Omodei (famiglia)

famiglia italiana

La famiglia milanese degli Omodei (anche menzionata come Homodei o Homodeo) avrebbe avuto origine da Giampietro, postaro di grasso (commerciante di prodotti di origine animale, con l'esclusione delle carni) con bottega al Carrobbio di Porta Ticinese.

Omodei
Di rosso, al leone bandato d'oro e d'azzurro.
Stato Ducato di Milano
Impero spagnolo
Titoli
FondatoreGiampietro Omodei
Ultimo sovranoCarlo Omodei
Data di fondazioneXVI secolo
Data di estinzione1725
EtniaItaliana

Storia modifica

Alcuni testi suggeriscono una possibile origine degli Omodei da una famiglia omonima milanese, distintasi al servizio dei Visconti, attestata a partire dal XIII secolo (tra i cui membri vi fu Signorolo Omodei); altri testi invece refutano tale ipotesi. La genealogia degli Omodei contenuta nella Colección Salazar y Castro e compilata nel 1649 menziona tale legame, indicando Giovanni Omodei (decurione di Milano nel 1340 e padre del summenzionato Signorolo) quale capostipite della famiglia.

Al netto di possibili congetture di carattere genealogico, è possibile affermare che le fortune economiche e politiche della famiglia conobbero un'accelerazione con Gian Giacomo Omodei, esercitante l'attività bancaria alla metà dal XVI secolo. Due figli di Gian Giacomo, ovvero Emilio e Carlo, accrebbero notevolmente il potere della famiglia. Emilio, soprannominato il ricco, legato alla finanza genovese e a sua volta uno dei principali finanziatori della corona spagnola a Milano, ricoprì l'incarico di Abate del Collegio dei Mercanti. Emilio viene descritto nelle fonti dell'epoca come uno degli uomini più ricchi e potenti d'Italia, con un patrimonio del valore di un milione e mezzo di scudi. Morì nel 1626 in carcere, dove si trovava essendo stato accusato di aver fornito denaro ai Savoia. In seguito alla sua morte la questione si sgonfiò rapidamente. Il fratello Carlo (morto nel 1625), ascritto al Patriziato di Milano con il fratello Alessandro e Decurione di Milano, acquisì dai Balbi il marchesato di Piovera nel 1613. Dal matrimonio con Beatrice Lurani nacquero sei figli maschi e quattro figlie femmine. Tra questi Giangiacomo (il primogenito) e Francesco ricoprirono vari incarichi di natura militare nel ducato di Milano e per la corona spagnola. Tra i figli di Carlo Omodei e Beatrice Lurani troviamo inoltre le importanti figure di Luigi Alessandro Omodei (1608-1685), cardinale e noto mecenate[1]; Beatrice Eleonora Omodei, priora del monastero di Santa Maria della Vittoria, anch'ella importante committente di lavori architettonici e opere d'arte; Lucrezia Omodei (ca. 1612-1687), consorte di Bartolomeo III Arese, figura di primo piano nello Stato di Milano.

Un altro figlio, Agostino (1605-1657)[2], inizialmente destinato alla carriera ecclesiastica e mandato a studiare in Spagna presso l'università di Salamanca (dove rimase tra i 1623 ed il 1627), divenne III marchese di Piovera in seguito alla morte prematura del fratello Giangiacomo, avvenuta nel 1628.

Nel 1632 lo stato di Milano cedette agli eredi di Carlo Omodei Palazzo Marino, ad estinzione di un debito nei confronti della famiglia di 80.000 scudi.

Agostino fu membro del consiglio dei Sessanta Decurioni di Milano, per poi essere nominato (nel 1644) membro del Consejo de Hacienda in Spagna (organo avente competenze nella gestione della spesa pubblica). Agostino vendette nel 1650 il feudo di Piovera con relativo titolo marchesale al banchiere genovese Francesco Maria Balbi (1619-1704). Agostino sposò in prime nozze Leonor María Colón de Portugal y Portocarrero, figlia di Nuño Álvarez Pereira Colón y Portugal, IV duca di Veragua. Da Leonor ottenne il titolo di marchese di Villanueva del Ariscal. In seguito sposò Luisa de Aragón de Gurrea y de Borja, figlia di Fernando de Aragón de Gurrea y de Borja, VIII duca di Villahermosa. Dai primi due matrimoni non nacquero figli. Sposò infine Maria Pacheco y Cabrera, figlia di Diego López Pacheco Cabrera y Bobadilla, dalla quale ebbe due figli: Carlos (1654 o 1655-1725)[3], uomo politico e diplomatico e Luis (1657-1706), cardinale.

Carlos fu l'ultimo esponente della famiglia Omodei. Le sue vicende personali sono strettamente legate a quelle della moglie Leonor de Moura y Corte Real, figlia ed erede di Francisco de Moura, duca di Nocera e marchese di Castel Rodrigo. Carlos acquistò nel 1675 il feudo di Cusano. Fu nominato nel 1690 viceré di Sardegna e ricoprì inoltre tra il 1691 ed il 1696 la carica di viceré di Valencia. In seguito fu nominato ambasciatore della corona spagnola presso l'Impero e presso la corte di Torino. In mancanza di discendenti, trasmise vari titoli al figlio della cognata Giovanna de Moura, Francesco Pio di Savoia. A causa del suo appoggio a Filippo V di Spagna nell'ambito della guerra di successione spagnola, Carlos subì la confisca di diversi possedimenti nel ducato di Milano, che gli vennero in seguito restituiti. Dal suo matrimonio con Leonor de Moura era nato nel 1680 un figlio, morto tuttavia in giovane età.

Diversi esponenti della famiglia Omodei del periodo seicentesco sono sepolti nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Milano, edificata a partire dal XVI secolo come mausoleo della famiglia.

Note modifica

  1. ^ Andrea Spiriti, OMODEI, Luigi Alessandro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
  2. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Agustín de Homodei y Portugal, in Dizionario biografico spagnolo.
  3. ^ (ES) Juan Francisco Pardo Molero, Carlos Homo Dei Moura, in Dizionario biografico spagnolo.

Bibliografia modifica

  • Giornale araldico-genealogico-diplomatico, volume 22, 1894, p. 52
  • Gianvittorio Signorotto, Milano spagnola. Guerra, istituzioni, uomini di governo (1635-1660), Sansoni, 2001
  • Romano Canosa, Milano nel Seicento. Grandezza e miseria nell'Italia spagnola, A. Mondadori, 1993
  • Gianvittorio Signorotto, Paolo Pissavino, Lombardia borromaica, Lombardia spagnola 1554-1659, Bulzoni, 1995
  • Andrea Spiriti, Impegno finanziario e scelte strategiche. Costo e valore dell'arte nella Milano del secondo Seicento, Quaderni storici Nuova Serie, Vol. 39, No. 116 (2), Mercanti di quadri (agosto 2004), pp. 403–419
  • Andrea Spiriti, Il cardinale Luigi Alessandro Omodei e la sua famiglia: documenti e considerazioni, in Archivio Storico Lombardo, s. XI, CXIX, dicembre 1993, pp. 107–128
  • Andrea Spiriti, Lo spazio del collezionismo nello Stato di Milano (secoli XVII-XVIII), Viella, 2013
  • Giuseppe De Luca, Commercio del denaro e crescita economica a Milano tra Cinquecento e Seicento, Il polifilo, 1996
  • Elena Brambilla, Giovanni Muto (a cura di), La Lombardia spagnola. Nuovi indirizzi di ricerca, Unicopli, 1997
  • Antonia Borlandi, "Al Real Servitio di S. Maestà": Genova e la Milano del Seicento, in "Millain the great": Milano nelle brume del Seicento, Milano, Cariplo, 1989
  • (ES) (IT) Elena Maria García Guerra, Giuseppe De Luca, Decadencia y desventura de un negocio en crisis: la banca castellana a finales del siglo XVI y su próspero contrapunto milanés in Giampiero Nigro (a cura di), Le crisi finanziarie. Gestione, implicazioni sociali e conseguenze nell'età preindustriale, Firenze University Press, 2016
  • (EN) Stefano D'Amico Spanish Milan: A City within the Empire, 1535-1706, Palgrave Macmillan, 2012
  • (ES) Angel Weruaga Prieto, Aulas de la Monarquía Católica: internacionalización y nobleza en la matrícula universitaria salmantina (siglos XVI-XVII), in Luis Enrique Rodríguez San Pedro Bezares, Juan Luis Polo Rodríguez (a cura di), Historiografía y líneas de investigación en historia de las universidades: Europa mediterránea e Iberoamérica, Universidad de Salamanca, 2012, pp. 299–344
  • Galeazzo Gualdo Priorato, Scena d'huomini illustri d'Italia del co. Galeazzo Gualdo Priorato, conosciuti da lui singolari per nascita, per virtù, e per fortuna, 1659
  • Carlo Bartolomeo Torre, Il ritratto di Milano, diviso in tre libri, colorito da Carlo Torre, 1714
  • (LA) Jakob Wilhelm Imhoff, Genealogiae viginti illustrium in Italia familiarum, 1710, pp. 57–62

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