Megalampitta gigantea

specie di uccello

La melampitta maggiore (Megalampitta gigantea (Rothschild, 1899)) è un uccello passeriforme della famiglia Melampittidae, unica specie ascritta al genere Megalampitta Schodde & Christidis, 2014 [2].

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Melampitta maggiore
Immagine di Megalampitta gigantea mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Passeri
Infraordine Corvida
Superfamiglia Corvoidea
Famiglia Melampittidae
Genere Megalampitta
Schodde & Christidis, 2014
Specie M. gigantea
Nomenclatura binomiale
Megalampitta gigantea
(Rothschild, 1899)
Sinonimi

Melampitta gigantea

Etimologia modifica

Il nome scientifico del genere, Megalampitta, si rifà chiaramente a quello dell'affine Melampitta, con l'aggiunta del prefisso mega ad indicarne le maggiori dimensioni.

Descrizione modifica

Dimensioni modifica

Misura 29 cm di lunghezza, per 205 g di peso[3]

Aspetto modifica

L'aspetto di questi uccelli ricorda molto quello dei pitui, con forte becco allungato, grossa testa squadrata, forti zampe e coda allungata: questi uccelli presentano inoltre penne remiganti e caudali rinforzate e molto soggette a forte consunzione, probabilmente un adattamento al loro stile di vita[4].
La colorazione è interamente nera, con tendenza ad assumere sfumature bluastre su spalle e fianchi: anche becco e zampe sono neri, mentre gli occhi sono di colore bruno scuro. Spesso, nella zona dietro l'occhio sono state osservate incrostazioni biancastre, dovute alla massiccia presenza di acari[5].

Biologia modifica

Si tratta di uccelli estremamente schivi e diffusi in ambienti di difficile accesso, osservati molto raramente mentre non è infrequente udirne il richiamo, rappresentato da una caratteristica nota bitonale: essi sembrerebbero mostrare abitudini perlopiù diurne e solitarie, oltre ad essere essenzialmente terricoli.

Alimentazione modifica

L'esatta composizione della dieta di questi uccelli è ignota, tuttavia si ritiene che essi siano essenzialmente insettivori come l'affine melampitta minore.

Riproduzione modifica

Sebbene la riproduzione di questi uccelli non sia stata ancora osservata, in base alle testimonianze degli indigeni e ad una singola osservazione si sa che essi nidificano negli inghiottitoi, costruendo nidi molto elaborati fatti di muschio intrecciato[4].

Distribuzione e habitat modifica

La melampitta maggiore è endemica della Nuova Guinea, dove con areale puntiforme e molto frammentato abita vari siti nel nord-est (penisola di Doberai e di Bomberai), alle pendici meridionali dei Sudirman e nei monti Torricelli.

L'habitat di questi uccelli è costituito dalle aree di foresta pluviale montana e foresta nebulosa fra i 650 e i 1400 m[3]: essi appaiono inoltre strettamente legati alle zone calcaree soggette a carsismo[4].

Tassonomia modifica

Uccello molto enigmatico, la melampitta maggiore viene spesso ascritta al genere Melampitta, comprendente la sola melampitta minore: tuttavia, le consistenti differenze morfologiche e comportamentali fra le due specie fanno sì che venga generalmente ritenuta corretta l'ascrizione di questi uccelli ad un proprio genere monospecifico, Megalampitta[2].

Note modifica

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Megalampitta gigantea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), family Melampittidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 17 aprile 2016.
  3. ^ a b (EN) Greater Melampitta (Melampitta gigantea), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 17 aprile 2016.
  4. ^ a b c Diamond, J., Melampitta gigantea: Possible Relation between Feather Structure and Underground Roosting Habits, in Condor, vol. 85, n. 1, 1983, p. 89-91.
  5. ^ Pratt, T.K. & B.M. Beehler, Birds of New Guinea, II, Princeton Univ. Press, 2015.

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