Mentuhotep (regina)

Mentuhotep (... – ...; fl. XVII secolo a.C.) è stata una regina egizia del Secondo periodo intermedio, sposa dello sconosciuto faraone Sekhemra-Sementaui Djeuti (1650 a.C. circa). Ebbe il titolo di "grande sposa reale", oltre a quello di khenemetneferhedjet, "unita alla corona bianca"[4].

Mentuhotep
Recipiente per cosmetici dalla sepoltura di Mentuhotep (Dra Abu el-Naga), in legno e papiro. Neues Museum, Berlino.
grande sposa reale
unita alla corona bianca
In caricacirca 1650 a.C. (3 anni)
Luogo di sepolturaDra Abu el-Naga
DinastiaXIII dinastia egizia[1]?
XVI dinastia egizia[2][3]?
XVII dinastia egizia?
Padrevisir Senebhenaf
MadreSobekhotep
Consortere Sekhemra-Sementaui Djeuti
Religionereligione egizia

La regina Mentuhotep è nota grazie a elementi del suo corredo funerario scoperti tra il 1822 e il 1825 a Dra Abu el-Naga, presso Tebe, dall'avventuriero italiano Joseph Passalacqua (17971865)[5]: egli rinvenne una cassa canopica e scatole per cosmetici. I reperti furono acquistati da Berlino. Intorno al 1832 l'inglese John Gardner Wilkinson ebbe modo di copiare delle iscrizioni geroglifiche da un feretro recante il nome della medesima consorte reale; il sarcofago è oggi perduto, ma attestava che Mentuhotep era figlia del visir Senebhenaf e di una donna di nome Sobekhotep. L'interno del feretro era decorato con varie formule, alcune delle quali appartenenti al Libro dei morti: una delle fonti più antiche su questo testo. Non è chiaro se sarcofago e cassa canopica siano stati rinvenuti o meno nella stessa tomba. Giuseppe Passalacqua descrisse la sepoltura, menzionando un sarcofago antropoide riccamente decorato con immagini di divinità, mentre quello copiato da Wilkinson è rettangolare è privo di figure. L'egittologo statunitense Herbert Eustis Winlock ipotizzò quindi l'esistenza di due regine di nome Mentuhotep: quella dei reperti scoperti da Passalacqua e quella del sarcofago descritto di Wilkinson. La prima fu la sposa di re Sekhemra-Sementaui Djeuti[6]. Insieme alle scatole per cosmetici furono scoperti anche altri oggetti, fra cui vasi in alabastro in uno stile però in voga durante la XXV dinastia (cioè 9/10 secoli dopo Mentuhotep)[7].

Il recipiente per cosmetici fu donato a Mentuhotep da re Djeuti, come recita un'iscrizione sul reperto. La cassa canopica originale reca invece i nomi del faraone; le scatole per cosmetici, in legno e papiro, furono rivenute al suo interno; nelle scatole, a loro volta, furono ritrovati vasi in alabastro e un cucchiaio per il trucco. Tutti questi oggetti i si trovano al Neues Museum di Berlino con le sigle d'inventario AM 1175-1182.

Note modifica

  1. ^ Cimmino, Franco, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, ISBN 88-452-5531-X. pp. 190-1.
  2. ^ Darrell D. Baker: The Encyclopedia of the Pharaohs: Volume I - Predynastic to the Twentieth Dynasty 3300–1069 BC, Stacey International, ISBN 978-1-905299-37-9, 2008, pp. 90-1.
  3. ^ K.S.B. Ryholt, The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, c.1800–1550 BC, Carsten Niebuhr Institute Publications, vol. 20. Copenhagen: Museum Tusculanum Press, 1997.
  4. ^ Wolfram Grajetzki: Ancient Egyptian Queens, London 2005, p. 43. ISBN 0-9547218-9-6.
  5. ^ Giuseppe Passalacqua (PDF), su mnorsa.altervista.org (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ H. E. Winlock: Tombs of the Kings of Seventeenth Dynasty at Thebes, in: Journal of Egyptian Archaeology, 10 (1924), 269-272.
  7. ^ Christine Lilyquist: Egyptian Stone Vessels, Khian through Thutmosis IV, New York 1995, ISBN 0870997602, 59-61.