Palazzo Arcivescovile (Siracusa)

Sede vescovile di Siracusa

Il palazzo Arcivescovile di Siracusa, è la sede della curia arcivescovile siracusana e del seminario. Al suo interno è presente anche l'antica biblioteca Alagoniana. L'edificio è ubicato in piazza del Duomo, accanto al duomo di Siracusa.

Palazzo Arcivescovile di Siracusa
L'arcivescovado siracusano
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàSiracusa
Coordinate37°03′33.4″N 15°17′36.06″E / 37.059277°N 15.293351°E37.059277; 15.293351
ReligioneCristianesimo
Arcidiocesi Siracusa
Consacrazione1854
FondatoreVescovo Juan de Torres Osorio
ArchitettoAndrea Vermexio, Luigi Alexandre Dumontier
Inizio costruzione1600 - 1800
Completamento1854

Storia e struttura modifica

La struttura del palazzo Arcivescovile così come si presenta oggi è frutto di sistematici restauri che dal 1700 circa al 1800 trasformarono tale sede in un palazzo in stile tardo barocco tendente al neoclassicismo.[1]

La sua originaria forma consisteva in un palazzo di epoca sveva, fino all'età di Federico II, dunque verso il 1200, del quale però oggi non vi più traccia tranne per un'antica cappella, ben conservata, situata all'interno del cortile dell'attuale palazzo ottocentesco. Questa costruzione sveva di epoca imperiale presenta dalle possenti volte a crociera che ricordano molto quelle del castello Maniace.[1]

Il palazzo subì dei rimaneggiamenti in epoca aragonese. Dopo la distruzione o la ricostruzione del primo palazzo, l'attuale struttura venne voluta dal vescovo spagnolo Juan de Torres Osorio di Siracusa e i lavori incominciarono nel 1618, ad opera dell'architetto Andrea Vermexio.[1]

Il palazzo Arcivescovile visto nell'insieme di piazza Duomo

Al suo interno si trova, l'antica Biblioteca Alagoniana con i suoi testi antichi. Presso la cappella sveva si trova il tesoro del Duomo con gioielli e opere d'arte sacra. All'interno di uno dei cortili sono accessibili anche le stanze dell'ex carcere vescovile.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b c Palazzo Arcivescovado, su antoniorandazzo.it. URL consultato l'11 dicembre 2013 (archiviato il 16 dicembre 2013).

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