Nuraghe Voes

civiltà nuragica

Il nuraghe Voes si trova in territorio di Nule ed è uno dei complessi nuragici più maestosi dell'intera Sardegna. È l'epicentro di un'area dove sono presenti diversi nuraghi, fra questi il nuraghe trilobato Launidde, e la tomba dei giganti di Isporo indagati da Antonio Taramelli nel 1931. Gli altri nuraghi complessi non seguono il modello trilobato, tra questi si notano i nuraghi Appiu (Benetutti) e Costa (Foresta Burgos). Il nuraghe monotorre di Eddutta, il protonuraghe Duscamine nuraghe a corridoio, che si erge sull'altopiano alla quota di 720 metri s.l.m., attorno si rilevano tracce di capanne che probabilmente costituivano un villaggio[1].

Nuraghe Voes
Civiltànuragica
EpocaXV sec. a.C
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune Nule
Altitudine709 m s.l.m.
Dimensioni
Altezza9 m
Mappa di localizzazione
Map

Descrizione modifica

L'intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura megalitica. Il nuraghe è il risultato di una progressione edilizia: un nucleo primitivo, al cui si addossa una costruzione secondaria, comprendente l’atrio d’ingresso, le celle e le gallerie di collegamento. La torre principale, che in origine era su due piani, al momento attuale si conserva solo la parte inferiore, presenta una interessante camera cupolata[2]. Il nuraghe ha una struttura architettonica complessa: è un nuraghe trilobato e a profilo concavo-convesso, con al piano terra 4 camere di forma circolare e copertura a tholos. La struttura in parte richiama il Nuraghe Santu Antine di Torralba. L'ingresso al bastione, al momento per gran parte interrato, si apre sul lato meridionale e immette, dopo un breve corridoio, in un piccolo cortile rettangolare: sulle pareti, di questo locale a cielo aperto, si aprono gli ingressi dei corridoi che conducevano alla camera della torre centrale e ai vani delle due torri secondarie. Queste ultime erano collegate agli ambienti della torre secondaria attraverso corridoi rettilinei, disposti su due livelli, innestati all'interno della massa muraria del bastione: i vani di collegamento, a sezione ogivale, sono stati realizzati con lo stesso sistema costruttivo del nuraghe Santu Antine[3].

Studi modifica

L'archeologo Francesco Nissardi, già allievo dello Spano, tecnico della règia soprintendenza, da tempo sapeva di questo importante monumento e nell’autunno del 1906, con liberalità, lo fece conoscere all'archeologo inglese Duncan Mackenzie e all’architetto disegnatore F.H. Newton, durante la prima delle sue diverse visite fatte in Sardegna[4]

Note modifica

  1. ^ Giuseppe Tanda, Nule, nuraghe Voes e area archeologica, Il Goceano, archeologia, p.25
  2. ^ Nuraghe Voes, Informati Sardegna, 2022
  3. ^ Nule, Nuraghe Voes, su SardegnaCultura. URL consultato il 9 giugno 2023.
  4. ^ Giacobbe Manca, Straordinario Voes di Nule, Sardegna Antica, N° 49, 2016

Bibliografia modifica

  • Duncan Mackenzie, The dolmens, Tomb of the Giants, and Nuraghi of Sardinia (I dolmen, le tombe di giganti e i nuraghi della Sardegna), Papers of the British School at Rome, vol. V, 2, London, 1910
  • Duncan Mackenzie, Dolmens and Nuraghi of Sardinia (I dolmen e i nuraghi della Sardegna), P.B.S.R., vol. VI, London, 1913
  • A. Taramelli, "Foglio 194: Ozieri", in Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000, 21, Firenze, Istituto geografico militare, 1931, p. 35;
  • E. Melis, Carta dei nuraghi della Sardegna: monumenti preistorici nel comune di Mamoiada, Spoleto, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1967, p. 144;
  • Ercole Contu, Il nuraghe, in La Civiltà nuragica, Milano, Electa, 1990, p. 36, fig. 49;
  • A. Depalmas, "Nule, nuraghe Voes", in Goceano. I segni del passato, Sassari, Chiarella, 1992, p. 132.
  • Giacobbe Manca, Straordinario Voes di Nule, Sardegna Antica, N° 49, 2016

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica