Orazio de Attellis

Orazio de Attellis (Sant'Angelo Limosano, 22 ottobre 1774Civitavecchia, 10 gennaio 1850) è stato un rivoluzionario, patriota e giornalista italiano.

Orazio de Attellis
NascitaSant'Angelo Limosano, 22 ottobre 1774
MorteCivitavecchia, 10 gennaio 1850
Dati militari
Paese servito Regno di Spagna
Regno di Napoli
Repubblica Cisalpina
Governo provvisorio della Toscana
Regno di Napoli (1806-1815)
Regno delle Due Sicilie
Forza armataEsercito spagnolo
Esercito delle Due Sicilie
Esercito della Repubblica Cisalpina
Battaglione toscano rivoluzionario
Esercito del Regno di Napoli
GradoCapitano
ComandantiGiuseppe Lechi
GuerreGuerra ispano-marocchina (1790-1791)
Prima coalizione
Seconda coalizione
Insorgenze antifrancesi in Italia
Campagna di Russia
Moti del 1820-1821
CampagneCampagna d'Italia (1796-1797)
Campagna d'Italia (1800)
BattaglieAssedio di Ceuta (1790-1791)
Battaglia di Marengo
PubblicazioniVarie pubblicazioni
Autobiografia (1845)
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Biografia modifica

Orazio de Attellis nacque a Sant'Angelo Limosano nel 1774. Il padre, Francesco de Attellis (1736-1810), marchese di Sant'Angelo, era una figura abbastanza significativa del panorama culturale napoletano, noto per la sua grande erudizione e i suoi studi storici, letterari e filosofici. Orazio prestò servizio giovanissimo nell'esercito spagnolo e combatté nella guerra contro il sultano del Marocco Mulay al-Yazid. Tornato a Napoli nel 1792, si avvicinò agli ideali della rivoluzione francese.[1]

Nel 1796 disertò dall'esercito delle Due Sicilie, dopo aver brevemente partecipato alla campagna nell'Italia settentrionale contro l'armata del generale Bonaparte, per recarsi a Parigi, da dove tornò l'anno seguente per contribuire a diffondere nella penisola gli ideali della repubblica e dell'unità insieme ad altri patrioti giacobini.[1] Il suo attivismo rivoluzionario e le sue pubblicazioni gli valsero numerosi arresti come nel 1798 a Firenze o nel 1803 a Napoli.[1] Nel 1800 prese parte alla battaglia di Marengo e dopo l'invasione del Regno di Napoli del 1806 ebbe per anni un posto stabile nel nuovo esercito napoletano. Nel 1812 partecipò alla campagna di Russia. Partecipò ai moti del 1820-1821 nel Regno delle Due Sicilie e dopo il loro fallimento fuggì prima in Spagna e poi negli Stati Uniti d'America.[1]

Dal 1824 al 1847 visse tra gli Stati Uniti e il Messico, mantenendosi principalmente grazie all'insegnamento e conobbe personalità come Giuseppe Bonaparte, Lorenzo Da Ponte e Antonio López de Santa Anna.[1] Tornato in Italia, partecipò all'esperienza della Repubblica Romana con Mazzini[1] e morì a Civitavecchia nel 1850.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f C. Cassani, DE ATTELLIS, Orazio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 33, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1987.

Bibliografia modifica

  • Nino Cortese, Le avventure italiane e americane di un giacobino molisano: Orazio de Attellis, Messina 1935
  • Alfredo Zazo, Orazio de Attellis e la sua Accademia dei Filopatridi, in Samnium, XX-XV (1962), pp. 248 s.
  • Luciano G. Rusich, Un carbonaro molisano nei due mondi, Napoli 1982
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