Melanio di Rennes, in latino Melanius (La Chapelle-de-Brain, 456 circa – Rennes, 530 circa), è stato un vescovo e santo francese.

San Melanio
San Melanio (a destra) che discute con il suo pdedecessore Amando – Affresco del XIX secolo
 

Vescovo

 
NascitaLa Chapelle-de-Brain, 456 circa
MorteRennes, 530 circa
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza6 novembre

Etimologia modifica

Il nome Melanio pare venire dal greco melas, melanos (nero), ma si avanzano altre ipotesi, cioè che derivi dal bretone mael (principe), o dall'aggettivo bretone melen (giallo).

Storia modifica

 
Chiesa di Notre-Dame en Saint-Melaine a Rennes

Nato probabilmente a Platz (o Plets), l'attuale Brain-sur-Vilaine (oggi comune di La Chapelle-de-Brain), vicino a Redon, ove una chiesa[1] è a lui dedicata. Melanio avrebbe avuto un'origine aristocratica, figlio di ricchi proprietari gallo-romani. Molto giovane, egli avrebbe deciso di fare della propria abitazione famigliare un monastero.

Secondo la Vita S. Melanii major, Melanio entrò in relazione con un certo Eusebio, dux o rex della città di Vannes, senza dubbio gallo-romana dal suo nome greco-latino, che egli guarì, così come sua figlia, tanto che per ringraziarlo gli attribuì la parrocchia di Comblessac[2]. Senza essere il fondatore della diocesi di Rennes, egli è considerato come il suo primo grande rappresentante e il suo patrono, quando comparvero i sette santi fondatori della Chiesa bretone. Designato come successore da sant'Amando nel 505, divenne in seguito consigliere di Clodoveo, che lo incoraggiò a costruire nuove chiese. Egli stesso si dedicò alla predicazione. «Estirpate i miserabili errori dei pagani».[3].

Tra il 511 e il 520, egli scrisse congiuntamente con i vescovi di Tours e di Angers a due monaci bretoni, Catihernus e Louocatus, una lettera di rimostranze sulla celebrazione dei riti che parevano propri dei cristiani celti:

(FR)

«Nous avons appris, par un rapport du vénérable prêtre Sparatus, que vous ne cessez de colporter dans les cabanes de vos compatriotes certaines tables sur lesquelles vous célébrez le divin sacrifice de la messe avec l'assistance de femmes auxquelles vous donnez le nom de commensales (conhospitae) et qui, pendant que vous distribuez l'eucharistie, administrent au peuple le sang du Christ.»

(IT)

«Noi abbiamo appreso, da un rapporto del venerabile prete Sparatus, che voi non smettete di diffondere nelle capanne dei vostri compatrioti certe tavole sulle quali celebrate il divino sacrificio della messa con l'assistenza di donne alle quali date il nome di commensali (conhospitae) e che, mentre distribuite l'eucaristia, somministrano al popolo il sangue di Cristo.»

Egli ingiunse loro, sotto pena di scomunica, di porre fine a queste pratiche[4].

La sua vita è lastricata, come quella della maggior parte dei santi, di eventi straordinari che attestano la portata della sua opera di civilizzatore e politico.

La data del suo decesso è altrettanto vaga come quella della sua nascita, forse il 6 novembre 535 (o 572 o, più probabilmente, 530). La sua salma fu inumata sulla collina del Champ du Repos a Rennes. Fu lì che venne eretta l'abbazia di San Melanio[5], oggi pro-cattedrale di Notre-Dame-en-Saint-Melaine de Rennes.

Miracoli modifica

La sua popolarità è dovuta in gran parte ai miracoli che avrebbe prodotto durante la sua vita e dopo la sua morte. In effetti, mentre la sua salma veniva trasportata con un'imbarcazione sulla Vilaine da Plaz a Rennes, egli liberò alcuni ladri rinchiusi in una torre, ove si aprì una breccia al passaggio della barca, mentre i carcerati vedevano le loro catene cadere a terra.

Alcuni autori hanno raccontato la sua vita. Un primo autore anonimo la redasse senza dubbio nell'VII secolo. Questi fu abbondantemente copiato[6] nell'XI secolo da Gervais de Château-du-Loir, vescovo di Le Mans, e poi arcivescovo di Reims, che riferisce in un breve rapporto di molti miracoli operati ad ovest della Mayenne[7], per sua intercessione. Uno di essi[8], che ebbe come teatro Argentré, può aver dato origine alla nascita della parrocchia di San Melanio, così come alla cappella di San Melanio di Laval, eretta poco distante dall'attuale comune di Laval, o quanto meno averle fatto conferire il suo patronato.

È considerato protettore contro la siccità e le piogge torrenziali[9].

Ruolo politico modifica

(FR)

«Melanius regardait le fardeau de l'épiscopat, qu'on lui avait imposé, comme l'obligeant à s'occuper des affaires publiques, à s'inquiéter des soucis de la foule, des questions qui troublaient le monde, à se prêter dans une certaine mesure aux mœurs du siècle»

(IT)

«Melanio vedeva il fardello dell'episcopato a lui imposto, come un obbligo di occuparsi degli affari pubblici, farsi carico delle preoccupazioni della folla, delle questioni che travagliavano il mondo e adattarsi, in una certa misura, ai costumi del secolo.»

'

Il suo primo biografo spiega così perché, divenuto vescovo di Rennes, abbia esercitato un ruolo politico operando come intermediario tra la popolazione gallo-romana e il nuovo potere franco, instaurato da Clodoveo I. Secondo Salomon Reinach (da Procopio di Cesarea e Gregorio di Tours), egli avrebbe negoziato con san Paterno e Clodoveo per stabilire nel 497 un trattato fra i Franchi e i Gallo-romani dell'Armorica, che rappresentavano i Bretoni. Questi ultimi due popoli non avrebbero pagato tributi, ma avrebbero riconosciuto la supremazia dei Franchi. Secondo Léon Fleuriot, la conversione di Clodoveo e del suo popolo era la condizione non scritta del trattato che avrebbe loro consentito di ricevere in cambio un appoggio decisivo nelle lotte contro tutti gli altri popoli germanici, in quanto garantito dalla Chiesa.

Nel 511, egli ebbe un ruolo di primo piano nel concilio di Orléans, che riunì l'episcopato gallo attorno alla recente monarchia francese:

(FR)

«[…] où trente-et-un pères décrétèrent des canons, dont le principal auteur fut saint Melaine évêque de Rennes»

(IT)

«[…] ove trentun padri decretarono delle norme, il cui autore principale fu san Melanio, vescovo di Rennes.»

Egli si fece avvocato delle città della Bretagna occidentale, che, senza essere sottomessi ai Franchi, avevano concluso con loro dei trattati.

San Melanio nelle arti figurative modifica

  • Rennes, chiesa abbaziale di Notre-Dame-en-Saint-Melaine
    La grande zona del transetto sud è ornata da una vetrata di otto metri di altezza e quattro di larghezza che rappresenta La Traslazione delle spoglie del Santo vescovo Melanio mentre giungono alle porte della città di Rennes attraverso la Vilaine, allorché laici e clero si prosternarono al loro passaggio. Essa è eccompagnata dall'iscrizione " Corpus Melani Rhedonas Honorifica DXXX" (La salma di san Melanio onorata dagli abitanti di Rennes nel 530). La vetrata fu installata nel 1942.
  • Rennes, Cattedrale di Dan Pietro a Rennes
    Melanio discute con il suo predecessore, il santo vescovo Armando, affresco della processione del santo vescovo bretone lungo il deambulatorio del coro, opera del pittore Alphonse Le Hénaff, eseguita negli anni 1871-1876.

Toponimia modifica

Pare che san Melanio abbia avuto un grande successo postumo nel suo culto. Il suo nome si ritrova in un gran numero di toponimi in tutta la Francia occidentale:

Comuni
Comuni associati
Luoghi
Parrocchie

La plupart de ces paroisses sont en fait d'anciennes dépendances de l'Abbaye Saint-Melaine de Rennes :

Cappelle

Note modifica

  1. ^ (FR) fiche d'inventaire préliminaire de l'église de Brain[collegamento interrotto] sur le site du Service régional de l'inventaire de Bretagne
  2. ^ (FR) Arthur de la Borderie, Histoire de Bretagne Joseph Floch riedizione à Mayenne nel 1975 T. I, pp. 333-334.
  3. ^ Citato da A. Borderie, Histoire de Bretagne, T. I, p. 532, n. 1.
  4. ^ (FR) André Chédeville e Hubert Guillotel, La Bretagne des Saints et des rois entre les Vème e le Xème siècle, Ouest-France Université, Rennes, 1984, p. 26. ISBN 2858826137
  5. ^ (FR) Fiche d'inventaire du patrimoine[collegamento interrotto] sur le site du Service régional de l'Inventaire de Bretagne
  6. ^ (FR) André Chédeville, Hubert Guillotel, op.cit pp. 157-158.
  7. ^ A quel tempo il fiume segnava il confine tra la Bretagna e la provincia di Maine.
  8. ^ Il fatto è narrato dai Bollandisti, p. 330, e ritrascritto da Sébastien Couanier de Launay:
    (FR)

    «Le saint évêque de Rennes, visitant la partie de son diocèse qui confine le fut appelé près d'une dame nommée Eve, demeurant au territoire cénoman; elle était malade depuis douze ans et ne pouvait sans aide se lever de son lit. Cédant aux instances de ses parents et de ses amis, et craignant, s'il les refusait, de manquer à la charité, saint Melaine vint trouver cette dame, lit sur elle le signe de la croix, puis une onction avec de l'huile consacrée, en récitant l'oraison dominicale, et lui rendit la santé.'»

    (IT)

    «Il santo vescovo di Rennes, visitando la parte della sua diocesi che confina con il Maine, fu chiamato presso una donna di nome Eva, che abitava nel territorio dei Cenomani; ella era ammalata da dodici anni e non poteva alzarsi dal letto senza farsi aiutare. Cedendo alle insistenze dei parenti e degli amici e temendo di mancar di carità nel rifiutarsi, san Melanio andò a trovarla, fece su di lei il segno della croce, poi la unse con l'olio consacrato, recitando la preghiera domenicale e così le rese la salute»

  9. ^ San Melanio, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.

Bibliografia modifica

  • (LA) Acta Sanctorum I, 6 gennaio.
  • (FR) Les petits Bollandistes : vies des saints, tomo primo (dal 1º al 26 gennaio, secondo i bollandisti, padri Giry, Surius, … ; Mons. Paul Guérin, Parigi, Bloud et Barral, 1876.
  • (FR) Albert Le Grand, Vie des saints de Bretagne Armorique, 1636 - D.L. Miorcec de Kerdanet, 1837 - Brest, P. Anner et Fils, et Paris, chez Isidore Pesson, 1837.
  • (FR) Dom Guy Alexis Lobineau, Vies des saints de Bretagne, Rennes, Cie des imprimeurs libraires, 1724 - Abbot Tresvaux, 1836.
  • (FR) Abbé A. Millon, Saint Melaine, Rennes, L. Bahon-Rault.
  • (FR) Abbé Angot, Deux vies rythmées de saint Melaine à l'usage de l'église de Laval, Mamers, G. Fleury et A. Dangin, 1893, 14 p. (tiré-à-part de la Revue historique et archéologique du Maine, t. XXXVI, 1894) Copia archiviata, su lamayenne.fr. URL consultato il 24 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2007).
  • (FR) Sébastien Couanier de Launay, Histoire de Laval 818-1855 Godbert, 1856,
  • (FR) Louis-Julien Morin de la Beauluère, Études sur les communautés et chapitres de Laval., Lavalanno= 1891, Moreau, Goupil.

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