Il metodo Cappeler è una tecnica di rilievo che permette di acquisire dei dati metrici di un oggetto (forma e posizione) tramite l'impiego di due prospettive per ricavare un planimetria.

Ipotetico schema del metodo Cappeler
deformazione del modello ottico con la variazione della distanza principale

Storia modifica

Il metodo Cappeler può considerarsi l'antenato della fotogrammetria, infatti pare che il primo impiego di due prospettive per ricavare una planimetria risalga al 1726 e sia da attribuirsi a M. A. Cappeler, medico ed ingegnere di Lucerna.

Principio modifica

Lo schema usato è quello riportato in figura, anche se si può supporre che, nell'esperienza originaria, gli assi principali delle due prospettive (semirette condotte dai punti di osservazione O1 e O2 ai piani di proiezione) non fossero paralleli ma convergenti.

Per rilevare il monte Pilatus, Cappeler lo ha osservato, attraverso due lastre uguali, piane e trasparenti, distanti tra di loro di una lunghezza b detta base. Su di esse ha tracciato un sistema di riferimento cartesiano ortogonale e, sulle perpendicolari condotte dall'origine, ha scelto due punti O1 e O2 posti, dalle rispettive lastre, ad una distanza c detta distanza principale.

Limitiamoci, per semplicità, alla rappresentazione planimetrica del punto P ed indichiamo con P1' e P2' le sue proiezioni rispettive sulle lastre, le cui ascisse saranno rispettivamente x1' e x2'.

Per la restituzione s'immagina che abbia tracciato, sulla carta, un segmento b uguale alla base e, per gli estremi, condotte due rette parallele tra di loro, ma perpendicolari alla base. Su queste parallele, a partire dai punti O1 e O2, ha rappresentato la distanza principale c, utile per disegnare la rappresentazione sul piano delle due lastre. Su queste ha riportato le ascisse x1' e x2', indispensabili per rappresentare, sul piano le semirette proiettanti il punto P', rappresentazione planimetrica del punto P scelto.

Se ne deduce che:

  • per avere una buona precisione, è opportuno aumentare la base b, in pratica si fa ricorso alla stereoscopia artificiale;
  • per ridurre nella scala desiderata la rappresentazione planimetrica, è sufficiente riprodurre in scala la base b, mantenendo inalterati tutti gli altri dati;
  • per alterare la profondità del modello rappresentato, basta variare, nella fase di restituzione, la lunghezza della distanza principale c.

Bibliografia modifica

  • Cours International de Photogrammétrie Architecturale - Zurich/Suisse - 6/10 mars 1972
  • Antonio Daddabbo Il rilievo stereofotogrammetrico, Edizioni Levante, 1983, Bari
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