Palazzo Piombino

palazzo di Roma, ora demolito

Palazzo Piombino era un palazzo di Roma posto lungo via del Corso, sul lato orientale di piazza Colonna, appartenuto a diverse famiglie, assumendo il nome di Piombino durante il secolo XIX dal feudo principale dei Boncompagni Ludovisi, ultima famiglia proprietaria.

Palazzo Piombino già Giustini poi Spada
Sulla destra il palazzo noto nel XIX secolo come palazzo Piombino.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoVia del Corso – Piazza della Colonna Antonina
Informazioni generali
Condizionidemolito
Costruzione1588-1594
Distruzione1889
Usoabitazione privata
Realizzazione
ArchitettoGiacomo della Porta
ProprietarioFamiglie Giustini, Spada, Boncompagni Ludovisi
CommittenteCosimo Giustini

Storia modifica

 
Al n. 306 presso Piazza Colonna la pianta del Palazzo allora Spada nella Pianta di Roma di Giovanni Battista Nolli

Il palazzo venne commissionato da Cosimo Giustini nel rione Colonna a partire dalla ristrutturazione dall'aprile 1580 di alcune case acquistate dalle famiglie Normanni e Alberini sull'attuale isola della galleria Colonna, venne ultimato nel 1588 e ingrandito nel 1594 su disegno di Giacomo Della Porta[1]. Alla morte del Della Porta subentrò nei lavori Carlo Lambardi[2] che a causa della repentina scomparsa del committente, morto per assassinio[3], vi apportò modesti interventi. Nel 1609 venne acquistato dal cardinale Fabrizio Veralli che commissionò la pittura della galleria al Pomarancio e nel 1636 passò per eredità, insieme alla ricca collezione di marmi e sculture, al marchese Orazio Spada alla cui famiglia rimase fino al 1819 quando venne acquistato da Luigi I Boncompagni Ludovisi principe di Piombino, che vi abitava in affitto dal 1797, da cui deriva il nome dell’edificio. Quest'ultimo commissionava ulteriori lavori di ristrutturazione alla facciata dell'edificio tra il 1820 e 1822, realizzando i due portoni laterali addossandovi le due coppie di colonne di marmo cipollino[4].

Con l'approvazione del Piano Regolatore del 1883 si stabilì l'allargamento di un tratto di via del Corso, perciò alcuni edifici, tra i quali palazzo Piombino furono destinati alla demolizione avvenuta nel 1889, nonostante l'opposzione dei proprietari, inizialmente al solo fine di allargare la piazza. Si narra che Baldassarre Boncompagni Ludovisi, noto matematico ed erudito e proprietario di una celebre biblioteca scientifica (650 manoscritti e circa 20.000 volumi), offrì, senza successo, al Comune la sua biblioteca pur di salvare il palazzo. Dell'edificio rimanevano le due cariatidi poste al portone d'ingresso scolpite da Angelo Laldini e Ruggero Bescapè, poi collocate all'ingresso del giardino del nuovo palazzo Piombino del quartiere Ludovisiano[5].

Tra i vari progetti di riqualificazione dell'area liberata dall'edificio prevalse la sistemazione proposta dall'architetto Dario Carbone (1912), con l'edificazione al suo posto della Galleria Colonna, poi Alberto Sordi, inaugurata nel 1922.

I Boncompagni ricostruirono un nuovo palazzo ad opera di Gaetano Koch presso la loro villa, che assumerà con il passaggio ai Savoia nel 1900, il nome di palazzo Margherita.

Note modifica

  1. ^ DELLA PORTA, Giacomo di Anna Bedon - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 37 (1989)
  2. ^ LAMBARDI, Carlo Francesco di Enrico Parlato - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 63 (2004)
  3. ^ Laura Buccino, Sculture esibite e sculture ritrovate a piazza Colonna, 2011
  4. ^ L. Buccino, Sculture esibite.. cit.; Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Tipografia Emiliana, Venezia, 1840 - 1861, p. 112
  5. ^ Rodolfo Amedeo Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, 1847-1929, vol. I, p. 125

Bibliografia modifica

  • Domenico Tesoroni, Il palazzo Piombino di piazza Colonna Roma 1894
  • Laura Buccino, Sculture esibite e sculture ritrovate a piazza Colonna, 2011

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàGND (DE4594009-5