Olympe de Gouges

drammaturga francese, attivista politica

Olympe de Gouges, pseudonimo di Marie Gouze (Montauban, 7 maggio 1748Parigi, 3 novembre 1793), è stata una drammaturga e attivista francese che visse durante la rivoluzione francese. I suoi scritti femministi e abolizionisti ebbero grande risonanza.

Olympe de Gouges

Nel 1788 pubblicò le Réflexions sur les hommes nègres in cui prendeva posizione contro la schiavitù[1], e nel 1791 la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, in cui dichiarava l'uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna[2]. Il 3 novembre 1793 fu ghigliottinata perché si era opposta all'esecuzione di Luigi XVI e pare avesse attaccato il Comitato di Salute Pubblica. Con la sua morte si avvia non solo la repressione spietata di ogni dissidenza (si veda anche Condorcet), ma un'involuzione liberticida, anche dovuta allo stato di guerra ormai permanente posto in essere dalle potenze alleate e controrivoluzionarie (Prussia, Inghilterra, Austria e Russia).

Biografia modifica

Montauban modifica

Nata il 7 maggio 1748 a Montauban, Marie Gouze è dichiarata figlia di Pierre Gouze e di Anne-Olympe Mouisset[3], sposata nel 1737, ma ella apprende ben presto, dalla madre, di essere la figlia naturale del poeta Jean-Jacques Le Franc de Pompignan, padrino di sua madre.

Nel 1765, sposa Louis-Yves Aubry e si trova subito madre di un bambino e quasi subito vedova[4]. Delusa dalla sua esperienza coniugale, rifiutò in seguito sempre di risposarsi, considerando il matrimonio come la tomba della fiducia e dell'amore.

Si farà chiamare col nome di « Marie-Olympe », o più semplicemente di « Olympe », e aggiunse la particella "de" al suo patronimico « Gouze » o piuttosto « Gouges ». Verso il 1770 lascia Montauban col figlio Pierre, futuro generale dell'esercito della Repubblica, per raggiungere la sorella sposata con un medico a Parigi, dove sognava di dare al figlio un'educazione adeguata.

Parigi e il teatro modifica

 
Ritratto di Olympe de Gouges.

A Parigi lega con un alto funzionario della marina, direttore di una potente compagnia di trasporti militari che lavorava con lo Stato. Egli le domanda di sposarlo, lei rifiuta, ma il loro legame dura fino alla rivoluzione. È dunque falso affermare che Marie-Olympe de Gouges era una « cortigiana ». Coabita con vari uomini che l'aiutano finanziariamente a mantenere un tenore di vita borghese. Ha avuto certo passioni e amori, ma nulla in confronto al libertinaggio praticato a Versailles o dall'alta borghesia parigina. Dal 1778 iniziò a cimentarsi nello scrivere delle commedie, dato che il teatro era passione di tutta la sua vita. Indipendentemente dal suo teatro politico che è stato rappresentato ai tempi della rivoluzione, la commedia che l'ha resa celebre ai suoi tempi è stata l'Esclavage des Noirs, pubblicata nel 1792 e inserita nel repertorio della Comédie-Française col titolo di Zamore e Mirza, o il felice naufragio. Questa commedia e un'altra intitolata le Marché des Noirs (1790), come anche le sue Riflessioni sugli uomini negri (1788) le hanno permesso di farsi ammettere alla Società degli amici dei Neri, la lobby degli abolizionisti, creata nel 1788 da Brissot.

La Rivoluzione modifica

Nel 1788, pubblica due opuscoli politici che suscitano clamore e dibattiti in quel periodo, in particolare sul "Journal général de France", ma anche in altri giornali. Olympe sviluppa allora un progetto d'impostazione patriottica nella sua celebre Lettera al Popolo[5], proponendo un vasto programma di riforme sociali e societarie nelle sue Osservazioni patriottiche[6]. Questi scritti sono seguiti da altri nuovi opuscoli indirizzati ai rappresentanti delle tre principali legislature della rivoluzione, ai club patriottici e a diverse personalità tra cui Mirabeau, La Fayette e Necker da lei ammirato particolarmente. Le sue posizioni sono sempre molto vicine a quelle degli ospiti del salotto di Auteuil di Madame Helvétius, moglie del filosofo Adrien Helvétius.

In questo luogo di incontri culturali, dove si difendeva il principio di una monarchia costituzionale, venivano discussi anche molti altri argomenti concernenti l'emancipazione della società francese e in particolare del ruolo in essa della donna. In relazione con il marchese de Condorcet e con sua moglie Sophie de Grouchy, la Gouges si unisce alle posizioni dei Girondini nel 1792. Frequenta anche François-Joseph Talma, Charles marchese de Villette, Louis Sebastien Mercier e Michel de Cubières, segretario generale della Comune dopo il 10 agosto. Grazie a loro, Olympe diviene repubblicana come del resto molti dei membri della società d'Auteuil e tutti si opposero alla condanna a morte di Luigi XVI.

Il 16 dicembre 1792 Olympe de Gouges si offre di assistere Malesherbes nella difesa del re davanti alla Convenzione[7], ma la sua richiesta è rigettata con dispetto. Ella sostiene che le donne sono capaci di assumere delle responsabilità tradizionalmente riservate agli uomini e, praticamente in tutti i suoi scritti, chiede che le donne vengano ammesse ai dibattiti politici e sociali. Scrive: «La donna ha il diritto di salire sul patibolo; ella dovrà anche avere il diritto di salire sulla tribuna.»[8] Per prima cosa, ottiene che le donne siano ammesse a una cerimonia a carattere nazionale, « la festa della legge » del 3 giugno 1792 poi alla commemorazione della presa della Bastiglia il 14 luglio 1792.

Olympe de Gouges fa della difesa dei diritti delle donne un compito che assolve con ardore. Rivolgendosi a Maria Antonietta redige la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, ricalcata dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, nella quale afferma l'uguaglianza dei diritti civili e politici tra i due sessi, insistendo perché si restituiscano alla donna quei diritti naturali che la forza del pregiudizio le ha sottratto. Olympe chiede la possibilità di sciogliere un matrimonio e l'instaurazione del divorzio, ammesso all'indomani della rivoluzione. Avanza l'idea di un contratto firmato tra concubini[9] e milita per la libera ricerca della paternità e il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio.

È anche tra le prime persone promotrici di un sistema di welfare, formulando a grandi linee un sistema di protezione materna e infantile e raccomanda la creazione di seminari nazionali per combattere la disoccupazione. Analogamente propone la creazione di alloggi per i non abbienti e quella di ricoveri dignitosi per i mendicanti.

La fine modifica

 
Esecuzione di Olympe de Gouges. Sul carro che la condusse alla ghigliottina, ella riaffermò: «Le donne avranno pur diritto di salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo».[10]

Nel 1793 ella assume l'accusa contro i responsabili delle atrocità del 2 e 3 settembre 1792, indicando tra questi in particolare Marat. Sospettando poi che Robespierre aspiri alla dittatura, lo interpella con numerosi scritti che le valgono una denuncia al club dei Giacobini. Dopo la messa in stato di accusa del partito dei girondini alla convenzione, il 2 giugno 1793, indirizza una lettera piena di energia e di coraggio indignandosi di una misura presa contro i principi democratici (9 giugno 1793). La lettera è censurata già nel corso della lettura di essa in una pubblica assemblea. Opponendosi a una legge del marzo 1793 sulla repressione degli scritti denuncia il fatto che essa confligge con i principi repubblicani. Redige poi un manifesto di ispirazione federalista, dal titolo "Le Tre urne o il Saluto della patria, da parte di un viaggiatore aereo". Viene arrestata e deferita al tribunale rivoluzionario il 6 agosto 1793 dove viene messa sotto accusa per le posizioni assunte[11].

Benché ammalata è rinchiusa nella prigione dell'abbazia di Saint-Germain-des-Près, richiedendo invano cure adeguate. Inviata nella petite Force divide la cella con Madame de Kolly, una donna incinta già condannata a morte. Nell'ottobre seguente, ottiene il trasferimento nella pensione di Madame Mahay, una sorta di prigione per ricchi dove il regime carcerario era più blando e tollerante e dove, si dice, avrebbe avuto una relazione con un altro prigioniero. Questi la convince a tentare l'evasione, ma ella preferisce seguire le vie legali contrastando le pesanti accuse contro di lei, reclamando pubblicamente il processo con due manifesti molto coraggiosi che riuscì a far uscire clandestinamente di prigione.

Condotta in tribunale il mattino del 2 novembre, appena 48 ore dopo l'esecuzione dei suoi amici girondini, viene condannata a morte. Contrariamente a quello che il biografo postumo Jules Michelet scrisse nel secolo successivo, le testimonianze dell'epoca affermano che ella salì sul patibolo senza alcun timore, con grande coraggio e dignità[12]. La sua ultima lettera è per suo figlio, l'aiutante generale Aubry de Gouges, che la disconobbe per paura di essere inquisito. Nella sua Dichiarazione dei Diritti della Donna, aveva ribadito: "Come la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere altresì il diritto di salire alle più alte cariche". Ma il procuratore della Comune di Parigi, Pierre-Gaspard Chaumette, nel suo discorso ai repubblicani, aveva irriso alle sue dichiarazioni e manifestato compiacimento per la condanna a morte, meritata secondo lui, se non altro perché aveva "dimenticato le virtù che convenivano al suo sesso".

Olympe de Gouges venne sepolta presso il Cimitero della Madeleine.

Posterità modifica

Nella sua vita, Olympe de Gouges ha spesso subito pregiudizi (si diceva, per esempio, che non sapesse scrivere e qualcun altro scrivesse per lei) e, nello stesso tempo, una certa ostilità da parte delle donne e dopo la sua esecuzione sarà ricordata soprattutto come una prostituta.

Bisognerà attendere la fine della Seconda guerra mondiale perché Marie-Olympe de Gouges esca dalla caricatura e dall'aneddoto. Studiata, discussa, particolarmente negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania, la sua originalità, la sua indipendenza di spirito, i suoi scritti coraggiosi e la sua generosità senza fine, la sua onestà intellettuale ne fanno una delle più belle figure umaniste della fine del Settecento.

In Francia, nei preparativi delle manifestazioni per il bicentenario della rivoluzione, i testi di Olympe de Gouges sono stati letti, editi, assicurandole una prima e modesta forma di riconoscimento.

Dopo l'ottobre 1989, grazie all'iniziativa della storica Catherine Marand-Fouquet, molte petizioni sono state indirizzate alla presidenza della Repubblica per chiedere che le ceneri di Olympe de Gouges fossero portate al Pantheon. Nel novembre 1993, la stessa Catherine Marand-Fouquet iniziò una manifestazione davanti al Panthéon per commemorare il bicentenario dell'esecuzione di Olympe.

Il 7 marzo 2007, a Digione, durante la campagna presidenziale, Ségolène Royal ha promesso che, nel caso fosse stata eletta alla Presidenza della Repubblica, avrebbe trasferito le ceneri di Olympe de Gouges al Pantheon di Parigi.

La regista francese Olympe de G. ha dichiarato che il suo nome d'arte è stato scelto in onore di Olympe de Gouges.

Opere modifica

Teatro
  • l'Esclavage des Noirs ou l'heureux naufrage (1786)
  • L'Homme généreux (1786)
  • Les Démocrates et les aristocrates, ou les curieux du champ de Mars (1790)
  • La Nécessité du divorce (1790)
  • Le Couvent, ou les vœux forcés (1790)
  • Mirabeau aux Champs Élysées (1791)
  • La France sauvée, ou le tyran détrôné (1792)
  • L'Entrée de Dumouriez à Bruxelles, ou les vivandiers (1793)
  • Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne (1791)

Note modifica

  1. ^ Olympe de Gouges, Oeuvres, présentées par Benoite Groult, Paris, Mercure de France, 1986, p. 83
  2. ^ Ibidem, p. 101
  3. ^ Olivier Blanc, Olympe de Gouges, Paris, Syros, 1981, p. 18
  4. ^ Ibidem, p. 23-25
  5. ^ Olympe de Gouges, op. cit., p. 69
  6. ^ Ibidem, p. 73
  7. ^ Ibidem, p. 48
  8. ^ Olympe de Gouges, Déclaration des droits de la Femmes et de la Citoyenne, art. X
  9. ^ Olympe de Gouges, Forme du contrat social de l'Homme et de la Femme, in O. De Gouges, op. cit. p. 109
  10. ^ Eva Cantarella, Prefazione, in Mary Wollstonecraft, Sui diritti delle donne, RCS, Milano 2010, p. 7.
  11. ^ Olivier Blanc, op. cit. p. 167
  12. ^ Ibidem, p. 184

Bibliografia modifica

  • Olivier Blanc, Olympe de Gouges, Paris, Syros, 1981
  • Olympe de Gouges, Oeuvres, présentées par Benoite Groult, Paris, Mercure de France, 1986
  • Olivier Blanc, Olympe de Gouges : une femme de libertés, Paris, Syros/Alternatives, 1989
  • Sophie Mousset, Olympe de Gouges e i diritti della donna, Lecce, Argo, 2005
  • Benoîte Groult, Ainsi soit Olympe de Gouges : la déclaration des droits de la femme et autres textes politiques, Paris, B. Grasset, 2013
  • Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, Roma, Caravan Edizioni, 2012
  • Antonia Criscenti Grassi, Il contributo di Sophie de Grouchy e Olympe de Gouges agli intenti inclusivi della Grande Rivoluzione. Con il testo della Declaration des droits de la femme et de la citoyenne (France 1791), in Quaderni degli Annali del Dipartimento Jonico, n. 1/2015, Università degli studi di Bari, ISBN 978-88-909569-8-0
  • Antonia Criscenti Grassi, Donne in rivoluzione: Olympe de Gouges e la Declaration des droits de la femme et de la citoyenne (1791), in Kallos kai arete = Bellezza e virtù, Studi per Maria Barbanti, a cura di R. Loredana Cardullo e Daniele Iozzia, Bonanno, Acireale-Roma 2014, ISBN 978-88-96950-18-0
  • Annamaria Loche, La liberté ou la mort. Il progetto politico e giuridico di Olympe de Gouges. Postfazione di Thomas Casadei. In Appendice I diritti della donna. Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791) di Olympe de Gouges, Modena, Mucchi, 2021, ISBN 978-88-7000-880-7
  • Maricla Boggio, Olympe de Gouges. Al tempo della rivoluzione, Bulzoni, Roma, 2021, ISBN 978-88-6897-235-6
  • La dichiarazione sovversiva. Olympe de Gouges e noi, a cura di Vittorina Maestroni e Thomas Casadei, con una graphic novel di Claudia Leonardi, Modena, Mucchi, 2022, ISBN 978-88-7000-921-7

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