Micerino e la moglie Khamerer-Nebti

coppia scultorea egizia

Micerino e la moglie Khamerer-Nebti è un gruppo scultoreo di autore ignoto, realizzato nel 2520 a.C. circa e conservato presso il Museum of Fine Arts di Boston.

Micerino e la moglie Khamerer-Nebti
Autoresconosciuto
Data2520 a.C. ca.
Materialebasalto
Altezza142 cm
UbicazioneMuseum of Fine Arts, Boston

Descrizione modifica

Questa coppia scultorea ritrae il faraone Micerino con la consorte Khamerernebti II e mostra la simbologia tipica della statuaria egizia.[1]

Il sovrano è ritratto in maniera rigida, vista la visione frontale del busto e la posizione stante, in cui il movimento è dato solo dalla gamba sinistra avanzata.[1] Le braccia sono distese e immobili lungo i fianchi, mentre le mani impugnano duramente gli scettri che simboleggiano il potere del monarca.[1] La testa, eretta, è coperta dal nemès,[1] in una figura che, nel complesso, è un misto di eroismo e virilità.[2]

La regina, di corporatura minuta,[1] è ritratta anch'essa in posa stante, leggermente dietro il marito e con i piedi uniti.[1] Indossa il kalasìris e circonda il faraone con il braccio destro, appoggiando la mano sul braccio sinistro del sovrano.[1] Questo affettuoso gesto,[2] sta a simboleggiare un'unione coniugale felice.[1]

La notevole sottilità con cui vennero intagliati i dettagli, e anche l'attenzione con cui fu eseguita la politura, acquisiscono una sorprendente valenza, considerando che la scultura è in basalto, una delle rocce più dure da scolpire.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte. Versione verde, 4ª ed., Bologna, Zanichelli, 2021, pp. 30, 31.
  2. ^ a b Carlo Bertelli, La storia dell'arte. Versione verde, Milano-Torino, Pearson Italia, 2012, p. 24.

Bibliografia modifica

  • Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte. Versione verde, 4ª ed., Bologna, Zanichelli, 2021, pp. 30, 31.
  • Carlo Bertelli, La storia dell'arte. Versione verde, Milano-Torino, Pearson Italia, 2012, p. 24.

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