Olivetti M40

modello di macchina per scrivere

La M40 è una celebre macchina per scrivere meccanica realizzata dalla Olivetti venduta in più di mezzo milione di esemplari.

M40
prodotto di disegno industriale
Macchina da scrivere Olivetti M40 seconda versione esposta al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
Dati generali
Anno di progettazione1930
ProgettistaCamillo Olivetti, con Gino Levi Martinoli
Profilo prodotto
Tipo di oggettomacchina per scrivere
ProduttoreOlivetti
Prodotto dal1931
al1948
Notepredeceduta da Olivetti M20 (macchina per scrivere) e sostituita da Olivetti Lexicon 80

Storia modifica

Fu progettata tra il 1929 e il 1930 da Camillo Olivetti con la collaborazione di Gino Levi Martinoli, capo dell'Ufficio Progetti e Studi creato nel 1929 stesso, per sostituire la Olivetti M20. La progettazione e l'avvio della produzione durò più del previsto a causa della precisione dell'attrezzaggio che si volle dare alla macchina. Quando finalmente entrò in produzione, pur in un periodo di crisi quale quello della Grande Depressione, trovò il favore dei clienti, che apprezzarono la maggiore qualità, la velocità di scrittura e la leggerezza di tocco della tastiera. Dopo la M20, con cui la Olivetti era entrata nei mercati internazionali, con la M40 competé con le macchine per scrivere allora più rinomate.[1]

Durante la sua vita vennero effettuati diversi aggiornamenti; la seconda versione è stata venduta dal 1938 al 1946 e la terza versione dal 1946 al 1948. Nel 1942 venne realizzata una versione per l'esercito tedesco, chiamata M40 KR (dove KR è l'abbreviazione di Krieg, ossia guerra in tedesco). Questa è una versione economica ed alleggerita; sul retro è riportata la scritta in tedesco "vereinfachte Kriegsausführung" ovvero "versione da guerra semplificata".

Descrizione modifica

La tastiera fu prodotta di tipi vari, fra cui QZERTY, come è solito delle macchine italiane, QWERTY, QWERTZ e AZERTY. Oltre ai tasti di scrittura la tastiera include una barra spaziatrice, due tasti delle maiuscole, un tasto fissamaiuscole, il tasto di ritorno un tasto sblocca margine e, in alcune versioni, di 8 tasti di tabulazione decimale registrabili/deregistrabili mediante ulteriori due tasti. Vi sono infine due tasti per la scelta del colore del nastro.

L'insieme dei tasti di scrittura ha un'evidente mancanza: non è presente lo zero, che si ottiene digitando la O (o) maiuscola. Sebbene questo oggi possa sembrare strano, era invece piuttosto comune nelle vecchie macchine per scrivere. Mancano anche i tasti per le vocali accentate maiuscole usate nella scrittura della lingua italiana.

La macchina era venduta con cinque diverse possibili lunghezze del carrello: 90, 120, 160, 200 e 250 spazi.

Le differenze principali tra la prima versione del 1930 e la seconda del 1938 sono il passaggio dal piedino rotondo a quello quadrato, l'aggiunta dei copri bobine, la chiusura laterale della carrozzeria, la chiusura sul retro del carrello e la modifica dei disegni/scritte presenti sulla carrozzeria. Tra la seconda e la terza si ha la copertura del cestello, l'aggiunta di un vetro che copre le scritte frontali, i piedini coperti da lamiera, il tutto ad opera di Luigi Figini e Gino Pollini.

Note modifica

  1. ^ M1, M20, M40: quarant'anni di scrittura professionale Olivetti, su storiaolivetti.it. URL consultato l'11 novembre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2013).

Voci correlate modifica

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