Museo del Cervino

Museo a Zermatt

Il Museo del Cervino è un museo etnologico di Zermatt dedicato al Cervino e a Zermatt.

Museo del Cervino
L'ingresso al museo
Ubicazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
LocalitàZermatt
IndirizzoKirchplatz 11
Coordinate46°01′11″N 7°44′46″E / 46.019722°N 7.746111°E46.019722; 7.746111
Caratteristiche
TipoEtnologia
Istituzione2006
Apertura2006
GestioneComune di Zermatt
Sito web

Storia e descrizione modifica

Il museo è stato aperto nel 2006 e illustra la storia di Zermatt e della sua trasformazione da villaggio agricolo a località turistica, oltre alla prima ascesa al Cervino.

 
L'interno del museo

Superato l'ingresso, posto a piano terra, dov'è presente la biglietteria, tramite una galleria, si raggiunge una piazza lastricata, in sotterranea, con la ricostruzione di una villaggio alpino, composto da quattordici edifici: questi riproducono una chiesa con canonica, un hotel, un caseificio, una fattoria con animali, granai e capanne.

Sono poi narrate le vicende della prima ascesa di Edward Whymper al Cervino con l'esposizione dell'attrezzatura e abbigliamento utilizzato, oltre a una corda strappata che provocò la morte di quattro dei sette partecipanti alla prima scalata. Seguono quindi le vicende di altri esploratori come Yvette Vaucher e Ulrich Inderbinen, che ascese al Cervino trecentosettantuno volte. Sono esposti un'ascia in pietra del neolitico, alcuni oggetti e resti di un ignoto morto nel XVII secolo, ritrovato sul ghiacciaio del Teodulo[1], un plastico del Cervino con linee luminose che riproducono le vie d'accesso alla sommità, due pietre che Claude Nicollier prese dalla vetta del Cervino per portarle nella missione dello Space Shuttle Endeavour STS-61 e spezzoni del film The Mountain Calls di Luis Trenker, girato a Zermatt tra il 1937 e il 1938.

Il museo è accessibile ai disabili, sono disponibili audioguide in varie lingue ed è presente un bookshop.

Note modifica

  1. ^ (DE) Luzius Theler, Wer der «Walliser Ötzi» ist, su nzz.ch. URL consultato il 1º novembre 2018.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN248347765 · WorldCat Identities (ENlccn-no2019039018