Pamparato

comune italiano

Pamparato (Pamparà in piemontese[4]) è un comune italiano di 258 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte.

Pamparato
comune
Pamparato – Stemma
Pamparato – Bandiera
Pamparato – Veduta
Pamparato – Veduta
Veduta invernale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoFranco Borgna (lista civica Pamparato nel cuore) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°17′N 7°55′E / 44.283333°N 7.916667°E44.283333; 7.916667 (Pamparato)
Altitudine816 (min 710 - max 2,004) m s.l.m.
Superficie34,51 km²
Abitanti258[1] (31-5-2023)
Densità7,48 ab./km²
FrazioniValcasotto, Serra
Comuni confinantiGaressio, Monasterolo Casotto, Roburent, Torre Mondovì, Viola
Altre informazioni
Cod. postale12087
Prefisso0174
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004159
Cod. catastaleG302
TargaCN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 327 GG[3]
Nome abitantipamparatesi
Patronosan Biagio
Giorno festivo3 febbraio
MottoHabent Panem Paratum
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pamparato
Pamparato
Pamparato – Mappa
Pamparato – Mappa
Posizione di Pamparato nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

Pamparato si trova su un territorio interamente montagnoso, ad un'altezza di 816 m s.l.m.

È classificato nella zona sismica 3A[5](sismicità bassa).

Il comune di Pamparato, oltre al capoluogo, risulta composto anche dalle frazioni Serra, Valcasotto, Arotte, Surie, Tagliate.

Clima modifica

Il comune è stato inserito nella zona climatica F ed ha un fabbisogno termico di 3327[6] gradi giorno. La normativa attuale non pone limiti all'accensione degli impianti di riscaldamento[7].

Origini del nome modifica

Pamparato deriva dal latino panis paratus (pane pronto), probabilmente è legato alla produttività e fertilità del terreno, che rendeva particolarmente facile la produzione alimentare[8].

Esiste inoltre una leggenda, che legherebbe l'origine del toponimo Pamparato all'epoca delle incursioni saracene. Si narra che i mori, assediato il borgo per mesi, catturarono un cane del luogo che stava mangiando una pagnotta di pane condito. Gli assalitori, credendo ancora numerose le scorte dei cittadini assediati, al punto che si potevano permettere di nutrire in questo modo anche i cani, lasciarono il villaggio. Dall'esclamazione degli assalitori Habent panem paratum! (Hanno pane condito!) deriverebbe il nome di questo luogo[9].

Storia modifica

 
Il castello di Pamparato

Si hanno frammentarie testimonianze di un insediamento presente in zona durante l'epoca romana, ma la prima notizia sicura è del 10 settembre 911, data di un documento in cui Ludovico III del Sacro Romano Impero donò alcune terre limitrofe al comune di Asti e nel quale Pamparato viene menzionato per indicare i confini con dette terre.

Divenuto possesso del marchesato di Ceva, Pamparato venne ceduto dal marchese Guglielmo di Ceva ad Asti il 5 maggio 1214, per tornare successivamente sotto giurisdizione cebana.

Per l'intero XIII secolo l'area di Pamparato, come quelle circostanti, subirono l'influenza astigiana, resistendo inoltre con le armi alle mire espansionistiche della famiglia Bersani. Successivamente venne annesso assieme al cuneese ed al monregalese ai possedimenti di Carlo I d'Angiò.

Nel XIV secolo la zona di Pamparato venne contesa fra Savoia, Angiò, Visconti, Acaja e Monferrato, passando di mano più volte e subendo le lotte interne fra i fautori di una o di un'altra fazione. Notevole è comunque il fatto che i primi statuti di Pamparato vennero scritti proprio in questo periodo, nel 1391.

Con la morte dell'ultimo Acaja, nel 1418 Pamparato passò sotto il dominio dei Savoia con Amedeo VIII. Degna di nota è la presenza di un rappresentante della famiglia Cordero, avo dei futuri marchesi, nella delegazione di Mondovì inviata a trattare con il duca savoiardo le condizioni della sottomissione. Successivamente un Cordero, Baldassarre, sarà il primo a creare una stamperia in territorio piemontese, a Mondovì, nel 1472.

Il feudo di Pamparato era diviso in zone dette parcelle, controllate dalle famiglie Bonarda Mongarda, Beccaria ed in parte dal cardinale Maurizio di Savoia. I Cordero, presenti a Pamparato dal Seicento e chiamati signori iniziarono la loro ascesa ereditando le parcelle dei Bonarda Mongarda e dei Beccaria per vie matrimoniali, mentre la parte di Maurizio di Savoia venne ceduta alla famiglia Giannazzo che ottennero il titolo di conti. La famiglia Cordero ottenne infine il titolo marchionale, confermato ufficialmente sul finire del XVIII secolo.

Pamparato fu coinvolto nelle guerre del sale contro la corona sabauda, durante le quali probabilmente venne distrutto l'antico castello che sorgeva dove ora si trova quello eretto dai Cordero.

Durante la seconda guerra mondiale le valli attorno Pamparato videro la nascita di importanti formazioni partigiane, alcune delle quali protagoniste della battaglia della Val Casotto nel 1944[8].

Simboli modifica

 
Stemma

Lo stemma di Pamparato si blasona:

«troncato: nel primo, di azzurro, alla colomba d'argento, volante, con la testa rivoltata, con la coda volta verso sinistra, essa colomba tenente nel becco il ramoscello di ulivo, esteso verso sinistra, di verde; nel secondo, di rosso, al cane di nero, rivoltato, fermo sulla pianura diminuita di verde, tenente in bocca la pagnotta d'oro macchiata di due di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero Habent panem paratum. Ornamenti esteriori da comune.[8]»

Gonfalone:

«drappo partito di bianco e di rosso…»

Stemma e gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 marzo 1998.[10]

Onorificenze modifica

«Piccolo centro montano si sollevava contro le truppe tedesche e fasciste, partecipando con coraggiosa determinazione ed altissima dignità morale alla Resistenza. La popolazione offrì una ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà, prodigandosi nell'accogliere nelle proprie abitazioni partigiani e quanti avevano bisogno di aiuto. Oggetto di feroci rappresaglie, sorretta da profonda fede negli ideali di libertà e democrazia, sopportava la perdita di un numero elevato di vite umane, dando esempio di grande abnegazione ed encomiabile spirito patriottico. 1943-1945 Pamparato (CN)[11]
— Pamparato, 11 settembre 2011

Monumenti religiosi modifica

  • Parrocchia di San Biagio: posta nei pressi del castello, la sua costruzione ebbe inizio nel 1648 ad opera dell'architetto Giovenale Boetto. Vi si trovano l'altare maggiore in marmi policromi e stile barocco genovese e gli affreschi del pittore Giovanni Borgna, risalenti al periodo compreso fra il 1881 ed il 1894.
  • Cappella di San Bernardo: di costruzione particolarmente antica (forse XI secolo), sorge fuori dall'abitato, fra i boschi di castagni. All'interno ci sono affreschi datati 1482 raffiguranti un Cristo pantocratore, scene della vita di san Bernardo ed i simboli dei quattro evangelisti.
  • Oratorio di Sant'Antonio: edificio in stile barocco piemontese, opera dell'architetto Francesco Gallo. Venne iniziato bai primi anni del XVIII secolo e terminato tra il 1737 ed il 1740 da un capomastro genovese, Giuseppe Scala.
  • Santuario dell'Assunta in frazione Arotte.
  • Parrocchia di Santa Maria: ubicata in frazione Serra, è un altro progetto dell'architetto piemontese Gallo.
  • Cappella di Santa Lucia, nel capoluogo,
  • Chiesa parrocchiale di San Ludovico re, a Valcasotto.

Monumenti civili e luoghi di interesse modifica

  • Castello: risalente al XVIII secolo, era la dimora dei marchesi Cordero di Pamparato. Oggi è adibito a sede municipale.
  • Certosa Reale di Casotto: nata come monastero dei monaci certosini nella prima metà del XII secolo, venne distrutta da un incendio nel 1380, subendo altre due volte la stessa sorte nel XVI secolo. Rifondata dopo ogni disastro, la forma odierna si deve ai progetti di Francesco Gallo e Bernardo Vittone che nel 1754 le diedero le sembianze di un'abitazione signorile. Riconsacrata nel 1770, venne abbandonata dai monaci dopo i saccheggi napoleonici per essere acquistata da re Vittorio Emanuele II che la trasformò nella sua residenza per le cacce estive. Per quanto situata in val Casotto, poco sopra il borgo di Valcasotto (Pamparato) dal punto di vista amministrativo la Certosa si trova però in comune di Garessio, posto in Val Tanaro.
  • Ponte Murato: detto anche Ponte Romano, di non meglio precisata epoca.
  • Il Mulino "napoleonico" a Valcasotto.
  • Villa Nasi: imponente residenza in stile Liberty a Serra.
  • Conca delle Turbiglie

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Lo spopolamento delle valli alpine ha determinato negli ultimi cento anni, a partire dal 1911, una perdita del 85% della popolazione residente.

Abitanti censiti[12]

Cultura modifica

Musei modifica

È presente il “Museo degli Usi della Gente di Montagna”, nato nel 1987. Al suo interno troviamo attrezzi da lavoro e di vita quotidiani risalenti al periodo precedente all'avvento del mondo modernizzato.

Istruzione modifica

Pamparato è conosciuto in quanto sede dell'Istituto di musica antica Stanislao Cordero di Pamparato, fondato nel 1969 e promotore di un festival locale.

Gastronomia modifica

Pamparato è conosciuta per i Biscotti di Meliga, dolcetti locali con farina di mais, localmente chiamato "méliga" (in piemontese locale "melia"), prodotti anche dal biscottificio omonimo del paese.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2004 2009 Giovanni Balbo indipendente sindaco
8 giugno 2009 2014 Fausto Mulattieri indipendente sindaco
2014 2019 Fausto Mulattieri lista civica sindaco II mandato
2019 in carica Franco Borgna lista civica Pamparato nel cuore Sindaco

Altre informazioni amministrative modifica

Il comune faceva parte della Comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese.[13] ed appartiene oggi all'Unione Montana Valli Tanaro e Casotto.

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ gioventurapiemonteisa.net (PDF). URL consultato il 25 agosto 2011.
  5. ^ Comuni obbligati al rispetto delle procedure di cui ai punti 4), 5), 7) e 8) della deliberazione. ZONAZIONE AI SENSI DELLA DGR 19 gennaio 2010, n. 11-13058 [collegamento interrotto], su arpa.piemonte.it. URL consultato il 25 agosto 2011.
  6. ^ D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412, allegato 1 [collegamento interrotto], su normattiva.it. URL consultato il 25 agosto 2011.
  7. ^ Pamparato: Clima e Dati Geografici, Riscaldamento, su comuni-italiani.it. URL consultato il 25 agosto 2011.
  8. ^ a b c Consiglio regionale del Piemonte, Comuni della provincia di Cuneo, Cuneo, Nerosubianco, 2008, pp. 348-349.
  9. ^ Sito web del comune di Pamparato, su comune.pamparato.cn.it. URL consultato il 25 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2011).
  10. ^ Pamparato, decreto 1998-03-03 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali. URL consultato il 30 giugno 2021.
  11. ^ Medaglia d'argento al merito civile, su quirinale.it. URL consultato il 25 agosto 2011.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. ^ Comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese [collegamento interrotto], su vallinrete.org. URL consultato l'11 maggio 2011.

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Collegamenti esterni modifica

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