Museo del Novecento e della Shoah

museo di San Donato Val di Comino

Il Museo del Novecento e della Shoah è un museo storico situato nell'ex palazzo municipale di San Donato Val di Comino, in provincia di Frosinone.

Museo del Novecento e della Shoah
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSan Donato Val di Comino
Indirizzovia Orologio 16
Coordinate41°42′32.64″N 13°48′43.46″E / 41.709067°N 13.812073°E41.709067; 13.812073
Caratteristiche
TipoStoria contemporanea
Collezionireperti storici
Periodo storico collezioniXX secolo
Superficie espositiva200 
Apertura18 giugno 2022
ProprietàComune di San Donato Val di Comino
Sito web

Storia e descrizione modifica

Il Museo, aperto al pubblico il 18 giugno 2022, racconta le vicende degli ebrei stranieri che furono internati a San Donato Val di Comino, località d’internamento libero tra le più importanti d’Italia. L'edificio, che si estende su circa duecento metri quadrati, si articola in otto sale arricchite da pannelli illustrativi, proiezioni, vetrine, teche e ologrammi che raccontano: primo Novecento, fascismo, emigrazione, retrovia del fronte di Cassino, deportazione degli internati ad Auschwitz, arrivo degli Alleati, referendum Monarchia-Repubblica, la ricostruzione di Montecassino ad opera degli scalpellini di San Donato[1].

Le attività organizzate prevedono visite guidate, laboratori, percorsi didattici che legano i temi sociali del museo (accoglienza, inclusione, integrazione, discriminazione, razzismo, antisemitismo) ai principali fatti del Novecento europeo, ricerche, escursioni sui luoghi della seconda guerra mondiale, eventi e infine manifestazioni per il Giorno della Memoria[2].

Il Museo, assieme al Memoriale della Shoah, al percorso Novecento e ai sentieri di guerra del paese forma un circuito inserito nel progetto Liberation Route Europe promosso dal Consiglio d’Europa[3].

Allestimento modifica

Gli allestimenti sono organizzati in modo cronologico, scanditi da filmati a ciclo continuo. I visitatori hanno la possibilità di sfogliare virtualmente con dei touch screen[4] documenti, diari di guerra e scritti inediti di quei tempi, inoltre le vetrine e le teche poste all'interno degli otto padiglioni mostrano gli oggetti della vita quotidiana di ebrei, emigrati, soldati tedeschi, alleati e italiani[5].

Gli ebrei internati a San Donato modifica

29 ebrei "stranieri" furono internati a San Donato nel periodo 1940-43.[6] Provenivano in prevalenza dalla Germania e dalla Polonia. Tra di loro vi erano anche tre bambini, tutti nati in Italia: uno a Firenze nel 1934, gli altri due nel 1942 a Sora e San Donato (durante il periodo di internamento dei genitori). 4 ebrei trascorsero solo un breve periodo a San Donato, prima di essere trasferiti ad altra località.

Dopo l'8 settembre 1943, dei 25 ebrei presenti a San Donato, 16 furono arrestati, inclusi due dei bambini, e deportati ad Auschwitz (solo 3 saranno fra loro i sopravvissuti). I rimanenti ebrei (inclusi i 4 che in precedenza erano stati trasferiti in altra località) riuscirono a sfuggire alla cattura e a rimanere nascosti fino al passaggio del fronte.

I deportati modifica

  • 1. Osvaldo Adler (Austria, 1920), marito
    • 2. Gertrude Glaser Adler (Austria, 1921), moglie <sopravvissuta>
  • 3. Klara Babad (Polonia, 1882)
  • 4. Margarete Berger (Austria, 1883)
  • 5. Henriette Bettman (Germania, 1896)
  • 6. Margarete Bloch (Germania, 1892)
  • 7. Rosa Blody (Austria, 1894) <sopravvissuta>
  • 8. Chane Feldhorm Kreiner (Austria, 1875), madre
    • 9. Edith Kreiner (Austria, 1916), figlia
  • 10. Ignatz Gross (Slovacchia, 1899)
  • 11. Enrico Levi (Polonia, 1902), marito <sopravvissuto>
    • 12. Gabriella Kazar Levi (Ungheria, 1913), moglie
    • 13. Italo Levi (Italia, 1934), figlio
    • 14. Noemi Levi (Italia, 1942), figlia
  • 15. Samuel Stein (Ungheria, 1908), marito
    • 16. Edith Landesberger (Austria, 1908), moglie

Coloro che sfuggirono all'arresto modifica

  • 1. Zlama Adamoviz (Polonia, 1911), marito
    • 2. Feige Hornblas Adamoviz (Polonia, 1917), moglie
  • 3. Samuel Brull (Polonia, 1910)
  • 4. Enrico Finder (Polonia, 1909), marito
    • 5. Elke Zukker Finder (Polonia, 1917), moglie
  • 6. Mordko Tenenbaum (Polonia, 1911), marito
    • 7. Ursula Steinitz Tenenbaum (Germania, 1916), moglie
    • 8. Katrin Tenenbaum (Italia, 1942), figlia
  • 9. Leone Winter (Polonia, 1910)

Trasferiti ad altra località modifica

  • 1. Sender Ehrenwort (Polonia, 1902), marito <trasferito a S. Agata Feltria, Pesaro, nel gennaio 1943>
    • 2. Sidonie Blody (Austria, 1900), moglie <trasferita a S. Agata Feltria, Pesaro, nel gennaio 1943>
  • 3. Eva Izmirli (Russia, 1915) <trasferita a Poggibonsi, Siena, nel gennaio 1941>
  • 4. Giuseppina Thorn (Polonia, 1901) <trasferita a Vaglia, Firenze, nel febbraio 1941 e quindi a Ferramonti, Cosenza, nell'ottobre 1942)

Note modifica

  1. ^ Museo della Shoah e del Novecento, su www.museionline.info. URL consultato il 13 maggio 2023.
  2. ^ Museo del Novecento e della Shoah – La Shoah durante la battaglia di Cassino, su museo900shoah.it. URL consultato il 13 maggio 2023.
  3. ^ (EN) Museum of the 20th century and the Shoah, su liberationroute.com. URL consultato il 18 maggio 2023.
  4. ^ Un museo per non dimenticare le brutture della Seconda Guerra Mondiale, su FrosinoneToday. URL consultato il 13 maggio 2023.
  5. ^ San Donato Val di Comino: Museo del Novecento e della Shoah, su www.ciociariaturismo.it, 21 settembre 2022. URL consultato il 13 maggio 2023.
  6. ^ Ebrei stranieri internati a San Donato val Comino.

Collegamenti esterni modifica

Lista dei memoriali e dei musei sull'Olocausto