ e subito dopo ᄋᅠ.
  • Per digitare ᅀᅠ, bisogna premere il tasto Shift e digitare ᄆᅠ.
  • Per digitare ᅌᅠ, bisogna premere il tasto Shift e digitare ᄋᅠ (notare la somiglianza grafica, siccome aiuta nella digitazione).
  • Per digitare ᅙᅠ, bisogna premere il tasto Shift e digitare ᄒᅠ.
  • Per digitare ᅟᆞ, bisogna premere il tasto Shift e digitare ᅟ.
  • Per digitare ᅘᅠ, bisogna premere due volte di fila ᄒᅠ.
  • Per digitare ᄔᅠ, bisogna premere due volte di fila ᄂᅠ.
  • Tutte le altre consonanti arcaiche (e.g. ᄼᅠ) si ottengono premendo Shift e digitando ᄏᅠ, ᄐᅠ, ᄎᅠ, ᄑᅠ, ᅟᅲ e ᅟᅮ , che sono in fila in basso. Per esempio, ᄼᅠ si ottiene da ᄏᅠ.
  • Per ottenere la loro versione raddoppiata, bisogna dapprima digitare il singolo carattere, dopodiché riattivare nuovamente lo Shift e ri-digitare il carattere: applicando due volte di fila scrittura di ᄼᅠ da ᄏᅠ, si ottiene ᄽᅠ.
  • Sempre premendo Shift, si possono digitare i cluster doppi come ad esempio ᄈᅠ e altri suoni vocalici comeᅟ .
  • Per digitare , che indica il tono decrescente (去声) in Primo Cinese Medio e un'intonazione acuta in Primo Coreano Medio, bisogna digitare "302E" (attenzione alla maiuscola), evidenziare la scritta e premere alt+x. La soluzione deriva dal codice Unicode del diacritico, U+302E, HANGUL SINGLE DOT TONE MARK. In alternativa, si usa il "MIDDLE DOT" ·, che però è un surrogato siccome il primo è invece pensato apposta per il coreano. Il middle dot ha codice U+00B7.
  • Per digitare 〯, che indica il tono crescente "shang3" (上声) in Coreano Medio e Primo Cinese Medio, bisogna alla stessa maniera digitare 302F (U+302F, HANGUL DOUBLE DOT TONE MARK).
  • Se si preme Shift sulla tastiera su Windows 10, sulla tastiera compaiono le lettere arcaiche, cosa che non accade su Windows 8.1 e Windows 7 (ragion per cui le informazioni riportate sono utili per chi lavora, per esempio, con Windows 8.1).
  • La tastiera virtuale può sparire o nascondersi se si preme la barra spaziatrice o un altro tasto sulla tastiera reale invece che su quella virtuale. Non è detto che, copincollando dagli inventari di sillabe online e simili, le sillabe siano visibili su Word e altre piattaforme online anche se si è scaricato il font. La tastiera Microsoft Old Hangul funziona a priori.

Palatalizzazioni modifica

In primis, delle sillabe che iniziavano in */dj/- sono mutate, per palatalizzazione causata proprio dalla semivocale, in un suono palatale. Il cambiamento è riflesso pure nella grafia, che mostra anche la perdita conseguente della semivocale (la vocale "i" invece resta). Lo stesso fenomeno avviene pure con la stessa consonante in versione aspirata. Accanto all'hanja, viene indicata l'eventuale versione semplificata usata nella Repubblica Popolare Cinese.

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

鳥 [鸟]
調 [调]
帳 [帐]
鐵 [铁]
聽 [听]
體 [体]

Perdita della semivocale */j/- modifica

In alcuni hanja, la pronuncia originale aveva un dittongo che iniziava con la semivocale */j/-, poi sparita dalla pronuncia e grafia.

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

書 [书]
鮮 [鲜]
長 [长]
衆 [众]
車 [车]
獸 [兽]
世 (丗)
져ᇰ〮

Caduta dello stacco glottale modifica

Alcune sillabe iniziavano con un colpo di glottide/stacco glottale, indicato con il jamo ᅙᅠ. Oggi è caduto, sostituito con , indicante l'assenza di suono.

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

ᅙᅡᆫ
ᅙᅳᆷ
ᅙᅳᆸ (doppia pronuncia)

Caduta del suono */z/ modifica

In Coreano Medievale, alcune sillabe iniziavano con il jamo ᅀᅠ, che presumibilmente indicava il suono fricativo sonoro */z/ (se si pronunciava sempre così anche davanti alla vocale /i/ e alla semivocale /j/, vuol dire che non si palatalizzava in */ʑ/). Si trovava anche in cluster. Oggi queste sillabe iniziano con e in cinese moderno iniziano con R-, derivato da un suono nasale palatale */ɲ/, o si pronunciano "ER", sillaba derivata sempre dallo stesso suono. Il suono resta in dei dialetti coreani defonologizzato in /s/. Si indicano 5 esempi e una serie ordinata in base alla chiave di lettura di altre sillabe che sono state colpite dalla caduta di questo suono.

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

ᅀᅵᆯ〮
ᅀᅵᆫ
二 (貳) ᅀᅵ
ᅀᅵ
ᅀᅣᇰ
Hanja

汉字

Pronuncia moderna

现代发音

, , ,

, , ,

, , , ,

, , ,

, , ,

, , , ,

,

(doppia pronuncia)

,

인 (잉) (cantonese: jing6, jan6; la prima è di uso comune)

, , ,
, ,
(≠ ), , , ,
, ,
, , , ,
, , 袵 (衽), , , ,
, , , , , ,
, (coreano: , idem ),
, (alt. , doppia pronuncia), , , , 연 (누), , ,

(doppia pronuncia) è () (putonghua: rui4, dui4) ma non iniziava in Primo Cinese Medio con *ny- (giapponese: えい ei, だい dai; in vietnamita ha una pronuncia semi-irregolare e ingannevole, nhuệ, duệ, đoái); idem (), giapponese ゆう yū, よう yō.

( + ) non aveva *ny- ma *nr- retroflessa, mentre iniziava per *s- (putonghua xiang1, cantonese soeng1, Amoy hokkien siong, giapponese しょう shō, vietnamita tương) ma come chiave di lettura ha *ny-.

inizia per *ny- se si tiene in considerazione la pronuncia in putonghua "ruan3" (indica il Loto di Sant'Andrea, che produce un frutto dall'aspetto simile all'uva passa); la seconda è "nou4" (indica un tipo di albero nei testi antichi); una terza pronuncia, "ru2", apparentemente non ha equivalenti in coreano e indica i piccoli assi di legno che sorreggono il tetto di un edificio (梁上短柱).

Mutazione della arae-a modifica

In alcuni hanja in cui era presente la vocale arae-a, oggi è mutata perlopiù in /a/. Il suono è presente pure in dei dittonghi conservativi (oggi in cantonese non variano, siccome si pronunciano "oi"). In altri hanja, la vocale si è trasformata in . Altri caratteri ancora avevano direttamente come vocale la arae-a.

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

改 (𢻰) ᄀᆡ
內 [内] ᄂᆡ
ᄃᆡ
ᄆᆡ
ᄒᆡ
ᄉᆡᆨ
愛 [爱] ᄋᆡ
ᄌᆡ
冊 [册] ᄎᆡᆨ
ᄐᆡ
ᄀᆡᆨ
ᄀᆞᆫ
思 (恖) ᄉᆞ
ᄌᆞ
ᄒᆡ /hʌi̯/
ᄒᆡ
該 [该] ᄒᆡ (ᄀᆡ?)

(in Primo Cinese Medio,

*koj, */kʌi̯/) (Baxter, 2011)

Altre mutazioni modifica

Hanja

汉字

Pronuncia

originale

原音

Pronuncia

moderna

现代发音

Glossa

批注

, In passato non aveva l'aspirazione.
* Ha da sempre perso lo stop a fine sillaba *-t, scriverlo è errore.

Si confronti con il cantonese caat3, il vietnamita xoát e il giapponese せち sechi e さつ satsu.

* Ha da sempre aggiunto una "i" in posizione finale, la prima pronuncia è errata nonostante rispecchi il Primo Cinese Medio.

Si confronti con il vietnamita thú e il giapponese su e しゅ shuu. Di contro, si avvicina al cantonese ceoi3.

Una seconda pronuncia, deriva dal fatto che era usato come forma alternativa di (cu4; cantonese cuk1; giapponese そく soku e しょく shoku; vietnamita xúc. In coreano è ).

Si è imposta la pronuncia popolare.
Si è imposta la pronuncia popolare.
歐 [欧] Si è imposta la pronuncia popolare.
Si è imposta la pronuncia popolare.
e Oggi si pronunciano "man", forse per la confusione con .

Varietà di vietnamita 越(南)语 (Việt ngữ ) modifica

  • Riguardo al vietnamita, l’alfabeto latino è stato introdotto dai missionari europei e sistematizzato nel 1651 da Alexandre de Rodhes (1591-1660), un missionario gesuita francese che ha anche scritto un dizionario di vietnamita. In quel periodo, c’era il vietnamita medio (Middle Vietnamese), di cui è stata ricostruita la pronuncia.
  • Alcune lettere hanno una diversa pronuncia da quella standard (lo standard sarebbe Hanoi (河内 in caratteri chu nom), ma nel sud, a Saigon (se il nome ha un'origine sino-vietnamita, un modo di scrivere è 柴棍), o Ho Chi Minh City (Thành phố Hồ Chí Minh, "城鋪胡志明"), ce n’è un altro: S era */ʂ/ (resta così nella pronuncia meridionale; i suoni retroflessi furono introdotti per l’influsso del cinese);
  • X, oggi /s/, era */ɕ/, come se fosse pinyin;
  • KH, oggi /x/, era */kʰ/;
  • TR era */ʈ/ (resta simile nel sud, perché è /ʈ͡ʂ/), che rende anche il medesimo suono nel cinese medio in versione sorda e sonora */ɖ/ e anche */ʈ͡ʂ/: si assimilavano tutti in */ʈ/ vietnamita, oggi ʈ͡ʂ/ nel sud;
  • D era */ð/ fricativa interdentale sonora, oggi approssimata a /z/ nel nord. Le sillabe che in vietnamita hanno questo suono in cinese mandarino iniziano con Y-.
  • G era un suono fricativo */ɣ/, che si palatalizzava nel caso "GI" */ʝ/ e simili (oggi si palatalizza ulteriormente in /z/); si trova in sillabe che in cinese mandarino iniznao con J- derivato da palatalizzazione dal Primo Cinese Medio;
  • PH era /pʰ/ così come scritta e oggi è /f/ (una simile mutazione in /f/ è avvenuta anche in bengali). Tutti i prestiti cinesi che in cinese medio avevano *pʰ- quindi nel vietnamita non odierno conservavano questa pronuncia. Il suono bilabiale aspirato è ancora pronunciato da alcuni parlanti nel nord del paese, altrimenti si può sentire come un suono fricativo, cioè una sorta di "f" soffiata, /ɸ/.
  • Il suono P- /p/ è presente solo in prestiti. Comunque, la *p- del cinese medio diventa un'odierna /b/, che conserva anche la *b-. Non c'è anche distinzione tra *k- e *g- del cinese medio perché /g/ in vietnamita non esiste: diventano entrambi /k/ sorda. Non c'è mai stata distinzione tra aspirazione sorda *x /h~x/ e sonora *h /ɦ~ɣ/ del cinese medio: in vietnamita sono tutte e due sorde /h/. Al contrario, c'è distinzione tra */t/- e */d/-. A parte l'ultimo caso si può concludere che, nel distinguere tra occlusiva sorda e sonora, il giapponese fa confusione, il coreano non fa distinzione perché esiste un'unica versione di consonante occlusiva non aspirata e il vietnamita le rende tutte con un'unica versione.
  • R non in cluster era /ɹ/ (nel sud è /ʐ/, abbastanza simile; questo suono è identico alla R- in pinyin).
  • Esisteva poi una "b" in stampatello con uno svolazzo in basso, pronunciata */β/ e che oggi converge con la lettera V /v/, che però in passato era /w/: il suono /v/ in vietnamita medio non esisteva. Quindi, c’erano due lettere e due suoni distinti, oggi diventati un solo suono rappresentato da un'unica lettera (quindi da V si può ricostruire un’antica /w/ oppure /β/, che in vietnamita arcaico, lingua non attestata perché senza alfabeto e dizionari in cui si spiega la pronuncia, era non fricativa ma occlusiva */p/ o */b/). Il suono */β/ comunque non appartiere al lessico sino-vietnamita.
  • In vietnamita non esistono i suoni */t͡s/ - */d͡z/ e */t͡sʰ/ del cinese medio: si approssimano in /t/ e /tʰ/, da fricativi a occlusivi dentali.
  • In vietnamita, molti suoni palatali del cinese medio (*/ɕ/, */ʑ/ e */d͡ʑ/) sono diventati /tʰ/. Gli ultimi tre, sono rispettivamente */t͡ɕ/ > /c/, */t͡ɕʰ/ > /ɕ/, e */ɲ/ > /ɲ/, invariato. Il suono /c/, che in vietnamita si scrive "ch" ed è anche a fine parola, si pronuncia come una /k/ che sporge in avanti, individuabile se si pronuncia alla massima velocità "ke-ki-ke-ki-ke-ki-ke-ki". "Ch" /c/ non va confuso con /k/, scritto "c"-, "k", "q"(u).
  • Nelle finali, c’erano anche il colpo di glottide finale, la –s e la -h, poi spariti. La loro sparizione ha condizionato il sistema tonale.
  • I sinogrammi sono stati adottati molto tempo prima del vietnamita medio (vietnamita antico/Ancient Vietnamese), in cui sono nati tutti e sei i toni e, ancora prima, vietnamita arcaico/Archaic Vietnamese, iniziato nel X secolo e finito nel XV). Queste varietà tuttavia non si riescono a ricostruire, mentre invece si riesce a ricostruire il vietnamita medio, il proto-vietnamita (dal VII al IX secolo, senza i sinogrammi) e il pre-vietnamita, una lingua detta "Viet-Muong" che ha originato sia il proto-vietnamita sia la lingua Muong.
  • Il vietnamita medio poteva anche avere tre cluster a inizio sillaba, mentre oggi non ne ha più perché si sono semplificati in un unico suono, convergendo con quelli già esistenti. Per la precisione, */tl/ converge oggi in TR */ʈ/ (in cui converge anche il medesimo suono nel cinese medio */ʈ/ e */ɖ/), */ɓl/ converge in pronuncia meridionale in TR e */ml/, poi /mɲ/, si è oggi semplificata in /ɲ/.
  • Esisteva già in vietnamita medio /ɲ/-, invariato rispetto al cinese medio, e anche il suono /ŋ/ sia inizio parola (oggi scritto "ng"- o "ngh"-), sia come coda e inoltre -/ɲ/ poteva essere anche a fine parola (oggi, converge in /ŋ/ oppure, al sud, in /nʲ/).
  • Le sillabe che sono colpite dalla caduta di *mj- dal cinese medio al cinese moderno sono spesso colpite dallo stesso fenomeno anche in vietnamita. Mentre in cinese oggi iniziano con /w/-, in vietnamita iniziano con /v/-. Raramente hanno una doppia versione in cui si preserva la /m/-.
  • Le finali del cinese medio *-n e *-m sono rimaste invariate, mentre *-ng può conservarsi o mutarsi nell'odierno -nh */ɲ/, che oggi si pronuncia */ʲn/ nel meridione. Gli stop del cinese medio *-p e *-t tendono a conservarsi, mentre *-k si trascrive oggi -c, oppure è diventato -ch (-/ʲk/ nel nord; -/t/ nel sud, molto diverso). Di contro, il colpo di glottide a inizio sillaba si è perso o, se presente, non si trascrive.
  • Qualora si desideri anche pronunciare l'odierna modulazione tonale, si può leggere il diacritico sopra (o sotto, in un caso) le vocali. I toni sono sei e sono qui spiegati prendendo come punto di partenza la pronuncia meridionale (questa varietà è più conservativa in suoni e più precisa nella differenziazione delle lettere). Innanzitutto, senza forzare la voce, bisogna dividere la propria tessitura vocale in tre registri: acuto, medio, grave. Se non si trova nessun segno, è un tono piatto nel registro medio e assomiglia al primo tono del putonghua, traslato nel registro medio (ex. "ba"); se c'è l'accento acuto è un tono crescente dal registro medio a quello acuto, come il secondo tono nel putonghua (ex. "bá"); se c'è uno svolazzo piegato sopra la vocale, dal registro medio si scende e risale sempre nel registro medio (ex. "bả"), quasi a ricordare una versione monca del terzo tono del putonghua e il suo diacritico ruotato; se c'è un accento grave, è un tono decrescente che dal registro medio si scende al grave (ex. "bà"), quasi a ricordare una versione monca del quarto tono del putonghua; se c'è un punto sotto la vocale, è un tono crescente cupo dal registro grave al registro medio (ex. "bạ"), che si può immaginare come una traslazione del secondo tono del putonghua in un registro più basso; il punto messo in basso sembra suggerire di partire da un'intonazione bassa. L'ultimo tono è il più interessante perché, nella pronuncia curata, coinvolge il colpo di glottide/stacco glottale/glottal stop, in cui si serra la valvola che si ha in gola e si emette un colpetto di tosse che lo spezza in due parti: è il tono crescente glottalizzato. Per la precisione, quando si vede un tilde sopra la vocale, si intona la vocale grossomodo nel registro medio, dopodiché si interrompe il flusso di voce serrando la glottide e, nello stesso momento in cui si emette il colpo di glottide, la vocale è subito pronunciata e intonata nel registro acuto (ex. "bã" ˦ˀ˥). L'andamento a zig-zag del tilde indica come sia spezzato in due parti. Il tono si modula sempre sulla vocale che ha il diacritico.

Un’utile fonte da cui partire per conoscere e approfondire il vietnamita moderno è proprio il già citato dizionario pubblicato nel 1651 dal gesuita francese Alexandre de Rhodes, detto "Dictionarium Annamiticvm, Lusitanvm et Latinvm". Come spiega il titolo, è in vietnamita, portoghese lusitano (europeo, non brasiliano o mozambicano) e latino. Il dizionario contiene anche le parole aventi i tre cluster indicati sopra.

Compendio di trasformazioni dal Primo Cinese Medio al vietnamita medio e moderno

(la pronuncia meridionale moderna è più conservativa)

总结

Grafia,

pronuncia moderna spiegazione

e aggiunte

说明

1 *th, *sy, *zy, *dzy, *tsh > */tʰ/- > /tʰ/- TH-
2 *tr, *trh, *dr, *tsr > */ʈ/- > /ʈ/- TR-. Vi converge pure il cluster del vietnamita medio */tl/ e */ɓl/ > /ʈ/-.
3 *p-, *b- > */b/- > /ɓ/- B-
4 *k-, *g- > */k/- oppure */c/ > /k/- e /c/-;

se non è occlusivo, il suono è fricativo */ʝ/ > /z/

K-, C-, Q- (se seguita da "u", come ad esempio nella sillaba "quy") /k/ oppure CH- (/c/). Per i casi in cui si accomoda come */ʝ/ > /z/, vedi sotto.
5 *x-, *h- > */h/- > /h/- H-
6 *s-, *z-, *t-, *ts-, *dz- > */t/- > /t/- T-
7 *tsy- > */c/- > /c/- CH-
8 *tsyh- > */ɕ/- > /s/- X-
9 *-s > [ø] (presente in Old Chinese, inesistente oggi in vietnamita) La *-s a fine sillaba dell'Old Chinese oggi è completamente persa in tutte le lingue sino-xeniche.
10 -*ʔ > [ø] Lo stacco glottale a fine sillaba dell'Old Chinese oggi è completamente perso in tutte le lingue sino-xeniche.
11 *-ng > -*/ŋ/ oppure -*/ɲ/ > /ŋ/ oppure /ɲ/ -NG (/ŋ/ -), -NH (-/ɲ/)
12 *-k > -*/k̚/ -C, -CH (specialmente se preceduto da i, ê: "-ich", "-êch"); -*/k̚/ > /k̚/.
13 *ʔ- > [ø] Anche se in alcune analisi si prende in considerazione come consonante presente, oggi non si trascrive.
14 *sr-, *tsrh-, *dzr- > */ʂ/- > /ʂ/ S-
15 Nuclei di sillaba estremamente complessi > si semplificano. Anche se in vietnamita esistono svariati trittonghi, l'inventario non è tale da riprodurre tutto quello del Primo Cinese Medio.
16 *mj- colpito da caduta > */w/- e/oppure */m/- > /v/ e /m/ V-, M-. Si può trovare anche una doppia versione.
17 (*t, *d, *ph, *m, *n, *l, *ng-, *kh, *th, *ny, *sr, w- > non cambiano in vietnamita medio; T-, Đ (minuscolo đ), PH, M, N, L, NG(H)-, KH, TH, NH, V.

NG- aggiunge una "H" per meri motivi di spelling se succeduta da i, e, ê: nghi-, nghe-, nghê-;

PH (*/pʰ/ > /f/ oppure /ɸ/; resta */pʰ/ in delle varietà del nord);

KH (*/kʰ/ > /x/);

V (*/w/ > /v/). La stessa convergenza si ricava a partire dal Primo Cinese Medio *mj;

in *ny converge pure il cluster vietnamita *ml;

!!! D (*/ð/ a Hanoi, secondo de Rhodes; */j/ nel sud > /z/; resta /j/ al sud).

Trascrive una */j/- in Primo Cinese Medio

(18) R, G(H), V come suoni del vietnamita moderno R- (/ɾ/ monovibrante oppure /ɹ/ senza contatto tra organi);

G- (*/ɣ/ > /ɣ/). Se succeduta da i, e, ê si aggiunge una "H": ghi-, ghe-, ghê-, in più il suono si palatalizza ulteriormente: */ʝ/ > /z/. Le pronunce sono ricostruite dalle informazioni di de Rhodes, ma a sua volta deriva da

un suono più antico che non era fricativo ma occlusivo (*/ʝ/ < */ɟ/).

Questo suono veniva pure usato in sillabe che in cinese mandarino oggi appaiono come J-, frutto di palatalizzazione nel dialetto di Pechino (in Primo Cinese Medio avevano un suono velare come */k/ seguito dalla semiconsonante *-/j/-);

V- (in questo terzo caso, oltre a */w/ e alla caduta di *mj, vi converge pure la fricativa bilabiale sonora */β/ del vietnamita). Questo suono in vietnamita medio si scriveva con la lettera "b" con svolazzo inventata da de Rhodes, lettera oggi sparita

(vocali

vietnamita)

a: /a:/ (ma nei dittonghi/nuclei di sillaba "ua, ưa, ia" si defonologizza in una vocale neutra/schwa trascritta con /ə̯/. È lunga e in alcune varietà si può aprire parecchio).

Dittonghi: ai, ao /a:u̯/, au, ay (/ai̯/, l'unico caso in cui è breve). Il tono si modula sempre sulla vocale che ha il diacritico.

(vocali

vietnamita)

ă: /ă/ ("a" breve e abbastanza sfuggita; è sempre in sillaba chiusa da consonante: ăc, ăm, ăn, ăng, ăp, ăt)
(vocali

vietnamita)

ê: /e/ (in "iê/yê" si defonologizza in una schwa breve e abbastanza sfuggita /ə̆/).

Dittongo: êu.

(vocali

vietnamita)

e: /ɛ/ ("e" aperta).

Dittongo: eo /eu/

(vocali

vietnamita)

i, y: /i/ (la grafia "y" può essere ingannevole. Tolti dittonghi come "ay" e "uy" e il fatto che in isolamento e a inizio sillaba la vocale si scrive "y", lo spelling in tutti gli altri casi è perlopiù libero. Può formare dittonghi /j/-).

Dittonghi: ia, ya, iê (schwa), yê (schwa), iêu (schwa), yêu (schwa), iu.

(vocali

vietnamita)

ô: /o/.

Dittongo: ôi.

(vocali vietnamita) oo (oppure ôô): /o:/.
(vocali

vietnamita)

o: /ɔ/ ("o" arrotondata e aperta. In "ao, eo" muta in /u̯/, come nel cinese mandarino "ao" pronunciato con le varietà fonetiche del nord).

Dittonghi: oi, oă /wa/, oa /wa:/, oe /we/.

(vocali

vietnamita)

u: /u/ (può formare dittonghi /w/-).

Dittonghi e trittonghi: uy, ui, ua, uô, uôi, uơ, uê, uya, uyê, uyu.

(vocali

vietnamita)

ư: /ɨ/ ("i" pronunciata tenendo una penna tra i denti, come se fosse l'osso di un cane) oppure /ɯ/ ("u" con le labbra non arrotondate).

Dittonghi: ưa, ươ, ưu, ưi, ươi, ươu.

(vocali

vietnamita)

ơ: /ə/ (schwa/vocale neutra).

Dittonghi: ơi, ơu (arcaico).

(vocali vietnamita) â: /ə̆/ (schwa/vocale neutra breve e abbastanza sfuggita; è sempre in sillaba chiusa da consonante: âc, âm, ân, âng, âp, ât).

Dittonghi: âu, ây

Cantonese 广东话 modifica

Se si sa leggere il yue (廣東話 Gwong2dung1waa2; varietà standard prestigiosa di Hong Kong), si possono fare analisi, ricostruzioni e paragoni usando anche la versione attuale di questo celebre e prestigioso dialetto di famiglia Yuè (粵語 Jyut6jyu5), che peraltro ha la grande peculiarità di preservare i tre stop senza rilascio di suono a fine sillaba. Riguardo a questo e altri aspetti, è più conservativo rispetto al cinese moderno e assomiglia di più al cinese medio. Questo stesso dialetto viene anche usato nella ricostruzione del Primo Cinese Medio, siccome il Proto-Yue discende direttamente da esso. Questo paragrafo offre un'introduzione sommaria alla sua fonetica per poterlo integrare nei paragoni e/o poterlo imparare.

Se si fa analisi e comparazione filologica della fonetica oppure si studia verticalmente la lingua su grammatiche e dizionari, bisogna necessariamente fare affidamento su un sistema di traslitterazione che comprenda anche i toni, un "pinyin cantonese" alla stregua di quello inventato per romanizzare il putonghua. Ne esistono vari, elaborati nel corso degli anni. Qui si prende come punto di partenza la traslitterazione Jyutping (粤拼), piuttosto comoda ed elaborata successivamente al sistema Yale e Sidney Lau.

Le consonanti al 90% non variano rispetto al pinyin e viceversa: i suoni B, P, D, T, G, K, H, L, M, N, Z, C, S, F e NG non cambiano.

A fine parola ci possono essere i suoni –NG e –N, come in cinese mandarino, ma in più si reperisce ancora la –M insieme agli stop senza rilascio –P, -T, -K (ex. JIP, JIT, JIK, JIN, JIM, JING). All’inizio di una sillaba che inizia per vocale, anche se non c’è segnato nulla, alcuni linguisti nei loro studi indicano la presenza di un colpo di glottide, altri ancora indicano che c’è uno zero-onset ("iniziale-zero").

In cantonese, il suono NG- può ancora trovarsi a inizio sillaba e addirittura "NG" e "M", siccome sono anche due sonanti oltre che due consonanti, sono già due sillabe complete e a sé, dotate di significato e intonabili. Si pensi per esempio alle esclamazioni "…Mh. Capito.", "Mmh!? Cosa!?", "MMMH!!! CHE BUONOOO!!!". Le sonanti esistono anche in lingue come il sanscrito, il proto-indoeuropeo e il lituano; in quest’ultima addirittura si intonano /l/, /m/, /n/ e /r/. le sonanti si trovano pure in Hokkien e shanghainese. La trascrizione IPA delle sonanti avviene con un trattino sotto la lettera (non un punto spesso, per indicare la tensificazione): /m̩/ e /ŋ̩/.

A livello di sole lettere dell’alfabeto, le vocali e semivocali sono indicate dalle stesse lettere reperibili in pinyin: A, E, -I, O, -U, W-, Y-. A livello fonetico, in cantonese ci sono due vocali che hanno una durata molto breve e sfuggita a prescindere dall'intonazione.

Per tracciare un utile parallelismo con il Primo Cinese Medio, innanzitutto lo Yue/cantonese è un dialetto piuttosto conservativo insieme ai Minnan, all'Hakka e allo shanghainese. Ritiene infatti gli stop senza rilascio udibile di suono *-p, *-t, *-k dal Primo Cinese Medio, mentre in altri dialetti si leniscono in uno stacco glottale/colpo di glottide a fine sillaba (in putonghua cadono completamente, facendo sparire anche la categoria detta "tono entrante"). In più, ritiene tutte e tre le codine nasali *-m, *-n e *-ng. Riguardo a *-m, la corrispondenza è perfetta con il Primo Cinese Medio eccetto per una sola casistica, cioè il suono *-m dopo le iniziali *bj-, *pj- e *phj-, cioè le iniziali che oggi si sono lenite in /f/ in putonghua, cioè in un suono labiodentale (labiodentalizzazione): in questo caso, si assimila in /n/. Il suono originale si può recuperare dal dialetto Hakka. Quanto a -n e -ng, in apparenza la corrispondenza può sembrare un dettaglio futile, ma in altre famiglie dialettali queste finali possono confodersi tra loro e/o cadere e nasalizzare la vocale che le precede (e.g. Hokkien, shanghainese). Quanto alle consonanti iniziali, il cantonese non ha le palatalizzazioni che avvengono nel guanhua in varietà di Pechino e nel putonghua e ritiene buona parte delle iniziali *ng- dal Primo Cinese Medio. Gli altri dettagli invece lo differenziano: il cantonese, come tutti i dialetti meridionali, ha perso tutti i suoni retroflessi, nati in Primo Cinese Medio perlopiù per la presenza di un cluster a inizio sillaba. In più, l'iniziale *ny-, da cui deriva R- in puntonghua e la sillaba ER, cade completamente o muta in una semivocale /w/ (e.g. *nyi > ji /i/). In più, perde lo stacco glottale a inizio sillaba, caratteristica comune a tutti i dialetti (in Tardo Coreano Medio, l'alfabeto coreano lo indica con una lettera creata apposta e poi caduta in disuso). In più, talune aspirazioni *h-, *x- in Primo Cinese Medio e putonghua cadono in cantonese o mutano in /f/. Tutti questi tratti si notano già dal primo dizionario di cantonese scritto da un europeo, il dizionario di cantonese-inglese del reverendo Robert Morrison (1828). Il cantonese, stando alle stesse parole di Morrison e di altri tra i primissimi autori europei di dizionari di cantonese,già a inizio Ottocento stava perdendo la differenza tra i suoni dentali e palatali, cioè tra quelli che in pinyin sono J, Q, X e Z, C, S: oggi solo i suoni dentali sono pronunciati, pertanto vi convergono i suoni che prima erano palatali. Questi suoni si trovano invece distinti nel dizionario di Morrison (e.g. "S" vs "SH") in tre volumi e in pochissimi altri dizionari antichi (Morrison ha pure scritto la prima grammatica di cantonese nel 1815). Il cantonese non ha le stesse distinzioni molto precise tra consonante sonora-sorda-aspirata sorda e talune consonanti sonore e la loro controparte sorda: ha molti meno suoni, come anche tutti gli altri dialetti a eccezione del dialetto di Shanghai, che ritiene ancora le doppiette e triplette ben distinte di consonanti del Primo Cinese Medio. Il cantonese poi non ha i dittonghi *ju e *jo da cui deriva /y/ in putonghua, suono nato durante il Primo Mandarino. Tuttavia, il cantonese possiede questa vocale */y/ già dalla sua nascita. La proto-lingua, di cui esiste una ricostruzione del sistema vocalico di Karen Huang e raffinata da Georg Orlandi (entrambe del 2009), si chiama "Proto-Yue". Quanto ai nuclei di sillaba, quasi tutte le vocali e dittonghi hanno subito uno shift che segue un pattern, tale per cui l'aspetto è diverso da quello odierno (ma si può invertire lo shift già rispetto al puntonghua con la scoperta del pattern). Esistono delle ricerche che tentano di spiegare questo shift. L'individuazione di questi pattern permette anche una memorizzazione più veloce della pronuncia in questo dialetto (come anche quella in altri, e.g. il fatto che una nasale in una certa situazione cada a prescindere nasalizzando il nucleo di sillaba). Per capire alcune eccezioni, potrebbe essere utile consultare le pronunce in Primo Cinese Medio. Lo stesso shift vocalico può aiutare a individuare qualche dato della pronuncia in Primo Cinese Medio di una sillaba del cinese moderno standard e/o qualche irregolarità nascosta in un insieme di regolarità apparenti (e.g. trovare delle vocali anomale in un gruppo di sillabe aventi in putonghua la stessa vocale e una serie di trasformazioni regolari in cantonese ma irregolari in dei punti: in questi punti l'esito irregolare potrebbe derivare dalla pronuncia antica).

Pattern nello shift vocalico (putonghua > cantonese)
-a > -aa.
-ai > -oi (in altri diventa -aai, per esempio dopo le bilabiali /p, pʰ, m/; se aveva *-k, diventa -ak. Si ricorda che il puntonghua non ha gli stop).
-ao > -ou (sporadicamente -aau; dopo le retroflesse, solitamente -iu e -aau. Yao >jiu).
-iao > -iu (anche yao > jiu. Ma prima di consonanti anticamente non palatalizzate, diventa -aau).
-an > -aan/a(a)m (dipende se finiva o meno in *-m; dopo i suoni velari in *-n e /h/ diventa -on; "ran", diventa jin/jim; sporadicamente è -un).
-ang > ong (se dopo le retroflesse, diventa -oeng. In più, yang > joeng).
-ia > aa (si trova spesso con le consonanti che oggi si palatalizzano; se con stop, si può accorciare in -ap, -at.

lia3 è loeng: segue la chiave di lettura. Ya > aa).

-iang > oeng (dopo le consonanti che oggi si palatalizzano, è -ong. Yang > joeng).
-ie > ip/it (se invece hanno consonante oggi palatalizzata, è -aai. Ye > jaa. Sporadicamente, xie > se).
-ian > in/im (dipende se finiva o meno in *-m. Yan > jin. In consonanti che oggi si palatalizzano, sporadicamente è -aan).
-i /i/ > -ei (yi > ji in gran parte dei casi. -Ei può modificarsi in presenza di stop, e.g. diventare -at/ap;

sporadicamente si trova -ai, forse per una diversa pronuncia in Primo Cinese Medio, tale per cui per lo shift vocalico muta in -ai).

-i /ɨ/ > -i (shi > talvolta sai; ri > jat, in più in sillabe con stop può mutare proprio in -ap/at).
-in > an/am (dipende se finiva o meno in *-m. Yin >jan. Talune sillabe che anticamente avevano *-ng lo ritengono in cantonese: -ing, e.g. .

Nin >nei in base alla chiave di lettura , anche se la versione alternativa è *-m).

-ing > -ing (sporadicamente -eng. Ying > jing. hang2 > hang).
-ei > eoi (Ei > aai. Se dopo bilabiale /p, pʰ, m/ tende a diventare -ui; fei > fai/fei).
-o/uo /wo/ > o (sporadicamente -aak e -ok/at/ut se finiva in *-k/*-t. O /o/ > o. Wo > wo/ak. Ruo > joek).
-ou, -iu > -au (ou > au; You > jau. Diu > diu. Liu > luk).
-ong, iong > -ung (rispetto alla ricostruzione Baxter 2011, sembra identico al Primo Cinese Medio. Yong > jung. Jiong > gwing).
-e /ɤ/ > -a(a)k/ok/o (re4 > jit).
-en > -an/am/un (shan > tipicamente -aam. En > "ng" a causa di *ng-).
-eng > -ang (sporadicamente -aang/ung. Weng > jung. Feng > fung. Reng > jing. Dopo retroflesse, di solito è -ing).
-u > -ou/uk (wu > molto irregolare in base alla pronuncia originale, e.g. > sonante "ng" a causa di *ng-; > mou a causa di *mj-.

Gu > gu/guk. Fu > fu/wu. Dopo le retroflesse, di solito è -yu/uk; ru > jyu).

-ua > -waa (wa > waa/ngaa in base alla pronuncia originale. Hua > faa. Rua [dialettale] > no).
-uai > -waai (wai > wa(a)i. Kuai > kui/faai. Zhuai >jai. Chuai > caai/ceoi. Shuai > seoi/seot).
-uei > -eoi (wei > wai. Rui > jeoi. Gui > gwai. Kui > kwai/gwai. Hui > fui/wui/wai).
-uan > -waan/un (wan > waan/maan in base alla pronuncia originale, e.g. se iniziava in *mj-. Kuan > fun.

Huan > waan/fun. Zuan, cuan > a volte -aan. Suan, luan, nuan +retroflesse > -yun. Ruan > jyun. Shuan > saan).

-uang > -wong (dopo le retroflesse è -ong, tranne shuang > soeng. Wang > wong/mong in base alla pronuncia originale, e.g. se iniziava in *mj-

Huang > wong/fong).

-un /uən/ > -yun/eon (wen > wan/man in base alla pronuncia originale, e.g. se iniziava in *mj-.

In retroflesse, di solito è -eon. Run > jeon. Hun > wan/fan)

-ü (yu, ju, qu, xu, nv, lv) > -eoi e eot/uk con stop (yu > jyu).
-ue (jue, que, xue, lve, nve) > -yut/ok/oek (yue > jyut, con eccezioni in base alla pronuncia originale).
-uan (juan, quan, xuan) > -yun (yuan > jyun)
-un (jun, qun, xun) > -wan/eon (yun > wan)
ER > ji (si nota dunque la caduta di *ny- in cantonese)
-r > la erhua/rotacismo/erizzazione appartiene solo ai dialetti settentrionali e al putonghua, non allo Yue/cantonese.

In più, il putonghua non ha sonanti, stop senza rilascio udibile di suono, stacchi glottali e *-m.

Quanto alla romanizzazione Morrison, qui si traccia una breve introduzione può essere d'aiuto a chi consulta questo dizionario, che ha i suoi pregi:

  • la /a:/ e /a:i/ vengono traslitterate con "a" e "ai".
  • Se è breve, usa un diacritico in alto tale per cui diventa "ă" (si ritrova pure nel dittongo "ăw" e seguita da stop). Ma /ai/, oggi "ai", viene trascritta "ei" e "ey" (delle ulteriori ricerche in dizionari e attraverso il Primo Cinese Medio e simili possono disambiguare se è solo una convenzione ortografica o se è un mutamento dalla pronuncia di inizio Ottocento). A volte, per la stampa difettosa, sembra di leggere "ä".
  • Il diacritico per distinguere la vocale breve e lunga si usa pure in "o" e "ŏ".
  • Le semivocali a fine sillaba sono traslitterate con "y" e "w" (l'attuale oi > oy; au > aw; ou > ow).
  • -"ui" diventa -"ooy".
  • -"eoi" /ɵy/ diventa -"uy" e viene descritta da Morrison come "un suono presente solo in cinese" (non spiega la pronuncia, reperibile invece oggi in IPA o descrizioni più o meno accurate o approssimate).
  • -"ey" diventa -"e": curiosamente, sembra che l'attuale semivocale cada (e.g. le attuali pei, kei < pe, ke. Un controllo al Primo Cinese Medio dovrebbe sbrogliare meglio la pronuncia originale)
  • La /œ/, stando alla breve introduzione di Morrison, è trascritta con "u", ma a volte nel dizionario si trova pure "eo", a sua volta confusionaria con lo jyutping (e.g. heong, oggi "hoeng1").
  • C'è una differenza molto importante tra TS, CH e S, SH, oggi perduta (ma Morrison non trascrive le aspirazioni, tale per cui ipoteticamente la romanizzazione sarebbe ts'- e ch'- oppure tsh- e chh-).
  • Morrison non solo non trascrive le aspirazioni, ma nemmeno le modulazioni tonali. Con confronti con altre opere antiche e/o i dizionari moderni, il putonghua, gli altri dialetti e i rimari antichi, alcune di queste informazioni sono comunque recuperabili: si tratta sempre di fare ricostruzioni con il materiale già a disposizione.
  • Nelle parole con più sillabe, Morrison separa le sillabe non con spazi, ma con il trattino/hyphen.
  • Le consonanti sorde e aspirate vengono universalmente trascritte come "p, t, k, ts, ch", come se non avessero aspirazione. A queste si aggiungono "f, s, h, m, n, l".
  • Le codine nasali e gli stop a fine sillaba sono uguali a gran parte delle trascrizioni: -p, -t, -k, -m, -n, -ng.
  • "G"- a inizio sillaba indica la consonante nasale /ŋ/ (se a fine sillaba, la lascia -ng).
  • "Wu" viene trascritta "oo", mentre "ji" viene trascritta "ee": non ci sono dei cosiddetti appoggi ortografici come in jyutping e pinyin. In più, si nota come l'ortografia sia influenzata dall'inglese. Per fare altri due esempi "jin" viene dunque romanizzata "een"; "wui" invece diventa "ooy".
  • La "w; y" si usano invece per trascrivere le semivocali /w, j/ sia a inizio che fine sillaba, e.g. ying, yung, yok, yuk, yăw (oggi jing, jung, jok, juk, jau) e kwei (identica), ma non in "ai" (oggi "aai").
  • "e" aperta diventa "ay" (e.g. in ke4 > kay, ke2 > kay). Questa grafia ricorda vagamente la romanizzazione dell'hindi e il dittongo "ai" in lingua francese.
  • "iu" viene reso come "ew", e.g. jiu1 e jiu3/jiu1 > "yew".
  • "Si" e "zi" vengono romanizzate "sze" e "tsze" e vengono descritte come "aventi un suono presente solo in cinese" (forse la vocale non era l'odierna /i/ ma assomigliava a /ɨ/ o /ə/ o era qualcos'altro di simile).
  • "Jyu" /y/ diventa "U", ma se seguita da stop -t diventa "Uet". /ym/ si rende come "Um". Possiede anche la versione con il diacritico "ŭ".
  • La sillaba /yn/ invece (oggi "jyun; -yun") viene romanizzata "une; -une": la vocale finale è un falso amico (curiosamente non la rende come "un").
  • "Joeng" viene resa -"Yaong" e.g. in , , , .
  • -"aau" viene resa come -"aou", con una vaga somiglianza non il francese (non è resa "aaw"). Morrison aggiunge che è lunga.
  • La sonante "ng2" viene romanizzata "Im", irriconoscibile e scollegata dalla pronuncia originale (se era già sonante, la "I" è solo una sorta di appoggio/sedia ortografica o qualcosa di simile). , oggi ng5 e anch'essa sonante, viene trascritto "Ing". Tutte le altre sillabe sonanti vengono rese in modo analogo.
  • taai3 curiosamente, invece di essere traslitterata "tai" secondo le informazioni/istruzioni a inizio dizionario, viene trascritta "tae", come se fosse coreano moderno (*/ʌi̯/ e */ai̯/ > /ɛ/). , oggi "gam1", viene resa "gum" forse per evoluzione della pronuncia, mentre in isolamento viene resa "e" invece che "ee" (Morrison poi spiega che a fine parola ha un allungamento vocalico, mentre in mezzo alla parola no: forse per questo la trascrive in una maniera nuova). oggi "gei3", viene reso come "kay" (doveva essere "kei/key"). , oggi "hong4", viene trascritto "hang". , oggi "si4", viene resa "she" (dovrebbe essere "shi"). (sam1) viene indicata come "sum". (sei3) viene resa "sze", da cui si dovrebbe ottenere un odierno *si3. jan4 diventa yŭn. Queste sporadiche diversità, se non sono errori, sono indicatori di una pronuncia oggi evoluta.

Il dialetto shanghainese (上海话/沪语) modifica

Le romanizzazioni dello shanghainese (il più prestigioso dei dialetti wu) sono principalmente tre: quella di Qian Nairong, professore all'Università di Shanghai e promotore del dialetto Wu, quella di un dizionario online di dialetto Wu e quella del Wikizionario (Wiktionary). A esse è affiancato l'IPA e una spiegazione dei numerosi suoni e dittonghi. La romanizzazione di Qian Nairong è una base di partenza insieme al pinyin (che già di suo è un sistema di latinizzazione di suoni cinesi ed è riciclabile in altre romanizzazioni), ma non trascrive alcuni stacchi glottali e numerose finali di sillaba. La seconda e la terza invece sono complete, ma solo la terza, quella del Wikizionario, ricicla il pinyin. Con tre lettere doppie, indica una consonante sonora, mentre con l'aggiunta della "h" indica l'aspirazione della consonante (il dialetto Wu infatti conserva le doppiette e triplette di suoni ben distinti in Primo Cinese Medio, cioè alcuni suoni sordi-sonori oggi non più distinti e alcuni suoni sonori-sordi-sordi con aspirazione).

Da un'osservazione dei suoni e di alcuni esempi (a loro volta estendibili tramite ricerche nei dizionari, fanqie e osservazioni di colonne di rimari), si nota innanzitutto che lo shanghainese è, come appena accennato, un dialetto conservativo riguardo alle consonanti a inizio sillaba, tuttavia non conserva i tre suoni retroflessi *tr-, dr-, trh- e la differenza tra -n e -nr retroflessa. In generale, perde tutti i suoni retroflessi del Primo Cinese Medio, come avviene pure in dialetto Yue. Di contro, restano in parte in putonghua. Contiene anche lui le sonanti, come il cantonese, cioè delle consonanti che fungono da vocale e sono intonabili: il cantonese/dialetto Yue ha "ng", mentre l'Wu ne ha due: "mm" e "ngg" secondo la romanizzazione del Wikizionario. Sono entrambi suoni nasali (il sanscrito e lituano possono avere altre tipologie di sonanti, presenti pure in Proto-Germanico e Proto-Indoeuropeo). Il dialetto Wu dopodiché non conserva le bilabiali *bj-, pj, phj, contrariamente al vietnamita antico e al coreano, siccome diventano /f/ e /v/. Il suono /v/ non è presente né in putonghua né in Primo Cinese Medio (ma è presente in Tardo Cinese Medio e si ritrova pure nella pronuncia non-standard del puntonghua di Dalian). Quanto ai suoni velari che in Primo Cinese Medio erano seguiti dalla semivocale */j/-, mentre nelle lingue sino-xeniche sono preservati come pure nel dialetto Yue/cantonese, in dialetto Wu si palatalizzano come avviene anche in putonghua e guanhua. Il suono *ng- resta preservato, ma di fronte a vocali e semivocali anteriori (/i, j/) si palatalizza in ny-, mentre in talune sillabe si trasforma in una sonante siccome cade tutto il resto della sillaba (in cantonese *ng- resta preservato in buona parte delle sillabe). L'antica iniziale palatale *ny- da cui deriva R- in putonghua viene preservata in svariate pronunce colloquiali, ma in quella colta e in alcune in cui non si conserva muta in "z" /z/ (il cantonese non la preserva, il coreano la mutava in */z/ con una lettera apposita poi caduta ma rintracciabile in incunaboli e cinquecentine, mentre il vietnamita le preserva. Il giapponese, nelle pronunce go-on molto arcaiche le preserva). Quanto alle sillabe "ER" in putonghua, che iniziavano proprio con *ny-, in shanghainese si pronunciano allo stesso modo del putonghua. L'iniziale *mj- si rintraccia ancora in shanghainese siccome è "m" accompagnata dalla lenizione più tarda "v" (sporadicamente invece muta in una semivocale arrotondata come in putonghua). La /m/ si ritraccia in cantonese, coreano e anche vietnamita e giapponese (insieme a doppie versioni con */w/ > /v/ in vietnamita e /b/ in giapponese). Quanto agli stop senza rilascio udibile di suono *-p, *-t, *-k, essi subiscono la stessa sorte dei dialetti settentrionali e del Primo Mandarino (khanato mongolo): si riducono infatti a uno stacco glottale a fine sillaba, ma sono preservati in vietnamita, coreano, dialetto Yue/cantonese, negli Hokkien (Minnan), in Hakka e sono ricostruibili dai kanji in giapponese.

Il dittongo *oj, talvolta trascritto "ai" nella romanizzazione del MinDict, si trascrive "e" e pronuncia /e/ lievemente aperta (questa mutazione ricorda vagamente il francese). Sempre ricordando il francese, il dittongo *au (e.g. gao1 高, che in cantonese muta spesso in "ou") si contrae in "au" /ɔ/. Quanto alle tre codine nasali a fine sillaba *-m, n, ng, la *-m si assimila nelle altre code nasali, che al loro volta si scompigliano unificandosi quasi tutte in -ng o cadendo e dando luogo a una nasalizzazione come in francese (nelle romanizzazioni, le nasalizzazioni si segnalano ortograficamente non con i tildi, ma con lettere come "n, ng"). A complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge come terza e ultima possibilità una nuova nasale analoga in vietnamita, la -/ɲ/, che in vietnamita sorge per una palatalizzazione di -/ŋ/ in quanto preceduta da vocale anteriore e si scrive con "nh" (in shanghainese ha una pronuncia fissa in determinate sillabe, tale per cui una romanizzazione come "nh" o "ny" non è strettamente necessaria, e sorge anch'essa per una palatalizzazione). In shanghainese compaiono solo dittonghi, quindi tutti i trittonghi in cinese antico e moderno si riducono in dittonghi. Dall'evoluzione di dittonghi e trittonghi nascono nuove vocali non presenti in putonghua (un fenomeno simile avviene pure in cantonese). Infine, lo stacco glottale viene segnalato a fine sillaba con una consonante che, siccome appare a fine sillaba, si pronuncia a priori come stacco glottale e può essere "k", "h" e "q" (quest'ultima è presa dalla romanizzazione del Wikizionario). Lo stacco glottale a inizio sillaba (esisteva solo prima di vocale o semivocale) non viene conservato (ma in coreano antico veniva trascritto con una lettera apposita, poi caduta).

Mutazioni tra Old Chinese/Primo Cinese Medio e Hokkien modifica

L'Hokkien non ha consonanti retroflesse, come avviene anche in shanghainese, cantonese e Hakka (in generale, è una caratteristica tipica dei dialetti meridionali). Sono perse dunque tutte le retroflesse in putonghua e in Primo Cinese Medio, in cui per la prima volta sono apparse a partire perlopiù da cluster dell'Old Chinese.

Ritiene però *-m come il cantonese, tuttavia in dei casi cade e dà luogo a una nasalizzazione (vedi avanti). Ritiene poi i tre stop senza rilascio udibile di suono *-p, *-t e *-k, tranne in dei casi in cui appena dopo la vocale si riducono in degli stacchi glottali (cosa che invece avviene in toto in shanghainese, dialetto di Fuzhou e nelle varietà dialettali settentrionali).

Le palatalizzazioni del cinese moderno standard, influenzato dalla varietà di pronuncia del dialetto di Pechino non sono avvenute, come anche in cantonese (in shanghainese avvengono svariate palatalizzazioni, ma conserva bene molti suoni oggi persi insieme alla distinzione sonora-sorda-sorda aspirata).

Lo stacco glottale in Hokkien non deriva solo da uno stop lenito, ma si trova pure dopo le sonanti e vocali nasalizzate, ma questi due casi non vengono qui trattati.

Le nasalizzazioni in Hokkien avvengono per la caduta della codina nasale in Primo Cinese Medio *-m, *-n e *-ng, ma non avviene in quasi tutte le sillabe, come pure in shanghainese: alcune si nasalizzano e vedono la caduta della codina, ma altre conservano la codina (ma in shanghainese, laddove sono ritenute, danno luogo a un gran numero di assimilazioni, palatalizzazioni e confusioni: il cantonese è molto preciso, mentre l'Hokkien è meno confusionario). Per dare dei veloci esempi, una sillaba con uⁿ è zhang1, con oⁿ è weng1, con iⁿ è yuan2, con eⁿ è {{{2}}} sheng1, con aⁿ è shan1 (< *-m; ha pure la versione in -m, che è letteraria ed è conservativa siccome in quella vernacolare avviene la nasalizzazione); o͘ /ɔ/, vocale aperta arrotondata, non ha nasalizzazioni.

Quanto all'odierna sillaba "ER" in putonghua, che corrisponde pure in shanghainese, in Primo Cinese Medio deriva da una sillaba che iniziava con *ny- e finiva con /e, i/. In Old Chinese questo suono non esisteva e deriva da una palatalizzazione di *n- (eventuali cluster consonantici sono poi tutti caduti: il Primo Cinese Medio non ne ha). In Hokkien il suono diventa /d͡ʑ/ (senza contatto tra organi a Kaohsiung; alla lontana, assomiglia alla */z/ del Tardo Coreano Medio, usata proprio per trascrivere e adattare la consonante *ny-). L'esito in Hokkien è identico alle pronunce recenti dei kanji in giapponese (ma nelle pronunce go-on, più antiche, è /nʲ/). In Hokkien, sporadicamente come alternativa in delle varietà di pronuncia si trova /n/, che invece è la pronuncia più antica e conservativa e da cui si può ricostruire proprio *ny-. Alcuni esempi sono: jī, hī (jíⁿ a Zhangzhou e ní a Quanzhou), ní (jíⁿ s Zhangzhou), jî (pronuncia di Zhangzhou. Iniziava però in *ng- in Old Chinese, quindi si nota una palatalizzazione in Hokkien e Primo Cinese Medio).

Quanto all'odierna R- in putonghua, deriva anch'essa da *ny- in Primo Cinese Medio, derivata da una palatalizzazione di *n- dall'Old Chinese. a parte le pronunce in cui muta in /l/, per esempio quella di Amoy, Quanzhou e Taipei, in quelle semi-conservative ha nuovamente la variante /d͡ʑ/ (a Kaohsiung senza contatto tra organi): si allinea alle sillabe che oggi sono "ER" e alla soluzione delle pronunce giapponesi successive alla go-on. In casi sporadici in Hokkien è /n/, cioè lo stesso suono dell'Old Chinese). Una carrelalta rapida di esempi è: ji̍t (Zhangzhou, Kaohsiung), ji̍p, jî (Zhangzhou) e jû (Kaohsiung), jūn (Kaohsiung), jîn (Zhangzhou, Kaohsiung), jîn (Zhangzhou, Kaohsiung), jīm (Zhanghou, Kaohsiung), jiân (Zhangzhou, Kaohsiung), jiân (Zhangzhou, Kaohsiung), jiōng (Kaohsiung) e jiāng (Zhangzhou) e straordinariamente niō͘ (Zhangzhou; Tainan a Taiwan), jióng (Kaohsiung) e jiáng (variante a Zhangzhou e Taiwan; a Taipei più di preciso è lióng), jêng (Zhangzhou, Kaohsiung), jiông (Zhangzhou), nńg (seconda pronuncia a Quanzhou e Amoy) e núi (seconda pronuncia a Zhangzhou), jio̍k (Zhangzhou, Kaohsiung).

Quanto invece alla /f/ in putonghua, deriva notoriamente dalle bilabiali *bj-, pj-, phj in Primo Cinese Medio, che a loro volta derivano da simili suoni in Old Chinese, in cui non esisteva /f/ (nasce insieme a */v/ durante il Primo Mandarino). Ebbene, le antiche *bj-, pj-, phj- (e simili suoni bilabiali in Old Chinese, non seguiti da semivocale e eventualmente preceduti da un'iniziale blandamente attaccata e poi caduta) in Hokkien si leniscono in /h/ (come in giapponese moderno), ma molti altri caratteri straordinariamente hanno una o più pronunce alternative che hanno la bilabiale sorda /p/ anche con aspirazione. Tutte queste pronunce sono conservative, si avvicinano al coreano e al vietnamita e sono pronunce vernacolari (l'altra in /h/ è letteraria . La stessa separazione in lettura bai e wen, con la prima più conservativa, è presente pure in shanghainese). L'Hokkien non ha il suono e lettera /f/, come in putonghua e cantonese. Dalle pronunce vernacolari dei caratteri con doppia pronuncia pertanto si ricostruisce un suono bilabiale. Una carrellata di esempi è: , hoat; puh / hoa̍t / hoat; hui. pe / hui / hoe; péng / púiⁿ / pán / páiⁿ / hoán; hoân / hâm / hoān; hng / png / puiⁿ / hong; hòng / pàng / hàng; pun / hun; hong / hoang; phong / hong; hóⁿ / hó͘ / hió; hut; hok; hù / pù.

Quanto alle sillabe che in Primo Cinese Medio iniziavano in *mj- (e *m- in Old Chinese, sporadicamente preceduto da una consonante), mentre in cantonese restano con il suono /m/, in putonghua si sono lenite per poi culminare in /w/ semivocalica per formare un dittongo. In Hokkien, semi-conservativo, si lenisce e modifica in /b/: bē, bī, boán (pronuncia vernacolare mńg e múi, più conservativa), bông, bōng, bāng e bōng, bāng. Anche il giapponese, che ha in dei casi la doppia versione, presenta /b/ (mentre in vietnamita presenta /v/ < */w/); la versione conservativa ritiene /m/. Invece lo shanghainese vernacolare, il coreano, il cantonese e l'Hakka sono conservativi (/m/). Il Teochew, un Minnan che ha un altro sistema di romanizzazione (Peng'im), si comporta in modo analogo agli Hokkien e molto sporadicamente presenta pure /m/, da cui si ricostruisce il suono originale, e.g. mung2 /muŋ⁵²/, mog8 /mok̚⁴/ (se usato come cognome), mung7 /muŋ¹¹/, mug4 /muk̚²/.

Quanto a *ng- in Primo Cinese Medio (deriva dallo stesso suono in Old Chinese/OC o da una /G/ o /q/, cioè una "g" di gatto sonora pronunciata con la radice della lingua contro il velo palatino/la parte morbida del palato, cioè la zona uvulare, e una "c" di cane sorda pronunciata alla stessa maniera e come in arabo moderno), da suono nasale diventa /g/ come in giapponese: conserva in parte la presenza di una occlusiva/plosiva /G/ o /q/ oppure, in molti altri casi, sembra essere un'approssimazione di *ng-, la stessa dei giapponesi. In un numero minore di casi, conserva *ng-, specialmente nella varietà di Zhangzhou: da questa pronuncia si ricostruisce *ng- antico, presente sicuramente in Primo Cinese Medio. Una carrellata rapida di esempi è: gê (Zhangzhou: gâ. OC *m-ɢˤ<r>a), gê (Zhangzhou: gâ. OC *m-ɢˤ<r>a), gân (OC *C.ŋˤrar), góa e alternativa ngó͘ (OC *ŋˤajʔ), 饿 gō (Quanzhou: ngō͘ . OC *ŋˤaj-s), ngāi (OC *C.ŋˤa[t]-s), gián (Taipei: ngái. OC *[ŋ]ˤe[r]), gû (pronuncia alternativa di Amoy. OC *[r.ŋ]a), gio̍k (Zhangzhou. OC *[ŋ](r)ok), gân (Zhangzhou. OC *ŋa[n], *ŋa[r]), gú (Amoy, Taipei. OC *ŋ(r)aʔ), ngiû (Zhangzhou. OC *[ŋ]ʷə), goân (OC *[ŋ]o[r]), goân (OC *N-ɢʷar), goa̍t (OC *[ŋ]ʷat), ngô͘ (OC *ŋʷˤa), (pronuncia alternativa a Zhangzhou e Amoy: ngó͘. OC *C.ŋˤaʔ), ngó͘ (Amoy, Zhangzhou. OC *m-qʰˤaʔ), góa (OC *C.ŋʷˤra[j]ʔ), gōa / gōe (OC *[ŋ]ʷˤa[t]-s). In Teochew (è un Minnan, ma non è Hokkien) si trova sia /ŋ/- che /g/- grossomodo in eguale misura (una terza possibilità rara è la mutazione in aspirazione /h/, tale per cui non c'è nessun contatto con organi, a cui si affianca). Anche il Teochew ha la divisione in pronuncia letteraria e vernacolare. Per esempio, ha hian7 / ngai6 (/hĩã¹¹/, /ŋai³⁵/). La seconda, più conservativa, è quella letteraria (quella vernacolare cioè è meno conservativa). Un altro esempio di pronuncia doppia in base al registro è , ua2 / ngo2 (/ua⁵²/, /ŋo⁵²/): la seconda, più conservativa, è sempre quella letteraria, il che lascia presumere una tendenza inversa rispetto allo shanghainese e Hokkien, in cui la pronuncia vernacolare di contro è la più conservativa (tranne nel caso di -m in Hokkien: è letteraria ma conservativa).

Varietà di lingua cinese e altre lingue modifica

Lo specchietto contiene un riassunto di varietà di cinese antico e lingue sino-xeniche con il nome in lingua straniera. La scansione del vietnamita è presa (e in parte ricostruita) dalla classificazione di Henri Maspero in "Études sur la phonétique historique de la langue annamite", 1912. Le date di da Maspero non contengono secoli di inizio e fine o una scansione basata su anni simbolici, ma indicano un momento temporale, un secolo, o offrono informazioni fugaci da cui ricostruire una scansione rudimentale di periodi. La scansione in periodi è stata ricostruita in base ai dati di Maspero e ai dati storici fondamentali aventi la data precisa intrecciati insieme, ma viene rimarcato che è approssimata tenendo il tildo. Quanto alle scansioni di coreano, Lee-Ki Moon non introduce ulteriori divisioni in Coreano Moderno e Coreano Contemporaneo, ma si limita a descrivere il "Coreano Moderno". Le scansioni delle proto-lingue sono le più incerte.

Nome+traduzione Lingua Periodo inizio Periodo fine Dinastie e/o fatti storici del tempo
Proto-Sino-Tibetano

(Proto-Sino-Tibetan/PST)

原始汉藏语

(o "Trans-Himalayano")

(Trans-Himalayan)

Sinotibetano

(>Cinese;

>Tibetano;

>Birmano;

>Pyu;

>altre +440

lingue)

5200 a.C.~ 4000~?

[1250 a.C.~

(prima di...)]

Dinastia Xia (2070-1600a.C.), forse semileggendaria; culture neolitiche cinesi. Secondo un articolo di Laurent Sagart, Guillaume Jacques e Yunfan Lai del 2019, la famiglia sino-tibetana è nata nel 5200 a.C. La lingua che si è separata più antica attestata è l'Old Chinese. Le prime ossa oracolari finora trovate che attestano la scrittura risalgono intorno al 1250a.C. (Dinastia Shang). Già nel 5200 a.C. esistevano le culture neolitiche cinesi, oggi tutte sparite (la Dinastia Shang e, se esistita davvero, la Dinastia Xia sopravvissero e presero il sopravvento). Per esempio, la cultura Beixin (北辛文化, Shandong) è del 5300–4100 a.C. La Dinastia Xia si colloca durante la chiusura del Neolitico Cinese. Di contro, una delle culture neolitiche più antiche (cioè successive al paleolitico) è quella di Nanzhuangtou 南庄头 (Hebei), ~8700-7500 a.C. La Dinastia Xia viene datata 2070-1600 a.C. e il popolo su cui regnavano, racchiuso da un piccolo territorio, era detto Xia o Huaxia 华夏. Il fondatore, se è realmente esistita (della Shang si hanno dei resti), è Yu il Grande, figlio di Gun, un semi-dio che morì perché non riuscì a arginare le esondazioni. Yu il Grande riuscì costruendo un sistema di dighe. Diventato sovrano per volere di Shun, il successore di Yao, Yu alla morte passò al figlio Qi il potere. La dinastia cadde in disgrazia e fu sostituita per la depravazione dell'ultimo sovrano, Jié. Quest'ultimo fu deposto da un regno vassallo molto potente, il Regno di Shang, dopo una battaglia a Mingtiao. Secondo un articolo di William S-Y. Chang (1998) basato su uno studio glotto-cronologico di 7 lingue sino-tibetane, esse hanno iniziato a mostrare segni di divisione intorno al 4000 a.C.
Cinese Antico

(Old Chinese/OC)

上古汉语

Cinese 1250 a.C.~ 25 a.C. Dinastia Shang 商朝 (1600-1046a.C.),

Dinastia Zhou 周朝;

Primavere e Autunni 春秋 (durante la migrazione dei tibeto-birmani),

Stati Combattenti 战国;

Dinastia Qin 秦朝 (fondazione dell'Impero),

Dinastia Han 汉朝,

e breve periodo della Dinastia Xin 新朝 (finita nel 23d.C.).

Le ossa oracolari più antiche finora trovate sono del 1250 a.C., ma la lingua cinese potrebbe essere anteriore

Proto-Tibeto-Birmano

(Proto-Tibeto-Burmese)

(>Tibetano;

>Birmano

>Pyu.)

771 a.C.~ 476 a.C.~

(dopo il...)

I tibeto-birmani, tempo dopo la separazione dalle lingue sinitiche dal PST, penetrarono nella penisola del sudest asiatico, entrando in contatto con i parlanti di lingue austronesiane e del Mon-Khmer (da cui deriva in Khmer/cambogiano). Il contatto è stato linguistico e anche genetico e, secondo un articolo di Bo Wen, Xuanhua Xue et al. (2004), i tibeto-birmani sono emigrati dalla Cina nord-occidentale verso sud durante il periodo delle Primavere e Autunni, dopo la sconfitta della Dinastia Zhou da parte dei Quanrong, a loro volta una tribù tibeto-birmana. Dal contatto con queste lingue sarebbe nato il proto-tibeto-birmano, che sarebbe una lingua evoluto per i contatti, un pidgin. Il periodo delle Primavere e Autunni va dal 771 al 476 a.C.
Proto-Min

(Proto-Min)

原始闽语

Min 110 a.C.~ 311 (dopo il...)? Il Proto-Min ha iniziato a svilupparsi nel territorio di Minyue una volta che fu conquistato dall'Imperatore Han insieme a Nanyue. La conquista risale al 110 a.C. L'area in questione poi fu oggetto di migrazioni, come nel 311 d.C., dopo il disastro di Yongjia (永嘉之乱), quando Luoyang fu saccheggiata dagli Xiongniu. Con il passare del tempo, si suddivise in più sottofamiglie, tra cui il Minnan (闽南), a cui appartengono i dialetti hokkien. Anche le lingue Bai discendono direttamente dall'Old Chinese. Gli altri dialetti invece discendono dal Primo Cinese Medio e uno dei più antichi è quello Hakka: il popolo Hakka iniziò a formarsi durante i periodi di guerre e turbolenze della Dinastia Jin 晋朝 (265–420). Del Proto-Min esiste una ricostruzione di Jerry Norman.
Cinese degli Han orientali

(Late Eastern Han Chinese)

东汉汉语;

(o "Middle Han Chinese",

"Cinese Medio degli Han".

Si può pensare anche come un

ipotetico "Late Old Chinese",

Tardo Cinese Antico")

Cinese 25 d.C. 220 d.C. Dinastia Han Orientale 东汉 oppure "Han Posteriori" 后汉 (25-220).

Di questa lingua esiste una ricostruzione di Weldon Coblin.

(?)

(~Cinese della Dinastia Jin)

Cinese 220 420 (Tra la caduta della Dinastia Han e le Dinastie del Nord e del Sud, ovvero per tutto il Periodo dei Tre Regni e la Dinastia Jin, c'è un buco di 200 anni)
(~Proto-Hakka/Proto-Kejia) Hakka 265~ (dopo il...) 420~ (dopo il...) (Durante il periodo della Dinastia Jin, a causa delle migrazioni per le guerre, nacque il popolo Hakka, che parla i dialetti dell'omonima famiglia dialettale)
Primo Cinese Medio

(Early Middle Chinese/EMC)

中古早期漢語

Cinese 420 907 Dinastie del Nord e del Sud 南北朝 (420-589);

Dinastia Sui 隋朝,

Dinastia Tang 唐朝

Proto-Tibetico

(Proto-Tibetic)

Tibetico 476 a.C.~

(dopo il...)

649/650

(prima del...)

Dal proto-tibeto-birmano si è separato il proto-tibetico, cioè la prima versione di quello che oggi è il tibetano e da cui discendono tutte le altre lingue tibetiche. Il confine (solo simbolico) tra proto-tibetico e tibetano antico è l'invenzione dell'alfabeto tibetano su ispirazione di quello indiano. L'alfabeto è stato inventato qualche anno prima del 649/650. Il tibetano antico come lingua già esisteva: questo alfabeto è stato inventato proprio per trascriverlo. A commissionare l'invenzione dell'alfabeto fu Songtsen Gampo, il 33° sovrano del Tibet e il fondatore dell'Impero Tibetano, colui che introdusse il buddismo nel Tibet. Il Tibet pre-imperiale ha una serie di 32 sovrani e parte di essi sono mitologici. Tutti questi sovrani vengono indicati come facenti parte di un'unica dinastia, la Dinastia Yarlung. Il primo di essi, che prese il potere nel 127 a.C., è Nyatri Tsenpo, sceso dal cielo sul monte sacro Yarlha Shampo e dotato di mani palmate e occhi che si serravano dalla palpebra inferiore. Venerato come un dio, diventò il primo sovrano del Tibet ("tsenpo" significa "Imperatore"). Alla fine del suo governo, tornò in cielo dalla corda da cui era stato calato siccome era immortale. Prima ancora, è venuto il "Neolitico Tibetano" (anche la Cina pre-Xia l'ha avuto, come anche molte altre culture asiatiche perlopiù pre-dinastiche o simili).
Tibetano Antico/Tibetano Arcaico

(Old Tibetan/OT)

Tibetano 649/650 (poco

prima del...)

1000~ Il tibetano antico va dall'invenzione dell'alfabeto (ma la data è solo simbolica) e passa attraverso una riforma per la standardizzazione della lingua dell'816 e la frammentazione dell'Impero Tibetano fondato da Songtsen Gampo nell'842 a causa di una guerra civile. Alcune divisioni distinguono l'Early Old Tibetan (EOT), Middle Old Tibetan (MOT) e Late Old Tibetan (LOT) in base a fatti storici (ma non mutazioni linguistiche), come il periodo della riforma ortografica e la caduta dell'Impero Tibetano. Dal Tardo Tibetano Antico (LOT) deriva il Proto-Amdo-Tibetano (AT). In questi contesti si può trovare anche l'espressione "Written Tibetan", il tibetano scritto (WT). Nel 648, secondo gli Old Tibetan Annals, i tibetani fecero una spedizione in Cina per chiedere l'inchiostro e la cessione della tecnologia per la manifattura della carta. In riferimento al tibetano, si può trovare la parola "bodico": deriva da Bod, il nome del Tibet in tibetano: le lingue tibetiche/tibetane si possono chiamare "bodiche".
Tibetano Classico

(Classical Tibetan/CT)

Tibetano 1000~ 1800~ Il Tibet ha subito un periodo di guerre tra signori locali e sarà riunito solo nel 1253, quando la Dinastia Yuan (khanato mongolo in Cina) con delle guerre riunisce dei territori, affidati poi a Drogön Chögyal Phagpa, uno dei leader della scuola Sakya del buddismo tibetano, primo precettore imperiale e inventore dell'alfabeto 'Phagspa (1269), usato nei dizionari per rendere la pronuncia dei sinogrammi in Primo Mandarino. Lavorò per Kublai Khan, successore del fratello Möngke, nipote di Gengis Khan e colui che ricevette Marco Polo e tentò di invadere il Giappone, venendo respinto da due tifoni, il "vento divino" (kami-kaze).

Quanto al tibetano antico, finisce all'inizio dell'XI secolo. Nel 1354, durante la decadenza Yuan, il Tibet riacquista l'indipendenza. Fino al 1618 regna la Dinastia Phagmodrupa. Questa dinastia viene poi seguita da altre due brevi dinastie, la Dinastia Tsangpa (finita nel 1642) e il Khanato di Khoshut creato dagli oirati, un gruppo di mongoli (finito nel 1717). Questo khanato è stato conquistato da un altro khanato di oirati, il Khanato degli Zungari (Dzungar). Tutto il Tibet nel 1720 viene conquistato dai Qing.

Tibetano Moderno

(Modern Tibetan/MT)

Tibetano 1800~ oggi La Dinastia Qing cade nel febbraio 1912. Il Tibet, tornato indipendente, fu invaso dalla Repubblica Popolare Cinese nel 1950 e annesso di nuovo alla Cina. Questa invasione ha causato la fuga del capo spirituale in Tibet, il Dalai Lama (il 14° è Tenzin Gyatso, capo dal 1950), tuttora in esilio in India. Il Tibet è tuttora regione autonoma.
Proto-Lolo-Birmano (>Lolo;

>Birmano

>Pyu?)

476 a.C.~

(dopo il...)

? Il proto-lolo birmano, ricostruito da James Matisoff, nasce dal proto-tibeto-birmano, da cui si è separato il tibetano.
Proto-Lolo

(Proto-Loloish/Proto-Nisoic)

(>Lolo) 476 a.C.~

(dopo il...)

? Il proto-lolo è stato ricostruito da David Bradley (1979) e James Matisoff.
Proto-Birmano

(Proto-Burmese)

(>Birmano) 200 a.C.~

(dopo il...)

1113

(prima del...)

Regno di Pagan (849-1297). Prima del regno di Pagan, la Birmania era divisa in città stato abitate da un popolo detto Pyu, che parlava l'omonima lingua. I Pyu sono i primi abitanti noti della Birmania e il periodo va dal II secolo a.C. al 1050 d.C. circa (il Regno di Pagan le ha conquistate tutte). Il Pyu è una lingua lolo-birmana usata nelle corti insieme al sanscrito e pali e aveva un suo alfabeto derivato da quello Kadamba. I Pyu erano buddisti. La lingua Pyu è attestata in iscrizioni a partire dal VII secolo (altre ancora più tarde invece sono in birmano antico).

Il fondatore dell'Impero di Pagan è Anawrahta, primo sovrano della Birmania. Il fondatore di Pagan (849), anteriore, è invece Pyinbya. Il nome della città e della dinastia di signori di Pagan e Sovrani coincide (dinastia Pagan). I Pagan discendono dal regno di Nanzhao (738-937), situato dove oggi c'è lo Yunnan (Cina) e in cui si parlava la lingua Bai (derivata dall'Old Chinese) e il Nuosu/Yi (tibeto-birmana). Quanto al Mon, menzionato in questi contesti, è una lingua che deriva dal proto-Mon-Khmer (da cui deriva dunque anche il cambogiano) ma è austroasiatica. La stele di Myazedi (vedi avanti) è scritta in birmano antico, pali, Mon e Pyu. "Proto-Mon-Khmer" è sinonimo di "proto-austroasiatico", da cui derivano tutte le lingue austroasiatiche, tra cui il Proto-Việt–Mường o Vietnamuong, da cui derivano il Muong e il vietnamita. Vi deriva pure il Proto-Monico e il Proto-Khmer (detto anche "Proto-Khmerico"). Attenzione: il thailandese/Thai/siamese, il cui alfabeto abugida deriva dall'alfabeto khmerico, a sua volta derivato dal Pallava (che a sua volta è scrittura brahmica, derivata dall'aramaico nato dal fenicio), è una lingua di ceppo Tai-Kadai (o "Kra-Dai"): non è né sinotibetana né austronesiana. La proto-lingua ricostruita si chiama Proto-Kra-Dai. Una sotto-divisione del Kra-Dai è la famiglia Tai, da cui derivano sia il thailandese sia il Lao, la lingua del Laos. La famiglia Hmong-Mien è anch'essa a sé e ne derivano la lingua Miao, cioè la lingua di una famosa minoranza etnica cinese, e la lingua Yao. La proto-lingua ricostruita si chiama Proto-Hmong-Mien. Per concludere, il mongolo è una lingua mongolica, forse un'altra famiglia a sé non derivata da lingue precedenti. Questa espansione di nozioni sulle lingue asiatiche dovrebbe aiutare a non fare confusioni o congetture/pregiudizi errati.

Quanto alla lingua Pyu, è attestata da scritture su pietra risalenti al VII secolo (600~), anche se le città esistevano da secoli prima. Quanto al ceppo, James Matisoff sostiene che è lolo-birmana, mentre Bradley è una lingua sinotibetana del ceppo Sal, cioè una lingua Luish, il che la può retrodatare come origine (le prime tracce delle città Pyu sono databili intorno al 200 a.C., dopo la fine delle Primavere e Autunni). Le lingue Luish si chiamano anche "Lingue Asakian". Molte iscrizioni di Pyu provengono da Śrī Kṣetra, la città più potente che superò la prima più grande e potente, Halin, produttrice di sale (al tempo molto prezioso). Il birmano ha avuto contatti con il Mon-Khmer, tale per cui ha sviluppato le sillabe sesquisillabiche (cioè una sillaba minore + maggiore, in cui la minore ha una sonante), secondo un neologismo di Matisoff. Anche l'Old Chinese le possedeva nella ricostruzione Baxter-Sagart (2014) e le minori erano sillabe "blandamente attaccate" (poi cadute) con una schwa. Non bisogna confondere le lingue austroasiatiche (asiatiche) con le austronesiane (in Oceania: indonesiano, bahasa Malaysia, tagalog, giavanese, polinesiano, figiano...). Siccome la lingua Pyu è tibeto-birmana o simili e il birmano antico presuppone la suddivisione di questa famiglia prima unita, siccome le prime tracce sono del 200 a.C. e sono il primo popolo noto ad avere popolato queste zone, si può assumere a larghe spanne che il proto-birmano è successivo alla fondazione delle prime città Pyu.

Birmano antico

(Old Burmese)

Birmano 1113 1557 Il birmano antico è attestato (e fatto iniziare simbolicamente) a partire dalle prime iscrizioni su blocchi di pietra con l'alfabeto birmano, che è un abugida derivato dall'alfabeto Kadamba o Pallava usati nell'India meridionale. L'aspetto è sinuoso e tondeggiante perché si scriveva incidendo le lettere sulle foglie di palma con un coltellino (sennò si tagliuzzavano. Lo stesso è avvenuto per l'alfabeto giavanese, anche esso abugida). Le prime attestazioni scritte sono del 984 e 1035; poco dopo, viene fissata la nascita della lingua (XII secolo). Come data simbolica si può prendere il 1113, l'anno di creazione della stele di Myazedi, in quattro lingue e oggi parte del Memory of the World Register (UNESCO). Le prime iscrizioni di Old Burmese sono a Bagan, la capitale del Regno di Pagan, che unificò per primo i territori dell'attuale Myanmar.

Quanto al Regno di Pagan, cade nel 1297 e la Birmania si divide in staterelli (i maggiori sono il Regno di Ava, gli Stati Shan e Regno di Hanthawaddy). La Dinastia Taungoo, nata nel 1510, li conquistò tutti nel 1552 e 1555. Gli ultimi staterelli Shan, controllati dai Tai, furono presi nel 1556-1557. I due sovrani che conquistarono tutti questi territori sono Tabinshwehti e il suo successore, Bayinnaung. Il 1557, che rappresenta il culmine dell'ascesa militare e politica dei Taungoo, si può prendere come data simbolica.

Birmano Medio

(Middle Burmese)

Birmano 1557 1752 Il birmano medio va dall'ascesa della Dinastia Toungoo all'ascesa della Dinastia Konbaung, che detronizzò la dinastia che portò alla fine dei Toungoo.
Birmano Moderno

(Modern Burmese)

Birmano 1752 oggi
Proto-Yue

(Proto-Yue)

原始广东话

Cinese 874-979~ 1700~

(prima del...)

I dialetti Yue derivano dal Proto-Yue. Quest'ultima proto-lingua per la precisione si formò durante una massiccia emigrazione cinese nel Guangdong per sfuggire ai massacri durante la rivolta di Huang Chao (黄巢) e Wang Xianzhi (王仙芝) contro i Tang e le guerre delle Cinque Dinastie (874-884; 907-979). Quindi si è iniziato a formare a cavallo tra il Primo Cinese Medio e il Tardo Cinese Medio. Del Proto-Yue esiste la ricostruzione fonetica delle vocali di Karen Huang (2009), raffinata da Georg Orlandi (2020).
Tardo Cinese Medio

(Late Middle Chinese/LMC)

后期中古汉语

Cinese 907 1279 Dinastia Song 宋朝

e breve periodo delle Cinque Dinastie e Dieci Regni

(五代十国, 907-979)

Primo Mandarino

(Early Mandarin) 早期官话

oppure Mandarino Antico

(Old Mandarin) 古官话

Cinese 1279 1368 Dinastia Yuan 元朝 (khanato mongolo)
Mandarino Medio

(Middle Mandarin)

明清官话

Cinese 1368 1700~1800 Dinastia Ming 明朝,

arrivo dei gesuiti 耶稣会士,

Dinastia Qing 清朝

Zhangzhou Seicentesco Changchew 1600 1699 Dinastia Ming;

Dinastia Qing

(è immortalato nel manoscritto "L'Arte de la Lengua Chio Chiu"), scritto nel 1620 e indicante una varietà di Hokkien, forse il Changchew, ovvero lo Zhangzhou 漳州 parlato dagli immigrati cinesi a Manila, nelle Filippine, ovvero i Sangley. Secondo un'altra ipotesi, è una lingua ibrida)

Mandarino Tardo-imperiale

(Late imperial lingua franca)

[Mandarino di Pechino > 北京官话]

Cinese 1700~1800 1912 Dinastia Qing (periodo di splendore, in cui la varietà mandarina di Pechino iniziò a diffondersi a scapito di quella di Nanchino, decadenza. Nonostante la pronuncia settentrionale iniziava a diventare prestigiosa, svariati dizionari ancora nella seconda metà '800 trascrivevano la pronuncia meridionale, dunque attestavano in realtà il Mandarino Medio o una varietà che vi si avvicinava parecchio. Per esempio, dalle palatalizzazioni si riconosce se la varietà è del sud, conservativa e arcaica, o del nord, recente. Questa varietà viene delimitata al 1912 se si prende letteralmente la parola "imperiale": l'ultimo imperatore abdica nel 1912 a seguito della Rivolta Xinhai di Sun Yat-sen)
(?)

(~Cinese "post-imperiale",

Cinese Moderno pre-standard)

Cinese 1912 1932 (tra la caduta della Dinastia Qing e la standardizzazione del Putonghua nella Repubblica Cinese c'è un buco di 20 anni)
Cinese Moderno Standard

(Standard Chinese)

现代标准汉语 oppure 普通话

(la variante scritta si chiama 中文)

Cinese 1932 e

1949

oggi Repubblica Popolare Cinese 中华人民共和国

(ma nella Repubblica Cinese 中华民国 era standard già dal 1932

e si chiamava 国语, nome ancora in uso a Taiwan)

Cantonese Settecentesco

十八世纪广东话

Cantonese 1700 1799 Dinastia Qing
Cantonese Ottocentesco

十九世纪广东话

Cantonese 1800 1899 Dinastia Qing
Amoy hokkien Ottocentesco

十九世纪厦门话

Amoy

hokkien

1800 1899 Dinastia Qing
Hokkien Taiwanese Novecentesco

二十世纪台湾话 oppure 台语

Hokkien

Taiwanese

1900 1999 Repubblica di Cina 中华民国,

Repubblica di Nanchino 南京国民政府,

Repubblica Popolare Cinese

Hakka Ottocentesco

十九世纪客家话

Hakka/Kejia 1800 1899 Dinastia Qing
Swatow Ottocentesco

十九世纪汕头话

Swatow 1800 1899 Dinastia Qing
Teochew Ottocentesco

十九世纪潮州话

Teochew 1800 1899 Dinastia Qing
Shanghainese Ottocentesco

十九世纪上海话 oppure 沪语

Shanghainese 1800 1899 Dinastia Qing
Shanghainese Novecentesco

二十世纪上海话 oppure 沪语

Shanghainese 1900 1999 Repubblica di Cina, Repubblica Popolare Cinese
Proto-Giapponese

(Proto-Japanese oppure

Proto-Japonic)

日本祖語

Giapponese ? 710 (prima del...) Periodo Asuka 飛鳥時代 (538-710),

Periodo Kofune 古墳時代 (300-538), ecc. [?]

(l'origine del Giapponese è controversa)

Giapponese Antico

(Old Japanese)

上代日本語

Giapponese 710 794 Periodo Nara 奈良時代
Primo Giapponese Medio

o "Giapponese Tardo-antico"

(Early Middle Japanese)

中古日本語

Giapponese 794 1185 Periodo Heian 平安時代,

invenzione del kana 仮名

attribuita a Kūkai 空海 (774-835)

Tardo Giapponese Medio

(Late Middle Japanese)

中世日本語

Giapponese 1185 1603 Periodo Kamakura 鎌倉時代

(shogunato Kamakua di Minamoto no Yoritomo 源 頼朝),

Periodo Muromachi 室町時代

(shogunato Ashikaga di Ashikaga Takauji 足利 尊氏),

arrivo dei gesuiti,

guerre di riunificazione del Giappone

(Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi, Tokugawa Yeyasu

織田 信長, 豐臣秀吉, 徳川 家康)

detto anche Periodo Azuchi-Momoyama (安土桃山時代)

dal nome di due fortezze

Primo Giapponese Moderno

(Early Modern Japanese)

近世日本語

Giapponese 1603 1868 Periodo Edo 江戸時代, apertura commerciale all'Occidente,

Restaurazione Meiji 明治維新

Giapponese Moderno

(Modern Japanese)

現代日本語

Giapponese 1868 oggi Era Meiji e colonialismo giapponese in Corea,

Era Taishoo 大正時代, Era Shoowa 昭和時代

(due Guerre Mondiali e invasione della Cina),

era Heisei (平成時代), Era Reiwa (令和時代)

Proto-Viet–Muong

(Proto-Viet-Muong)

(Việt-Mường proto)

Vietnamita ? 602 (prima del...) Primo e secondo Bắc thuộc (Dinastia Han, Stato di Wu e Liang) [?]
Proto-Vietnamita

(Proto-Vietnamese)

Tiếng Việt proto

Vietnamita 602-800~ 939~ Terzo Bac thuoc (Dinastia Sui -invasione del 602- e Tang);

fine della Dinastia Song in Cina;

fine del Terzo Bac thuoc (Ngô Quyền)

[Maspero si limita a indicare il X secolo]

Vietnamita Arcaico

(Archaic Vietnamese)

Tiếng Việt cổ xưa

Vietnamita 939~ 1428~ Dinastia Ngô () e Dinastia Hồ ();

nascita dei caratteri nazionali in Vietnam (Dinastia Ngô);

Quarto Bac thuoc (1407);

fine Quarto Bac thuoc (1427);

nascita della Dinastia () nel 1428

Vietnamita Antico

(Ancient Vietnamese)

Tiếng Việt cổ

Vietnamita 1428~ 1617~ Dinastia ();

grandi opere vietnamite in chu' Nom, molto usato sotto la Dinastia Lê (e specialmente sotto Lê Thánh Tông 黎聖宗);

produzione del vocabolario di Annamita in Cina 安南國譯語 (all'interno della serie 华夷译语), pubblicato nel XVI secolo dallo 會同館, Ufficio degli Interpreti/delle lingue Barbariche;

arrivo dei gesuiti

Vietnamita Medio

(Middle Vietnamese)

Tiếng Việt trung đại.

Vietnamita 1617~ 1838~ Guerra Trinh-Nguyen (1ª guerra: 1627-1672),

nascita dell'alfabeto latino per il vietnamita a opera di de Pina

[Maspero cita apertamente il dizionario di de Rhodes, 1651]

[il dizionario di Pigneau, pubblicato da Taberd nel 1838, 00è stato scritto nel 1773, quindi riflette il Vietnamita del '700]

[Maspero si limita a indicare il XIX secolo]

[se l'inizio del periodo storico si fa coincidere con l'invenzione dell'alfabeto latino, de Pina arrivò a Dang Truong nel 1617; muore nel 1625 e, due anni dopo, nel 1627, inizia la prima guerra tra Trinh e Nguyen]

Vietnamita Moderno

(Modern Vietnamese)

Tiếng Việt hiện đại

Vietnamita 1838~ oggi Dinastia Nguyen (1802),

Protettorato francese completo (1883)

Guerre Mondiali;

fine della colonizzazione francese;

separazione del Vietnam;

Guerra in Vietnam (fine nel 1975 con la vittoria del Nord);

Repubblica Socialista del Vietnam

Proto-Coreano

(Proto-Korean)

原始韓國語,

원시 한국어

Coreano 57 a.C. 668 (prima del...) Tre Regni di Corea, 三國時代 삼국시대 (Baekje, Goryeo, Silla) [?]
Coreano Antico

(Old Korean)

古代朝鮮語,

고대 조선어 oppure

古代韓國語,

고대 한국어

Coreano 668 918 Silla Unificato (Unified Silla), 통일신라 統一新羅 oppure

"Silla Posteriore" (Later Silla), 후신라, 後新羅

Primo Coreano Medio

(Early Middle Korean)

前期中世韓國語,

전기 중세 한국어

Coreano 918 1392 Dinastia Goryeo
Tardo Coreano Medio

(Late Middle Korean)

後期韓國語,

후기 중세 한국어

Coreano 1392 1592 Dinastia Joseon,

invenzione e promulgazione dell'hangeul (ottobre 1446),

inizio delle Guerre Imjin con il Giappone

Primo Coreano Moderno

(Early Modern Korean)

前期近代韓國語,

전기 근대 한국어

Coreano 1592 1750~ Dinastia Joseon (nella metà '700, durante il regno di Yeongjo,

ci fu il secondo rinascimento dei Joseon da dopo i tempi di Sejong)

Tardo Coreano Moderno

(Modern Korean)

後期近代韓國語,

후기 근대 한국어

Coreano 1750~ 1895 o 1896 Riforma Gabo 갑오, 甲午 (1894), Trattato Ineguale di

Ganghwa (1876), inizio del Periodo Illuminista in

Corea 개화, 開化 (1895/6-1910) (la data di inizio più riportata è il 1896).

Coreano Contemporaneo

(Contemporary Korean)

現代韓國語,

현대 한국어

Coreano 1895 o 1896 oggi Annessione della Corea al Giappone (1910),

fine della Dinastia Joseon,

Guerre Mondiali,

separazione (1948) in Corea del Nord

(Dinastia Kim ) e Corea del Sud (Repubblica).

(sono esclusi dalla trattazione il Mancese Settecentesco e Moderno e il mongolo (proto-Mongolo, Mongolo Medio, Mongolo Classico, Mongolo Moderno) per motivi di coerenza, i dialetti minori cinesi e i dialetti delle lingue sino-xeniche, e.g. Dialetto di Okinawa in Giappone)

Tavola di Radicali Kangxi modifica

Nella seguente tabella, i Radicali Kangxi sono ordinabili in base al pinyin o alla pronuncia nel dialetto cantonese in base a un pulsante apposito. In più, si possono fare paragoni tra la pronuncia cinese attuale e quella in Primo Cinese Medio in base alla ricostruzione del Guangyun di Baxter (2011), Laddove il carattere è assente, non è stata indicata la pronuncia. Oltre al Primo Cinese Medio, sono presenti la lettura cinese in lingua coreana, vietnamita e giapponese (con derivazione storica) Go-on e Kan-on (laddove esistono più pronunce, si è optato per scegliere quella più vicina al cinese medio; per esempio, la pronuncia tarda Tang e Song 唐宋音 e le pronunce slang sono state escluse). Quella giapponese è affiancata dalla trascrizione in caratteri romani (roomaji) con il sistema Hepburn. Le vocali lunghe sono state trascritte seguendo l'ortografia invece della pronuncia, siccome la -u finale è ben distinta (e da essa si risale a un dittongo o a una coda nasale velare in cinese). La pulsantiera si può usare anche per aiutarsi a fare comparazioni con il Primo Cinese Medio con delle caratteristiche a inizio sillaba e fine sillaba (per le seconde, è stata impostata una colonna ad hoc). La romanizzazione in cantonese è stata effettuata con il sistema Jyutping. I Radicali Kangxi sono affiancati da tutte le loro variazioni, versioni semplificate e dalle variazioni rintracciabili nei kanji giapponesi e negli Han tu vietnamiti.


Radicale

(Kangxi

Bushou)

Pinyin Primo

Cinese

Medio

(Baxter, 2011)

*-p/t/k?

*-m?

-n?

-ng?

Cantonese

(Jyutping)

Giapponese

(Kouki

Bushu)

On'yomi

Roomaji Coreano

(Kangheui

Busu)

Hangeul

Vietnamita

(Bộ thủ

Khang Hi)

Altri

nomi

名字

'jit *-t jat1 イチ ichi nhất -
Gǔn (古本切) -n gwan2 コン kon cổn -
丶> 主, 。 Zhǔ (Diǎn) (知庾切 >

冢庾切)

jyu2 チュ chu chủ -
丿, (乀, 乁) Piě (房密切 >

普蔑切 >

匹蔑切)

*-t pit3 ヘツ hetsu phiệt -
乙, (⺄, 乚) (於筆切 >

億姞切 >

益悉切)

*-t jyut3 オツ otsu ất -
Jué (衢月切 >

其月切)

*-t kyut3 ケツ ketsu quyết -
Èr nyijH ji6 ni nhị -
Tóu (徒鉤切)

(dallo【字彙】)

tau4 トウ tou đầu 文字头
人, 亻 Rén nyin -n jan4 ニン nin nhân 人字头

单人旁

单立人

Ér, Rén nye ji4 ニン nin 아, 인 nhi -
nyip *-p jap6 ニュウ < ニフ nyuu < nifu nhập -
八 > 丷 peat *-t baat3 ハチ hachi bát 八字旁
冂 > 冋 > 坰 Jiōng (古熒切 >

涓熒切)

-ng gwing1 ケイ kei quynh 同字框
冖 > 冪 (莫狄切) *-k mik6

(da 幂 mi4)

ミャク myaku mịch 秃宝盖
仌 > 冫(冰) Bīng ping -ng bing1 ベキ beki băng 两点水
kj+jX, kijX gei2 (Jǐ)

gei1 (Jī)

ki kỷ -
凵 > 坎 Kǎn, Qiǎn khomX

(da 坎 kan3,

"buca")

*-m ham1

(da 坎 kan3,

"buca")

カン < カム

コン < コム

kan < kamu

kon < komu

khảm -
刀,刂, ⺈ Dāo taw dou1 トウ

タウ

tou

tau

đao 力字旁

立刀旁

lik *-k lik6 リキ

リョク

riki

ryoku

력, 역 lực -
勹 > 包, 胞 Bāo paew

(da 包 bao1)

baau1

(da 包 bao1)

ホウ < ハウ hou < hau bao 包字头
pjijH, pjijX bei6 hi chủy
𠥓 > 匚 Fāng pjang -ng fong1 ホウ < ハウ hou < hau phương 三框儿
(胡礼切 >

戸禮切)

hai2, hai5,

wai5

ケイ kei hệ -
Shí dzyip *-p sap6 ジュウ < ジフ

シュウ < シフ

juu < jifu

shuu < shifu

thập 十字儿
⺊ >卜 puwk *-k baak6 ボク

ホク

boku

hoku

bốc 卜字头
卩 > 㔾, 卪, (巴) Jié (子結切) *-t zit3

(da 节 jie2)

セツ setsu tiết 单耳刀
厂, (⺁) Hàn xanH -n cong2 カン kan hán 厂字旁
厶 > 私 sij

(da 私 si1)

si1

(da 私 si1)

shi khư 私字儿
又 > (彐) Yòu hjuwH jau6 ユウ uu hựu 又字旁
Kǒu khuwX hau2 コウ

kou

ku

khẩu 口字旁
Wéi hjw+j

(da 围 wei2)

wai4

(da 围 wei2)

< i < wi vi 方框儿
thuX, duX tou2

to

do

thổ 提土旁
Shì dzriX si6 shi -
Zhì (陟侈切 >

陟移切)

zi2 chi truy 反文旁
Suī swij seoi1 スイ sui tuy/suy -
夕 (~月) zjek *-k zik6 セキ

ジャク

seki

jaku

tịch 夕字旁
大 (太; ~亣, ~立) Dài, Dà dajH, daH daai6 ダイ

タイ

dai

tai

đại 大字头
nrjoX neoi5 ニョ nyo 녀, 여 nữ 女字旁
𡿹 > 子, (㜽) tsiX zi2 shi tử 子字旁
~向 > 宀 Miàn (武延切 >

彌延切)

-n min4 メン men miên 宝盖头
Cùn tshwonH -n cyun3 スン

ソン

sun

son

thốn 寸字旁
小, ⺌ Xiǎo sjewX siu2 ショウ < セウ shou < seu tiểu 小字头
𡯁 > 尢, 尣 Wāng [羽求切 > ] -ng wong1 オウ < ワウ ou < wau uông 尤字旁
𡰣 > 尸 Shī syij si1 shi thi 尸字头
Chè (丑列切 >

敕列切)

*-t cit3 テツ tetsu 철, 초 triệt -
Shān srean -n saan1 サン

セン

san

sen

sơn 山字旁
巛 > 川 Chuān tsyhwen -n cyun1 セン sen xuyên 三拐儿
工 (𢒄) Gōng kuwng -ng gung1 コウ kou công -
kiX gei2

ki

ko

kỷ -
Jīn kin -n gan1 キン kin cân 巾字旁
Gān kan -n gon1 カン kan can -
幺, 么 Yāo (於堯切 >

伊堯切)

jiu1 ヨウ < エウ you < eu yêu 幺字旁
广 > 廣, 広 Guǎng,

Yǎn, Ān

kwangH,

kwangX

*-m

-ng

gwong2 ゲン < ゲム gen < gemu nghiễm 广字旁
Yín (余忍切 >

以忍切)

-n jan2 イン in dẫn 建字旁
𠬞, 𢪒, 𢪙 > 廾 (八) Gǒng kjowngX -ng gung2

(da 拱 gong3)

キョウ kyou củng 弄字底
yik *-k jik6 ヨク yoku dặc -
Gōng kjuwng -ng gung1 キュウ

グウ

kyuu

guu

cung 弓字旁
彑 > 彐 (居例切) gai3 ケイ kei ký, kệ, kẹ, kí -
Shān (所銜切 >

師銜切)

*-m saam1 サン < サム san < samu sam 三撇儿
Chì (丑亦切) *-k cik1 テキ teki sách,

xích

双人旁

双立人

心, 忄, 㣺, ⺗ Xīn sim *-m sam1 シン < シム shin < shimu tâm 竖心旁
kwa gwo1 ka qua -
戶 > 戸, 户 huX wu6 ko hộ 户字旁
手, 扌, 龵 Shǒu (書九切 >

始九切)

sau2 シュウ shuu thủ 提手旁
Zhī tsye zi1 shi chi 支字旁
(普木切) *-k bok1, pok3 ホク

ボク

hoku

boku

phộc -
Wén mjun -n man4 モン

ブン

mon

bun

văn -
Dǒu tuwX, tuwH dau2 トウ tou đẩu -
Jīn kj+n, kj+nH -n gan1 キン kin cân 斤字头
Fāng pjang -ng fong1 ホウ < ハウ hou < hau phương 方字旁
𣞤 > 𣞤 > 無 (舞) > 无 mju mou4

mu

bu

-
☉ > 日 nyit *-t jat6 ニチ nichi nhật 日字旁
Yuē hjwot *-t joek6 エツ < ヱツ

ワチ

etsu < wetsu

wachi

viết 冒字头
月 (~夕) Yuè ngjwot *-t jyut6 ゲツ < グヱツ

ガツ

getsu < gwetsu

gatsu

nguyệt 月字旁
muwk *-k muk6 モク moku mộc 木字旁
欠 (~㒫 > 无) Qiàn khjaemH,

khjomH

*-m him3 ケン < ケム

カン < カム

ken < kemu

kan < kamu

khiếm 欠字旁
Zhǐ tsyiX zi2 shi chỉ 止字旁
~𣦻 > 歺 > 歹 Dǎi

- - -

È

(五割切) *-t daai2

- - -

ngaat6, aat3

タイ

- - -

ガツ

ガチ

tai

- - -

gatsu

gachi

- - -

đãi

- - -

ngạt, ngặt

歹字旁
Shū dzyu syu4 シュ shu thù -
(母>) 毋 mju mou4

mu

bu

-
pjijX bei2 hi bỉ -
Máo maw mou4 モウ mou mao -
Shì dzyeX si6

shi

ji

thị -
气 > 氣, 気 khj+jH hei3 ki khí -
水 > 氺, 氵 Shuǐ sywijX seoi2 スイ sui thủy 三点水
火; ~灸 > 灬 Huǒ xwaX fo2 ka hỏa 四点底
爪, 爫, ⺥ Zhuā (側狡切) zaau2 ソウ < サウ sou < sau trảo 爪字头
~攴 > 父 bjuX fu6

bu

fu

phụ 父字头
Yáo (胡茅切 >

何交切)

ngaau4 コウ < カウ kou < kau hào -
爿 >丬 Pán, Qiáng [讀若牆] -n, -ng baan6,

coeng4

ショウ < シャウ shou < shau tường -
Piàn phenH -n pin3 ヘン hen phiến -
ngae ngaa4

ga

ge

nha -
牛, 牜, ⺧ Niú ngjuw ngau4 ギウ < ギュウ giu < gyuu ngưu 牛字旁
犬 > 犭 Quăn khwenX -n hyun2 ケン ken khuyển 反犬旁
Xuán hwen -n jyun4 ケン < クヱン

ゲン < グヱン

ken < kwen

gen < gwen

huyền -

- - -

(王, ⺩)

- - -

(玊)

- - -

(Wáng)

- - -

(Sù)

ngjowk *-k juk6

- - -

(wong4)

- - -

(suk1)

ゴク

ギョク

- - -

オウ < ワウ

- - -

シュク

goku

gyoku

- - -

ou < wau

- - -

shuku

- - -

(왕)

- - -

(숙, 옥)

ngọc

- - -

(vương)

- - -

(túc)

王字旁
Guā kwae gwaa1 < クヮ ka < kwa qua -
ngwaeX ngaa5 < グヮ ga < gwa ngõa -
𤮺 > 甘 Gān kam *-m gam1 カン < カム kan < kamu cam -
Róu (人九切 >

忍九切)

jau2 ニュ

ジュウ

nyu

jyuu

nhựu -
𤯓 > 生 Shēng sraeng -ng saang1 セイ

ショウ < シャウ

sei

shou < shau

sinh -
𤰃 > 用 Yòng yowngH -ng jung6 ヨウ

ユウ

you

uu

dụng -
Tián den(H) -n tin4 デン

テン

den

ten

điền 田字旁
疋, ⺪

- - -

Shū

srjo *-t pat1

- - -

so1

ヒツ

ヒチ

- - -

ショ

hitsu

hichi

- - -

sho

- - -

thất

- - -

-
𤕫 > 疒 Chuáng

- - -

Né, Nì

(女戹切 >

尼厄切)

*-k, -ng cong4

- - -

nak6, nik6

ソウ

- - -

ダク

ニャク

sou

- - -

daku

nyaku

nạch 病字旁
𣥠 > 癶 pat *-t but6 ハツ hatsu bát -
Bái baek *-k baak6 ハク

ビャク

haku

byaku

bạch 白字旁
𣪉 (叚) > 𡰻 > 皮 bje pei4 hi -
Mǐng, Mǐn mjaengX -n, -ng ming5 ミョウ < ミャウ myou < myau mãnh 皿字底
目, ⺫ mjuwk *-k muk6 モク moku mục 目字旁
Máo mjuw, muw maau4 mu mâu -
Shǐ syij(X) ci2 shi thỉ -
Shí dzyek *-k sek6 セキ

ジャク

seki

jaku

thạch 石字旁
丅 > 示, ⺬> 礻 Shì zyijH si6

shi

ji

thị 示字旁
hwa wo4 < クヮ ka < kwa hòa 禾木旁
𥤢 > 穴 Xué hwet *-t jyut6 ケツ < クヱツ

ケチ < クヱチ

ketsu < kwetsu

kechi < kwechi

huyệt 穴宝盖
立 (+辛 in cima) lip *-p laap6 リュウ < リフ ryuu < rifu 립, 입 lập 立字旁
竹, ⺮ Zhú trjuwk *-k zuk1 チク chiku trúc 竹字头
mejX mai5 マイ mai mễ 米字旁
糸 > 糹, 纟

- - -

si *-k si1

- - -

mik6

- - -

ミャク

shi

- - -

myaku

실, 사

- - -

mịch

- - -

tơ, ti

绞丝旁
Fǒu pjuwX fau2 フウ fuu phũ, phẫu,

phễu

缶字旁
网 > 罒, ⺳(𦉸 > 罔 > 網) Wǎng mjangX -ng mong5 モウ < マウ

ボウ < バウ

mou < mau

bou < bau

võng 皿字头
𦍋 > 羊 > ⺶, 𦍌, ⺷ Yáng yang -ng joeng4 ヨウ < ヤウ you < yau dương -
𦏲 > 羽 hjuX jyu5 u -
老 > 耂 Lǎo lao3 lou5 ロウ < ラウ rou < rau lão -
Ér nyi ji4 ni nhi -
Lěi lwijX, lwojH leoi6 ライ rai lỗi -
Ěr nyiX ji5 ni nhĩ 耳字旁
聿 > ⺻ (余律切 >

允律切 >

以律切)

*-t jyut6 イツ

イチ < ヰチ

itsu

ichi < wichi

duật -
肉 >⺼ Ròu rou4 *-k juk6 ニク niku nhục 月字旁
Chén dzyin -n san4 ジン

シン

jin

shin

thần -
𦣹 > 自 dzijH zi6

ji

shi

tự -
Zhì tsyijH zi3 shi chí -
Jiù gjuwX kau5 キュウ kyuu cữu -
Shé zyet *-t sit3 セツ

ゼツ

ゼチ

setsu

zetsu

zechi

thiệt 舌字旁
Chuǎn tsyhwenX -n cyun2 セン

シュン

sen

shun

suyễn -
舟 (~月/𣍝) Zhōu tsyuw zau1 シュウ shuu chu 舟字旁
Gèn -n gan3 コン kon cấn -
色 (< 绝 < 絕?) srik *-k sik1 ショク

シキ

shoku

shiku

sắc -
艸 > 艹 Cǎo tshawX cou2 ソウ < サウ sou < sau thảo -
虍 > 虎 xuX fu2 ko 虎字头
虫 (> 蟲 >) 虫; > 虺 Chóng drjuwng -ng cung4 ジュウ

チュウ

juu

chuu

trùng 虫字旁
Xué

(coll. "Xiě")

xwet *-t hyut3 ケツ < クヱツ

ケチ < クヱチ

ketsu < kwetsu

kechi < kwechi

huyết -
行 (> 彳; 亍) Xíng

- - -

Háng

hang(H) -ng hang4 コウ < カウ

ゴウ ガウ

- - -

コウ < カウ

ギョウ < ギャウ

kou < kau

gou < gau

- - -

kou < kau

gyou < gyau

hành, hàng -
衣 > 衤 'j+j ji1

i

e

y 衣字旁
Yà,

Xià

(呼訝切;

衣嫁切 >

衣駕切)

aa3

haa2

a

ka

á -
見 > 见 Jiàn keanH, kenH -n gin3 ケン ken kiến -
𧢲 > 角 Jiǎo, Jué kaewk *-k gok3 カク kaku giác 角字旁
言; 訁> 讠 Yán ngjon -n jin4 ゲン

ゴン

gen

gon

ngôn 言字旁
𠔌 > 谷 kuwk *-k guk1 コク koku cốc -
Dòu duwH dau2 トウ tou đậu -
Shĭ syeX ci2 shi thỉ -
Zhì drjeX zaai6, zi6

タイ

chi

tai

trĩ, trãi -
貝 > 贝 (+鼎) Bèi pajH bui3 ハイ

バイ

hai

bai

bối -
𤆍 > 灻 > 赤 Chì tshjek, tsyhek *-k cek3 セキ

シャク

seki

shaku

xích
𧺆 > 走, 赱 Zǒu tsuwX zau2 ソウ sou tẩu 走字旁
足, ⻊ tsjowk *-k zuk1 ソク

ショク

soku

shoku

túc 足字旁
Shēn syin -n san1 シン shin thân 身字旁
車 > 车 Chē tsyhae ce1 シャ sha 차, 거 xa -
䇂 > 辛, 𨐌 (+立 in cima) Xīn sin -n san1 シン shin tân -
𨑃, 𠨷 > 辰 Chén zyin -n san4 シン shin thần, thìn -
辵 > ⻍, 辶 Chuò trhjaek *-k coek3 チャク chaku sước 走之旁
邑 > [- 阝] 'ip *-p jap1 ユウ < イフ

オウ < オフ

uu < ifu

ou < ofu

ấp -
丣 > 酉 (> 酒) Yǒu yuwX jau5 ユウ < イウ uu < iu dậu -
Biàn (蒲莧切) -n bin6 ハンベン han

ben

biện -
liX lei5 ri 리, 이 -
金, 𨤾; 釒> 钅 Jīn kim *-m gam1 キン < キム

コン < コム

kin < kimu

kon < komu

kim 金字旁
𨱗 > 長 > 长 Zhǎng drjang -ng coeng4 チョウ < チャウ

ジョウ < ヂャウ

chou < chau

jou < jau

trường, trưởng -
門, 𨳇 > 门 Mén mwon -n mun4 モン mon môn -
𨸏 > 阜 > 阝~ bjuwX fau6 フウ fuu phụ -
隶 (~聿) Dài (徒耐切 >

待戴切)

dai6 タイ tai 대, 이 đãi -
Zhuī tsywij zeoi1 スイ sui chuy 隹字旁
𠕲 > 雨, ⻗ hjuX jyu5 u 雨字头
𤯞 > 靑 > 青 Qīng tsheng -ng cing1 セイ

シャウ < ショウ

sei

shau < shou

thanh -
Fēi pj+j fei1 hi phi -
~𡇡 > 𠚑 > 面, 靣 Miàn mjienH -n min6 メン

ベン

men

ben

diện -
革, 𠦶 keak *-k gaak3 カク kaku cách 革字旁
韋 > 韦 Wéi hjw+j wai4 < i < wi vi -
音 (~言) Yīn 'im *-m jam1 イン < イム

オン < オム

in < imu

on < omu

âm 音字旁
Jiǔ kjuwX gau2 キュウ kuyy cửu -
頁 > 页

- - -

Xié

(胡結切 >

奚結切 >

胡結切)

*-p

- - -

*-t

jip6

- - -

kit3, sau2

ヨウ < エフ

- - -

ケツ

ゲチ

you < efu

- - -

ketsu

gechi

- - -

hiệt -
風, 凬 > 风 Fēng pjuwng -ng fung1 フウ fuu phong -
飛 > 飞 Fēi pj+j fei1 hi phi -
𩚀 > 𠊊 > 食; 飠> 饣 Shí zyik *-k sik6 ジキ

ショク

jiki

shoku

thực 食字旁
首, 𩠐, 𦣻 Shǒu syuwH sau2 シュウ

シュ

shuu

shu

thủ -
𪏽 > 香, 𥞌 Xiāng xjang -ng hoeng1 キョウ < キャウ

コウ < カウ

kyou < kyau

kou < kau

hương -
馬 > 马 maeX maa5

(唐音: マ)

me

(ma)

马字旁
骨, ⾻ kwot *-t gwat1 コツ

コチ

kotsu

kochi

cốt 骨字旁
髙 > 高 Gāo kaw gou1 コウ < カウ kou < kau cao -
Biāo pjiew ヒョウ < ヘウ hyou < heu bưu -
鬥 (> 斗) Dòu tuwX, tuwH dau2 トウ tou 두, 투, 각 đấu -
Chàng trhjangH coeng3 チョウ < チャウ chou < chau sưởng -

- - -

keak *-k lik6

- - -

gaak3

レキ < リャク

- - -

カク < キャク

reki < ryaku

- - -

kaku < kyaku

력, 역

- - -

lịch

- - -

cách

-
Guǐ kjw+jX gwai2 < クヰ ki < kwi quỷ -
𤋳 > 魚 > 鱼 ngjo jyu4 ギョ gyo ngư 鱼字旁
鳥 > 鸟 Niǎo, Diăo tewX niu5 チョウ < テウ chou < teu 조, 도 điểu 鸟字旁
鹵 (~東) > 卤 luX lou5 ro 로, 노 lỗ -
鹿 luwk *-k luk6 ロク roku 록, 녹 lộc -
麥 > 麦 Mài meak *-k mak6 バク baku mạch -
mae maa4 ma ma -
黄, 黃 Huáng hwang -ng wong4 コウ < クヮウ kou < kwau hoàng, huỳnh -
Shǔ (舒呂切 >

賞呂切)

syu2 ショ sho thử -
𪐗 > 黒 > 黑 Hēi xok *-k hak1 コク koku hắc 黑字旁
Zhǐ (陟几切 >

豬幾切 >

展幾切)

zi2 chi chỉ -
黽, 𪓑 > 黾 Mǐng

Mǐn

(莫杏切) -n, -ng maang5

man5

ミョウ

メン

myou

men

mẫn, mãnh -
𥅀 > 鼎 Dǐng tengX -ng ding2 テイ tei đỉnh -
鼓, 鼔 kuX gu2

ko

ku

cổ -
鼠, 䑕, 鼡 Shǔ syoX syu2 ショ

sho

so

thử -
(自 >) 鼻 bjijH bei6

hi

bi

tị -
𠫸 > 齊 > 斉, 齐 (徂兮切 >

前西切)

cai4 セイ

サイ

ザイ

sei

sai

zai

tề -
𦥒 > 𣥫 > 齒 > ⻭, 齿 Chǐ tsyhiX ci2 shi xỉ -
龍 > 竜, 𥪖, 𥪐, 龙 Lóng ljowng -ng lung4 リョウ

リュウ

ryou

ryuu

룡, 용 long -
龜 > ⻲, 龟 Guī

- - -

Qiū,

- - -

Jūn

kwij -n gwai1

- - -

kau1, gau1

- - -

gwan1

< クヰ

- - -

キュウ

- - -

キン

ki < kwi

- - -

kyuu

- - -

kin

- - -

- - -

quy -
龠, 𠎤 > 籥 Yuè yak *-k joek6 ヤク yaku dược -

Studio fonetico delle lingue sino-xeniche e delle varietà antiche di cinese modifica

La seguente tabella non esaustiva contiene svariate opere per osservare e studiare la pronuncia antica delle lingue sino-xeniche con nome dell'opera, traduzione del nome in inglese (laddove reperibile o eseguibile, siccome molte opere hanno titoli con riferimenti complessi), anno di scrittura e/o pubblicazione/i e le lingue contenute. I dizionari di cinese ottocentesco che non riproducono la pronuncia di Pechino sono classificati ancora sotto "Mandarino Medio". La tabella parte dal Primo Cinese Medio e dalle opere nelle lingue sino-xeniche che contengono i sinogrammi e le pronunce. Include anche dei dialetti meridionali conservativi con i primi documenti che li attestano, spesso opere di missionari e/o colonizzatori. Viene interrotta all'anno 1918. Molte delle opere sono state digitalizzate dai musei o da Google Books e sono scaricabili e consultabili online in formato PDF. La digitalizzazione non solo rende questi testi rari e fragili consultabili facilmente per lettori di ogni tipo (da esperti a curiosi), ma permette di farli circolare ampiamente, stimola l'interesse verso di essi e li salva dal deperimento totale siccome sopravvivranno in forma digitale.

Alcune opere sono escluse, e.g. i diari in coreano e i romanzi vernacolari coreani come il 春香傳 (the Tale of Chunhyang. Anche le raccolte coreane di poesie di genere sijo (時調) sono escluse. Sono pure esclusi lavori che parlano di Idu, come il 羅麗吏讀 나려이두 (1789), 典律通補 전율통보 (fine Settecento) e 儒胥必知 유서필지 (fine Settecento, anonimo).

Anche i lavori nella scrittura antica giapponese, come il Man'yooshu, sono esclusi. Anche opere giapponesi come i romanzi e poesie haiku sono esclusi: senza il furigana nell'opera antica, non si ricava la pronuncia.

Lo stesso avviene in vietnamita: solo dall'introduzione dell'alfabeto latino nella varietà portoghese da parte dei missionari si hanno informazioni sulla pronuncia grazie ai dizionari dei missionari, eccetto dei dizionari cinesi antichi che danno una resa fonetica approssimata delle parole. Lo stesso è avvenuto per la lingua giapponese e coreana.

Sono poi esclusi primi frammenti di scrittura di sinogrammi (ossa oracolari, vasi di bronzo Zhou e simili oggetti) ed è escluso allo stesso modo l'Old Chinese 下古汉. Dalle opere antiche in Wenyan 文言 si può comunque studiare la grammatica, si pensi ad esempio allo Shijing 诗经, Yijing 易经, Daodejing 道德经, Lunyu 论语, Shujing 书经, Mengzi 孟子, Hanfeizi 韩非子, Zhuangzi 庄子, Liezi 列子, Shiji 史记, Liji 礼记, Chunqiu 春秋, Zhongyong 中庸, Daxue 大学, Zuo Zhuan 左转, Nvjie (女诫 di Ban Zhao), Sunzi (孙子), Mozi (磨子), Zhanguo Ce (战国策), Hanshu (汉书); le informazioni sulla pronuncia, siccome i rimari risalgono al Primo Cinese Medio, sono più problematiche pure se presenti (e.g. nello Shuowen Jiezi) o ricostruibili da alcune opere che mostrano delle presunte rime in dei punti.

Anche i primissimi dizionari di Old Chinese sono esclusi (e.g. Erya 尔雅 che forse intendeva dire 迩雅, Fangyan 方言 che tratta pure le varietà regionali, Shuowen Jiezi 说文解字). Dal Fangyan si ricostruisce il Cinese degli Han Orientali o Tardo Cinese Han (Eastern Han Chinese), intermedio tra Old Chinese e Primo Cinese Medio e su cui hanno lavorato Paul Serruys e Weldon Coblin, ma non viene qui trattato.

Pure le varietà più arcaiche in assoluto di lingua come l'Old Korean, l'Old Japanese e il Vietnamita Arcaico non sono trattate perché non in tema o poco documentate (e.g. tavolette di legno mokkan [giapponesi] e mokgan [coreane] 木簡) e difficili da ricostruire.

Nome opera e alcune informazioni basilari Autore/i Data Lingua/e
Qianziwen, 千字文, Thousand Character Classic [versione originale cinese]

[Wang Xizhi (303–361) visse durante la Dinastia Jin 晋朝;

Zhou Xingsi (470–521) visse durante la Dinastia Liang 梁朝.

L'autore è dunque incerto]

Wang Xizhi, 王羲之?

Zhou Xingsi, 周兴嗣?

361 (entro il...)?

521 (entro il...)?

Old Chinese?

Primo Cinese Medio?

Yupian, 玉篇, Jade Chapters [versione cinese]

[Le numerose riedizioni hanno alterato la pronuncia originale]

Gu Yewang, 顧野王 543 circa Primo Cinese Medio
Qieyun, 切韵 Lu Fayan, 陸法言 601 Primo Cinese Medio
Zhuying Ji, 珠英集, Collection of Precious Glories

[è un'antologia di poesie del periodo Tang 唐朝,

composta dal poeta Tang Cui Rong e pubblicata

durante il regno dell'imperatrice Wu Zetian 武則天 (690-705).

Un quinto dell'opera è stata ritrovata nelle celebri ricerche a Dunhuang]

Cui Rong, 崔融 690-705 Primo Cinese Medio
Quan Tangshi, 全唐诗, Complete Tang Poems [Cao Yin 曹寅,

che era il nonno di Cao Xueqin;

vi parteciparono pure nove studiosi

dell'Accademia Hanlin 翰林院, attiva dalla Dinastia Tang,

di cui fecero parte Li Bai e Gao E]

[le poesie Tang, del Rinascimento Cinese, sono scritte in rima e secondo precise regole,

utili per lo studio della pronuncia. La più grande raccolta fu pubblicata

per volere dell'Imperatore Kangxi nel 1705 e contiene oltre 49.000 poesie

di oltre 2200 poeti. Tra i più famosi si contano

Li Bai 李白, Du Fu 杜甫, Meng Haoran 孟浩然 e Bai Juyi 白居易]

Cao Yin, 曹寅

et al.

618-907

1705 (pubblicazione)

Primo Cinese Medio
Tangshi Sanbaishou, 唐诗三百首, Three Hundred Tang Poems Sun Zhu, 孫洙 618-907

1763 (circa)

Primo Cinese Medio
Yiqiejing yinyi, 一切經音義,

Pronunciation and Meaning in the Complete Buddhist Canon [L'opera fu completata nell'807 da Huilin 慧琳]

Xuanying, 玄應

Huilin, 慧琳

649 circa Primo Cinese Medio
Kanmiu Buque Qieyun, 刊謬補缺切韻, Corrected and supplemented Qieyun

[esistono tre versioni: 王一、王二、王三]

Wang Renxu, 王仁昫 706 Primo Cinese Medio
Wangchuan Ji, 輞川集, Wheel River Collection

[è una raccolta di poesie Tang scritta da due poeti Tang,

amici tra loro e conosciutisi quando

Wang Wei tornò a Chang'an nel 738 o 739]

Wang Wei, 王維

Pei Di, 裴迪

738-739 (dopo il...) Primo Cinese Medio
Shinsen jikyō, 新撰字鏡 o 新選字鏡, Newly Compiled Mirror of Characters

[Shōjū (昌住) era un monaco buddista]

[è il primo a contienere pure la lettura giapponese dei kanji, la “Kun’yomi”,

e i kokuji 国字;

è suddiviso in 12 fascicoli (kan 巻 かん < くわん kwan, coreano,

vietnamita quyển]

[l’invenzione del kana è tradizionalmente attribuita al monaco buddista Kūkai

(Kūkai 空海, 774-835a.C.), noto anche con l’onorifico Kōbō-Daishi (弘法大師)]

Shōjū, 昌住 898-901d.C.

(era Shōtai)

(昌泰)

Primo Giapponese Medio
Songci Sanbaishou, 宋词三百首, Three Hundred Song Ci

[è una raccolta di Ci del periodo Song, per un totale di 88 autori

e compilata da Zhu Zumou,

che lavorò per la Dinastia Qing prima del suo crollo nel 1912.

La raccolta ha poi accolto le annotazioni di Tang Guizhang 唐圭璋,

detta 宋词三百首笺注]

Zhu Zumou, 朱祖谋 907-1279

1924 (pubblicazione)

Tardo Cinese Medio
Baijiaxing, 百家姓, The Hundred Family Surnames

[è stato composto all'inizio della Dinastia Song Settentrionale, fondati nel 960;

dei nomi sono in rima]

Sconosciuto 960 circa Tardo Cinese Medio
Longkan Shoujian, 龍龕手鑒, The Handy Mirror in the Dragon Shrine Xingjun, 行均 997 Tardo Cinese Medio
Da Song Chongxiu Guangyun, 大宋重修廣韻 Chen Pengnian, 陳彭年

Qiu Yong, 邱雍

1007 (iniziato)

1008 (pubblicato)

Tardo Cinese Medio
Libu yunlüe, 礼部韵略, Rhymes of the Ministry of Rites

[contiene delle rime apparentemente errate]

Ding Du, 丁度 1037 Tardo Cinese Medio
Jilin Leishi, 鷄林類事, Assorted Matters of Jilin/Korea

[era un libro che parlava di Corea, scritto da un ambasciatore cinese presso

i Goryeo. L'opera è andata perduta ma dei frammenti sopravvivono per

le citazioni in altre opere. "Jilin" si riferisce alla Corea

ed è un antico modo di riferirsi al Regno di Silla.

"Jilin" sarebbe un calco fonetico di una parola sconosciuta, 계림,

o un riferimento all'origine mitologica dei Silla: un pollo in una foresta,

con il suo rumore, attirò l'attenzione dei coreani verso uno scrigno d'oro

da cui uscì un ragazzo che fondò la linea reale dei Kim.

"Jilin" significa "la Foresta del Pollo"

ed è una parola poi presa a prestito dai cinesi nel periodo Tang]

Sun Mu, 孫穆 1103-1104 Tardo Cinese Medio;

Primo Coreano Medio

Iroha Jiruishō, 色葉字類抄 o 伊呂波字類抄,

Characters classified in iroha order and annotated

(1ª edizione: editore sconosciuto; 2ª edizione: Tachibana Tadakane (橘忠兼)

[esiste una seconda espansione. Il katakana indica la pronuncia on e kun]

(1° ed: sconosciuto)

(2° ed: Tachibana Tadakane

橘忠兼)

1144-1165 (1ª edizione)

1177-1188 (2ª edizione)

Primo Giapponese Medio
Qiyin lüe, 七音略, Seven Sounds Summary

[è una revisione del 七音韵鉴, Qiyin Yunjian. L'autore è sconosciuto]

Zheng Qiao, 郑樵

(editore)

1161 (prima di...) Tardo Cinese Medio
Yunjing, 韻鏡, Mirror of Rhymes

[L'autore è sconosciuto]

Zhang Linzhi, 張麟之

(editore)

1161 (1ª edizione)

1203 (2ª edizione)

Tardo Cinese Medio
Sanzi Jing, 三字經, Three Character Classic,

[attribuito a Wang Yinglin 王應麟, 1223–1296]

[è stato scritto durante la Dinastia Song, caduta nel 1279,

e ha dei versi in rima]

Wang Yingling, 王應麟 1223-1279 Tardo Cinese Medio
Menggu Ziyun, 蒙古字韻, Rimes in Mongol Script

(ꡏꡡꡃ ꡣꡡꡙ ꡐꡜꡞ ꡝꡧꡞꡋ mong xol tshi ʼwin)

[scritto in 'Phags-pa dopo la sua invenzione, nel 1269.

Non ha il fanqie. L'autore è sconosciuto]

Zhu Zhongwen, 朱宗文

(editore dell'unica edizione

superstite)

1269 (dopo il...);

1308

Primo Mandarino
Qǔ, 曲, Songs

[i Qu dell'epoca Yuan, detti pure 元曲, sono delle canzoni

(è la traduzione del termine) aventi dei pattern

tonali fissi e uno schema di rima fisso e che venivano cantate

con l'accompagnamento musicale.

I 6 maggiori autori di Yuanqu secondo la tradizione,

元曲六大家, a partire da una lista originale di 4, sono

关汉卿, 马致远, 郑光祖, 白朴, 王实甫 e 乔吉]

Guan Hanqing, 关汉卿

Ma Zhiyuan, 马致远

Zheng Gangzhu, 郑光祖

Bai Pu, 白朴

Wang Shifu, 王实甫

Qiao Ji, 乔吉

1279-1368 Primo Mandarino
Zhongyuan Yinyun, 中原音韵, Rhymes of the central plain Zhou Deqing, 周德清 1324 Primo Mandarino
Hongwu zhengyun, 洪武正韻, Correct Rhymes from the Hongwu Reign

[Le Shaofeng (樂韶鳳) e Song Lian (宋濂) sono i supervisori]

Le Shaofeng, 樂韶鳳

Song Lian, 宋濂

(supervisori)

1375 Mandarino Medio
Huayi Yiyu, 華夷譯語, a Sino-Barbarian Vocabulary

[è sia il nome di una precisa opera che il nome di un particolare

genere di dizionari prodotti dallo 會同館.

Quest'opera, da non confondere con l'omonimo genere,

il "dizionario sino-barbarico" (attenzione alle

minuscole) è un dizionario di mongolo e cinese.

Il Mongolo Medio va grossomodo dai tempi delle conquiste

in Cina dei mongoli fino alla traduzione dei

testi buddisti eseguita durante il regno di Lingdan Khan, 1603-1629]

Huitongguan, 會同館 1382 Mandarino Medio;

Mongolo Medio

Chaoxian Guanyiyu, 朝鮮館譯語,

a Wordlist/Vocabulary of Joseon/Korean Phrases

[è un glossario cinese di lingua coreana, che contiene

596 parole coreane con pronuncia approssimata

usando il qieyun applicato alla pronuncia cinese.

Molti altri glossari di lingue antiche sono classificati

sotto l'etichetta 華夷譯語 e includono pure il tibetano,

mongolo, burmese/birmano e siam/thailandese.

Un altro esempio di "vocabolario sino-barbaro" è

日本館譯語, dello stesso periodo e in giapponese.

Nel titolo, 朝鮮 si riferisce di preciso alla Dinastia Joseon,

una dinastia reale coreana.

Alcuni di questi vocabolari sino-barbari sono

stati prodotti da un'istituzione detta 會同館, abbreviazione di

會同四譯館, un istituto di interpreti per le

relazioni diplomatiche. Il numero 4 si riferisce a tutto il mondo,

i 4 punti cardinali, per indicare i paesi

stranieri. Inizialmente, lo 會同館 e il 四夷館 erano due istituzioni

separate. Il nome esteso deriva dal loro

accorpamento nel periodo Qing, in cui l'ufficio di mancese venne

chiuso siccome i Qing stessi erano

mancesi e non "stranieri": 會同四譯館]

Huitongguan, 會同館 1408 Tardo Coreano Medio;

Mandarino Medio

Riben Guanyiyu, 日本館譯語, a Wordlist/Vocabulary of Japanese Phrases

[quest'altro vocabolario sino-barbaro è stato scritto all'inizio della

Dinastia Ming (quindi intorno allo stesso

periodo di quello in coreano) dallo stesso istituto di quello di giapponese.

Ci sono varie edizioni e una di cui si conosce la data,

quella conservata all'Università di Londra, è del 1549]

Huitongguan, 會同館 ~1408 Tardo Giapponese Medio;

Mandarino Medio

訓民正音, Hunminjeongeum, The Proper Sounds to Instruct the People

(훈〮민져ᇰ〮ᅙᅳᆷ > 훈민정음)

+訓民正音解例 +Hunminjeongeum haerye, 훈민정음해례

+An Illustrated Explanation of Hunminjeongeum

(Re Sejong il Grande 世宗大王 세종대왕, Sejong Daewang,

appartiene alla Dinastia Joseon 朝鮮 조선;

Jeong In-ji 鄭麟趾 정인지 lavorò con il gruppo di letterati di cui era a capo)

Re Sejong il Grande

世宗大王, 세종대왕;

Jeong In-ji

鄭麟趾, 정인지;

Sala dei Meritevoli oppure

Accademia dei Degni

집현전, 集賢殿,

1443 (iniziato)

1446 (promulgato)

Tardo Coreano Medio
Kagakushū, 下学集, Collection of Low/Mundane Studies Hanō Tōroku

東麓破衲

1444 Tardo Giapponese Medio
龍飛御天歌, 용비어천가, The Song of the Dragons Flying Through Heaven

[scritto per ordine di Re Sejong il Grande]

Seong Sanmun

성삼문, 成三問;

Bak Paengnyeon

박팽년, 朴彭年;

I Gae

이개, 李塏;

Gweon Je

권제, 權踶;

Jeong In-ji

정인지, 鄭麟趾;

Choe Hang

최항, 崔恒

1445

1447 (pubblicazione)

[1ª edizione]

Tardo Coreano Medio
釋譜詳節, 석보상절,

Detailed Articles on the Record of Sakyamuni (Seokbosangjeol)

[è una vita di Gautama Budda con dei sermoni]

il Grande Principe Suyang (수양대군, 首陽大君), poi diventato

Re Sejo, era figlio di Sejong il Grande ma non suo successore immediato.

L'opera fu scritta in ricordo della regina una volta che Re Sejong il Grande rimase vedovo]

- - -

[Buddha è indicato come Śākyamuni (शाक्यमुनि, Śākyamuni,

"il saggio della famiglia Śākya") e l'epiteto è reso in coreano come 석가모니 Seokgamoni.

"Śākya" significa "Potenti"]

Re Sejo

세조, 世祖

1447 Tardo Coreano Medio
月印千江之曲, 월인천강지곡,

Songs of the Moon’s Imprint on the Thousand Rivers

Re Sejong il Grande

世宗大王, 세종대왕

1447 Tardo Coreano Medio
東國正韻, 동국정운, The Correct Rimes of the Eastern Country Sin Suk-ju

신숙주, 申叔舟;

Choe Hang

최항, 崔恒;

Seong Sanmun

성삼문, 成三問;

Bak Paengnyeon

박팽년, 朴彭年;

I Gae

이개, 李塏;

Gang Heuian

강희안, 姜希顔;

I Hyeonro

이현로, 李賢老;

Jo Byeongan

조변안, 曹變安;

Gim Jeung

김증, 金曾

1447

1448 (pubblicazione)

Tardo Coreano Medio
洪武正韻譯訓, 홍무정운역훈,

The Correct Rimes of Hong Wu, Transliterated and Glossed [registra la pronuncia cinese e non sino-coreana]

Sin Suk-ju

신숙주, 申叔舟

1455 Tardo Coreano Medio
月印釋譜, 월인석보 (月印千江之曲 + 释谱详节)

[L'opera peraltro inizia con una copia dello Hunminjeongeum

annotata con l'hangeul; questa edizione è detta

Hunminjeongeum Eonhaebon]

Re Sejong il Grande

世宗大王, 세종대왕;

Re Sejo,

세조, 世祖

1459 Tardo Coreano Medio
楞嚴經諺解, 릉엄경언해, A Vernacular Interpretation of the Śūraṃgama sūtra

(शूरङ्गम सूत्र. [La parola indica il "valore eroico" o la "marcia/progresso eroica"])

(Re Sejo, su richiesta del Grande Principe Hyoryeong 효령대군 (孝寧大君),

fratello maggiore di Re Sejong il Grande, finì la traduzione dei primi due,

ordinata da Re Sejong ma non portata a termine)

[tutte le opere di glossa dei sutra vennero prodotte dal Direttorato Generale

per la Pubblicazione dei Sutra 刊經都監, 간경도감, istituito da Re Sejo.

Molte di queste opere sopravvivono grazie alle ristampe]

Sinmi

신미, 信眉;

Gim Suon

김수온, 金守溫;

Re Sejo

세조, 世祖

1461 Tardo Coreano Medio
法華經諺解, 법화경언해, A Vernacular Interpretation of the Lotus Sutra

(सद्धर्मपुण्डरीकसूत्र Sad-dharma Puṇḍárīka Sūtra)

Re Sejo

세조, 世祖

1463 Tardo Coreano Medio
金剛經諺解, 금강경언해, A Vernacular Interpretation of The Diamond sūtra

(वज्रच्छेदिकाप्रज्ञापारमितासूत्र Vájra-cchedikā-prajñā-pāramitā-sūtra)

Re Sejo

세조, 世祖;

Han Gyeheui

한계희, 韓繼禧;

Grande Principe Hyoryeong,

효령대군, 孝寧大君;

Hae Jo

해초, 海超

1464 Tardo Coreano Medio
禪宗永嘉集諺解, 선종영가집언해,

A Vernacular Interpretation of the Essence of Zen Buddhism (Buddismo Chan [Cina];

Buddismo Zen [Giappone];

Buddismo Seon 禪宗 [Corea])

Sinmi

신미, 信眉;

Grande Principe Hyoryeong

효령대군, 孝寧大君

1464 Tardo Coreano Medio
阿彌陀經諺解, 아미타경언해,

A Vernacular Interpretation of the Shorter Sukhāvatīvyūha Sūtra [è distinto dalla versione lunga e il nome Sukhavati, "Paradiso Occidentale"

Nel titolo sino-coreano si trova invee la parola "Amitābha",

un Buddha celeste il cui mondo è

il Sukhavati, la terra "piena-di gioia", sukha ("gioia") + vat]

Re Sejo

세조, 世祖

1464 Tardo Coreano Medio
五臺山上院寺重創勸善文, 오대산상원사중창권선문

[il titolo contiene il nome di un monte, lo Wutai, uno dei 4 monti sacri per il buddismo cinese.

Nomina poi uno dei templi sul monte, il Tempio Shangyuan.

L'opera inizia con una lettera di Re Sejo e della regina che si offrono di ricostruire il tempio,

poi parte il testo principale, scritto dal monaco buddista Sinmi]

Re Sejo

세조, 世祖;

Regina Jeonghui

정희왕후, 貞熹王后;

Sinmi

신미, 信眉

1464 Tardo Coreano Medio
般若心經諺解, 반야심경언해,

A Vernacular Interpretazione of the Heart sutra (प्रज्ञापारमिताहृदय Prajñāpāramitā Hṛdaya)

(tibetano: བཅོམ་ལྡན་འདས་མ་ཤེས་རབ་ཀྱི་ཕ་རོལ་ཏུ་ཕྱིན་པའི་སྙིང་པོ)

Direttorato Generale

per la Pubblicazione

dei Sutra,

간경도감, 刊經都監

1464 Tardo Coreano Medio
圓覺經諺解, 원각경언해,

A Vernacular Interpretation of the Sutra of Perfect Enlightenment

Re Sejo

세조, 世祖;

Grande Principe Hyoryeong

한계희, 韓繼禧

1465 Tardo Coreano Medio
救急方諺解, 구급방언해,

A Vernacular Interpretation of Prescriptions for Emergency Treatment

Yun Ho

윤호, 尹壕;

Im Weonjun

임원준, 任元濬;

Heo Jong

허종, 許琮

1466 circa Tardo Coreano Medio
蒙山和尙法語略錄, 몽산화상법어약록,

Translation of the Teachings of the Buddhist Monk Meng Shan

[=Mongsan 몽산]

(raccolti dal monaco buddista Naong,

"Naong Hwasang" (나옹화상, 懶翁和尙, 1320-1376),

detto anche Naong Hyegeun, 나옹혜근, 懶翁慧勤)

[Meng Shan era un monaco buddista cinese vissuto sotto la Dinastia Yuan]

Sinmi

신미, 信眉

1467 circa

1468 (1ª edizione

sopravvissuta)

Tardo Coreano Medio
牧牛子修心訣諺解, 목우자수심결언해,

Moguja's Secrets on Cultivating the Mind [il titolo ha a che fare apparentemente con la mandria guidata e la coltivazione di sé, che

vengono collegati; è un'altra interpretazione vernacolare.

Il lavoro originale è di Jinul, 지눌 (知訥),

che come nome di penna (호, 號 oppure 呼) si faceva chiamare 牧牛子]

Sinmi

신미, 信眉

1467 Tardo Coreano Medio
Setsuyōshū, 節用集, Collection <of words> for Everyday Use

[l'editore è anonimo, forse un monaco buddista]

[scritto forse poco prima dell'era Bunmei, 文明, 1469–1487]

Sconosciuto 1469 (prima del...) Tardo Giapponese Medio
內訓, 내훈, Instructions for women

[Insu Daebi è la madre del Re Seongjong 성종, 成宗;

è nota anche con il nome postumo "Regina Sohye" della stirpe Han,

소혜왕후 한씨, 昭惠王后 韓氏]

Insu Daebi

인수대비, 仁粹大妃

1475 (1ª edizione)

[1573: edizione

disponibile]

Tardo Coreano Medio
三綱行實圖, 삼강행실, Illustrated Guide to the Three Relationships

[1ª edizione in cinese: 1434. Successivamente fu ristampata con l'hangeul]

Re Sejong il Grande

世宗大王, 세종대왕

1481 Tardo Coreano Medio
分類杜工部詩諺解, 분류두공부시언해, detto anche 杜詩諺解, 두시언해,

A Vernacular Interpretation of Du Fu Poetry

[Du Fu 杜甫 si chiama pure Du Gongbu 杜工部]

Yu Yun-gyeom

유윤겸. 柳允謙;

Jo Wi

조위, 曺偉;

Euichim

의침, 義砧

1481 Tardo Coreano Medio
金剛經三家解, 금강경삼가해, Three Interpretations of the Diamond Sūtra

[Munjong è figlio e successore di Re Sejong il Grande;

morì dopo soli due anni di regno]

Re Sejo

세조, 世祖;

Hakjo

學祖, 학조;

Re Munjong

문종, 文宗

1482 Tardo Coreano Medio
永嘉大師證道歌南明泉禪師繼頌諺解, 영가대사증도가남명천선사계송언해,

meglio noto come 南明集諺解 남명집언해

[è un'interpretazione vernacolare di un testo attribuito

al monaco buddista Yongjia Xuanjue,

永嘉玄覺, detto "Yongjia il Grande Maestro" 永嘉大師.

Il testo è detto 證道歌, Song of Enlightenment.

南明泉禪師 sembra il nome proprio di un

monaco buddista zen, detto anche 南明泉和尚]

Hakjo,

학조, 學祖

1482 Tardo Coreano Medio
Onkochishinsho, 聚分韻略,

Book of Reviewing the Old and Knowing the New

Ōtomo Hirokimi

大伴広公

1484 Tardo Giapponese Medio
佛頂心經諺解, 불정심경언해,

A Vernacular Interpretation of the Uṣṇīṣa Vijaya Dhāraṇī sūtra. [è un'abbreviazione di 佛頂心陀羅尼經.

Il titolo contiene un nome proprio conosciuto anche

con la variante 佛顶尊胜. Il धारणी, dhāraṇī o 陀罗尼

è un canto o recitazione buddista e

questo è un dharani che ha per oggetto Uṣṇīṣavijayā,

"il Vittorioso con il codino ovale sopra

la testa", un buddha con l'Ushnisha, 佛顶尊胜(佛母)]

Sconosciuto 1485 Tardo Coreano Medio
靈驗略抄, 영험약초

[la parola 靈驗 significa "efficace" riferito a profezie e magie.

Forse era stato creato per essere

messo come appendice a un libro di mantra]

Hakjo

學祖, 학조

(parte del lavoro)

1485 Tardo Coreano Medio
倭玉篇, Wag(y)okuhen, Japanese Jade Rhymes oppure Japanese Yupian

[si basa su un'espansione dello Yupian 玉篇 detta 大廣益會玉篇,

Daguang Yihui Yupian,

Enlarged and Expanded Yupian, risalente al 1013.

Il katakana illustra la pronuncia on]

Sconosciuto 1489 (1ª edizione)

1491 (2ª edizione)

Tardo Giapponese Medio
救急簡易方, 구급간이방, Simplified Prescriptions for Emergency Treatment

[Sopravvivono solo le ristampe]

Yun Ho

윤호, 尹壕;

Yim Weonjun

임원준, 任元濬;

Heo Jong

허종, 許琮

1489 Tardo Coreano Medio
衿陽雜錄, 금양잡록

[è un trattato sulla tecnologia agricola, tipi di grano e coltivazione del riso]

Gang Heuimaeng

강희맹, 姜希孟

1492 Tardo Coreano Medio
Iroha, 伊路波 (이로파)

[è la traslitterazione di un poema giapponese: le sillabe giapponesi

sono rese in hageul.

Il poema è ad argomento buddista e apparentemente

risale al periodo Heian (Primo Giapponese Medio)]

Scuola degli Interpreti

della Dinastia Joseon,

사역원, 司譯院

1492 Tardo Coreano Medio;

Primo Giapponese Medio

六祖法寶壇經諺解, 육조법보단경언해,

A Vernacular Interpretation of the Platform Sutra of the Sixth Patriarch

[è la traduzione di un lavoro di Huineng, 혜능 慧能 (638-713)]

Hakjo

學祖, 학조

1496 Tardo Coreano Medio
施食勸供諺解, 시식권공언해

[è la traduzione di due testi buddisti volta da Insu Daebi per pregare

per il Re Seongjong, defunto. I due testi sono 三壇施食 e 眞言勸供.

Il primo ha nel nome il

concetto di nutrire, riferito forse ai demoni affamati;

il secondo invece significa "Instructions

on Making Offerings <with> Mantras", dove il mantra è indicato con 真言]

Hakjo

學祖, 학조

1496 Tardo Coreano Medio
安南國譯語, a Wordlist/Vocabulary of Annamite/Vietnamese Phrases

[è del XVI secolo. In questo secolo, prima ancora che de Rhodes

scrivesse il primo

dizionario di Vietnamita Medio, si parlava il Vietnamita Antico,

"Ancient Vietnamese", che

segue il Vietnamita Arcaico, "Archaic Vietnamese" e il Proto-Vietnamita]

Huitongguan

會同館

1500-1599 Vietnamita Antico;

Mandarino Medio

續三綱行實圖, 속삼강행실도, Illustrated Guide to the Three Relationships Sin Yonggae

신용개, 申用漑

1514

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
四聲通解, 사성통해,

Saseong tonghae, A Thorough Explanation of the Four Tones

[è un rimaneggiamento di un dizionario di Sin Sukju avente lo stesso nome]

Choe Sejin

최세진, 崔世珍

1517

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
飜譯朴通事, 번역박통사, <New> Translation of Pak the Interpreter

[è un testo di grammatica cinese, che è stato tradotto

e a cui è stato aggiunto l'hangeul]

Choe Sejin

최세진, 崔世珍

1517 circa Tardo Coreano Medio
飜譯老乞大, 번역노걸대, The Translation of "The Old Cathayan’"

["Cataiano" deriva da "Catai", un modo per indicare la Cina derivante dal

nome di un'etnia della Cina settentrionale, i Khitan; fu coniato da Marco Polo]

Choe Sejin

최세진, 崔世珍

1517 circa

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
二倫行實圖, 이륜행실도, Illustrated Conduct of the Two Bonds Jo Sin

조신, 曺伸

1518 Tardo Coreano Medio
飜譯小學, 번역소학, A Translation of “Lesser Learning

[il Piccolo Studio 小学, in contrapposizione al Grande Studio 大学,

è un'opera di Zhu Xi]

Gim Jeon

김전, 金詮;

Choe Suksaeng

최숙생, 崔淑生

1518

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
呂氏鄕約諺解, 여씨향약언해,

A Vernacular Interpretation of the community compacts of the Lü Family

[per "patto comunitario" 鄉規 o 鄉約 o 社約 si intende un'etica comune

e codice di condotta sociale condiviso che include il mutuo controllo e

assistenza e tiene unito un gruppo;

in questo caso è etica di tipo confuciano. Il lavoro fu rimaneggiato da Zhu Xi]

Gim Anguk

김안국, 金安國

(traduttore)

1518 Tardo Coreano Medio
正俗諺解, 정속언해,

A Vernacular Interpretation of the Correction of Vulgar <Forms of Writing>

Gim Anguk

김안국, 金安國

(traduttore)

1518 Tardo Coreano Medio
簡易辟瘟方, 간이벽온방, Simple Formulas against Warm Epidemic Diseases Gim Sunmong

김순몽, 金順蒙;

Yu Yeongjeong

유영정, 劉永貞;

Bak Segeo

박세거, 朴世擧

1525

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
訓蒙字會, 훈몽자회,

Collection of Characters for Training the Unenlightened, Hunmong Jahoe

Choe Sejin

최세진, 崔世珍

1527 Tardo Coreano Medio
牛馬羊猪染疫病治療方, 우마양저염역병치료방

[parla delle formule medicinali per le malattie infettive del bestiame,

indicato nel titolo come mucche, cavalli, capre e maiali]

Sconosciuto 1541

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
分門瘟疫易解方, 분문온역이해방

Classification of Easily Comprehensible Formulas for Warm Epidemic Diseases

김안국 (金安國) e altri

Gim Anguk

김안국, 金安國

(traduttore); et al.

1542

(la 1ª edizione non

è disponibile)

Tardo Coreano Medio
Gwangju Cheongjamun, 千字文, Thousand Character Classic (천자문)

[versione coreana n.1]

(versione pubblicata a Gwangju, 광주, 光州)

Sconosciuto 1575 Tardo Coreano Medio
Seokbong Cheongjamun, 千字文,

Thousand Character Classic (천자문)

[versione coreana n.2]

Han Seok-bong,

한석봉, 韓石峯

(=Han Ho,

한호, 韓濩)

1583 Tardo Coreano Medio
七大萬法, 칠대만법

[l'opera parla della legge di tutte le cose (万 deriva forse da 万事,

letteralmente "miriade, diecimila"), che sono un'unione armonica

di sette grandi elementi,

‘지 (地)’, ‘수 (水)’, ‘화 (火)’, ‘풍 (風)’, ‘공 (空)’, ‘견 (見)’, ‘식 (識)’,

cioè terra, acqua, fuoco, vento, il vuoto, la percezione e il suono.

Mette poi in connessione quest'armonia con quella buddhista]

Sconosciuto 1569 Tardo Coreano Medio
禪家龜鑑, 선가귀감

[il libro ha a che fare con il Buddismo coreano e 龜鑑,

lo "specchio di tartaruga", indica nel

linguaggio figurato l'avvertimento o l'autocritica;

禪家 indica colui che fa meditazione buddista]

Hyu Jeong

휴정, 休靜

1569 Tardo Coreano Medio
新增類合, 신증유합 Yu Heuichun

유희춘, 柳希春

1576 Tardo Coreano Medio
野雲自警, 야운자경, Text for Self-Warning oppure Yaun's Self-Warning

(L'opera originale è di Yaun 野雲; 1376–1433)

- - -

[l'edizione del 1577 proviene dal Tempio di Songgwang 송광사 松廣寺

a Suncheon 순천 順天

(Jeolla meridionale 전라 全羅);

l'edizione del 1583 proviene dal Tempio di Seobongsa

서봉사 瑞峰寺 sul Monte Gwanggyo 광교산 光敎山

(regione di Yongin 용인 龍仁).

In generale, molti templi in Corea custodiscono parecchi testi antichi buddisti;

altri templi ancora contengono altre edizioni di anni diversi.]

Tempio di Songgwang

송광사, 松廣寺

(edizione del 1577);

Tempio di Seobongsa

서봉사, 瑞峰寺

(edizione del 1583)

1577;

1583

Tardo Coreano Medio
發心修行章, 발심수행장, Arouse Your Mind and Practice

(il lavoro originale è di Hweon Hyo 원효 元曉, meglio noto come Wonhyo)

[vale la stessa distinzione tra i due templi]

Tempio di Songgwang

송광사, 松廣寺

(edizione del 1577);

Tempio di Seobongsa

서봉사, 瑞峰寺

(edizione del 1583)

1577;

1583

Tardo Coreano Medio
誡初心學人文, 계초심학인문, Admonitions for Beginners

oppure Initial Self-discipline for Buddhist Monks

[il lavoro originale è di Bojo Jinul, 普照知訥]

[vale la stessa distinzione tra i due templi]

Tempio di Songgwang

송광사, 松廣寺

(edizione del 1577);

Tempio di Seobongsa

서봉사, 瑞峰寺

(edizione del 1583)

1577;

1583

Tardo Coreano Medio
Dizionario Cinese-Portoghese

[pubblicato come Dicionário Português-Chinês:

Pu-Han cidian: Portuguese-Chinese dictionary", a cura di John W. Witek]

Michele Ruggieri;

Matteo Ricci;

Sebastiano Fernandez

[un cinese]

1583-1588;

1934 (riscoperto)

2001 (pubblicazione)

Mandarino Medio
小學諺解, 소학언해

Exegesis of the “Lesser Learning” oppure

A Vernacular Interpretation of the "Lesser Learning"

(교정청 校正廳, Ufficio per l'Esame e Correzione <di Testi>,

da non confondere con quello del 1894

in contesto di invasione giapponese della Corea.

significa sia esaminare che comparare, forse imparentato con 较)

Ufficio per l'Esame

e Correzione

<di Testi>

교정청, 校正廳

1587

1588 (pubblicazione)

Tardo Coreano Medio
四書諺解, 사서언해, A Vernacular Interpretation of the "Four Books"

[i Quattro Libri per eccellenza del canone confuciano sono la

Dottrina del Giusto Mezzo, il Grande Studio, i Dialoghi di Confucio e il Mencio:

中庸, 大學, 論語, 孟子]

Yi I

이이, 李珥

1590 Tardo Coreano Medio
孝經諺解, 효경언해, A Vernacular Interpretation of the Canon of Filial Piety

[l'Ufficio sostituì la 집현전, 集賢殿, la "Sala dei Meritevoli",

"Accademia dei Degni", sciolta da Re Sejo dopo il suo colpo di Stato]

Ufficio dei Consulenti Speciali,

홍문관, 弘文館

1590 Tardo Coreano Medio
Rakuyōshū, 落葉集, Collection of Fallen Leaves

[per "foglie" intende le pronunce dei kanji, siccome molti dizionari

non trascrivevano in modo

esaustivo la pronuncia sia on che kun; si articola in 108 fogli detti

chōed è stato pubblicato dai missionari gesuiti.

Si chiama pure "Racuyoxu"]

Missionari gesuiti 1598 Tardo Giapponese Medio
Nippo Jisho, 日葡辞書, Japanese–Portuguese Dictionary,

oppure Vocabvlario da Lingoa de Iapam

[compilato nel corso di alcuni anni; la traduzione in spagnolo è stata pubblicata

a Manila nel 1630. L'attribuzione è controversa.

La romanizzazione segue l'ortografia portoghese del fine Cinquecento,

e.g. ki > qi; ku > cu; ha, hi, fu, he, ho > fa, fi, fu, fe, fo;

(w)o > vo; tsu > tçu, shi > xi]

[non contiene il kana e i kanji]

João Rodrigues

et al.?

1603 Tardo Giapponese Medio
Arte da Lingoa de Iapam (detto anche "Grande Arte")

[in tre volumi, include un vocabolario]

[il libro segnala la prenasalizzazione delle occlusive e affricate sonore,

caratteristica del Tardo Giapponese Medio]

João Rodrigues,

detto Tçuzu 通事

1604-1608 Tardo Giapponese

Medio

諺解痘瘡集要, 언해두창집요,

Synopsis of the Smallpox with Korean Explanations/a Vernacular Interpretation

Heo Jun

허준, 許浚

1608 Primo Coreano Moderno
諺解胎産集要, 언해태산집요,

Book of Obstetrics with Korean Explanation/a Vernacular Interpretation

oppure Compilation of the Essentials on Obstetrics with Korean Translations

Heo Jun

허준, 許浚

1608 Primo Coreano Moderno
東醫寶鑑, 동의보감,

Dong-ui Bogam, A Priceless Book about Medicines of an Eastern Country

oppure Mirror of Eastern Medicine

Heo Jun

허준, 許浚

1610

1613 (pubblicazione)

Primo Coreano Moderno
練兵指南, 연병지남, A Guide to the Training of Troops Han Gyo

한교, 韓嶠

1612 Primo Coreano Moderno
東國新續三綱行實圖, 삼강행실도,

Newly continued Illustrations of Real Acts of Three Precepts of State of Orient

[cioè la Corea, 東]

Yi Seong

이성, 李惺

1617 Primo Coreano Moderno
捷解新語, 첩해신어, a Rapid Understanding of the New Language

[è una grammatica di giapponese colloquiale.

L'autore da ragazzo venne rapito durante la guerra tra

Giappone e Corea e rimase dieci anni in Giappone.

Tornato ormai maggiorenne in Corea,

scrisse questa grammatica, pubblicata anni dopo.

Il testo contiene l'hiragana con una trascrizione dei

suoi suoni in hangeul, con i caratteri arcaici, e dei kanji

con e senza hiragana+hangeul di fianco.

Non contiene i dittonghi storici in giapponese, per esempio

viene trascritto come e かん.

L'autore dell'opera è figlio di un famoso matematico coreano,

Gang Yugyeong 강유경 康有慶]

Gang U-seong

강우성, 康遇聖

1618;

1676

(pubblicazione)

Primo Coreano

Moderno;

Primo Giapponese

Moderno

Arte de la Lengua Chio Chiu

[è la prima grammatica europea di Hokkien, anonima ma forse l'autore è un nome

menzionato nel libro, Melchior de Mançano (1580-1630?), un frate domenicano che lavorò a Pangasinán, nell'isola di Luzon nel 1617, per poi tornare in Europa e spostarsi

a Manila dal 1627 al 1629. Il libro era in possesso di Raymundo Feyjoó, un frate

domenicano di basso rango del Monastero di Santa Catalina, che possedeva il manoscritto

(de Mançano in alternativa è il nome del frate che portò il manoscritto in Europa). Il monastero

è stato demolito nel 1837. Il libro è stato scritto "nell'anno 48 dell'Imperatore Wanli" 萬曆, quindi

sarebbe del 1620, cioè l'ultimo anno di regno di questo Imperatore della Dinastia Ming.

La lingua sarebbe il dialetto di Zhangzhou o un ibrido parlato dai cinesi emigrati a Manila, i

Sangley. La romanizzazione assomiglia all'opera di Francisco Varo del 1682, posteriore]

Melchior de Mançano (?) 1620 Hokkien (Zhangzhou)

parlato dai cinesi

a Manila

Xiru Ermu Zi, 西儒耳目資, Aid to the Eyes and Ears of Western Literati

[Offre un sistema di romanizzazione del cinese, attingendo da Matteo Ricci]

Nicolas Trigault 1626 Mandarino Medio
Zihui, 字彙, Collection of Characters

[è anche il primo dizionario a contenere i 214 radicali]

Mei Yingzuo, 梅膺祚 1615 Mandarino Medio
Arte Breue da Lingoa Iapoa (detto anche "Arte Breve") João Rodrigues 1620 Primo Giapponese Moderno

(?)

Zhengzitong, 正字通, Correct Character Mastery Zhang Zilie, 張自烈 1627 Mandarino Medio
Ars grammaticae Iaponicae lingvae

[Diego Collado è noto anche con la latinizzazione

"Didacus Colladus" o "Didaco Collado"]

[tradotta in inglese da Richard L. Spear nel 1975]

[segnala la caduta di -u a fine parola, caratteristica del

Primo Giapponese Moderno]

Diego Collado 1632 Primo Giapponese Moderno
Dictionarivm sive thesauri lingvae Japonicae compendivm

[è un dizionario latino-giapponese, senza kana o kanji]

Diego Collado 1632 Primo Giapponese Moderno
家禮諺解, 가례언해,

A Vernacular Interpretation of the "Master Zhu's family rituals" [commenti allo 朱子家禮, un'opera della Dinastia Yuan di Zhu Xi 朱熹.

L'opera fu pubblicata postuma]

Sin Sik

신식, 申湜

1632

(la 1ª edizione

non è disponibile)

Primo Coreano Moderno
火砲式諺解, 화포식언해, A Vernacular Interpretation of Cannonry Methods Yi Seo

이서, 李曙

1635

(la 1ª edizione

non è disponibile)

Primo Coreano Moderno
勸念要錄, 권념요록, The Concise Records on Guiding the Recitations

[contiene elementi del dialetto di Gyeongsan; è stato scritto da

un monaco buddista, fondatore con Jinul dell'Ordine Jogye 조계종, 曹溪宗]

Taegu Bou

태고보우, 太古普愚

1637 Primo Coreano Moderno
Wufang Yuanyin, 五方元音, Proto-sounds of Speech in All Directions

[è un dizionario scritto da Fan Tengfeng (1601-1664),

uno studioso che tentò una rivolta dopo che i Qing

invasero la Cina (1644). Dopo che fallì, si nascose nella

vicina città di Jindian 金店 nella cantina

di un parente per tre anni, finché i Qing lo credettero morto,

e lì terminò il suo dizionario.

Questo celeberrimo dizionario fu forse d'ispirazione a Kangxi

per creare il Dizionario Kangxi.

Venne riutilizzato da Williams per le pronunce dialettali

del suo dizionario del 1874]

Fan Tengfeng, 樊騰鳳 1644 (dopo il...) Mandarino Medio
Jianghu Chedu Fenyun Cuoyao Heji, 江湖尺牘分韻撮要合集

[è un dizionario di cantonese scritto all'inizio della Dinastia Qing,

usato da Samuel Wells Williams per

scrivere il Syllabic Dictionary of the Chinese Language del 1874.

Il libro deriva dall'unione di due opere,

江湖尺牍 e 分韵撮要, scritti rispettivamente da 虞學圃 e 溫岐石.

Siccome l'opera era molto comoda da portarsi dietro nei viaggi,

viene chiamata "江湖", cioè "laghi e fiumi"]

Yu Xuepu, 虞學圃;

Wen Qishi, 溫岐石

(autori delle

due opere separate)

1644 (dopo il...)

1782 (1ª edizione

disponibile)

Cantonese arcaico
Dictionarivm Annamiticvm, Lvsitanvm, et Latinvm

[Nell'opera, che contiene la traduzione in latino e portoghese,

non ci sono Han tu'.

Nell'opera, il nome dell'autore è scritto come "Alexandro"]

Alexander de Rhodes 1651 Vietnamita Medio
辟瘟新方, 벽온신방, New Formulas to Ward off Epidemics An Gyeongchang

안경창, 安景昌

1653 Primo Coreano Moderno
警民編諺解, 경민편언해,

A Vernacular Interpretation for the Instruction of the People [l'opera originale è di Gim Anguk, 金安國]

Yi Huweon

이후원, 李厚源

1656 Primo Coreano Moderno
語錄解, 어록해,

[serie di volumi che spiegano le espressioni colloquiali cinesi;

due di essi sono stati datati]

Jeong Yang

정양, 鄭瀁

(libro del 1657);

Nam Yiseong

남이성, 南二星

(libro del 1669)

1657;

1669;

ecc.

Primo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

Vocabulario da lingoa mandarina

[in portoghese]

Francisco Varo 1670 Mandarino Medio
老乞大諺解, 노걸대언해,

A Vernacular Interpretation of "the Old Cathayan" [sporadicamente contiene */z/]

Jeong Sangguk

정상국, 鄭相國

(presunto)

1670 Primo Coreano Moderno
朴通事諺解, 박통사언해, A Vernacular Interpretation of "Pak the Interpreter"

[testo di giapponese colloquiale. "Interprete" viene reso con il vocabolo 通事]

[sporadicamente contiene */z/]

Byeon Seom

변섬, 邊暹;

Bak Sehoang

박세화, 朴世華

1677 Primo Coreano Moderno
經世正韻, 경세정운,

[è un rimario di cinese e coreano]

Choi Seok-jeong

최석정, 崔錫鼎

1678 Primo Coreano Medio;

Mandarino Medio

Arte de la lengua mandarina

[pubblicata postuma dal suo allievo Pedro de la Piñuela;

è stata la prima grammatica europea di cinese stampata.

Tradotta in inglese da Weldon Coblin nel 2000; di essa,

ricostruisce pure la pronuncia]

Francisco Varo;

Pedro de la Piñuela

1682

1703 (pubblicazione)

Mandarino Medio
Vocabulario de la lengua Mandarina

[in spagnolo; pubblicato postumo]

Francisco Varo 1687 (prima del...)

1692

Mandarino Medio
譯語類解, 역어유해, Classified/Categorical Explications for Interpreting

[è un dizionario di cinese e coreano]

Sin Yihaeng

신이행, 愼以行

1690 Primo Coreano Moderno
Hán-tsé-Sȳ-ý, (Interpretazione occidentale di caratteri cinesi)

[due vocabolari, cinese-latino] [Basilio Brollo è detto anche "Basile de Glemona"]

[i manoscritti sono nella Biblioteca Medicea Laurenziana a Firenze,

Manoscritto Rinuccini e Manoscritto San Marco.

Spiegò i toni con le note musicali]

Basilio Brollo 1692-1694

1699

Mandarino Medio
新傳煮硝方諺解, 신전자초방언해,

A Vernacular Interpretation of the Newly Transmitted Recipe

for Making Gunpowder

[non va confuso con lo 新前煮取焰硝方諺解]

Gim Jinam

김지남, 金指南

1698

(la 1ª edizione

non è disponibile)

Primo Coreano Moderno
倭語類解, 왜어유해, Classified Explications for the Japanese Language

[trattato di lingua giapponese scritto all'inizio del XVIII secolo]

Hong Sunmyeon

홍순명, 洪舜明

(attribuzione)

1700 circa Primo Coreano Moderno;

Primo Giapponese Moderno

八歲兒, 팔세아, the Eight-Year-Old Child

[è un libro di lingua mancese in coreano, un "primer" per il mancese.

La ripubblicazione si chiama 新釋八兒,

Newly Translated the Eight-Year-Old Child]

Gim Jinha

김진하, 金振夏;

Jang Jaeseong

장재성, 張再成

(2ª edizione)

1704

(la 1ª edizione

non è disponibile);

1774 (2ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mancese Settecentesco

小兒論, 소아론, Discussion with a Little Child

[è un altro primer di lingua mancese in coreano.

La ripubblicazione si chiama 新釋小兒論, 신석소아론,

Newly Translated Discussion with a Child]

Ufficio degli Interpreti

사역원, 司譯院

1704

(la 1ª edizione

non è disponibile);

1774 (2ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mancese Settecentesco

三譯總解, 삼역총해,

Translation of the Manchu Romance of the Three Kingdoms

[2ª edizione: 重刊三譯總解, laddove "重刊" significa "ristampa";

è una traduzione, 譯. 三 indica il 三国演义, il Romanzo dei Tre Regni,

che descrive un reale periodo storico cinese]

Jang Jaeseong

장재성, 張再成 (scrittore);

Gim Jinha

김진하, 金振夏;

Go Saeon

고사언, 高師彦

(revisori)

[1ª edizione]

1704

(la 1ª edizione

non è disponibile);

1774 (2ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mancese Settecentesco

淸語老乞大, 청어노걸대, Manchu "Old Cathayan"

[2ª edizione: 淸語老乞大新釋,

a New Explanation of the Manchu "Old Cathayan"]

Bak Changyu

박창유, 朴昌裕;

Yeon Jae

연재, 捐財;

Yi Seman

이세만, 李世萬; (et al.?)

(2ª edizione:

Gim Jinha

김진하, 金振夏)

1704

(la 1ª edizione

non è disponibile);

1765 (2ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mancese Settecentesco

Peiwen Yunfu, 佩文韻府, Rime storehouse of esteemed phrases

+Yunfu shiyi, 韻府拾遺 (supplemento)

Zhang Yushu, 張玉書;

Chen Tingjing, 陳廷敬;

e almeno altri 18 editori

1704-1711

1711 (pubblicazione)

1720 (supplemento)

Mandarino Medio
Kangxi Zidian, 康熙字典, Kangxi Dictionary

+Zidian kaozheng (字典考證), Character Dictionary Textual Research

(supplemento con correzioni)

Zhang Yushu, 張玉書;

Chen Tingjing, 陳廷敬;

altri 30 compilatori;

Wang Yinzhi, 王引之,

et al. per il supplemento

1711 (iniziato nel...)

1716 (pubblicazione)

1831 (supplemento)

Mandarino Medio
頤齋遺藁, 이재유고

[è stato compilato durante il regno di Re Yeongjo, r. 1724-1776]

Hoang Yunseok

황윤석, 黃胤錫

1724-1776 Primo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

理藪新編, 이수신편

[è stato compilato durante il regno di Re Yeongjo, r. 1724-1776]

Hoang Yunseok

황윤석, 黃胤錫

1724-1776 Primo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

Notitia linguae sinicae

[l'opera, pubblicata postuma, fu poi tradotta in inglese da

J. G. Bridgman nel 1847]

Joseph Henri Marie de Prémare 1736

1831 (pubblicazione)

Mandarino Medio
捷解蒙語, 첩해몽어, a Rapid Understanding of the Mongolian Language

[trattato di lingua mongola, rimaneggiato nel 1790]

Yi Sehyo

이세효, 李世烋

(1ª edizione);

Bang Hyoeon

방효언, 方孝彦

(2ª edizione)

1737 (1ª edizione)

(1ª edizione non

disponibile);

1790 (2ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mongolo Classico

蒙語老乞大, 몽어 노걸대, Mongolian "Old Cathayan"

[trattato di lingua mongola, rimaneggiato nel 1766 e 1790;

contiene l'alfabeto mongolo tradizionale]

Ufficio degli Interpreti

사역원, 司譯院

1741 (1ª edizione)

(1ª edizione non

disponibile);

1766 (2ª edizione);

1790 (3ª edizione)

Primo Coreano Moderno;

Mongolo Classico

御製常訓諺解, 어제상훈언해

[pubblicato originariamente come 明義錄諺解]

Re Yeongjo

영조, 英祖

1745 Primo Coreano Moderno
華東正音通釋韻考, 화동정음통석운고

(detto anche 正音通釋, 정음통석)

[è un dizionario di rime, scritto imitando quelli cinesi.

indica la Cina,indica la Corea]

Bak Seongweon

박성원, 朴性源

1747 Primo Coreano Medio
同文類解, 동문류해, Classified Explication using the Same Characters

[glossario di parole mancesi]

Hyeon Munhang

현문항, 玄文恒

1748 Primo Coreano Medio;

Mancese Settecentesco

訓民正音韻解, 훈민정음운해,

Explication of the Sounds of the Hunminjeongeum

Sin Gyeongjun

신경준, 申景濬

1750 Tardo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

三韻聲彙, 삼운성휘, Collection of Sounds of the Three Rhymes

[è un dizionario di rime, scritto imitando quelli cinesi]

Hong Gyeheui

홍계희, 洪啓禧

1751 Tardo Coreano Moderno
闡義昭鑑諺解, 천의소감언해,

a Vernacular Interpretation of the Illuminating Mirror of Righteousness

Gim Jaero

김재로, 金在魯;

Yi Cheonbo

이천보, 李天輔;

Jo Jaeho

조재호, 趙在浩; et al.

1755 Tardo Coreano Moderno
新釋朴通事諺解, 신석박통사언해,

Newly Illustrated "a Vernacular Interpretation of Pak the Interpreter"

Gim Changjo

김창조, 金昌祚

1765 Tardo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

蒙語類解, 몽어유해, Classified Explication of the Mongolian Language

[trattato di lingua mongola, rimaneggiata nel 1790 e arricchita

con un'integrazione detta 蒙語類解補(編),

Integration to the Classified Explication of the Mongolian Language]

Ufficio degli Interpreti,

사역원, 司譯院

1768 (1ª edizione)

(1ª edizione non

disponibile);

1790 (2ª edizione)

Tardo Coreano Moderno;

Mongolo Classico

十九史略諺解, 십구사략언해,

[è l'interpretazione vernacolare di un testo, che forse è

l'abbreviazione di 十九路軍史略, un testo che ha a che fare con l'esercito, 軍]

(Gyeongsang Gamyeong,

경상감영, 慶尙監營)

[nome di luogo]

1772 Tardo Coreano Moderno
Dictionarium anamitico-latinum, 南越洋合字彙 Nam việt dương hiệp tự vị

[pubblicato postumo da Jean-Louis Taberd]

Pierre Joseph Georges Pigneau de Béhaine;

Jean-Louis Taberd

1773 (scritto nel...)

1838 (pubblicato)

Vietnamita Medio
譯語類解補, 역어유해보,

Supplement to the Classified Explication of the Chinese Language Translation

[libro per lo studio del cinese, supplemento di 譯語類解,

che si può anche rendere come

Categorical Analysis of the Chinese Language Translation]

Gim Hongcheol

김홍철, 金弘喆

1775 Tardo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

漢淸文鑑, 한청문감, Chinese-Manchu Dictionary

[dizionario di cinese, mancese e coreano, pubblicato

tra gli ultimi anni di regno di Yeongjo 영조, r. 1724-1776,

e i primi anni di regno di Jeongjo 정조, r. 1776-1800]

Yi Dam

이담, 李湛;

Gim Jinha

김진하, 金振夏

(traduttori)

1776 circa Tardo Coreano Moderno;

Mancese Settecentesco

念佛普勸文, 염불보권문,

[contiene elementi del dialetto di Gyeongsan.

Nel titolo, la parola 念佛 è una traduzione di

buddhānusmṛti, cioè ripetere il nome di Amitābha, che è una

forma di meditazione.

La frase che va ripetuta varia nelle varie lingue, cioè sanscrito,

giapponese, cinese e coreano; in coreano

il Nianfo si effettua ripetendo 南無阿彌陀佛, 나무아미타불].

Quanto al tempio, il "Tempio della Porta del Drago"

si trova a Yangpyeong 양평군, 楊平.

(Tempio di Yongmun

용문사, 龍門寺)

1776 Tardo Coreano Moderno
明義錄諺解, 명의록언해,

[è un'interpretazione vernacolare]

Gim Chi-in

김치인, 金致仁

1777 Tardo Coreano Moderno
續明義錄諺解, 명의록언해,

[sarebbe la continuazionedel 明義錄;

è anch'essa un'interpretazione vernacolare]

Seo Myeongsoen

서명선, 徐命善

1778 Tardo Coreano Moderno
方言集釋, 방언집석, a Collection of Explanation of Local Speeches

[glossario di cinese, mancese, coreano, mongolo e giapponese.

方言 non indica i dialetti ma delle "parlate locali", parlate straniere]

Hong Myeongbok

홍명복, 洪命福; et al.

1778 Tardo Coreano Moderno;

Primo Giapponese Moderno;

Mandarino Medio;

Mongolo Classico;

Mancese Settecentesco

改修捷解新語, 개수첩해신어,

a Revision of a Rapid Understanding of the New Language

[rimaneggiamento di 捷解新語, la grammatica di giapponese

dello studioso rapito dai giapponesi]

Choe Haklyeong

최학령, 崔鶴齡

1781 Tardo Coreano Moderno;

Primo Giapponese Moderno

字恤典則, 자휼전칙

[il testo fu pubblicato negli annali di Re Jeongjo e promulgato

da lui stesso per aiutare il popolo prostrato da una carestia]

Re Jeongjo

정조, 正祖

1783 Tardo Coreano Moderno
三學譯語, 삼학역어, a Translation of the Three Studies

[è una sezione del 古今釋林 고금석림 e consiste in un glossario di

giapponese, mancese, mongolo e coreano.

Il numero tre si riferirebbe alle tre lingue straniere trattate]

Yi Euibong

이의봉, 李義鳳

1789 Tardo Coreano Moderno;

Mandarino Medio;

Mongolo Classico;

Mancese Settecentesco

武藝圖譜通志諺解, 무예도보통지

a Vernacular Interpretation of the

Comprehensive Illustrated Manual of Martial Arts

Yi Deokmu

이덕무, 李德懋;

Bak Jega

박제가, 朴齊家;

Baek Dongsu

백동수, 白東脩

1790 Tardo Coreano Moderno
增修無冤錄諺解, 증수무원록,

a Vernacular Interpretation of the Amplified and Corrected

Guide for the Elimination of Grievances

[è la traduzione di un testo di medicina forense del periodo Yuan,

scritto da Wang Yu. Una traduzione alternativa più libera è

"A Korean annotation of forensic medicine book"]

Sconosciuto 1792 Tardo Coreano Moderno
奎章全韻, 규장전운, a Complete Rhyming Dictionary

[è un dizionario di rime cinesi, compilato imitando quelli cinesi,

di Yi Deokmu (1741-1793), pubblicato postumo]

Yi Deokmu

이덕무, 李德懋

1796 Tardo Coreano Moderno
隣語大方, 인어대방, the Expert of the Neighbouring Language

[è un trattato di lingua giapponese, scritto alla fine del XVXII secolo

o all'inizio del XIX secolo. La "lingua

vicina/prossima" è il giapponese, con un riferimento alla vicinanza Revisione geografica tra penisola coreana e arcipelago giapponese.

大方 può significare sia "regole base" che "esperto".

Contiene sia il katakana che l'hiragana]

Choe Giryeong

최기령, 崔麒齡

1800 circa Tardo Coreano Moderno;

Primo Giapponese Moderno

物名攷 o 物名考, 물명고, Examination of the Name of Things

[rimane come manoscritto; fu scritto durante il regno di

Re Sunjo, 순조 純祖, r. 1800-1834]

Jeong Yakyong

정약용, 丁若鏞

1800-1834 Tardo Coreano Moderno
新刊增補三略直解, 신간증보삼략직해,

Newly Published and Revised Commentary to the Three Strategies

[è l'esegesi di un manuale di arte militare del periodo Ming,

una "nuova pubblicazione e revisione" 新刊增補.

Il nome originale cinese del testo, un classico, è 黃石公三略 o 三略]

Sconosciuto 1805 Tardo Coreano Moderno
Dictionnaire chinois-français-latin

+Supplément au dictionnaire chinois-latin du P. Basile de Glemona,

imprimé en 1813, par les soins de M. de Guignes (Julius von Klaproth)

[Gli studi di Jean-Pierre Abel-Rémusat del 1814

e di Heinrich Julius Klaproth del 1819 dimostrarono

come de Guignes attinse dallo Hán-tsé-Sȳ-ý di Basilio Brollo

del fine '600 senza citarlo. Ciò nonostante

non vennero presi provvedimenti verso de Guignes.

Il supplemento è del 1819]

Chrétien Louis Joseph de Guignes 1808-1811

1813 (pubblicazione)

1819 (supplemento)

Mandarino Medio
閨閤叢書, 규합총서, Women's Encyclopedia

[l'autore è una donna, esattamente come Ban Zhao per la Cina]

Bing Heongak Issi

빙허각 이씨, 憑虛閣李氏

1809 Tardo Coreano Moderno
Essai sur la langue et la littérature chinoises Jean-Pierre Abel-Rémusat 1811 Mandarino Medio
Clavis Sinica. Containing a dissertation on the Chinese characters, on the colloquiale medium of

the Chinese; and elements of Chinese grammar

Joshua Marshman 1813 Mandarino Medio
A Grammar of the Chinese Dialect Robert Morrison 1815 Mandarino Medio
A Dictionary of the Chinese Language, in Three Parts

[3 volumi, per un totale di 6 libri]

[la varietà mandarina è quella del sud/di Nanchino e non è quella di Pechino,

in cui per esempio avvengono le palatizzazioni, e.g. KI > JI; i toni sono

quelli del Cinese Medio]

Robert Morrison 1815 (1° volume, I)

1819 (2° volume, I)

1820 (2° volume, II)

1822 (1° volume, II)

1822 (3° volume)

1823 (1° volume, III)

Mandarino Medio
Huiji Yasu Shiwuyin, 彙集雅俗通十五音,

the Fifteen Initials Accessible to both

the Refined and the Vulgar in one Collection

[è un dizionario molto antico di dialetto di Zhangzhou 漳州話,

detto anche "Changchow dialect", di famiglia Minnan (è pure lui un hokkien)

e che conserva gli stop a fine sillaba; è fortemente intelligibile

con quello di Amoy e Quanzhou ed è uno dei dialetti Minnan

più antichi in assoluto. L'opera talvolta viene abbreviata in "十五音"]

Xie Xiulan, 謝秀嵐 1818;

1869 (pubblicazione)

Dialetto di Zhangzhou

Ottocentesco

竈君靈蹟誌, 조군영적지, Miraculous Records of Zao Jun

[竈君, in cinese Zao Jun, scritto anche 灶君 o 灶神, è un dio domestico,

il Dio della Cucina.in passato si scriveva pure.

per la precisione indica il focolare.indica le annotazioni]

Gim Jin

김진, 金璡

1819;

1881

(altra edizione)

Tardo Coreano Moderno
Les Éléments de la grammaire chinoise

[già nel 1814 aveva pubblicato un'opera dal titolo

"Plan d'un dictionnaire chinois avec des notices de plusieurs dictionnaires

chinois manuscrits". In quest'opera molto discorsiva di sole 80 pagine cita

"Chincheo", che si riferisce molto probabilmente a Zhangzhou,

detta anche "Chinchew": la parola spagnola e portoghese

si riferisce a Zhangzhou.

Dal 1800 in poi, si riferisce a Quanzhou.

Nell'incipit, l'autore cita un suo stesso saggio del 1811;

nell'opera, cita molti dizionari del passato, come

quello di Basile de Glemona, Diego Collado, Michele Ruggieri e Matteo Ricci]

Jean-Pierre Abel-Rémusat 1822

(anticipata

nel 1814)

Mandarino Medio
諺文志, 언문지, Treatise on Hangeul Yu Heui

유희, 柳僖

1824 Tardo Coreano Moderno;

Mandarino Medio

Vocabulary of the Canton Dialect

[in 3 parti; la terza è una raccolta di detti popolari e parole]

[Morrison non riporta l'aspirazione e la modulazione tonale]

Robert Morrison 1828 (pubblicazione) Cantonese

Ottocentesco

An English and Japanese and Japanese and English Vocabulary.

Compiled from Native Works.

[contiene anche i dittonghi aricaici "we" e "wi" nella tavola introduttiva del kana.

Sporadicamente, si trovano dei kanji]

Walter Henry Medhurst 1830 Primo Giapponese Moderno
A Dictionary of the Hok-këèn Dialect of the Chinese Language

[non specifica quale varietà hokkien, ma ha studiato il cinese

mentre era a Malacca; lavorò poi a Penang e nell'odierna Jakarta.

Nell'introduzione, usa "Emoey tongue" per indicare l'hokkien]

Walter Henry Medhurst 1832 Hokkien Ottocentesco

(Amoy Hokkien parlato

da emigrati cinesi in

Malaysia?)

Diccionario china-portuguez

[contiene degli esempi in cui "|" indica il carattere (per non riscriverlo)

e una versione calligrafica di ogni carattere]

Joaquim Affonso Gonçalves 1833 Mandarino Medio
Chinese and English Dictionary:

Containing All the Words in the Chinese Imperial Dictionary,

Arranged According to the Radicals [2 volumi]

+English and Chinese Dictionary in Two Volumes

[per l'ortografia si ispira a Morrison, ma aggiunge l'aspirazione

e delle modulazioni tonali: il circonflesso indica il tono crescente,

mentre l'accento acuto indicava il tono entrante]

Walter Henry Medhurst 1838-1843

1842 (1° volume)

1843 (2° volume)

+1847-1848

Mandarino Medio
斥邪綸音, 척사륜음, Imperial Edict/Silken Sound to Blame the Evil

[è un editto reale che denuncia il cristianesimo, è forse un'abbreviazione

di 諭中外大小民人等斥邪綸音.

L'Editto Imperiale si indica con 綸音 e questo ha una versione con una

traslitterazione in fondo. Nel 1839 regnava Re Heonjong.

Anche altri editti del periodo di Jeongjo, r. 1776-1800,

una ventina, hanno il testo in hanja e, in fondo,

la traslitterazione in hangeul.

Degli esempi sono 諭諸道道臣綸音, 諭中外大小臣庶綸音,

(御製)諭原春道嶺東嶺西大小士民綸音, ecc.

e di alcuni si conosce la data precisa, e.g. 1783]

Re Jeongjo

정조, 正祖;

Re Heonjong

헌종, 憲宗

1839

(+1776-1800)

Tardo Coreano Moderno
Chinese and English Dictionary [in 2 volumi]

+English and Chinese Dictionary in Two Volumes

Walter Henry Medhurst 1842 (1° volume)

1843 (2° volume)

+1847-1848

Mandarino Medio
Easy lessons in Chinese:

or progressive exercises to facilitate the study of that language

Samuel Wells Williams 1842 Cantonese Ottocentesco
First Lessons in the Tie-chiw Dialect William Dean 1842 Teochew Ottocentesco
An English and Chinese Vocabulary in the Court Dialect

[è pure corredato da un sillabario con pronuncia in

dialetto Ningpo di famiglia Wu, cantonese, Amoy hokkien

e Teochew, cioè 潮州話, indicato come tiéchiu e facente parte

della famiglia Minnan.

Si può trovare pure indicato come tie-chiw]

Samuel Wells Williams 1844 Mandarino Medio;

Cantonese Ottocentesco;

Amoy hokkien Ottocentesco;

Teochew Ottocentesco;

Ningbohua Ottocentesco

華語類抄, 화어유초, Miscellany of Chinese words

[è senza data e risale alla seconda metà dell'Ottocento. Forse è stata pubblicata durante

il regno di Re Gojong 고종 高宗, prima che cambiasse il titolo in "Imperatore" nel 1897.

Il successore, Sunjong, 순종 純宗, fu l'ultimo imperatore coreano, deposto nel 1910]

Sconosciuto 1850-1897 Tardo Coreano Moderno (?)
太上感應篇圖說諺解, 태상감응편도설언해,

a Vernacular Interpretation of the Illustration of the

"Treatise On the Response of the Tao"

[è l'interpretazione vernacolare di un testo taoista.

La prima parte, 太上感應篇, si traduce

Treatise On the Response of the Tao.

Il termine 感應 indica una vibrazione o risonanza simpatetica tra le cose]

Choe Seonghoan

최성환, 崔瑆煥

1852 Tardo Coreano Moderno
Anglo Chinese Manual of the Amoy Dialect

[forse Doty è l'inventore del Pe̍h-ōe-jī 白話字, la romanizzazione del Minnan]

Elihu Doty 1853 Amoy hokkien
關聖帝君明聖經諺解, 관성제군명성경언해,

a Vernacular Interpretation of the Sage Guanseong Emperor's Scripture on Illuminating Sageliness

[è un testo taoista. 關聖帝君, noto anche come 關帝, è una divinità]

(Mubon Dang

무본당, 務本堂)

[associazione taoista]

1855 Tardo Coreano Moderno
A Grammar of Colloquial Chinese: As Exhibited in the Shanghai Dialect Joseph Edkins 1853 (1ª edizione)

1868 (2ª edizione)

Shanghainese Ottocentesco
A Tonic Dictionary of the Chinese Language in the Canton Dialect Samuel Wells Williams 1856 Cantonese Ottocentesco
Grammaire mandarine, ou Principes généraux de la langue chinoise parlée Antoine Pierre Louis Bazin 1856 Mandarino Medio
Easy Phrases in the Canton Dialect of the Chinese Language

[la seconda edizione è piena di pagine bianche

per le annotazioni degli studenti]

Donald Bruce 1856 (1ª edizione)

1877 (2ª edizione)

Cantonese Ottocentesco
The Peking Syllabary; being a collection of the characters

representing the dialect of Peking

Thomas Francis Wade 1859 Mandarino Tardo-imperiale
An English and Cantonese Pocket Dictionary:

For the Use of Those who Wish to Learn

the Spoken Language of Canton Province

John Chalmers 1859 Cantonese Ottocentesco
A Collection of Phrases in the Shanghai Dialect Systematically Arranged John Macgowan 1862 Shanghainese Ottocentesco
Dictionnaire étymologique chinois-annamite-latin-français

[di ogni carattere, indica la pronuncia in una varietà meridionale di cinese e in vietnamita;

sporadicamente aggiunge altre lingue come il cantonese e il giapponese]

Jean Pierre Guillaume Pautier 1867 Vietnamita Moderno
Select Phrases in the Canton Dialect

[il titolo della prima edizione è "Select Phrases and Reading

Lessons in the Canton Dialect". Fu ristampato numerose volte]

John Glasgow Kerr;

William Lobscheid

1864 (1ª edizione)

1867 (2ª edizione)

1888 (6ª edizione)

1889 (7ª edizione)

Cantonese Ottocentesco
Dictionnaire élémentaire annamite-français

[non contiene gli Han tu']

Legrand de la Liraÿe 1868 Vietnamita Moderno
A Vocabulary of the Shanghai Dialect

[indica pure la pronuncia con un excursus]

Joseph Edkins 1869 Shanghainese Ottocentesco
Gramatica elemental de la lengua China, dialecto cantonés Benjamin Castañeda 1869 Cantonese Ottocentesco
First Lessons in Reading and Writing the Hakka Colloquial

[non ha nessun sinogramma ed è scritto con uno stile calligrafico.

All'inizio del libro c'è un sillabario, mentre alla fine la calligrafia

è affiancata ai caratteri standard, il che aiuta la decifrazione]

Sconosciuto 1869 Hakka Ottocentesco
Syntaxe nouvelle de la langue chinoise Stanislas Julien 1869

(1° volume);

1870

(2° volume)

Mandarino

Tardo-imperiale

A pronouncing and defining dictionary of the Swatow dialect

[il dialetto Swatow, oggi detto Shantou, fa parte della famiglia Minnan,

è dello stesso sottogruppo a cui appartiene il Teochew e si parla

a Shantou, nel Guangdong]

Adele Marion Fielde 1883 Shantou Ottocentesco
A Syllabic Dictionary of the Chinese Language

[come indicato anche nel titolo completo, non si limita a registrare

la pronuncia nella varietà mandarina di Nanchino, ma anche

in quella di Pechino; in più registra anche la pronuncia

cantonese, vietnamita e in Amoy hokkien]

Samuel Wells Williams 1863-1874

1874 (pubblicazione)

Mandarino Tardo-imperiale;

Vietnamita Moderno;

Cantonese Ottocentesco;

Amoy hokkien Ottocentesco

Chinese-English Dictionary John Van Nest Talmage 1885 Amoy hokkien Ottocentesco
Yü-yen Tzŭ-erh Chi, a Progressive Course designed

to assist the student of solloquial

Chinese,as spoken in the capital and the Metropolitan Department

+Wên-chien Tzŭ-erh Chi, a Series of Papers Selected as

Specimens of Documentary Chinese,

Designed to Assist Students of the Language as Written by the Officials of China

[il 2° volume si concentra sulla lingua scritta dagli ufficiali e non sul parlato]

Thomas Francis Wade 1867 Mandarino Tardo-imperiale
A Japanese and English dictionary: with an English and Japanese index

[nel 1881, lo ripubblica togliendo i kanji e il kana per creare una versione snella. Entrambi sono ristampati

più volte. Nel dizionario, Hepburn conserva la grafia antica e dunque,

nella grafia, non elimina le sillabe arcaiche]

James Curtis Hepburn 1867 Giapponese Moderno
Grammaire annamite,

suivie d'un vocabulaire français-annamite et annamite-français [il vocabolarietto contiene gli Han tu']

[la prima edizione del 1863 non conteneva il vocabolarietto e si chiamava

"Grammaire de la langue Annamite"]

Louis Gabriel Galderic Aubaret 1867 Vietnamita Moderno
A Manual of the Amoy Colloquial John Macgowan 1869 (1ª edizione)

1898 (2ª edizione)

Amoy hokkien Ottocentesco
Dictionnaire français-latin-chinois de la langue mandarine parlée

+appendice du dictionnaire français-latin-chinois de la langue mandarine parlée

Paul Hubert Perny 1872

1873 (appendice)

Mandarino Medio
Grammaire de la langue chinoise orale et ecrite par Paul Perny: Langue orale, Volume 1

+Grammaire de la langue chinoise orale et écrite, Volume 2

Paul Hubert Perny 1873 (volume 1)

1876 (volume 2)

Mandarino Medio
Chinese-English Dictionary of the vernacular or spoken language of Amoy

+Supplement to Dictionary of the vernacular or spoken language of Amoy

[contiene le pronunce dei dialetti Chang-Chew e Chin-Chew,

cioè i dialetti di Zhangzhou 漳州话 e di Quanzhou 泉州话,

entrambe nella provincia di Fujian 福建]

[Barclay vi ha aggiunto un'importante appendice nel 1923, in cui gli hanzi

mancanti che Douglas non è riuscito a individuare nelle parole sono stati inseriti]

Carstairs Douglas;

Thomas Barclay

1873

1923 (supplemento)

Amoy hokkien Ottocentesco
A Chinese–English Dictionary

[usa la pronuncia di Pechino e inserisce anche il giapponese,

vietnamita e coreano. La romanizzazione usata è una modifica del sistema Wade,

il "Wade-Giles".

Contiene pure il dialetto cantonese, shanghainese, Theochew, Ningbo, sichuanese, fuzhouhua, wenzhounese, Hakka/Kejia e di Yangzhou]

Herbert Allen Giles 1874-1892

1892 (1ª edizione)

1912 (2ª edizione)

Mandarino Tardo-imperiale;

Vietnamita Moderno;

Tardo

Coreano Moderno;

Cantonese Ottocentesco;

Amoy hokkien Ottocentesco;

Shanghainese Ottocentesco;

Hakka Ottocentesco;

Teochew Ottocentesco;

[e altri dialetti ancora]

Cours pratique de langue Annamite

(Trương Vĩnh Ký, noto anche come Jean-Baptiste Pétrus o Pétrus Ky)

Jean-Baptiste Pétrus 1874 Vietnamita Moderno
Corean Primer

[è un frasario con traduzione interlineare, hangeul molto calligrafico, romanizzazione e nessuna traccia

di caratteri obsoleti o di hanja.

John Ross (1842-1915) fu anche il primo a tradurre

il Nuovo Testamento in coreano nel 1887 con l'aiuto di alcuni coreani]

John Ross 1877 Coreano Moderno
A Chinese dictionary in the Cantonese dialect Ernest John Eitel 1877 Cantonese Ottocentesco
Handbook of the Swatow Dialect with a Vocabulary Herbert Allen Giles 1877 Shantou Ottocentesco
Notions pour servir à l'étude de la langue annamite "J. M. J." 1878 Vietnamita Moderno
First Lessons in the Swatow Dialect Adele Marion Fielde 1878 Shantou Ottocentesco
敬信錄諺解, 경신록언해, a Vernacular Interpretation of the Book of Respect

[forse il titolo è un'abbreviazione di 增訂敬信錄]

Sconosciuto 1880 Tardo Coreano Moderno
過化存神, 과화존신 Sconosciuto 1880 Tardo Coreano Moderno
Japanese-english Dictionary

[Johann Joseph Hoffmann, 1805-1878; pubblicato postumo da Lindor Seurrier]

Johann Joseph Hoffmann;

Lindor Seurrier

1881 Giapponese Moderno
Chinesische Grammatik Georg von der Gabelentz 1881 Mandarino

Tardo-imperiale

English-Chinese Vocabulary of the Vernacular or Spoken Language of Swatow Rudolf Lechler;

Samuel Wells Williams;

William Duffus

1883 Shantou Ottocentesco
A Chinese and English Vocabulary, in the Tie-chiu Dialect Josiah Goddard 1883 Teochew Ottocentesco
English and Chinese Dictionary of the Amoy Dialect John Macgowan 1883 Amoy hokkien Ottocentesco
Dictionnaire Annamite-François,

大越國音漢字法譯集成,

đại việt quốc âm hán tự pháp dịch tập thành

Jean-François Marie Génibrel 1884 (iniziato nel...);

1899 (pubblicazione)

Vietnamita Moderno
Petit dictionnaire Français-Annamite Jean-Baptiste Pétrus 1884 (1ª edizione)

1920 (nuova edizione)

Vietnamita Moderno
Guide de la conversation annamite Jean-Baptiste Pétrus 1885 Vietnamita Moderno
A handbook of the Swatow vernacular Lim Hiong Seng

[>Lin Xiongcheng]

1886 Shantou Ottocentesco
An English-Japanese Dictionary of Words and Phrases Tsunetaro Saito, 斉藤 恒太郎 1887 Giapponese Moderno
A Corean Manual Or Phrase Book: With Introductory Grammar James Scott 1887 (1ª edizione)

1893 (2ª edizione)

Tardo Coreano Moderno
Manuel de conversation Francaise-Annamite Donatien Eveillard 1887 (12ª edizione) Vietnamita Moderno
Koan-Hoa Tche-Nan Boussole du langage mandarin

[una versione, detta "Texte chinois, avec annotations", è uscita nel 1905]

Henri Boucher 1887 (1ª edizione)

1893 (2ª edizione)

1901 (3ª edizione)

1906 (4ª edizione)

Mandarino Medio
A Chinese and English Phrase Book in the Canton Dialect Thomas Lathrop Stedman;

K. P. Lee

1888 Cantonese Ottocentesco
Cantonese Made Easy:

A Book of Simple Sentences in the Cantonese Dialect, with Free and Literal Translations

James Dyer Ball 1888 Cantonese Ottocentesco
A Handbook of Colloquial Japanese Basil Hall Chamberlain 1888 (1ª edizione)

1898 (2ª edizione)

Giapponese Moderno
Manuel de conversation Franco-Tonkinois Henri François Bon;

Jean Baptiste Dronet

1889 Vietnamita Moderno
An Introduction to the Korean Spoken Language

[Preserva la arae-a, indicata come "a inferiore", contrapposta alla

"a superiore", ㅏ.

Nelle appendici, compaiono dei sinogrammi siccome scrive in cinese

e delle pagine sono scritte con la scrittura verticale e sinistrorsa]

Horace Grant Underwood 1890 (1ª edizione)

1914 (2ª edizione)

Tardo Coreano

Moderno

韓英字典: in two parts, Korean-English & English-Korean

[letteralmente "Korean-English Dictionary"]

Horace Grant Underwood,

James Scarth Gale,

Homer Bezaleel Hulbert

1890 (1°

edizione);

1897 (2°

edizione);

1931 (3°

edizione)

Tardo Coreano

Moderno

New Dictionary in the Amoy Dialect John Van Nest Talmage 1894 Amoy hokkien Ottocentesco
ĐẠI NAM QUẤC ÂM TỰ VỊ,

大越國音字彙

[per QUẤC intendeva "quoc"]

Huình-Tịnh Paulus Của 1895 VIetnamita Moderno
Easy Sentences in the Hakka: With a Vocabulary James Dyer Ball 1896 Hakka Ottocentesco
Hakka Made Easy. Pt. 1 James Dyer Ball 1896 Hakka Ottocentesco
Grammaire Annamite À L'usage Des Français de L'Annam Et Du Tonkin Pierre Gabriel Vallot 1897 Vietnamita Moderno
Dictionnaire Annamite-Français,

大越國音字彙合解大法國音,

đại việt quốc âm tự vị hiệp giái đại pháp quốc âm

Jean Bonnet 1898 Vietnamita Moderno
Dictionnaire franco-tonkinois illustré

[non contiene gli Han tu']

Pierre Gabriel Vallot 1898 Vietnamita Moderno
An analytical Chinese-English dictionary Frederick William Baller 1900 Mandarino Tardo-imperiale

[pronuncia sud-occidentale]

Nouveau vocabulaire français-tonkinois et tonkinois-français

[non contiene gli Han tu']

Paul Crépin de Beauregard 1900 (1ª edizione)

1925 (2ª edizione)

Vietnamita Moderno
Cours de langue annamite Jean Nicolas Chéon

detto anche

"A. Chéon"

1901 (1ª edizione)

1904 (2ª edizione)

Vietnamita Moderno
Phonétique annamite (dialecte du Haut-Annam)

[è contenuto nel terzo volume delle pubblicazioni della Scuola Francese dell'Estremo Oriente]

Léopold Michel Cadière 1902 Vietnamita Moderno
Korean Grammatical Forms James Scarth Gale 1903 Coreano

Contemporaneo

Cours de langue annamite Jean Nicolas Chéon 1904 Vietnamita Moderno
Élements de grammaire annamite Édouard Jacques Joseph Diguet 1904 Vietnamita Moderno
Petit dictionnaire annamite-français Pierre Gabriel Vallot 1904 Vietnamita Moderno
An English-Japanese Dictionary of the Spoken Language Ernest Miles

Hobart-Hampden;

Sir Harold George Parlett

1904 Giapponese Moderno
An Elementary Grammar of the Japanese Language,

with Easy Progressive Exercises

[a volte l'autore si trova scritto come "Tatui Baba",

quasi a ricalcare una pronuncia arcaica]

Tatsui Baba, 馬場 辰猪 1904 Giapponese Moderno
Japanese Grammar Self-taught Henry J. Weintz 1904 Giapponese Moderno
Hossfeld's Japanese Grammar

+Appendix to Hossfeld's Japanese Grammar

[l'appendice contiene degli esercizi e un'antologia di brani d'autore]

Henry J. Weintz 1904

1905 (appendice)

Giapponese Moderno
Cours complet de langue Annamite:

grammaire Annamite à l'usage des français de l'Annam et du Tonkin

Pierre Gabriel Vallot 1905 Vietnamita Moderno
A Dictionary from English to Colloquial Mandarin Chinese George Carter Stent 1905 Mandarino Tardo-imperiale
Cours élémentaire d'annamite Alfred Bouchet 1908 Vietnamita Moderno
Petit lexique Annamite-Français

[nella prefazione si firma come Al. Pilon e prime due lettere

sono l'abbreviazione del suo nome, "a" + "elle" + un solo punto fermo,

il che rende il suo nome anche confusionario]

Alexandre Léon Pilon 1908 Vietnamita Moderno
Useful Phrases in the Shanghai Dialect Gilbert McIntosh 1908 Shanghainese Novecentesco
An English and Chinese standard dictionary

[in 2 volumi; il primo è A-L, il secondo è M-Z]

Yan Huiqing, 顏惠慶 1908 Mandarino Tardo-imperiale
A Dictionary of the Amoy Vernacular,

spoken throughout the prefectures of Chin-chiu, Chiang-chiu and Formosa

[le altre due pronunce sono in Teochew e dialetto di Zhangzhou.

Sono tutti e tre di famiglia Minnan,

ma il Teochew non è hokkien: quello di Amoy/Xiamen, Quanzhou,

Zhangzhou e Formosa/Taiwan sì]

William Campbell 1913 (1ª edizione)

1923 (2ª edizione)

Taiwan hokkien;
Manual of the Mandarin Language Ferdinand Lessing;

Wilhelm Othmer

1914 Mandarino Moderno

"post-imperiale"

(l'Imperatore abidca

nel 1912 e il putonghua

si standardizza nel

1949)

Lessons in the Shanghai Dialect Francis Lister Hawks Pott 1917 Shanghainese Novecentesco
A new Chinese-English dictionary,

comprising about 10,000 words 50,000 phrases

Yuwen Li 1918 (1ª edizione)

1937 (2ª edizione)

Mandarino Moderno

"post-imperiale"

Hossfeld's New Practical Method for Learning the Japanese Language Henry J. Weintz 1918 Giapponese Moderno

Scrittura e ricostruzione filologica dei sinogrammi modifica

Uno studioso di varietà storiche di cinese può avere un qualche interesse nella filologia e paleografia dei sinogrammi sia per lo studio delle stesse varietà storiche sia perché è un argomento che riguarda la storia e filologia della lingua a tutti gli effetti. Lo stesso cinese medio, essendo scritto con i sinogrammi, presuppone una conoscenza di come funzionino (ma questo presupposto si può estendere a tutta la lingua cinese e alle lingue sino-xeniche).

Il cinese antico è indissolubilmente legato alla prima attestazione della scrittura cinese (a partire dal 1250 a.C. circa, periodo Shang), ragion per cui la lingua e la scrittura come periodo sono strettamente collegate. I caratteri in origine sono nati per scrivere sulle piastre delle tartarughe e sulle scapole di bue messe a crepare sul fuoco per effettuare predizioni sul futuro più o meno remoto. Dai primi caratteri attestati nelle ossa oracolari (periodo Shang e Zhou) e nei bronzi Shang e Zhou si vedono le versioni originali di molti caratteri diffusi sia in passato che oggi, da cui si può ricostruire la composizione (molti altri caratteri, comunque ricostruibili, sono attestati a partire dal periodo degli Stati Combattenti e periodo Qin e Han e in poi). Le versioni originali permettono di capire meglio la loro composizione, il disegno originario, come sono evoluti e, in dei casi, la pronuncia originaria. Pertanto il cinese antico/Old Chinese è il periodo da cui si parte a fare filologia dei sinogrammi (perlomeno quelli più antichi, come i radicali Kangxi), un'attività direttamente collegata alla paleografia, che a sua volta non è una disciplina isolata da altre come l'archeologia.

Quanto al periodo del Primo Cinese Medio, in questo periodo i sinogrammi assumono grossomodo l'aspetto dei caratteri tradizionali odierni. Questa grafia deriva dall’evoluzione della prima standardizzazione dei caratteri avvenuta durante il periodo Qin (Xu Shen, usando una grafia detta “Piccolo Sigillo”/Xiaozhuan) li descrive nello Shuowen Jiezi. Durante il periodo Tang, le ossa oracolari forse erano state dissotterrate per la prima volta ma i contadini, non capendo cosa fossero e come mai avessero dei segnetti misteriosi incisi sopra, le reinterravano. In un secondo momento, sono state dissotterrate e polverizzate per creare preparati di medicina tradizionale cinese, come avveniva per esempio nel periodo Qing. Il riconoscimento dei caratteri sarebbe avvenuto nel fine Ottocento. L’osservazione delle prime versioni (ossa e bronzi), dell’evoluzione nello stile del Piccolo Sigillo e dell’ulteriore evoluzione nella versione tradizionale (poi eventualmente semplificata nella metà Novecento) permette di capire meglio i caratteri e i loro componenti.

Un'opera da cui si parte a analizzare i caratteri è proprio lo Shuowen Jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎 (100 d.C., scritto in epoca Han, durante il periodo in cui si parlava il Cinese degli Han Orientali, una varietà intermedia tra il tardo Old Chinese/tardo cinese antico e il Primo Cinese Medio, fermo restando che il cinese parlato durante la Dinastia Jin, che precede il Primo Cinese Medio, è ancora in via di discussione). L'opera va letta con spirito critico siccome Xu Shen descrive perlopiù i sinogrammi secondo lo stile del Piccolo Sigillo (Xiaozhuan 小篆) e secondo la prima standardizzazione avvenuta nel periodo Qin. Non ha mai consultato le ossa oracolari del periodo Shang e Zhou (cioè le piastre di tartaruga e le scapole di bue incise e trapanate e mese sul fuoco a crepare per effettuare le piromanzie, dette anche plastromanzie e scapulomanzie) e non ha nemmeno consultato i bronzi Shang e Zhou (vasi, bacinelle, piccoli contenitori, specchi, pettini, bracieri...): entrambi non erano stati ancora diseppelliti, quindi i relativi corpora di caratteri (甲骨文 e 金文), di cui oggi esistono i dizionari, erano inaccessibili. Pertanto i caratteri analizzati non sono le proto-forme/versioni originali ma sono una standardizzazione che contiene già delle stilizzazioni fuorvianti, dei componenti aggiunti o delle disposizioni dei componenti alterate rispetto alla disposizione originale. Xu Shen in dei punti commette degli errori nell'interpretazione o nella suddivisione del carattere per indicare il carattere e la chiave di lettura per la pronuncia, che riflette la sua varietà di cinese (alcune varianti dei caratteri sono varianti popolari o dei rimaneggiamenti delle chiavi di lettura per riflettere dei cambiamenti nella pronuncia tra la prima fase del cinese antico/Old Chinese e il Cinese degli Han Orientali o le varietà del periodo Qin, periodi nei quali peraltro si sono coniati nuovi caratteri). L'opera di Xu Shen è stata arricchita con degli ottimi commentari che glossano il testo. Il più famoso è quello di Duan Yucai, scritto nell'arco di oltre 30 anni e pubblicato nel 1815 (periodo Qing) e di ottima qualità nonostante nemmeno lui abbia consultato le ossa e i bronzi. Alcune glosse correggono delle informazioni di Xu Shen o le arricchiscono. In generale, si evince che lo Shuowen Jiezi va letto e consultato con un sano spirito critico, nonostante i suoi pregi indiscussi. Per esempio, va affiancato alle versioni sulle ossa e sui bronzi, ai commentari, alle varianti dei caratteri (in cui abbastanza spesso restano cristallizzati degli elementi antichi o la disposizione originale dei componenti) e a degli studi paleografici e filologici (non etimologia folk o mnemotecnica) che si intrecciano con storia, archeologia e conoscenze basilari per esempio di tecniche di agronomia, se si pensa ad esempio alla coltivazione del grano, del riso e alla loro lavorazione (la derivazione etimologica delle parole a partire dai suffissi e prefissi morfologici dell'Old Chinese è un altro tipo di ricostruzione che a volte si può intrecciare con quella di stampo paleografico, cioè incentrata sulla grafia). Altre stilizzazioni trasformano dei componenti dei caratteri in dei falsi amici. A questo si aggiunge il fatto non secondario che i caratteri cinesi hanno subito una semplificazione nella metà Novecento, ragion per cui partire ad analizzare i caratteri dalla versione semplificata è un errore in partenza, come anche analizzarli basandosi sulla grafia riportata da Xu Shen laddove il carattere è attestato da secoli prima ed è dotato di una proto-forma. Quest’ultimo comunque riporta i significati originali di ogni carattere, siccome sono evoluti: per esempio, miao4 秒 oggi indica il secondo (unità di tempo), il che rende la presenza del radicale del cereale criptica e insensata. In realtà, in origine il carattere indicava l’arista, cioè un lungo filamento sulla “buccia” dei chicchi di grano sulle spighe, il che rende il radicale subito comprensibile. Da tutte queste informazioni si può ricavare una lista di 7 errori da evitare:

  • non praticare una distinzione tra da un lato paleografia/filologia con conoscenze storico-letterarie, archeologiche e di tecniche antiche in alcuni campi (e.g. agricoltura, allevamento, metallurgia, produzione di vasellame, settore tessile) e dall’altro l’etimologia folk con mnemotecnica peraltro avulse dalle utili conoscenze di supporto elencate in precedenza;
  • analizzare i caratteri superficialmente (in base cioè alla loro apparenza immediata, a volte ingannevole per le stilizzazioni, amputazioni o aggiunte e disposizioni dei componenti);
  • analizzare solo la versione semplificata laddove hanno una versione tradizionale;
  • non prendere mai in consultazione alcuni utili varianti arcaicheggianti dei caratteri laddove presenti (esistono dizionari appositi);
  • non consultare mai le versioni sulle ossa oracolari e i bronzi Shang e Zhou laddove il carattere è attestato;
  • partire ad analizzare sempre e solo dal significato moderno, laddove sono presenti significati arcaici poi evoluti e/o perduti ma recuperabili da dizionari antichi (tra cui lo stesso Shuowen Jiezi);
  • copiare l’interpretazione integralmente da Xu Shen, che già commette degli errori nell’interpretazione e suddivisione corretti dalla paleografia e da alcune glosse e commentari ben scritti (non tutti i commentari sono uguali. Quelli di Xu Xuan e di Duan Yucai sono tra i migliori in assoluto e le loro glosse sono direttamente affiancate alla definizione originale di Xu Shen). L’opera va quindi affiancata ad altri materiali e conoscenze. L’errore di non leggere Xu Shen con un sano spirito critico si intuisce fin dagli esordi del paragrafo.

Alcune interpretazioni sono incerte o in fase di discussione ma, se non cadono in nessuno dei 7 errori, semplicemente sono indicatori di un dibattito ancora aperto che può essere chiuso con l’avanzare delle scoperte in paleografia, in linguistica storica (e.g. la derivazione morfologica in Old Chinese), in storia e in archeologia (le ossa e i bronzi sono infatti reperti archeologici. Più se ne trovano, più caratteri attestati e/o varianti antiche emergono, con tutto ciò che ne deriva).

Un ultimo errore diffuso sarebbe da includere come l'ottavo errore se non fosse limitato ai soli radicali Kangxi. Tuttavia, il fatto che i radicali Kangxi come grafia, nome e ricostruzione filologica siano il migliore punto di partenza per l'apprendimento dei sinogrammi, lo rende un errore dalle conseguenze pesanti. L'errore, riportato in disparte, è il seguente:

  • partire a ricostruire e studiare i radicali Kangxi a partire dal nome proprio in cinese, laddove presente.

Si prenda come esempio lampante卩 jie2: è universalmente noto come "il sigillo", in più come radicale ha il nome proprio in cinese traducibile come "l'orecchio singolo". Non solo i nomi propri in cinese indicano perlopiù l'apparenza grafica del carattere, ma non danno informazioni per la filologia. Jie2 non rappresenta in nessun modo un orecchio, ragion per cui questi nomi sono utili per richiamare alla mente il radicale in lingua cinese ma sono fuorvianti per la ricostruzione filologica. Quanto al suo significato, anch'esso è fuorviante perché a livello di origine non rappresenta in nessun modo un sigillo: è un uomo inginocchiato ritratto di profilo. Anche i radicali Kangxi non sono esenti dai 7 errori elencati in precedenza: per esempio, 彐 ji4 è universalmente noto come "muso di maiale" in base alla definizione di Xu Shen, ma in nessun carattere raffigura il muso del maiale, bensì stilizza una mano solitamente impegnata ad afferrare qualcosa.

Principali stili calligrafici cinesi modifica

I nomi dei principali stili calligrafici cinesi sono decisamente utili per dare un nome a una particolare grafia e/o nel momento in cui ci si imbatte nel loro nome in un dizionario di calligrafie o in un libro di filologia dei sinogrammi. I primi due nomi non sono stili, ma un'etichetta alle versioni sulle piastre di tartaruga, scapole di bue e sugli oggetti in bronzo. Anche gli ultimi due non sono nomi di stili calligrafici, ma sono importanti da elencare e tenere distinti quando si vede la scrittura di un carattere e/o si fa filologia. Da questi nomi e una loro successione, si può impostare lo studio della calligrafia base cinese per capire le loro caratteristiche, origini e periodizzazioni (gli stili sono evoluzioni che non partono dall'invenzione di un singolo calligrafo e più stili e proto-stili possono sovrapporsi).

Nome Pinyin Cantonese Traduzione/significato
甲骨文 jia3gu3wen2 gaap3 gwat1 man4 Versione sulle ossa oracolari ("Oracle Bones Script")
金文 jin1wen2 gam1 man4 Versione sui bronzi ("Bronze Inscriptions")
战国,

简牍

Zhan4guo2,

jian3du2

Zin3 gwok3,

gaan2 duk6

Versione degli Stati Combattenti ("Warring States"),

Versione sui listelli di bambù ("Bamboo Slips")

大篆,

籀文

da4zhuan4,

zhou4wen2

daai6 syun6,

zau6 man4

Grande Sigillo ("Great Seal"),

Stile Zhòu ("Zhòu Script")

小篆 xiao3zhuan4 siu2 syun6 Piccolo Sigillo ("Small Seal")
隶书 li4shu1 dai6 syu1 Stile degli Scrivani ("Clerical Script")
行书 xing2shu1 hang4 syu1 Scrittura Semi-corsiva ("Semi-cursive Script; Running Script")
楷书, 楷体 kai3shu1, kai3ti3 kaai2 syu1,

kaai2 tai2

Stile Regolare ("Regular Script")

["KaTi" è pure il nome del font su Microsoft Word]

草书 cao3shu1 cou2 syu1 Grafia a filo d'erba; Stile corsivo ("Grass Script; Cursive Script")
繁体(字) jian3ti3(zi4) faan4 tai2 (zi6) Carattere tradizionale ("Traditional Character")
简体(字) fan3ti3(zi4) gaan2 tai2 (zi6) Carattere semplificato ("Simplified Character")

Bibliografia modifica

  • Thurgood, Graham; LaPolla, Randy J (a cura di). The Sino-Tibetan Languages. Routledge, Londra/Canada/New York: 2003 (ristampa 2006).
  • Baxter, William H.; Sagart, Laurent. Old Chinese. A New Reconstruction. Oxford University Press, New York: 2014.
  • Matisoff, James A. Handbook of Proto-Tibeto-Burman: System and Philosophy of Sino-Tibetan Reconstruction. University of California Press, USA: 2003.
  • Axel Schuessler. ABC Etymological Dictionary of Old Chinese. Honolulu, University of Hawaii Press, 2007.
  • Chen, C.-Y. Tonal evolution from pre-Middle Chinese to modern Pekinese: three tiers of changes and their intricacies. Berkeley, CA: Project on Linguistic Analysis, University of California: 2001.
  • Newman, J., & Raman, A. V. (1999). Chinese historical phonology: a compendium of Beijing and Cantonese pronunciations of characters and their derivations from Middle Chinese. LINCOM studies in Asian linguistics, 27. Muenchen: LINCOM Europa. ISBN 3895865435
  • Ulving, T., & Karlgren, B. (1997). Dictionary of old and middle Chinese: Bernhard Karlgren's Grammata serica recensa alphabetically arranged. Orientalia Gothoburgensia, 11. Göteborg: Acta Universitatis Gothoburgensis. ISBN 9173462942
  • Pulleyblank, E. G. (1991). Lexicon of reconstructed pronunciation in early Middle Chinese, late Middle Chinese, and early Mandarin. Vancouver: UBC Press. ISBN 0774803665
  • Pulleyblank, E. G. (1984). Middle Chinese: a study in historical phonology. Vancouver: University of British Columbia Press. ISBN 0774801921
  • Ki-Moon Lee; Ramsey, S. Robert. A History of the Korean Language. Cambridge University Press, Cambridge: 2011.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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