Mitzvah goreret mitzvah

La frase ebraica mitzvah goreret mitzvah, averah goreret averah (in ebraico מצווה גוררת מצווה; עברה גוררת עברה?) – "una buona azione porterà ad un'altra buona azione, una trasgressione porterà ad un'altra trasgressione" (Detti dei Padri 4:2) esprime la credenza dell'Ebraismo che osservare un comandamento porta ad osservarne un altro.[1][2] Il detto si trova nella Mishnah[3] su Pirkei Avot 4:2.[4]

Piatto di vetro dipinto in oro, con i Dieci Comandamenti in ebraico (Ghetto di Venezia)

Esistono diversi modi in cui tale effetto può verificarsi, uno dei quali potrebbe essere il risultato di un'ispirazione, dove il compimento di una mitzvah è testimoniata da altri, che a loro volta seguono l'esempio.[5] Un altro modo è l'abitudine, dove la persona si abitua a compiere mitzvot regolarmente.[6]

Il contrario di questo concetto religioso si chiama aveira goreret aveira, dove commettere un aveira (peccato) porta ad un altro peccato.

La frase è stata spesso usata nelle canzoni per bambini, per favorire l'esecuzione di opere buone.

Esempi modifica

  • Una persona mette del denaro in una pushka (cofanetto delle offerte tzedaka). Ciò viene visto da altri, che a loro volta si ispirano a mettere offerte di denaro nella scatola.
  • Una persona aiuta (Ghemilut Chassadim) chi ha bisogno e si sente contento di sé, pertanto continua a farlo.
  • Ad esempio anche la "preparazione" per Shabbat.

Note modifica

  1. ^ Raising a mensch - Shelley Kapnek Rosenberg - Google Books, su books.google.com, 30 giugno 2003. URL consultato il 1º maggio 2013.
  2. ^ Teaching Jewish Virtues: Sacred ... - Google Books, su books.google.com. URL consultato il 1º maggio 2013.
  3. ^ Zushe Greenberg, The Tefillin That Helped Cope With Life and With Death - Stories, su chabad.org. URL consultato il 1º maggio 2013.
  4. ^ Striving toward virtue: a ... - Google Books, su books.google.com. URL consultato il 1º maggio 2013.
  5. ^ Succeeding at Jewish education: how ... - Google Books, su books.google.com. URL consultato il 1º maggio 2013.
  6. ^ Living courageously, di Samuel Chiel, p. 168.

Voci correlate modifica