Nebulosa di McNeil

nebulosa a riflessione

La Nebulosa (o Nube) di McNeil è una nebulosa a riflessione variabile visibile nella costellazione di Orione. È stata scoperta nel 2004 dall'astronomo amatoriale Jay McNeil.

Nebulosa di McNeil
Nebulosa a riflessione
La Nebulosa di McNeil.
Scoperta
ScopritoreJay McNeil
Data2004
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneOrione
Ascensione retta05h 46m 14s[1]
Declinazione-00° 05′ 48″[1]
Coordinate galattichel= 205,424[1]
b= 14,512[1]
Distanza1600 a.l. [2]
(490 pc)
Magnitudine apparente (V)15-16[2]
Dimensione apparente (V)1,3 x 0,95[2]
Caratteristiche fisiche
TipoNebulosa a riflessione
Caratteristiche rilevantiNebulosa variabile; associata ad M78, originata da V1647 Ori
Mappa di localizzazione
Nebulosa di McNeil
Categoria di nebulose a riflessione

Coordinate: Carta celeste 05h 46m 14s, -00° 05′ 48″

Scoperta modifica

L'annuncio della scoperta della nebulosa è stato dato dall'astronomo amatoriale statunitense Julian W. (Jay) McNeil nel febbraio del 2004.[3] La scoperta dell'oggetto è avvenuta il 23 gennaio dello stesso anno analizzando con una camera CCD delle immagini ottenute tramite un telescopio rifrattore da 7,6 cm; si trattava di un oggetto di recente comparsa, dato che non fu possibile riconoscerlo né in sette lastre fotografiche scattate tra il 1951 e il 1991 né nelle immagini riprese circa tre mesi prima.[2]

Caratteristiche modifica

La Nebulosa di McNeil è una nebulosa a riflessione, vale a dire una nube che riflette la luce di una stella vicina; nel caso in oggetto, la sorgente luminosa sembra essere la protostella variabile V1647 Orionis.[4] Lo spettro della nube è caratterizzato da intense linee di emissione del monossido di carbonio (CO) e dell', ma presenta anche una caratteristica detta P Cygni profile, che consiste nella presenza simultanea di linee di emissione e linee di assorbimento.[5]

 
La nube di McNeil ripresa appena dopo la scoperta (2004, sotto) e nel 2006 (sopra).

Relazioni con V1647 Orionis modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: V1647 Orionis.

La variabilità della nebulosa è un diretto riflesso della variabilità della stella che la alimenta, che si estrinseca sotto forma di imponenti eruzioni di materia.[6]

La causa di tali fenomeni eruttivi va forse ricercata in un repentino scaricamento di massa verso la fotosfera del giovane astro da parte del caldo disco di accrescimento che la circonda. Gli improvvisi incrementi di luminosità registrati sarebbero dovuti a ripetuti e significativi aumenti del tasso di accrescimento, causati probabilmente da eventi di instabilità del disco;[7][8] tali incrementi comportano l'emissione di un vento energetico che dirada le polveri circostanti rendendo visibile la protostella, normalmente occultata dalle polveri che ne alimentano la crescita. Si ritiene che queste eruzioni avvengano ad intervalli caratteristici, che intercorrono ogni qual volta sia stata accresciuta una significativa porzione di quella che sarà la massa finale della stella.[9]

Queste dinamiche sono caratteristiche sia degli oggetti FU Orionis (FUor) sia delle stelle EX Lupi (EXor); per queste ragioni è oggetto di dibattito la classificazione di V1647 Ori nell'una o nell'altra classe, anche se gli astronomi propendono per ritenerla una via di mezzo tra queste due tipologie di stelle pre-sequenza principale.[10]

Nebulosità associate e ambiente galattico modifica

 
Immagine di M78; osservando attentamente in basso a destra, al termine del cordone di gas oscuro che divide la porzione brillante della nebulosa, è possibile scorgere la nebulosa di McNeil. ESO

La nebulosa si trova nel bordo nordoccidentale di M78 (nota anche come NGC 2068), una nebulosa a riflessione molto conosciuta a causa della sua brillantezza; emette un colore bluastro caratteristico per questo genere di oggetti, in quanto la fonte di luce è una stella di colore azzurro.[11][12] Sembra inoltre associata all'oggetto di Herbig-Haro HH 23, con cui condividerebbe probabilmente la sorgente (ovvero V1647 Ori).[13]

All'interno di M78 sono state individuate altre 44 stelle giovani con forti emissioni ,[14] diverse protostelle più una candidata protostella di classe 0, catalogata come LBS 17-H.[15]

Poco a sudovest di M78 si osservano altri tre oggetti di Herbig-Haro connessi fra loro, catalogati come HH 24, HH 25 e HH 26; questa sezione di nube presenta una complessa morfologia a causa degli intensi fenomeni di formazione stellare che qui hanno luogo.[16] Come conseguenza di ciò, la regione è ricca di oggetti stellari giovani ed intense sorgenti di radiazione infrarossa.[17][18]

La Nube si trova all'interno della regione Orion B (LDN 1630); con una distanza di circa 410 pc (1340 al), viene a trovarsi anche fisicamente molto vicina alla regione di formazione stellare Orion A, di cui fa parte anche la Nebulosa di Orione, e comprende le più tenui nebulose NGC 2024 (nota anche come Nebulosa Fiamma), NGC 2023, NGC 2071 e la già citata M78. Le prime due sono situate nel settore sudoccidentale della regione e presentano un'elevata attività dei fenomeni di formazione stellare.[19]

Il tutto si trova all'interno del complesso nebuloso molecolare di Orione, un vasto complesso di nubi molecolari giganti che si trova tra i 1500 e i 1600 anni luce di distanza dalla Terra, largo centinaia di anni luce. È anche una delle regioni di formazione stellare più attive che possono essere osservate nel cielo notturno, nonché una delle più ricche di dischi protoplanetari e stelle giovanissime. Il complesso si rivela soprattutto nelle immagini prese alla lunghezza d'onda dell'infrarosso, dove si rivelano i processi di formazione stellare più nascosti. Il complesso annovera fra le sue componenti nebulose oscure, ad emissione e regioni H II.

Note modifica

  1. ^ a b c d MCNEIL NEBULA -- Reflection Nebula, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 30-04-2011.
  2. ^ a b c d McNeil's Nebula near M78, su seds.org. URL consultato il 30-04-2011 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  3. ^ J. W. McNeil, B. Reipurth, K. Meech, IRAS 05436-0007, in IAU Circular, vol. 8284, n. 1, febbraio 2004.
  4. ^ F. M. Walter, G. S. Stringfellow, W. H. Sherry, A. Field-Pollatou, V1647 Orionis (IRAS 05436-0007) in Outburst: The First Three Months, in The Astronomical Journal, vol. 128, n. 4, ottobre 2004, pp. 1872-1879, DOI:10.1086/423703. URL consultato il 30-04-2011.
  5. ^ B. Reipurth, C. Aspin, IRAS 05436-0007 and the Emergence of MCNeil's Nebula, in The Astrophysical Journal, vol. 606, n. 2, maggio 2004, pp. L119-L122, DOI:10.1086/421393. URL consultato il 30-04-2011.
  6. ^ J. A. Acosta-Pulido, M. Kun, P. Ábrahám, Á. Kóspál, S. Z. Csizmadia, et al, The 2004-2006 Outburst and Environment of V1647 Ori, in The Astronomical Journal, vol. 133, maggio 2007, pp. 2020-2036. URL consultato l'8-7-2009.
  7. ^ S. D. Brittain, T. W. Rettig, T. Simon, E. L. Gibb, J. Liskowsky, Near-Infrared Spectroscopic Study of V1647 Ori, in The Astrophysical Journal, vol. 708, n. 1, gennaio 2010, pp. 109-116, DOI:10.1088/0004-637X/708/1/109. URL consultato il 30-04-2011.
  8. ^ D. Fedele, M. E. van den Ancker, M. G. Petr-Gotzens, P. Rafanelli, Optical and infrared properties of V1647 Orionis during the 2003-2006 outburst. II. Temporal evolution of the eruptive source, in Astronomy and Astrophysics, vol. 472, n. 1, settembre 2007, pp. 207-217, DOI:10.1051/0004-6361:20077725. URL consultato il 30-04-2011.
  9. ^ A Young Erupting Pre-main Sequence Star Takes a (Long) Nap, su gemini.edu, Gemini Observatory. URL consultato il 15-07-2009.
  10. ^ J. Muzerolle, S. T. Megeath, K. M. Flaherty, K. D. Gordon, G. H. Rieke, E. T. Young, C. J. Lada, The Outburst of V1647 Orionis Revealed by Spitzer, in Astrophysical Journal, vol. 620, n. 2, febbraio 2005, pp. L107-L110, DOI:10.1086/428832. URL consultato l'8-7-2009.
  11. ^ J. Muzerolle, S. T. Megeath, K. M. Flaherty, K. D. Gordon, G. H. Rieke, E. T. Young, C. J. Lada, The Outburst of V1647 Orionis Revealed by Spitzer, in The Astrophysical Journal, vol. 620, n. 2, febbraio 2005, pp. L107-L110, DOI:10.1086/428832. URL consultato il 14-07-2009.
  12. ^ C. Aspin, C. Barbieri, F. Boschi, F. Di Mille, F. Rampazzi, B. Reipurth, M. Tsvetkov, The 1966-1967 Outburst of V1647 Orionis and the Appearance of McNeil's Nebula, in The Astronomical Journal, vol. 132, n. 3, settembre 2006, pp. 1298-1306, DOI:10.1086/506272. URL consultato il 14-07-2009.
  13. ^ Peregrine M. McGehee, J. Allyn Smith, Arne A. Henden, The V1647 Ori (IRAS 05436-0007) Protostar And Its Environment (PDF), in The Astrophysical Journal, vol. 616, n. 2, arXiv, dicembre 2004, pp. 1058-1064, DOI:10.1086/425069. URL consultato l'8-7-2009.
  14. ^ G. H. Herbig, L. V. Kuhi, Emission-Line Stars in the Region of NGC 2068, in Astrophysical Journal, vol. 137, febbraio 1963, p. 398, DOI:10.1086/147519. URL consultato il 06-07-2009.
  15. ^ A. G. Gibb, L. T. Little, Discovery of a dense bipolar outflow from a new class 0 protostar in NGC 2068/LBS 17, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 313, n. 4, aprile 2000, pp. 663-670, DOI:10.1046/j.1365-8711.2000.03235.x. URL consultato il 6-07-2009.
  16. ^ Benedettini, M.; Giannini, T.; Nisini, B.; Tommasi, E.; Lorenzetti, D.; Di Giorgio, A. M.; Saraceno, P.; Smith, H. A.; White, G. J., The ISO spectroscopic view of the HH 24-26 region, in Astronomy and Astrophysics, vol. 359, luglio 2000, pp. 148-158. URL consultato il 06-07-2009.
  17. ^ C. J. Davis, T. P. Ray, J. Eisloeffel, D. Corcoran, Near-IR imaging of the molecular outflows in HH24-26, L1634(HH240-241), L1660(HH72) and RNO15FIR, in Astronomy and Astrophysics, vol. 324, agosto 1997, pp. 263-275. URL consultato il 06-07-2009.
  18. ^ K. M. Strom, S. E. Strom, F. J. Vrba, Infrared surveys of dark-cloud complexes. I. The Lynds 1630 dark cloud, in Astronomical Journal, vol. 81, maggio 1976, pp. 308 - 313, 385, DOI:10.1086/111888. URL consultato il 06-07-2009.
  19. ^ Yamauchi, Shigeo; Kamimura, Reiko; Koyama, Katsuji, ASCA X-Ray Observations of the NGC 2023 and NGC 2024 Regions, in Publication of the Astronomical Society of Japan, vol. 52, dicembre 2000, pp. 1087-L1096. URL consultato il 3-07-2009.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari