Miriandro

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Miriandro
Nome originale latino Myriandro
greco antico Myriandros
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Turchia Turchia
Località Alessandretta
Coordinate 36°35′N 36°10′E / 36.583333°N 36.166667°E36.583333; 36.166667
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Miriandro
Miriandro

Miriandro (in latino Myriandro in greco antico Myriandros) fu un'antica città posta ai confini tra l'antica Siria e la Cilicia piana (Cilicia Campestris), a nord dell'odierna Alessandretta[1] (İskenderun) in Turchia.

Statua di Senofonte
Antica città di Miriandro mappa

Ubicazione modifica

L'identificazione di Miriandro è un problema discusso dagli studiosi.[2]

La descrizione di Senofonte ateniese[3] però non lascia dubbi:

«...Miriando, città sul mare, abitata dai Fenici. Era un emporio, dove stavano all'àncora molte navi da carico.»

La si identificò anche con Candelona, sul golfo di Laiazzo.[4]

Erodoto scrisse del Golfo di Miriandro,[5] e sulla città diede indicazioni precise ubicandola ai piedi della strada che attraversava le Αμανικαὶ Πύλαι (Porte Amaniche), o passo del monte Amano (in latino mons Amanus), per il colle di Belen.[6]

La città nella posizione così descritta, posta a nord della foce dell'Oronte,[7] metteva in contatto la costa con la piana di Antiochia, sbocco naturale delle merci provenienti dall'entroterra siriano.

Origini modifica

Secondo gli studiosi Miriandro fu una colonia, in terra di Siria, fondata dai Fenici.[8]

Miriandro nelle fonti storiche modifica

 
Mosaico della battaglia di Isso (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)[9]

Erodoto, Strabone, Plinio il Vecchio e Tolomeo scrissero di Miriandro[10]

A Miriandro, nel novembre del 333 a.C., Alessandro Magno pianificò la battaglia decisiva contro i persiani di Dario III, che si tenne a circa 37 chilometri nella piana di Isso, aprendo la strada alla conquista macedone della Fenicia.[11]

Monumenti cittadini modifica

Secondo le redazioni pervenute da storici del tempo, a Miriandro c'era un grande porto, un emporio per lo scambio delle merci e un conio che batteva regolare moneta.[12]

Note modifica

  1. ^ Cfr. Giulio Giannelli, Enciclopedia Italiana (1933), Isso, La battaglia di Isso, Treccani.It
  2. ^ Valerio Manfredi, La strada dei Diecimila: topografia e geografia dell'Oriente di Senofonte, Jaca Book, 1986, ISBN 88-169-5020-X, pag. 92, cit.
  3. ^ Cfr. Senofonte, Anabasi
  4. ^ Pomponio Mela,De situ orbis ,Libro I, Cap. XIII, Cilicia, pag. 30
  5. ^ Erodoto, Storie, 4.38
  6. ^ Simon Lédasse, Paolo apostolo. Biografia critica, 1994 Città Nuova, ISBN 88-311-5206-8, pag. 128
  7. ^ Collana degli antichi storici greci volgarizzati, Le storie di Polibio da Megalopoli, J.G.B. Kohen da Trieste, Milano 1832, Tomo V, PAG. 67
  8. ^ Nuova Enciclopedia Popolare Italiana, Torino, l’Unione Tipografico-Editrice, pag. 209
  9. ^ L'opera, copia di epoca romana del dipinto di Filosseno di Eretria, decorava la Casa del Fauno di Pompei.
  10. ^ Μüller, Κ., Geographi graeci minores; a dodicibus recognovit prolegomenis annotatione indicibus inztruxit tabulis aeri incisis illustravit Carolus Mullerus (Parisiis 1855-61)
  11. ^ Johann Gustav Droysen, Alessandro il grande, Edizione Lampi di stampa, ISBN 88-488-0063-7
  12. ^ Newell, Edward Theodore, Myriandros, Alexandria Kat'isson, Coins, Greek; Coins, Iranian, (1920) New York: American Numismatic Society

Bibliografia modifica

Fonti primarie
  • Erodoto, Storie.
  • Pomponio Mela, De situ orbis.
  • Senofonte, Anabasi.
Fonti secondarie

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica