Non contate su di noi

film del 1978 diretto da Sergio Nuti

Non contate su di noi è un film del 1978 diretto da Sergio Nuti.

Non contate su di noi
Una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1978
Durata120 min
Rapporto1,66:1
Generedrammatico, commedia
RegiaSergio Nuti
SceneggiaturaFrancesca Ferrari, Sergio Nuti, Gianloreto Carbone, Manfredi Marzano (non accreditato)
ProduttoreManfredi Marzano
Casa di produzioneIxtlan Film
Distribuzione in italianoVIS - Capitol International Video
FotografiaRenato Tafuri
MontaggioFernanda Indoni
MusicheMaurizio Rota
ScenografiaEnrico Luzzi
CostumiEnrico Luzzi
Interpreti e personaggi

Si tratta del primo e unico lungometraggio diretto dal montatore Sergio Nuti.

Trama modifica

Roma, fine anni settanta. Un giovane musicista romano incontra una ragazza in crisi di astinenza da eroina, la soccorre e si prende cura di lei: nasce una storia d'amore che coinvolge il protagonista nell'esperienza drammatica della tossicodipendenza, condivisa con la donna e con il gruppo di giovani che ruotano intorno alla coppia.

Produzione modifica

 
Una scena del film girata a Piazza Pio IX a Primavalle, una delle principali location del film

La sceneggiatura del film è scritta a sei mani: dal regista Nuti, dall'attrice Francesca Ferrari e da Gianloreto Carbone. Il titolo del film in fase di sceneggiatura non era il "collettivo" Non contate su di noi ma il fin troppo esplicito e individualista Eroina per Flauto[1].

Il film, essendo totalmente autoprodotto, venne girato in pellicola 16mm e poi "gonfiato" in 35mm per la distribuzione nelle sale[2].

Le riprese si svolsero principalmente nella zona di Primavalle e Balduina, a Roma.

Nel film stesso è possibile scorgere anche la stazione di Roma Tiburtina, luogo dove i protagonisti transitano durante i loro giri in auto.

Colonna sonora modifica

La colonna sonora originale venne affidata a Maurizio Rota, anche attore nel film nel ruolo di Robby. Rota ha poi distribuito (con l'etichetta EMI Music) su 45 giri le canzoni Strade de' borgata/Un fiore contro il vento. Sulla cover del singolo è precisato che i brani sono estratti dalla colonna sonora del film Non contate su di noi.

Track list, completa di canzoni di repertorio:

  1. Maurizio Rota - Un fiore contro il vento
  2. Maurizio Rota - Strade de' borgata - 4:11
  3. Massimo Altomare - E, Eo, Ea
  4. Enzo de Luca - Hello song
  5. Canzoniere del Lazio - Mogadiscio
  6. Alan Sorrenti - Sienteme - 3:30

Distribuzione modifica

Il film uscì nelle sale cinematografiche italiane il 23 maggio 1978, distribuito dalla VIS - Capitol International Video, piccola distribuzione che in quegli anni portò nelle sale anche film come il controverso Maladolescenza di Pier Giuseppe Murgia, La ballata di Stroszek di Werner Herzog e L'amico americano di Wim Wenders. All'estero, ad oggi, non è mai arrivato.

L'opera prima di Nuti arrivò nello stesso anno in cui Nanni Moretti realizzò il suo secondo film (ma prima regia realizzata con mezzi professionali: il suo esordio Io sono un autarchico venne girato in formato Super 8 e poi gonfiato in 16mm per la distribuzione nelle sale) Ecce bombo, film con cui Non contate su di noi sembra avere più punti di contatto e al tempo stesso sembra essere l'altra faccia. Se nel film di Moretti i protagonisti sono ex sessantottini alla ricerca di un ideale politico che sembra non esistere più, nel film di Nuti (sempre girato nella periferia romana, come Primavalle) troviamo sempre dei ragazzi appartenenti alla stessa generazione dei protagonisti del film di Moretti, però il fulcro di tutto non sembra essere la politica, ma il mondo della droga.

Divieti modifica

Il film venne vietato ai minori di 14 anni a causa della delicata tematica trattata e delle molteplici scene di sesso.

Edizioni home video modifica

Fino al 2019, a oltre quarant'anni dalla sua uscita nelle sale, dell'opera di Nuti non esistevano edizioni home video, né su VHS, né su DVD, né su Blu-ray disc. Il film esisteva soltanto su pellicola, conservato presso la Cineteca Nazionale di Roma: i negativi 16mm originari sono stati perduti, ma sono ancora rintracciabili i negativi duplicati 35mm e una copia positiva parzialmente segnata dall'usura e da un principio di fading del colore[2].

A partire da una petizione lanciata nel luglio 2015 da Tutti parlano di Cinema[3][4][5] a favore di un restauro del film e della successiva realizzazione di un'edizione home video, dal marzo 2019 il film torna disponibile al pubblico in una versione DVD+Blu-Ray disc[6], dove tra i contenuti extra è possibile rintracciare, oltre a un'intervista al produttore Manfredi Marzano e al regista Marco Tullio Giordana, una scena tagliata dalla versione del film arrivata in sala. L'operazione di restauro e ricostruzione del film è stata curata dalla Cineteca Nazionale, in collaborazione con il produttore del film Manfredi Marzano e l'editore Penny Video[7]. Nel giugno 2019 questa edizione home video ottiene il premio internazionale Peter von Bagh, assegnato durante Il Cinema Ritrovato[8].

Accoglienza modifica

Incassi modifica

 
Sul set del film. Da sinistra: Maurizio Rota, Antonio Spoletini, Francesca Ferrari, Manfredi Marzano, Diana Nicolini, Francesco Scalco e Sergio Nuti

L'incasso complessivo del film ammonta a 26.000.000 ₤ a fronte di una spesa di 55.000.000 ₤.

Critica modifica

Maurizio Fantoni Minnella dal libro Bad boys: dizionario critico del cinema della ribellione giovanile:

«Film d'esordio di Sergio Nuti, un non riconciliato del sessantotto, che con uno stile da commedia malinconica riflette a bassa voce sulle depressioni di una generazione che ha scelto la marginalità come legittimo strumento di ribellione a un sistema che di lì a poco avrebbe travolto i sogni e le utopie di uomini e donne in rivolta con il mondo.»

Morando Morandini nel suo Dizionario dei Film assegna al film due stelle su cinque, scrivendo:

«È il primo film italiano sul problema della tossicodipendenza, raccontato dall'interno con lucidità, tenerezza, rispetto. Non è un film a tesi né di denuncia, ma di controinformazione: gli autori intendono lasciar parlare i fatti anche se la scrittura filmica è incerta e non mancano i vuoti e le ripetizioni.»

Cristina Piccino in un articolo scrive:

«Scene da documento di vita in iperrealismo (e non solo perché la copia è segnata da un principio di fading del colore), contaminazione e gioco divertito di «generi» tra cinema dì serie b (il poliziotto è già Tomas Milian), on the road americano, radicalità politica estremista, underground ribelle (gli attori tra l'altro sono tutti non professionisti), i gesti performativi dell'eroina quasi didattici alla maniera rosseliniana. Non contate su di noi è un grido sempre attuale.»

Patrizio Partino, in una recensione per Nocturno.it, scrive:

«Autoprodotto, in anticipo sui tempi (il più celebre Amore tossico arriverà cinque anni più tardi) e malamente distribuito, il film non ebbe ovviamente la risposta che avrebbe meritato e finì presto nel dimenticatoio del cinema italiano insieme al suo autore. Eppure quest’opera prima (Nastro d’argento per il miglior regista esordiente nel 1978) scritta ufficialmente a sei mani dal regista, la protagonista Francesca Ferrari e Gianloreto Carbone (più l’apporto non accreditato del produttore Manfredi Marzano) appare ancora oggi un lucido documento di quell’epoca [...] Il grido disperato di una generazione costretta a rifugiarsi nella droga dopo aver visto andare i frantumi i propri sogni e i propri ideali.»

Paolo Mereghetti nel suo Dizionario dei film (dove sono riportati erroneamente i cognomi dell'attrice Francesca Ferrari e dell'attore Francesco Scalco: la prima è accreditata come Ferrara e il secondo come Scalzo) assegna al film due stelle su quattro, commentando:

«Ritratto dall'interno di un gruppo di tossicodipendenti romani, senza moralismi o autocommiserazioni. Girato con attori non professionisti e in parte improvvisato, è un film sincero, che, al contrario di altri film sul medesimo argomento (Amore tossico), lascia aperto uno spiraglio di speranza.»

Enza Troianelli, in una recensione per la rivista Cinemasessanta, scrive:

«Chi si aspettava un secondo Trash è rimasto deluso. Pur con qualche punto di contatto, Non contate su di noi si manifesta come un tipico prodotto italiano [...] Momenti di grande intensità si alternano a sequenze un po' didascaliche, probabilmente dovute ad una sceneggiatura talvolta tesa a porre in evidenza le motivazioni sociali del fenomeno più che il retroterra psicologico su cui attecchisce [...] Per fortuna, simili momenti non riescono ad invalidare un prodotto sicuramente atipico e meritevole di una distribuzione non limitata ad alcune sale.»

Da un editoriale di CineClandestino.it:

«Il grido disperato di una generazione portata o meglio obbligata a rifugiarsi nella droga dopo aver visto andare i frantumi i propri sogni e i propri ideali. Il titolo non lascia troppo all’immaginazione: non contate su di noi, generazione di illusi ora emarginati, non più utili ad una rivoluzione rimasta soltanto un’ipotesi. Senza vie d’uscita, ci troviamo davanti alla presa di coscienza di un fallimento.»

Alessandro Aniballi, in una recensione per la rivista Quinlan, scrive:

«È perciò un mondo senza speranza quello che viene descritto in Non contate su di noi, dove la perdizione viene materializzata nell’eroina, nel gesto di iniettarsi la droga per dimenticare e rimuovere il mondo circostante, una Roma anonima, scarna, squallida, dove campeggiano spesso palazzi in costruzione, segno di un rinnovamento e di una ‘vita nuova’ che non sarà certo appannaggio dei protagonisti, ma della piccolo-borghesia che sta tornando al potere – e che, anzi, forse non lo ha mai ceduto. Non contate su di noi, infatti, è anche un film visceralmente anti-borghese, laddove però l’ideale della vita comunitaria viene stravolto in un incubo grottesco.»

Da un articolo di Taxidrivers.it:

«Una bella colonna sonora curata dal musicista Maurizio Rota (che interpreta Robby nel film) dove è possibile rintracciare anche il brano di un Alan Sorrenti pre-figli delle stelle come Sienteme; l’evidente povertà di mezzi riscattata da una ricchezza d’idee; l’inevitabile spontaneità di tutti gli interpreti. Tanti piccoli dettagli che giustificano il desiderio e la speranza di poter finalmente rendere disponibile il film per chiunque abbia voglia di recuperarlo, di dargli quella possibilità negata (o solo parzialmente permessa) in passato.»

Riconoscimenti modifica

Curiosità modifica

 
Maurizio Rota, in una scena del film, canta Strade de' borgata
  • Uno degli attori del film, Maurizio Rota (scomparso prematuramente il 23 aprile 2010[13]), era un musicista, leader di una band italiana progressive rock dal nome Alberomotore. È lui l'autore delle musiche del film e in una scena dello stesso si esibisce al piano cantando il brano Strade de' borgata.
  • Il regista del film Sergio Nuti disse che la VIS - Capitol International Video fu la prima e unica distribuzione a cui venne proposto il film, in quanto quest'ultima accettò subito di distribuirlo[14].
  • Il film partecipò alla 7ª Edizione del Premio Rizzoli (denominazione ufficiale Premio per autori cinematografici Angelo Rizzoli, conosciuto anche come Premio Ischia), entrando a far parte della terna dei finalisti proprio insieme a Ecce bombo di Nanni Moretti e al film Homo sapiens di Fiorella Mariani[14][15].
  • Il film viene accostato per tematica e stile, ad un'opera del 1976 diretta dal regista Antonello Branca dal titolo Storia di Filomena e Antonio. Anche il film di Branca ha per protagonisti due tossicodipendenti, ma è ambientato a Milano[16].

Note modifica

  1. ^ Dalla sceneggiatura originale del film, conservata presso la Biblioteca Luigi Chiarini al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Centro Sperimentale di Cinematografia.
  2. ^ a b In ricordo di Sergio Nuti, regista invisibile. Alle 19.15 incontro con amici e familiari di Sergio Nuti. Modera Mario Musumeci, su fondazionecsc.it, Centro Sperimentale di Cinematografia, 14 dicembre 2012. URL consultato il 9 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2015).
  3. ^ Davide Z, Non contate su di noi da Shockproof!, su dvdweb.it, 19 marzo 2019.
  4. ^ Davide Pulici, Contiamo su di voi per Non contate su di noi, su nocturno.it, Nocturno, 19 marzo 2019.
  5. ^ Petizione a favore del restauro e dell'edizione home video del film lanciata da Tutti parlano di Cinema su Change.org nel luglio 2015, dichiarata chiusa dato il raggiungimento dell'obiettivo, su change.org, 19 marzo 2019.
  6. ^ Gloria Satta, Il riscatto del cult-movie "invisibile", in Il Messaggero, 18 marzo 2019, p. 40.
  7. ^ Dal cartello inserito in testa all'edizione restaurata del film disponibile in home video, 19 marzo 2019.
  8. ^ Il Cinema Ritrovato DVD Awards 2019 XVI Edition, su festival.ilcinemaritrovato.it.
  9. ^ Patrizio Partino, Recensione del film dal sito Nocturno.it, su nocturno.it, Nocturno, 2 dicembre 2015.
  10. ^ Articolo sul film dal sito CineClandestino.it, su cineclandestino.it, 5 dicembre 2020.
  11. ^ Alessandro Aniballi, Recensione del film dal sito Quinlan.it, su quinlan.it, Quinlan, 5 dicembre 2020.
  12. ^ Articolo sul film dal sito Taxidrivers.it, su taxidrivers.it, 5 dicembre 2020.
  13. ^ Paolo Ansali, Maurizio Rota non ce l'ha fatta, addio al vocalist degli Albero Motore, su musicalnews.com, 24 aprile 2010. URL consultato il 9 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2015).
  14. ^ a b Sergio Nuti su 'Non contate su di noi' - Intervista nel programma "Hollywood Party", su rai.it, 12 ottobre 2006. URL consultato il 9 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2015).
  15. ^ Isola d'Ischia - Piccolo dizionario storico topografico biografico, su larassegnadischia.it, LaRassegnadiIschia.it. URL consultato il 10 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2021).
  16. ^ Cristina Piccino, Sergio Nuti, l'«invisibile», in Il Manifesto, 7 ottobre 2006, pp. 17-8.

Bibliografia modifica

  • Maurizio Fantoni Minnella, Bad boys: dizionario critico del cinema della ribellione giovanile, Mondadori, 2000. ISBN 88-424-9808-4, pp. 416
  • Maurizio Calvi, C'era una volta l'infanzia: uno sguardo sulla criminalità minorile, Dedalo Edizioni, 1993, ISBN 88-220-6126-8, pp. 192
  • Roberto Alemanno, Itinerari della violenza: il film negli anni della restaurazione (1970-1980), Dedalo Edizioni, 1993, ISBN 978-88-220-5010-6, pp. 352

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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