Nuraghe La Prisgiona

nuraghe nel comune italiano di Arzachena (SS)

Il nuraghe La Prisgiona è un sito archeologico nuragico (occupato dal XIV fino al IX secolo a.C.), situato nella valle di Capichera nel comune di Arzachena, in provincia di Sassari. Il complesso è composto da un nuraghe e da un villaggio di circa 90-100 capanne, distribuito su cinque ettari. Per via della sua grande estensione e del numero di edifici il sito è considerato unico nel contesto nuragico gallurese. Nelle vicinanze è situata inoltre la tomba dei giganti di Coddu Vecchiu.

Nuraghe La Prisgiona
Nuraghe La Prisgiona
CiviltàCiviltà nuragica
EpocaII millennio a.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune Arzachena
Dimensioni
Superficie10 000 
Amministrazione
Visitabile
Sito webwww.sardegnacultura.it/j/v/253?s=22223&v=2&c=2488&c1=2130&t=1
Mappa di localizzazione
Map

Il nuraghe modifica

 
Pianta

Il complesso nuragico è stato oggetto di diverse campagne di scavo condotte dalla archeologa Angela Antona.

Il nuraghe, di tipo complesso a thòlos, tipologia piuttosto rara in Gallura, controlla un'area di diversi chilometri quadrati; il suo ruolo prominente è confermato dalla dimensione, dalla complessità della sua stessa struttura architettonica. Secondo Giovanni Lilliu le maestranze che lo costruirono provenivano probabilmente dalla regione del Logudoro[1].

L'edificio ha una torre centrale (mastio) e due torri laterali che formano un bastione. L'ingresso del mastio è contraddistinto da una massiccia architrave di 3,20 m di lunghezza. La camera centrale possiede una falsa cupola alta più di 8 metri, ed è dotata di tre nicchie. Il bastione è ulteriormente protetto da una muraglia che delimita un ampio cortile.

All'interno del cortile è presente un pozzo di oltre 7 metri di profondità e ancora oggi funzionante. Nella fondo del pozzo sono stati rinvenuti numerosi reperti ceramici. Tra questi ci sono molte tipologie askoidi, abbellite con elaborate decorazioni e recanti tracce di riparazioni, indizi che danno prova del loro valore. Gli askoi non erano destinati a contenere semplicemente i liquidi, ma sono chiaramente destinati ad altri usi.

La "capanna delle riunioni" è un edificio a pianta circolare che si trova, forse non casualmente, a breve distanza dal pozzo. La panchina interna a forma di anello poteva ospitare 12 persone. L'importanza del luogo è ulteriormente confermata dalla scoperta di un vaso di forma e decorazione piuttosto inconsueta. Il vaso era probabilmente utilizzato per contenere una bevanda, forse un decotto o un distillato, il cui consumo era forse limitato ad un piccolo numero di persone, probabilmente le 12 persone che partecipavano alle riunioni.

Il villaggio modifica

Il villaggio si estende intorno al nuraghe e consiste di circa 90-100 capanne, anch'esse a pianta circolare. Durante lo scavo delle primi 15 capanne, gli archeologi notarono immediatamente la loro organizzazione in piccoli blocchi tra i quali si intersecano una serie di viuzze lastricate. Un blocco composto da 5 capanne rivelò specifiche attività artigianali, permettendo di approfondire come avvenisse la produzione di manufatti su larga scala, destinati non solo alle persone e le famiglie del luogo ma un mercato più ampio.

Sebbene gran parte del villaggio sia ancora sotto terra, la parte rimessa alla luce suggerisce che era abitato da una comunità dinamica, organizzata e che intesseva rapporti con gli altri popoli del Mediterraneo.

Note modifica

  1. ^ Giovanni Lilliu, p.417.

Bibliografia modifica

  • Giovanni Lilliu, La civiltà dei Sardi: dal paleolitico all'età dei nuraghi, Il Maestrale, 2004, ISBN 88-86109-73-3.

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