Il Numico (in latino Numicus o Numicius) era un fiume nei pressi di Lāvinium nel Lazio Antico.[1]

Pier Leone Ghezzi, La purificazione di Enea nel fiume Numicius

Descrizione modifica

Secondo la tradizione romana, nei pressi del fiume sarebbero sbarcati i troiani guidati da Enea, che poi avrebbero fondato la mitica città di Lavinio, poco distante dalla foce del fiume.

Enea, perito nello scontro tra Latini e Rutuli, sarebbe poi stato sepolto sulle sue rive.[2] Ovidio racconta di Venere che, scesa in terra, ordinò al fiume di disperdere in mare le spoglie mortali di Enea.[3]

Al fiume è legata anche la leggenda di Anna Perenna che amorevolmente ospitata da Enea, suscitò la gelosia della moglie Lavinia. Didone, apparsale in sogno, la esortò ad abbandonare la casa ospitale, ma durante la fuga il fiume la rapì con le sue onde impetuose e la nascose nei suoi antri, per tramutarla in ninfa.[4]

Presso il fiume è attestata la presenza di un tempio dedicato a Giove, deus indiges o divus pater indiges.[5]

Lo studioso Antonio Nibby nel XIX secolo identificò il Numicus con il Rio Torto.

«[...] nell’odierno Rio Torto, fiume di acque limpide, colle rive vestite di oleastri, orni, olmi, e pioppi frammischiati a canne, che continuamente serpeggia, e termina presso il mare in uno stagno molto vasto nella stagione piovosa, ma che nella estate si restringe di molto. Questo ha le più lontane origini in Valle Caja, traversa questo tenimento e quello di Cerqueto, serve di limite fra questo e quelli di Cerquetello e Sugareto, bagna quello di s. Procula, nel quale riceve un altro rivo, e la sorgente di Giuturna, e quindi passando tra questo di s. Procula e quelli di Pratica e Castagnola del Bufalo, e fra questo e Castagnola Cesarini e Campo Selva, dove forma lo stagno più volte menzionato, sbocca nel mare dopo un corso di circa 18 m. mentre in linea retta ne avrebbe appena 11.»

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