Nomenclatura chimica inorganica

Nomenclatura della chimica inorganica con le tre nomenclature utilizzate (tradizionale, Stock e IUPAC) sui composti elementari, binari, ternari, quaternari e sui complessi.

La nomenclatura chimica inorganica permette di identificare i composti inorganici mediante un nome specifico, che si definisce a partire dalla formula chimica delle sostanze chimiche.

Trattato "Chymical Nomenclature" di Antoine Lavoisier (1787).

Alcune sostanze sono indicate prevalentemente con il loro nome comune: ad esempio l'acqua (H2O) e l'ammoniaca (NH3). Nella maggior parte dei casi però per attribuire il nome ai differenti composti con formule chimiche più complesse, si utilizzano regole codificate.

Esistono diversi sistemi di nomenclatura:

  • La nomenclatura tradizionale è basata principalmente sulla divisione degli elementi in metalli e non metalli e tiene conto dello stato di ossidazione degli atomi che formano la molecola.
  • La nomenclatura secondo la notazione di Stock, ufficializzata dalla IUPAC nel 1940 e adesso non più tanto utilizzata (la si ritrova ancora su vecchi contenitori di reagenti o in libri di testo datati), fornisce informazioni più chiare sullo stato di ossidazione degli atomi; essa infatti indica gli stati di ossidazione con cifre romane poste tra parentesi.
  • La nomenclatura IUPAC è la nomenclatura ufficiale in vigore; viene aggiornata e le sue regole migliorate e ampliate dalla IUPAC quando necessario. È basata sulle regole redatte dalla IUPAC. Essa consente di evidenziare, in modo chiaro e immediato, la relazione fra il nome di un composto chimico e la sua formula chimica.
Diagramma ad albero per la classificazione dei composti chimici inorganici. Può essere utile per riconoscere facilmente la famiglia di appartenenza del composto e quindi per assegnargli la corretta nomenclatura.

Notazioni e concetti utilizzati nella nomenclatura dei composti inorganici modifica

  1. Valenza: la valenza di un atomo è il numero di legami che esso è in grado di formare.
  2. Il numero di ossidazione (n.o.): si definisce "numero di ossidazione" o "stato di ossidazione" la carica, reale o formale, che acquista un atomo quando si assegnano convenzionalmente gli elettroni di legame all'atomo più elettronegativo.
    • La carica è reale nei composti ionici ed in tal caso coincide con il numero di cariche portate dallo ione.
    • La carica è formale nei composti covalenti.
    • Il numero di ossidazione si scrive sopra il simbolo chimico sotto forma di numero relativo (ad esempio: Pb+4).
    • Lo stato di ossidazione si scrive ad esponente del simbolo chimico (ad esempio: PbIV) o racchiuso tra parentesi tonde come numero romano (ad esempio: Pb(IV)).
  3. Nelle sostanze può capitare che un elemento compaia più di una volta all'interno della formula. Per agevolare l'identificazione e l'assegnazione di un nome partendo dalla formula chimica e viceversa, nelle nomenclature vengono introdotti dei prefissi che corrispondono ognuno ad un numero intero; in base al numero totale di atomi di un certo elemento all'interno della formula chimica, gli si attribuisce un prefisso da utilizzare nella nomenclatura.
Prefissi in base al numero di atomi dell'elemento e della molecola
n. di atomi prefisso da adottare
1 mono- (può essere sottinteso in alcuni casi)
2 di-
3 tri-
4 tetra-
5 penta-
6 esa-
7 epta-
8 otta-
9 nona-
10 deca-
11 undeca-
12 dodeca-
13 trideca-
14 tetradeca-
15 pentadeca-
16 esadeca--
17 eptadeca-
18 ottadeca-
19 nonadeca-
20 eicosa-
... ...

Generalmente le sostanze inorganiche non presentano più di 7 o 8 atomi dello stesso elemento.

Elementi della tavola periodica[1] modifica

Gli elementi possono essere raggruppati in base alle loro proprietà periodiche e alla loro posizione nella tavola periodica. Questo permette di riferirsi a una famiglia di elementi con singoli nomi anziché elencarli tutti.

I gruppi degli elementi nella tavola periodica sono numerati dall'1 al 18 e raggruppano gli elementi collocati sulla stessa colonna.

Gli elementi dei gruppi 1, 2 e 13–18 (tranne l'idrogeno) sono designati come elementi principali del gruppo e, ad eccezione del gruppo 18, i primi due elementi di ciascun gruppo sono definiti "elementi tipici".

Facoltativamente, le lettere s, p, d e f possono essere utilizzate per distinguere i diversi blocchi di elementi nella tavola periodica.

Ad esempio, gli elementi dei gruppi 3-12 sono gli elementi del gruppo d. Questi elementi sono anche comunemente chiamati elementi di transizione, sebbene gli elementi del gruppo 12 non siano sempre inclusi; gli elementi del blocco f sono talvolta indicati come "elementi di transizione interni".

In casi particolari, i vari gruppi possono essere nominati dal primo elemento di ciascun gruppo. Ad esempio: "elementi del gruppo boro" (B, Al, Ga, In, Tl), "elementi del gruppo titanio" (Ti, Zr, Hf, Rf), ecc.

Sono poi utilizzati dei nomi collettivi quando ci si vuole riferire a una famiglia di elementi chimici; questi nomi sono utilizzati per elementi simili e quindi appartenenti ad uno stesso gruppo o blocco; sono approvati dalla IUPAC i seguenti nomi:

I termini generici picnogenuro, calcogenuro e alogenuro sono comunemente usati nella denominazione dei composti dei pnictogeni, dei calcogeni e degli alogeni.

Sebbene il termine "lantanoidi" significhi "come il lantanio", non dovrebbe includere il lantanio, che è comunque incluso nell'uso comune. Allo stesso modo gli attinoidi per quanto riguarda l'attinio.

Gli elementi nella tavola periodica possono ancora essere identificati, in base alla proprietà di affinità elettronica, in tre gruppi:

  • Elementi metallici: sono tutti quegli elementi compresi dal gruppo 1 al gruppo 15 e che si trovano alla sinistra della linea diagonale dei semimetalli.
    • Elementi alcalini: sono tutti quegli elementi compresi nel gruppo 1, escluso l'idrogeno;
    • Elementi alcalino-terrosi: sono tutti quegli elementi compresi nel gruppo 2;
    • Elementi di transizione: sono tutti quegli elementi dal gruppo 3 al gruppo 12;
  • Elementi semi-metallici: sono quegli elementi che vanno dal gruppo 13 al gruppo 15 e giacciono sulla linea diagonale dei semimetalli.
  • Elementi non metallici: sono tutti gli elementi che vanno dal gruppo 13 al gruppo 17 e che si trovano alla destra della linea diagonale dei semimetalli.

Sostanze elementari modifica

Nuovi elementi modifica

Gli elementi scoperti di recente possono essere citati nella letteratura scientifica ma fino a quando non hanno ricevuto nomi e simboli permanenti dalla IUPAC, necessitano dei designatori temporanei.

Tali elementi possono essere indicati dai loro numeri atomici, come ad esempio nell '"elemento 120", ma la IUPAC ha approvato una nomenclatura sistematica e una serie di simboli di tre lettere.

Il nome deriva direttamente dal numero atomico dell'elemento usando le seguenti radici numeriche:

Radici numeriche
Numero Radice
0 nil
1 un
2 bi
3 tri
4 quad
5 pent
6 hex
7 sept
8 oct
9 enn

Per gli elementi con numero atomico maggiore di 100 i nomi ed i simboli derivano direttamente dal numero atomico dell’elemento utilizzando la seguente regola:

  1. Scomposizione del numero di massa dell’elemento in numeri a una cifra compresi tra 0 e 9;
  2. costruzione del nome attraverso le radici numeriche.
    • Le radici sono riunite nell'ordine delle cifre che compongono il numero atomico;
    • La "n" finale di "enn" viene eliminata quando si verifica prima di "nil" e la "i" finale di "bi" e di "tri" quando si verifica prima di "ium".
  3. Terminazione del nume con il suffisso -ium.

Il simbolo per l'elemento è composto dalle lettere iniziali delle radici numeriche che compongono il nome.

Esempi di nomenclatura sistematica dei nuovi elementi.
Numero atomico Scomposizione del numero Sostituzione con le radici numeriche Nome sistematico Simbolo
104 1-0-4 un-nil-quad-ium Unnilquadium Unq
113 1-1-3 un-un-tri-um Ununtrium Uut

Isotopi modifica

Gli isotopi di un elemento hanno tutti lo stesso nome e sono indicati da numeri di massa.

Ad esempio, l'atomo con il numero atomico 8 e il numero di massa 18 è chiamato ossigeno-18 e ha il simbolo 18O.

Isotopi dell'idrogeno modifica

L'idrogeno fa eccezione alla regola generale enunciata sopra in quanto i tre isotopi 1H, 2H e 3H possono avere rispettivamente nomi alternativi quali prozio, deuterio e trizio. I simboli D e T possono essere usati per il deuterio e il trizio, ma sono preferiti 2H e 3H perché D e T possono creare problemi con l'ordine alfabetico nelle formule. La combinazione di un muone e un elettrone porta alla formazione di un isotopo leggero di idrogeno che si chiama muonium, simbolo Mu.

Questi nomi danno origine ai nomi protone, deuterone, tritone e muone per i cationi 1H+, 2H+, 3H+ e Mu+, rispettivamente. Poiché il nome protone è spesso usato in sensi contraddittori, vale a dire per gli ioni 1H+ isotopicamente puri da un lato e per la miscela di isotopi indifferenziati presenti in natura dall'altro, si raccomanda che la miscela indifferenziata sia generalmente designata dal nome idrone, derivato dall'idrogeno.

Elementi e molecole elementari modifica

Nella nomenclatura sistematica (IUPAC) al nome dell'elemento si aggiunge l'appropriato prefisso numerico.

Esempi della nomenclatura sistematica applicata alle sostanze elementari.
Simbolo o formula Nome sistematico Nome tradizionale
H monoidrogeno idrogeno atomico
N monoazoto azoto atomico
N2 diazoto azoto
O monoossigeno ossigeno atomico
O2 diossigeno ossigeno
O3 triossigeno ozono
S6 esazolfo zolfo molecolare
Ar argon argon

Il prefisso mono si usa solo quando l'elemento non esiste (non è stabile o presente in natura) nello stato monoatomico.

Forme allotropiche e polimorfismo modifica

Il polimorfismo è un fenomeno per cui un elemento o un composto, cristallizzandosi, può assumere strutture particolari diverse e presentarsi, quindi, in più modificazioni o fasi cristalline. Il termine allotropo però si estende anche agli elementi liquidi e gassosi.

L'ozono (O3) è un allotropo dell'ossigeno molecolare (O2).

Forme allotropiche definite modifica

I nomi sistematici si basano sul numero di atomi nella molecola, utilizzando i prefissi numerici. Il prefisso "mono" viene utilizzato solo quando l'elemento non si presenta normalmente in uno stato monoatomico. Se il numero è grande e sconosciuto, come nelle catene lunghe o negli anelli grandi, è possibile utilizzare il prefisso "poli".

Se necessario, è possibile utilizzare prefissi appropriati per indicare la struttura. Quando si desidera specificare un particolare polimorfo di un elemento con una struttura definita (come le forme α-, β- o γ- di S8 ).

Esempi nomenclatura sistematica delle specie aventi forme allotropiche definite.
Formula Nomenclatura IUPAC Nome alternativo
Ar argon
H monoidrogeno
N monoazoto
N2 diazoto
N3 triazoto(·)
O2 diossigeno ossigeno
O3 triossigeno ozono
P4 tetrafosforo fosforo bianco
S6 esazolfo ε-zolfo
S8 ottazolfo α-zolfo, β-zolfo, γ-zolfo
Sn polizolfo μ-zolfo (o zolfo plastico)
C60 esacontacarbonio [60]fullerene
Allotropi cristrallini di uno stesso elemento modifica

Gli allotropi cristallini sono polimorfi degli elementi. Ciascuno può essere nominato aggiungendo il simbolo di Pearson tra parentesi dopo il nome dell'atomo. Questo simbolo definisce la struttura dell'allotropio in termini del suo reticolo di Bravais e il numero di atomi nella sua cella elementare. Pertanto, il ferro (cF4) è la modifica allotropica del ferro (γ-ferro) con un reticolo cubico (c), interamente centrato (F) contenente quattro atomi di ferro nella cella elementare.

Simboli di Pearson usati per i quattordici reticoli di Bravais
Classe cristallina Simbolo del reticolo Lettere del simbolo di Pearson
Triclino P aP
Monoclino P mP
C mC
Ortorombico P oP
C oC
F oF
I oI
Tetragonale P tP
I tI
Esagonale (e trigonale) P hP
Romboedrico R hR
Cubico P cP
F cF
I cI
Esempi
Simbolo Nome sistematico Nome alternativo accettato
Pn fosforo(oS8) fosforo nero
Cn carbonio(cF8) diamante
Cn carbonio(hP4) grafite (forma comune)
Cn carbonio(hR6) grafite (forma meno comune)
Fen ferro(cI2) α-ferro
Fen ferro(cF4) γ-ferro
Snn stagno(cF8) α- o stagno grigio
Snn stagno(tI4) β- o stagno bianco
Mnn manganese(cI58) α-manganese
Mnn manganese(cP20) β-manganese
Mnn manganese(cF4) γ-manganese
Mnn manganese(cI2) δ-manganese
S8 zolfo(oF128) α-zolfo
S8 zolfo(mP48) β-zolfo
S8 zolfo(mP32) γ-zolfo

In alcuni casi, il simbolo di Pearson non permette la distinzione tra due allotropi cristallini dello stesso elemento. In tal caso, il gruppo spaziale viene aggiunto tra parentesi. Se ciò non permette ancora la distinzione tra gli allotropi, dovranno essere citati i parametri reticolari caratteristicamente diversi.

Modifiche amorfe solide e allotropi comunemente riconosciuti dalla struttura indefinita modifica

Modifiche amorfe solide e allotropi comunemente riconosciuti dalla struttura indefinita si distinguono per descrittori abituali come una lettera greca, nomi basati su proprietà fisiche o nomi minerali.

Esempi
Simbolo Nome
Cn carbonio vetroso
Cn Carbonio grafitico (carbonio sotto forma di grafite, indipendentemente da difetti strutturali)
Pn Fosforo rosso [una struttura disordinata contenente parti di fosforo (oS8) e parti di tetrafosforo]
Asn arsenico amorfo

Composti binari modifica

 
esempio di nomenclatura di due composti binari, in cui si sottolinea l'appartenenza o meno alla classe degli elementi metallici.

Ci sono due classi di composti binari (formati cioè da due elementi chimici): i composti ionici e i composti molecolari.

I composti ionici sono costituiti da un catione metallico (che si scrive per primo nella formula chimica) e da un anione non metallico. I composti più importanti appartenenti a questa classe sono gli idruri ionici (o salini), i sali binari (per esempio gli alogenuri e i solfuri) e gli ossidi basici.

L'altra classe, quella dei composti binari molecolari, comprende gli ossidi acidi (chiamati anidridi nel linguaggio tradizionale) gli idracidi e gli idruri covalenti (o molecolari).

Appartengono ai composti ionici:

Appartengono ai composti molecolari:

Esempi
HF LiH SO Na2O
HCl NaH SO2 FeO
HBr KH SO3 Fe2O3
HI RbH MnO3 H2O
H2S FrH Mn2O7 Na2O2

Composti binari contenenti idrogeno modifica

Si possono distinguere i composti binari dell'idrogeno in tre gruppi:

Idracidi modifica

Gli idracidi sono composti dell’idrogeno con non metalli elettronegativi (gruppi 16 e 17), un piccolo numero di composti binari di natura molecolare. In tali composti l’idrogeno presenta n.o. pari a +1 (ione idrone H+) e quindi nella formula va scritto per primo.

La nomenclatura tradizionale prevede che il nome segua questa logica:

  1. termine acido;
  2. radice del nome del non metallo con il suffisso -idrico.

La nomenclatura IUPAC, invece, prevede la costruzione del nome seguendo tale logica:

  1. radice del nome del non metallo con il suffisso -uro;
  2. di;
  3. prefisso per il numero di atomi di idrogeno, seguito dalla parola idrogeno.
Regole di nomenclatura idracidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
idrogeno + non metallo acido + radice del nome del non metallo-idrico radice del nome del non metallo-uro + di + n-idrogeno
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli idracidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
HF acido fluoridrico fluoruro di idrogeno
HCl acido cloridrico cloruro di idrogeno
HBr acido bromidrico bromuro di idrogeno
HI acido iodidrico ioduro di idrogeno
H2S acido solfidrico solfuro di diidrogeno
HCN acido cianidrico

(pur non essendo un composto formato da due sole

specie elementari rientra nelle regole di nomenclatura

degli idracidi e dei composti binari)

cianuro di idrogeno

Idruri modifica

Sono composti binari in cui l'idrogeno è legato con elementi che vanno dal gruppo 1 al 16. In tali composti l’idrogeno presenta n.o. pari a -1 (ione idruro H-) e quindi nella formula va scritto per secondo.

In base all'elemento con cui si lega l'idrogeno si distinguono gli idruri molecolari e gli idruri salini.

La nomenclatura tradizionale prevede che la costruzione del nome segua questa logica:

  1. termine idruro;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo).

La nomenclatura Stock, invece, prevede la costruzione del nome seguendo tale logica:

  1. termine idruro;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo) seguito dal numero di ossidazione proprio scritto in numeri romani tra parentesi.

La nomenclatura IUPAC, in ultima, prevede la costruzione del nome seguendo tale logica:

  1. prefisso per il numero di atomi di idrogeno, seguito dal suffisso -idruro;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo).
Regole di nomenclatura idruri.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
metallo alcalino (o non metallo o semimetallo) + idrogeno idruro di + nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo) idruro di + nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo) + (n.o. del metallo (o del non metallo o del semimetallo)) n-idruro di + nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli idruri.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
LiH idruro di litio idruro di litio (I) monoidruro di litio

oppure

idruro di litio

NaH idruro di sodio idruro di sodio (I) monoidruro di sodio

oppure

idruro di sodio

KH idruro di potassio idruro di potassio (I) monoidruro di potassio

oppure

idruro di potassio

RbH idruro di rubidio idruro di rubidio (I) monoidruro di rubidio

oppure

idruro di rubidio

FrH idruro di francio idruro di francio (I) monoidruro di francio

oppure

idruro di francio

Idruri molecolari modifica

Gli idruri molecolari o covalenti sono composti dell’idrogeno con semimetalli e non metalli (gruppi 14, 15 e 16). Si tratta di composti costituiti da molecole in cui l’idrogeno nella formula va scritto per secondo.

Sono spesso liquidi o gassosi.

È bene ricordare che tali molecole, pur presentando una lieve differenza di potenziale tra gli atomi, non sono acide.

La nomenclatura tradizionale in questi casi viene sostituita dai vecchi nomi attribuiti alle molecole:

Idruri salini modifica

Gli idruri sono composti dell’idrogeno con metalli fortemente elettropositivi (1º e 2º gruppo generalmente). Si tratta di composti ionici in cui l’idrogeno presenta n.o. pari a -1 (ione idruro H-) e quindi nella formula va scritto per secondo.

  • Gruppo 1:
    • LiH;
    • NaH;
    • KH;
    • RbH;
    • FrH.
  • Gruppo 2:
    • BeH2;
    • MgH2;
    • CaH2;
    • SrH2;
    • BaH2;
    • RaH2.

Composti binari contenenti ossigeno modifica

Vengono definiti ossidi tutti quei composti binari che contengono l'ossigeno.

Formula chimica: XmOn, dove X è un elemento qualsiasi della tavola periodica.

Gli ossidi possono essere suddivisi in tre classi in base al numero di ossidazione che presenta l'ossigeno:

Ossidi modifica

L'ossigeno forma composti con quasi tutti gli elementi della tavola periodica, tali composti sono gli ossidi. Vengono distinti in ossidi acidi e ossidi basici in base alle proprietà chimiche che mostrano e all'elemento legato insieme all'ossigeno.

In tali composti il numero di atomi di ossigeno può variare, ma il numero di ossidazione è sempre -2.

La nomenclatura tradizionale prevede la distinzione della tipologia di ossido, si classifica l'ossido come anidride l'ossido acido e semplicemente ossido l'ossido basico:

 
Formazione degli ossidi acidi.

a) Ossido acido: ottenuto quando l'ossigeno reagisce con un elemento non metallico o semimetallico, in alcuni casi anche con metalli se il n.o. elevati.

  1. utilizzo del termine anidride;
  2. scelta del suffisso della radice del nome del non metallo (o semimetallo o metallo):
    • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ica;
    • se il non metallo (o semimetallo o metallo) presenta due numeri di ossidazione:
      • viene usato -osa per il n.o. minore;
      • viene usato -ica per il per n.o. maggiore.
  3. scelta del prefisso della radice del nome del non metallo (o semimetallo o metallo), nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) presenti più di due numeri di ossidazione:
    • viene usato ipo- per il n.o. minore;
    • viene usato per- per il n.o. maggiore.
 
Formazione degli ossidi basici.

b) Ossido basico: ottenuto quando l'ossigeno reagisce con un elemento metallico.

  1. utilizzo del termine ossido;
  2. di;
  3. scelta del suffisso:
    • nel caso in cui il metallo possegga un unico numero di ossidazione, non viene utilizzato alcun suffisso, lasciando il nome del metallo preceduto dalla preposizione "di";
    • se il metallo presenta due numeri di ossidazione, vengono usati -oso (per n.o. minore) e -ico (per n.o. maggiore) come suffissi dopo la radice del nome del metallo.

La nomenclatura Stock, invece, prevede la formulazione del nome seguendo tale logica:

  1. termine ossido;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo) seguito dal numero di ossidazione proprio scritto in numeri romani tra parentesi.

La nomenclatura IUPAC, in ultima, prevede la costruzione del nome seguendo tale logica:

  1. prefisso per il numero di atomi di ossigeno, seguito dal suffisso -ossido;
  2. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo).
Ossidi acidi modifica
Regole di nomenclatura ossidi acidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
non metallo (o metallo con n.o. elevato) + ossigeno (n.o. = -2) anidride + prefisso-radice del nome del non metallo-suffisso ossido di + nome del non metallo (o semimetallo o metallo) + (n.o. del non metallo (o semimetallo)) n-ossido di + n-nome del non metallo (o semimetallo o metallo)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli ossidi acidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
SO anidride iposolforosa ossido di zolfo (II) monossido di zolfo
SO2 anidride solforosa ossido di zolfo (IV) diossido di zolfo
SO3 anidride solforica ossido di zolfo (VI) triossido di zolfo
MnO3 anidride manganica ossido di manganese (VI) triossido di manganese
Mn2O7 anidride permanganica ossido di manganese (VII) eptossido di dimanganese
Ossidi basici modifica
Regole di nomenclatura ossidi basici.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
metallo + ossigeno (n.o. O = -2) ossido di + radice del nome del metallo-oso/ico ossido di + nome del metallo + (n.o. del metallo) n-ossido di + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli ossidi basici.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
Na2O ossido di sodio ossido di sodio (I) monossido di disodio
FeO ossido ferroso ossido di ferro (II) monossido di ferro
Fe2O3 ossido ferrico ossido di ferro (III) triossido di diferro

Perossidi modifica

I perossidi sono composti binari aventi due atomi di ossigeno, entrambi con numero di ossidazione di -1.

Le nomenclature tradizionale, Stock e IUPAC hanno come regola:

  1. termine perossido;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo).

Uno dei perossidi più conosciuti è il perossido di idrogeno (H2O2) che comunemente viene chiamato acqua ossigenata.

Regole di nomenclatura perossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale/ Stock/ IUPAC
metallo alcalino (o idrogeno) + ossigeno (n.o. O = -1) perossido di + nome del metallo alcalino (o idrogeno)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli perossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale
H2O2 perossido di idrogeno
Na2O2 perossido di sodio

Superossidi modifica

I superossidi sono composti binari aventi due atomi di ossigeno, entrambi con numero di ossidazione di -0.5.

Le nomenclature tradizionale, Stock e IUPAC hanno come regola:

  1. termine superossido;
  2. di;
  3. nome del metallo (o del non metallo o del semimetallo).
Regole di nomenclatura superossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale/ Stock/ IUPAC
metallo alcalino (o idrogeno) + ossigeno (n.o. O = -0.5) superossido di + nome del metallo alcalino (o idrogeno)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli superossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale
KO2 superossido di potassio
HO2 superossido di idrogeno

oppure

idroperossile

NaO2 superossido di sodio

Sali binari modifica

Vengono definiti sali tutti quei composti che presentano un legame ionico e che quindi comprendono una parte metallica, scritta per prima nella formula chimica, e una non metallica, scritta per seconda nella formula chimica.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. radice del nome del non metallo, seguita dal il suffisso -uro;
  2. radice del nome del metallo;
  3. suffisso da assegnare alla radice del metallo:
    • -oso se il metallo presenta n.o. minore;
    • -ico se presenta n.o. maggiore.

La nomenclatura Stock prevede:

  1. radice del nome del non metallo, seguita dal il suffisso -uro;
  2. nome del metallo, seguito dal n.o. di quest'ultimo scritto in numeri romani tra parentesi.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di atomi del non metallo, seguito dalla radice del nome del non metallo con suffisso -uro;
  2. prefisso del numero di atomi del metallo, seguito dal nome del metallo.
Regole di nomenclatura sali binari.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
metallo + non metallo radice nome del non metallo-uro + radice del nome del metallo-oso/ico radice del nome del non metallo-uro + nome del metallo + (n.o. del metallo) n-radice nome non metallo-uro + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei sali.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
LiCl cloruro di litio cloruro di litio (I) cloruro di litio
Na2S solfuro di sodio solfuro di sodio (I) solfuro di disodio
FeI2 ioduro ferroso ioduro di ferro (II) dioduro di ferro
FeBr3 bromuro ferrico bromuro di ferro (III) tribromuro di ferro

Composti ternari modifica

 
Formazione dei composti chimici che dipendono dagli ossidi acidi/basici.

I composti ternari sono formati dalla combinazione di tre differenti elementi. I principali composti ternari sono gli idrossidi, gli ossiacidi (detti anche ossoacidi) e i sali degli ossiacidi.

Si possono classificare in:

  • Ionici:
    • idrossidi;
    • sali degli ossiacidi.
  • molecolari:
    • ossiacidi.

Idrossidi modifica

Gli idrossidi sono composti di tipo ionico che si ottengono facendo reagire gli ossidi basici con l'acqua.

Il gruppo monovalente caratteristico degli idrossidi è l'ossidrile (OH) presente come ione idrossido (OH-).

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. termine idrossido;
  2. di;
  3. radice del nome del metallo;
  4. suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo:
    • -oso se il metallo presenta n.o. minore;
    • -ico se presenta n.o. maggiore.

La nomenclatura Stock prevede:

  1. termine idrossido;
  2. di;
  3. nome del metallo, seguito dal n.o. di quest'ultimo scritto in numeri romani tra parentesi.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di ossidrili, seguito dal termine idrossido;
  2. di;
  3. prefisso del numero di atomi del metallo, seguito dal nome del metallo.
Regole di nomenclatura idrossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
metallo + idrogeno + ossigeno oppure metallo + (OH)n idrossido di + radice del nome del metallo-suffisso idrossido di + nome del metallo + (n.o. del metallo) n-idrossido di + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli idrossidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura Stock Nomenclatura IUPAC
Ca(OH)2 idrossido di calcio idrossido di calcio (II) diidrossido di calcio
Fe(OH)2 idrossido ferroso idrossido di ferro (II) diidrossido di ferro
Fe(OH)3 idrossido ferrico idrossido di ferro (III) triidrossido di ferro
Sn(OH)2 idrossido stannoso idrossido di stagno (II) diidrossido di stagno
Sn(OH)4 idrossido stannico idrossido di stagno (IV) tetraidrossido di stagno
Al(OH)3 idrossido di alluminio idrossido di alluminio (III) triidrossido di alluminio

Acidi ossigenati modifica

Gli ossoacidi (ossiacidi o acidi ossigenati) si ottengono per reazione degli ossidi acidi con acqua. Secondo la nomenclatura tradizionale il nome di ciascun ossiacido deriva direttamente dalla corrispondente anidride.

Gli ossiacidi si suddividono in:

  • "monoprotici": con un solo atomo di idrogeno;
  • "diprotici": con due atomi di idrogeno;
  • "triprotici": con tre atomi di idrogeno.

Generalmente le anidridi reagiscono in un rapporto 1:1 con l'acqua senza aver la possibilità di altri rapporti di combinazione.

Alcune delle anidridi, però, possono combinarsi in rapporti diversi con l'acqua. Nella nomenclatura tradizionale, per distinguere le diverse possibilità di combinazione, vengono introdotti i prefissi meta- per un rapporto 1:1 anidride:acqua, piro- per un rapporto 1:2 anidride:acqua e orto- per un rapporto 1:3 anidride:acqua. Tale comportamento è tipico per le anidridi di fosforo, arsenico, antimonio, silicio e boro.

Infine si possono avere dei poliacidi, cioè due o più molecole di anidridi che reagisco con una o più molecole di acqua; per denominare questi acidi si usano i prefissi tri- e tetra- nella nomenclatura tradizionale.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. termine acido;
  2. se l'acido ossigenato presenta più rapporti possibili di combinazione con le molecole d'acqua occorre un prefisso da collocare prima della radice del nome del non metallo:
    • anidride:acqua = 1:1 → "meta-";
    • anidride:acqua = 1:2 → "piro-";
    • anidride:acqua = 1:3 → "orto-";
    • anidride:acqua = m:n → si usano i prefissi "tri-", "tetra-", contando il numero di molecole di anidride risultanti (m);
  3. radice del nome del non metallo;
  4. suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo:
    • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ica;
    • se il non metallo (o semimetallo o metallo) presenta due numeri di ossidazione, vengono usati -osa (per n.o. minore) e -ica (per n.o. maggiore) come suffissi dopo la radice del nome del non metallo (o semimetallo o metallo).
  5. scelta del prefisso da assegnare alla radice del nome del non metallo, qualora fosse necessario:
    • nel caso in cui il non metallo presenti più di due numeri di ossidazione, vengono usati ipo- (per n.o. minore) e per- (per n.o. maggiore) come prefissi prima della radice del nome del non metallo (o semimetallo o metallo).

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. termine acido;
  2. prefisso del numero di atomi di ossigeno, seguito -osso;
  3. radice del nome del non metallo, seguita dal suffisso -ico de dal n.o. scritto in numeri romani tra parentesi.
Regole di nomenclatura acidi ossigenati.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
idrogeno + non metallo + ossigeno acido + prefisso-radice del nome del non metallo-suffisso acido + n-osso + radice del nome del non metallo-ico + (n.o. del non metallo)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli ossiacidi.
Formula chimica Stato di ossidazione del non metallo Nome tradizionale Nome IUPAC
H2SO3 +4 acido solforoso acido triossosolforico(IV)
H2SO4 +6 acido solforico acido tetraossosolforico(VI)
HNO2 +3 acido nitroso acido diossonitrico(III)
HNO3 +5 acido nitrico acido triossonitrico(V)
H2CO3 +4 acido carbonico acido triossocarbonico(IV)
H3PO3 +3 acido fosforoso acido triossofosforico(III)
H3PO4 +5 acido fosforico acido tetraossofosforico(V)
HClO +1 acido ipocloroso acido monossoclorico(I)
HClO2 +3 acido cloroso acido diossoclorico(III)
HClO3 +5 acido clorico acido triossoclorico(V)
HClO4 +7 acido perclorico acido tetraossoclorico(VII)
H2C2O4 +3 acido ossalico acido etandioico

(assume tale nome in quanto

questo acido, pur essendo un

composto ternario, risulta rientrare

nella categoria dei composti organici)

Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli ossiacidi nel caso dell'utilizzo dei prefissi meta-, piro- e orto-.
Rapporto Reazione Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
1:1 P2O5 + 1 H2O → 2 HPO3 HPO3 acido metafosforico acido triossofosforico (V)
1:2 P2O5 + 2 H2O → H4P2O7 H4P2O7 acido pirofosforico acido eptaossodifosforico (V)
1:3 P2O5 + 3 H2O → 2 H3PO4 H3PO4 acido ortofosforico (o acido fosforico) acido tetraossofosforico (V)
1:1 P2O3 + 1 H2O → 2 HPO2 HPO2 acido metafosforoso acido diossofosforico (III)
1:2 P2O3 + 2 H2O → H4P2O5 H4P2O5 acido pirofosforoso acido pentossodifosforico (III)
1:3 P2O3 + 3 H2O → 2 H3PO3 H3PO3 acido ortofosforoso acido triossofosforico (III)
1:1 B2O3 + 1 H2O → 2 HBO2 HBO2 acido metaborico acido diossoborico (III)
1:3 B2O3 + 3 H2O → 2 H3BO3 H3BO3 acido ortoborico (o borico) acido triossoborico (III)
1:1 SiO2 + 1 H2O → H2SiO3 H2SiO3 acido metasilicico acido triossosilicico (IV)
1:2 SiO2 + 2 H2O → H4SiO4 H4SiO4 acido ortosilicico

(eccezione rispetto al nome pirosilico, valido perché

non esiste l'acido con rapporto 1:3, quindi questo è

l'acido che si ottiene con il maggior numero di molecole

di acqua per il diossido di silicio e questo gli permette di

ottenere il prefisso orto-)

acido tetraossosilicico (IV)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura degli ossiacidi nel caso dell'utilizzo del prefissi tri- e tetra-.
Rapporto Reazione Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
2:1 2 B2O3 + 1 H2O → H2B4O7 H2B4O7 acido tetraborico acido eptaossotetraborico (III)
4:3 4 SiO2 + 3 H2O → H6Si4O11 H6Si4O11 acido tetrasilicico acido undecaossotetrasilicico (IV)
2:2 2 P2O5 + 2 H2O → H4P4O12 H4P4O12 acido tetrafosforico acido dodecaossotetrafosforico (V)

Sali ternari modifica

I sali ternari sono composti ionici che derivano dagli acidi dopo esser stati privati dei protoni e sostituiti con dei cationi.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. radice del nome del non metallo ossigenato;
    • suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo:
      • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ato;
      • nel caso in cui il non metallo possegga due numeri di ossidazione il suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo diventa:
        • -ito se il non metallo presenta n.o. minore;
        • -ato se presenta n.o. maggiore.
    • scelta del prefisso da assegnare alla radice del nome del non metallo, qualora fosse necessario:
      • nel caso in cui il non metallo presenti più di due numeri di ossidazione, vengono usati ipo- (per n.o. minore) e per- (per n.o. maggiore) come prefissi prima della radice del nome del non metallo (o semimetallo);
  2. nome del metallo.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di atomi di ossigeno, seguito da -osso;
  2. radice del nome del non metallo, seguita dal suffisso -ato de dal n.o. scritto in numeri romani tra parentesi;
  3. di;
  4. prefisso del numero di atomi del metallo;
  5. nome del metallo seguito dal n.o. scritto in numeri romani dentro parentesi.
Regole di nomenclatura sali ternari.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
metallo + non metallo + ossigeno prefisso-radice del nome del non metallo ossigenato-suffisso + nome del metallo n-osso + radice nome del non metallo-ato + (n.o. del non metallo) + di + n-nome del metallo + (n.o. del metallo)
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei sali ternari.
Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
Na2CO3 carbonato di sodio triossocarbonato (IV) di sodio
K2Cr2O7 dicromato di potassio eptaossocromato (VI) di dipotassio

Composti quaternari modifica

Sali acidi modifica

I sali acidi sono composti ionici che derivano dagli acidi per sostituzione di uno o più atomi di idrogeno con un catione.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. regole per il nome con il suffisso bi-:
    • suffisso bi-;
    • radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo o metallo);
    • suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo o metallo):
      • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ato;
      • nel caso in cui il non metallo possegga due numeri di ossidazione il suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo diventa:
        • -ito se il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato presenta n.o. minore;
        • -ato se presenta n.o. maggiore.
    • nome del metallo.
  2. regole per il nome con la particella acido:
    • radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo o metallo);
    • suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo o metallo):
      • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ato;
      • nel caso in cui il non metallo possegga due numeri di ossidazione il suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo diventa:
        • -ito se il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato presenta n.o. minore;
        • -ato se presenta n.o. maggiore.
    • prefisso del numero di idrogeni;
    • acido di;
    • nome del metallo.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di atomi di idrogeno, seguito dal nome idrogeno;
  2. prefisso del numero di atomi di ossigeno, seguito dal suffisso -osso;
  3. radice del nome del non metallo, seguita dal suffisso -ato e dal n.o. scritto in numeri romani tra parentesi;
  4. di;
  5. prefisso del numero di atomi del metallo;
  6. nome del metallo seguito dal n.o. scritto in numeri romani dentro parentesi.
Regole di nomenclatura sali acidi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
metallo + idrogeno + non metallo + ossigeno bi-radice del nome del non metallo-suffisso + nome del metallo

oppure

radice del nome del non metallo-suffisso n-(idrogeni)acido di + nome del metallo

n-idrogeno + n-osso + radice del nome del non metallo-ato +(n.o. del non metallo) + di + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei sali acidi.
Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
NaHCO3 bicarbonato di sodio

oppure

carbonato acido di sodio

monoidrogeno triossocarbonato (IV) di sodio
KHSO3 bisolfito di potassio

oppure

solfito acido di potassio

monoidrogeno triossosolfato (IV) di potassio
KHSO4 bisolfato di potassio

oppure

solfato acido di potassio

monoidrogeno triossosolfato (VI) di potassio
LiH2PO4 fosfato biacido di litio diidrogeno tetraossofosfato (V) di litio
Li2HPO4 bifosfato di litio

oppure

fosfato acido di litio

monoidrogeno tetraossofosfato (V) di dilitio

Sali basici modifica

I sali basici sono composti ionici che derivano dalle basi (idrossidi) per sostituzione di uno o più ioni ossidrilici con un anione diverso.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo);
  2. suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo):
    • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ato;
    • nel caso in cui il non metallo possegga due numeri di ossidazione il suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo diventa:
      • -ito se il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato presenta n.o. minore;
      • -ato se presenta n.o. maggiore.
  3. prefisso del numero di gruppi ossidrilici;
  4. basico di;
  5. nome del metallo.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di atomi di idrogeno, seguito dal nome idrogeno;
  2. prefisso del numero di atomi di ossigeno, seguito dal suffisso -osso;
  3. radice del nome del non metallo (o semimetallo), seguita dal suffisso -ato e dal n.o. scritto in numeri romani tra parentesi;
  4. di;
  5. prefisso del numero di atomi del metallo;
  6. nome del metallo seguito dal n.o. scritto in numeri romani dentro parentesi.
Regole di nomenclatura sali basici.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
metallo + (ossigeno + idrogeno) + non metallo + ossigeno radice del nome del non metallo (o semimetallo)-suffisso + n-basico di + nome del metallo n-idrogeno + n-osso + radice del nome del non metallo (o semimetallo)-ato + (n.o. del non metallo/semimetallo) + di + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei sali basici.
Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
CrOHSO4 solfato basico di cromo monoidrogeno pentossosolfato (VI) di cromo
FeOHPO4 fosfato basico di ferro monoidrogeno pentossofosfato (VI) di ferro
Bi(OH)2Cl cloruro dibasico di bismuto diidrogeno diossoclorato (I) di bismuto

Sali doppi modifica

I sali doppi sono composti ionici in cui sono presenti due cationi di specie diverse e un anione (oppure un catione con due anioni di specie diverse). Entrambi i casi sono delle generalizzazioni rispetto ai sali acidi e basici.

La nomenclatura tradizionale prevede tali regole:

  1. nome del primo metallo;
  2. nome del secondo metallo;
  3. nome del non metallo (o semimetallo o metallo);
  4. suffisso da assegnare alla radice del nome del non metallo ossigenato (o semimetallo):
    • nel caso in cui il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato possegga un unico numero di ossidazione, viene utilizzato il suffisso -ato;
  5. nel caso in cui il non metallo possegga due numeri di ossidazione il suffisso da assegnare alla radice del nome del metallo diventa:
    • -ito se il non metallo (o semimetallo o metallo) ossigenato presenta n.o. minore;
    • -ato se presenta n.o. maggiore.
  6. scelta del prefisso da assegnare alla radice del nome del non metallo, qualora fosse necessario:
    • nel caso in cui il non metallo presenti più di due numeri di ossidazione, vengono usati ipo- (per n.o. minore) e per- (per n.o. maggiore) come prefissi prima della radice del nome del non metallo (o semimetallo);

Il nome ottenuto dalla nomenclatura tradizionale può vedere invertiti gli ordini di cationi e anioni, la costruzione però delle singole parti rimane la medesima.

La nomenclatura IUPAC prevede invece:

  1. prefisso del numero di atomi di ossigeno, seguito dal suffisso -osso;
  2. radice del nome del non metallo (o semimetallo), seguita dal suffisso -ato e dal n.o. scritto in numeri romani tra parentesi;
  3. di;
  4. prefisso del numero di atomi del primo metallo;
  5. nome del primo metallo;
  6. prefisso del numero di atomi del secondo metallo;
  7. nome del secondo metallo.
Regole di nomenclatura sali doppi.
Formula chimica Nomenclatura tradizionale Nomenclatura IUPAC
metallo + metallo + non metallo + ossigeno nome del primo metallo + nome del secondo metallo + radice del nome non metallo-suffisso

oppure

radice del nome del non metallo-suffisso + nome del primo metallo + nome del secondo metallo

n-osso + radice del nome del non metallo-ato + (n.o. del non metallo) + n-nome del metallo + n-nome del metallo
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei sali doppi.
Formula chimica Nome tradizionale Nome IUPAC
NaKSO4 solfato di sodio e di potassio tetrossosolfato (VI) di sodio e di potassio
LiFePO4 fosfato di litio e di ferro tetrossofosfato (VI) di litio e di ferro

Complessi modifica

 
Ione tetraceticodiamminoferrato, un esempio di complesso a carica negativa.

Un complesso è un composto chimico in cui un atomo lega un numero di altre specie chimiche superiore al suo numero di ossidazione.

I metalli di transizione, che allo stato elementare possiedono livelli d o f parzialmente occupati, formano una vasta classe di composti, detti complessi o composti di coordinazione. in cui il metallo centrale M (allo stato neutro o ionizzato) forma legami covalenti dativi (o di coordinazione) con una serie di atomi o gruppi chimici, detti leganti (o ligandi, italianizzando il termine inglese ‘ligands’), neutri o di carica opposta rispetto all’atomo centrale. Il metallo centrale agisce come acido di Lewis (accettore di elettroni, elettrofilo) nei confronti dei leganti che si comportano come basi di Lewis (donatori di doppietti elettronici, nucleofili).

I complessi possono avere le seguenti caratteristiche:

  • Numero di leganti/complessanti diversi:
    • complesso con un'unica specie legante sono detti omolettici;
    • complesso con diverse specie di leganti sono detti eterolettci.
  • Tipologia dei leganti: I leganti vengono classificati in relazione al numero di doppietti elettronici (e quindi di legami) che possono utilizzare per legarsi all’atomo centrale. Se un legante forma un solo legame con l’atomo centrale il legante si dice monodentato (CO, NH3, CN-, OH-, H2O etc), se ne forma due si dice bidentato (dien, en, acac…) e così via. I leganti polidentati si definiscono agenti chelanti ed i complessi che presentano leganti polidentati si definiscono anche composti chelati. Un complesso chelato risulta più stabile di un analogo complesso contenente solo leganti monodentati. Tale aumento di stabilità è noto come effetto chelato.
  • Carica netta del complesso: un complesso può risultare neutro od elettricamente carico (ione complesso); ovviamente la sua carica sarà data dalla somma delle cariche del metallo centrale e dei leganti. La formula di un complesso viene racchiusa tra parentesi quadre, scrivendo prima il metallo centrale e poi i leganti. Negli esempi seguenti indichiamo con M il metallo centrale e con L i leganti. Vi sono tre possibilità di carica:
    • carica positiva;
    • carica neutra;
    • carica negativa.
Esempi dei complessi carichi e neutri.
Tipologia Formula Cariche parziali
catione complesso [Co(NH3)6]3+ (M = Co3+, L = 6 NH3)
anione complesso [PtCl6]2 - (M = Pt4+, L = 6 Cl-)
complesso neutro [Fe3(CO)12] (M = 3 Fe, L = 12 CO)
complesso neutro [Cr(H2O)3Cl3] (M = Cr3+, L = 3 H2O, L = 3 Cl-)

Formula chimica: [metallo + legante/i]m

Il nome dei composti di coordinazione consiste in due parti scritte insieme in cui compaiono prima i ligandi e poi l'atomo metallico seguito dal numero di ossidazione, secondo le seguenti regole:

n-nome legante/i + nome del metallo + (n.o. del metallo)

  1. Ligandi:
    • Nome:
      • I leganti anionici che terminano in -ato, -ito ed in -ile mantengono la desinenza;
      • I leganti che terminano in -uro cambiano la desinenza in -o;
      • I leganti neutri mantengono lo stesso nome delle rispettive molecole con le seguenti 4 eccezioni: H2O (acquo), NH3 (ammino), CO (carbonil) e NO (nitrosil).
    • Il nome dei ligandi è preceduto da un prefisso:
      • Nella maggior parte dei casi da un prefisso greco (mono, di, tri, tetra, penta, esa, ...) che ne indica il numero;
      • Quando si è di fronte a ligandi polidentati (per esempio, etilenediamina, ossalato) e a quelli che contengono già nel loro nome un prefisso numerico o presentano un nome più lungo di 5-6 lettere, allora il loro nome, posto tra parentesi, verrà preceduto dai prefissi bis (2), tris (3), tetrakis (4), pentakis (5), esakis (6) e i leganti vengono scritti tra parentesi tonde.
    • Ordine:
      • Quando sono presenti più leganti diversi, questi vanno scritti in ordine alfabetico, non considerando il prefisso greco.
  2. Metallo:
    • Stato di ossidazione del metallo:
      • Se il metallo complessato ha più di un numero di ossidazione questo viene messo alla fine tra parentesi in numeri romani (convenzione di Stock). In alternativa è possibile mettere la carica netta, positiva o negativa, dello ione complesso in numeri arabi (convenzione di Ewens-Bassett ma è sconsigliata dalla IUPAC).
    • Carica del complesso:
      • Se il complesso presenta carica negativa, m<0, si aggiunge al nome del metallo il suffisso -ato, e infine è seguito dal numero di ossidazione scritto tra parentesi. In alcuni casi, si impiega il nome latino al posto del nome in italiano del metallo:
        • Se presente un secondo elemento metallico carico positivamente come controione, come rappresentato dalla formula chimica: metallo2 [ metallo1 + legante/i ], la regola di nomenclatura diverrà: n-legante/i + nome del metallo1-ato + (n.o. del metallo1)+ nome del metallo2, il nome del complesso precederà il nome del catione che fa da controione;
        • Se non presenta nessun controione, il nome del complesso viene preceduto dal termine ione.
      • Se il complesso presenta carica neutra, m=0, il nome del metallo non acquisisce nessun suffisso;
      • Se il complesso presenta carica positiva, m>0, il nome del metallo non acquisisce nessun suffisso:
        • Se presenta un controione, come rappresentato dalla formula chimica: [metallo + legante/i]m + anione, la regola di nomenclatura diverrà: n-anione-desinenza + n-nome legante/i + nome del metallo + (n.o. del metallo), il nome dell'anione precederà il nome del complesso;
        • Se non presenta nessun controione, il nome del complesso viene preceduto dal termine ione.
Nomi dei leganti
Tipo Legante Formula chimica Nome del legante
Anionici idruro H- idro
floruro F- fluoro
cloruro Cl- cloro
bromuro Br- bromo
ioduro I- iodo
cianuro :CN- ciano
idrossido OH- idrosso
carbonato CO32- carbonato
ossalato (Ox) C2O42- ossalato
tiocianato :SCN- tiocianato
isotiocianato :NCS- isotiocianato
ossido (Oxo) O2- osso
perossido O22- perosso
superperossido O2- superperosso
azido (azoturo) N3- azido (azoto)
nitruro N3- nitro
cianato :OCN- cianato
etilendiamminotetraacetato (EDTA) (-O2CCH2)2NCH2CH2N(CH2CO2-)2 etilendiamminotetraacetato
acetilacetonato acac- (CH3COCH2COCH2)- acetilacetonato
metil (Me) CH3- metil
etil (Et) CH3CH2- etil
nitrito NO2- nitrito
solfito SO32- solfito
fenil Ph- fenil
acetato (MeCOO-) CH3COO- acetato
glicinato gly- glicinato
salicilato sal- salicilato
ciclopentadienil C5H5- ciclopentadienil
Neutri acqua H2O aquo
ammoniaca NH3 ammino
ammina NH2 amina
monossido di carbonio CO carbonile
monossido d'azoto NO nitrosile
diazoto N2 diazoto
diossigeno O2 diossigeno
etilendiammina (en) H2NCH2CH2NH2 etilendiammina
dietilentriamina (dien) dietilentriamina
trietilentetraamina (trien) trietilentetraamina
piridina (py) piridina
bipiridina (bpy o bipy) bipiridina
terpiridina (terpy) terpiridina
fosfina PH3 fosfina
trifenilfosfina PPh3 trifenilfosfina
trimetilfosfina PMe3 trimetilfosfina
trietilfosfina PEt3 trietilfosfina
trifluorofosfina PF3 trifluorofosfina
metilamina NH2Me metilamina
difosfano (difos) difosfano
diarsano (diars) diarsano
glicodimetiletere (glime) glicodimetiletere
urea OC(NH2)2 urea
etene C2H4 etene
acetonitrile CH3CN acetonitrile
Tabella di esempi in cui viene applicata la nomenclatura dei complessi.
Formula chimica Nome del complesso
[NiCl4]2- ione tetracloronichelato (II)
[CuNH3Cl5]3- ione aminopentaclorocuprato (II)
[Cd(en)2(CN)2] dicianobisetilendiaminocadmio (II)
[Fe(NH3)6]Cl3 esamminoferro (III) cloruro
K3[Fe(CN)6] potassio esacianoferrato (III)
[Ni(H2O)6]SO4 solfato di esaaquonichel (II)

Note modifica

  1. ^ RedBock IUPAC pag:51, IR-3.5

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia