Norma Pratelli Parenti

partigiana italiana

Norma Pratelli Parenti, nata Norma Parenti (Monterotondo Marittimo, 1º giugno 1921Massa Marittima, 23 giugno 1944) è stata una partigiana italiana, medaglia d'oro al valor militare (alla memoria).

Norma Pratelli Parenti

Biografia modifica

 
Norma Pratelli Parenti

Norma Parenti nasce nel Podere "Zuccantine di Sopra" situato oggi a Monterotondo Marittimo ma allora Comune di Massa Marittima, figlia di Estewan, nato a Volterra, e Roma Camerini, nata a Suvereto.[1] Negli anni della maturità aderì all'organizzazione semiclandestina denominata Azione Cattolica, entrando a far parte del Circolo “Santa Giovanna D'Arco” operante all'interno dell'ospizio “S.Chiara”.

A partire dal 1941, risiederà per un anno nel ritiro spirituale Villa S. Regina a Siena, e nel marzo del 1942 nella Compagnia delle figlie dimesse di S. Angela Merici con l'intento di entrarvi, ma poi abbandonerà il proposito. Infatti nell'estate del 1942, trasferitasi già a Massa Marittima si fidanza con Mario Pratelli, proveniente da Agordo, che sposerà il 31 marzo del 1943 e il 29 dicembre dello stesso anno nacque Alberto Mario Pratelli, unico figlio di Norma e Mario.[2]

Dopo l'armistizio di Cassibile partecipa attivamente alla guerra di liberazione italiana, nelle file della Resistenza grossetana come partigiana nel Raggruppamento "Amiata" della 23ª Brigata Garibaldi, raccogliendo denaro e aiuti per i partigiani, dando ospitalità ai fuggiaschi, ospitando ex prigionieri alleati, procurando armi e munizioni e partecipando di persona a varie azioni di guerra.[3]

In una trattoria di Massa Marittima, gestita dalla madre, Norma indusse alla diserzione numerosi prigionieri di guerra stranieri, affinché raggiungessero le bande partigiane.[4] Fu proprio uno di questi prigionieri, un soldato mongolo, che tradì Norma e la fece arrestare insieme alla madre, la sera del 22 giugno 1944.[3]

Dopo essere stata ferocemente seviziata, Norma Pratelli Parenti fu fucilata la sera stessa dalle truppe tedesche in ritirata.[3] Il suo corpo straziato fu rinvenuto il giorno successivo. In sua memoria venne decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Intitolazioni modifica

 
Via Norma Parenti, Massa Marittima

Una scuola primaria di Populonia porta il suo nome, mentre si trovano vie a lei intitolate a Massa Marittima, Grosseto, Follonica, Piombino, Fizzonasco e Roma. Proprio a Roma, nel quartiere di Selva Candida, la via riporta l'errata dicitura Norma Fratelli Parenti.

Onorificenze modifica

«Giovane sposa e madre, fra le stragi e le persecuzioni, mentre nel litorale maremmano infieriva la rabbia tedesca e fascista, non accordò riposo al suo corpo né piegò la sua volontà di soccorritrice, di animatrice, dì combattente e di martire. Diede alle vittime la sepoltura vietata, provvide ospitalità ai fuggiaschi, libertà e salvezza ai prigionieri, munizioni e viveri ai partigiani e nei giorni del terrore, quando la paura chiudeva tutte le porte e faceva deserte le strade, con lo esempio di una intrepida pietà donò coraggio ai timorosi e accrebbe la fiducia ai forti. Nella notte del 22 giugno, tratta fuori dalla sua casa, martoriata dalla feroce bestialità dei suoi carnefici, spirò, sublime offerta alla Patria, l'anima generosa.»
— Massa Marittima, giugno 1944.[5]

Note modifica

  1. ^ Il padre, Estewan, di Lodovico, nato a Volterra il 2 marzo 1882 in via Guidi al n. 17, apprese il mestiere di muratore e iniziò a spostarsi nei piccoli centri del circondario volterrano. La madre, Roma Camerini, di Celestino, nacque il 22 ottobre 1888 a Suvereto.
  2. ^ A. Cocolli, N. Pagni, A.R. Tiezzi 2014, pp. 21-22.
  3. ^ a b c d Riccardo Michelucci, Norma come Antigone contro i nazifascisti, Avvenire, Roma, 16 marzo 2013.
  4. ^ Secondo l'Amministrazione Comunale di Massa Marittima, Norma Pradelli Parenti diede sepoltura ai 77 minatori di Niccioleta trucidati dai nazifascisti il 14 giugno 1944 a Castelnuovo Val di Cecina, sfidando il comando della Wehrmacht che aveva negato loro la sepoltura.
  5. ^ Quirinale Scheda 13999

Bibliografia modifica

  • Riccardo Bicicchi (regia di), Il terzo giorno d'estate, docufilm, 2014.
  • Antonella Cocolli, Susanna Pagni, Anna Rita Tiezzi, Norma Parenti partigiana maremmana medaglia d'oro al v.m. (1921-1944): testimonianze e memorie, Arcidosso (Grosseto), Edizioni Effigi, 2014, ISBN 978-88-6433-411-0.
  • Riccardo Michelucci, L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà (con prefazione di Emma Bonino), Bologna, Odoya, ISBN 978-88-6288-180-7
  • Elisabetta Salvini, Ada e le altre. Donne cattoliche tra fascismo e democrazia, Milano, Franco Angeli s.r.l., 2013, ISBN 8-89170-039-8.
  • Denise Zani, La Resistenza di Norma, Milano, RCS Corriere della Sera, 2015, ISBN 8-86126-848-X.

Periodici modifica

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN309856306 · ISNI (EN0000 0004 3623 4714 · LCCN (ENno2014101410 · GND (DE1059305585 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014101410