Papa Benedetto IV

117° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Benedetto IV (Roma, ... – luglio 903) è stato il 117º papa della Chiesa cattolica da giugno 900 alla sua morte.

Papa Benedetto IV
117º papa della Chiesa cattolica
Elezionegennaio/maggio 900
Insediamentogiugno 900
Fine pontificatoluglio 903
Predecessorepapa Giovanni IX
Successorepapa Leone V
 
NascitaRoma, ?
Morteluglio 903
SepolturaAntica basilica di San Pietro in Vaticano

Biografia modifica

Origini e carriera ecclesiastica modifica

Originario di Roma, figlio di un certo Mammolo[1], Benedetto fu ordinato prete da papa Formoso[2] e successivamente fu canonico regolare del Laterano[3].

Pontificato modifica

L'elezione modifica

Successe a Giovanni IX in una data imprecisata tra il gennaio e il maggio del 900[4], datazione approssimativa che rivela lo stato caotico in cui versava la Roma del tempo, insanguinata dai contrasti tra le fazioni dei formosiani ("filo-germanici") e degli antiformosiani ("filo-spoletini" e nazionalisti). Le scarse informazioni che si hanno in merito, peraltro non del tutto coincidenti, possono essere ricavate solo dal Liber Pontificalis o dai Regesta pontificum romanorum[5][6].

Governo della Chiesa modifica

Come il predecessore Giovanni, del quale seguì la linea politico-religiosa, Benedetto proveniva dalla fazione formosiana[1], e pertanto si schierò su posizioni opposte a quelle di Papa Stefano VI (896-897), che aveva annullato tutte le ordinazioni del predecessore Formoso, chiedendo ai presbiteri e ai vescovi di scrivere essi stessi lettere in cui rinunciavano alle loro ordinazioni ormai invalidate. I successivi papi Romano, Teodoro II e Giovanni IX invertirono questa politica ecclesiastica del tutto nociva per la stabilità della Chiesa, e Benedetto proseguì in questa direzione.

Tra i vescovi reinsediati da Benedetto vi fu il francese Argrino, vescovo di Langres, che, dopo aver ricevuto il pallio da Formoso, era stato deposto, come altri, da Stefano VI nell'897. Giovanni IX lo aveva reintegrato, e il 31 agosto 900 Benedetto tenne un sinodo in Laterano, in cui confermò Argrino come vescovo di Langres[7][8].

Sul piano pastorale, Benedetto IV lottò su più fronti per risolvere intricate questioni. Scomunicò formalmente gli uccisori di Folco il Venerabile, arcivescovo di Reims assassinato il 17 giugno 900, ed esortò i vescovi francesi ad aderire alla sentenza[1]. Nonostante il divieto canonico per i vescovi di traslare da una diocesi ad un'altra, dopo la morte di Atanasio II, arcivescovo di Napoli, intervenne energicamente in favore della validità dell'elezione di Stefano su quella sede, benché fino all'872 fosse stato arcivescovo della sede di Sorrento[1]. Difese inoltre con vigore anche Maclaceno, arcivescovo di Amasia (l'odierna Amasya in Turchia) che i Turchi (all'epoca erroneamente confusi con i Saraceni) avevano cacciato dalla sua sede, ed inviò lettere in cui raccomandava a tutti i cristiani di assisterlo e proteggerlo[1].

Relazioni con l'Impero modifica

 
Benedetto IV, disegno estratto da Bartolomeo Sacchi detto il Platina, Vite De' Pontefici, a cura di Onofrio Panvinio, per i tipografi Turrini, e Brigonci, Venezia 1663

Nell'898 il giovane imperatore Lamberto II di Spoleto era morto senza eredi, lasciando così il trono imperiale vacante. Benedetto era ben consapevole che, nel vuoto politico creatosi, Roma non aveva né amici né alleati, ma soltanto nemici interni e minacce esterne. Davanti alle incursioni degli Ungari nell'Italia settentrionale e dei Saraceni nel Meridione, Benedetto aderì all'opinione di molti vescovi e nobili italiani che ritenevano di trovare una soluzione conferendo il titolo e la corona d'imperatore a Ludovico III di Provenza, che al momento sembrava essere il feudatario più potente militarmente ed il più degno erede della corona[2]. Nel febbraio del 901 pertanto Ludovico venne incoronato a Roma, lasciando però la città subito dopo l'incoronazione. Durante il rientro in patria Ludovico venne inaspettatamente sconfitto in battaglia dallo screditato Berengario I del Friuli che aveva ripreso il sopravvento e stava tentando di capovolgere la situazione a suo favore per ottenere la corona[1][2]. Prima di lasciare Roma, Ludovico aveva nominato iudices i più illustri maggiorenti della città, tra cui Teofilatto e Crescenzio I, capostipite dei Crescenzi, le cui famiglie avrebbero monopolizzato sia la città sia il Soglio pontificio negli anni a venire[2].

Morte modifica

Benedetto IV morì probabilmente nel luglio del 903[4] e fu sepolto nell'Antica Basilica di San Pietro in Vaticano[8]. Il cronista Flodoardo (894-966), canonico della cattedrale di Reims, lo elogiò per la sua generosità verso i poveri[2][9].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Bertolini.
  2. ^ a b c d e Rendina, p. 309.
  3. ^ Moroni, p. 314.
  4. ^ a b Benedetto IV, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 1º novembre 2015.
  5. ^ Bertolini:

    «Ma l'incertezza sul mese di inizio del nuovo pontificato impedisce di stabilire se alla mancanza di notizie corrisponda la realtà di una mancanza anche di contrasti. I cataloghi dei papi attribuiscono a B[enedetto] un numero di mesi che varia dall'uno all'altro, in modo che la data della sua consacrazione oscilla fra gennaio-inizi febbraio (Liber pontificalis) e maggio (Regesta Pontificum Romanorum) del 900.»

  6. ^ Moroni, p. 314 prova a datare come inizio del pontificato di Benedetto il 6 di aprile, sulla base della Storia ecclesiastica dell'abate Cenni.
  7. ^ Bertolini narra di come Benedetto, proseguendo il lavoro di riordino della politica ecclesiastica stravolta da Stefano VI, avesse indirizzato delle lettere ai vescovi di Francia riguardo alla posizione del vescovo Argrino:

    «Il papa, esaminati i documenti, rispose con due lettere in data 31 agosto 900, indirizzate, una agli arcivescovi, vescovi, "gloriosissimi re", duchi e conti "delle Gallie"; l'altra, al clero ed al laicato di Langres. Nella prima lettera, riassunti i precedenti della questione, comunicava di aver convocato a sua volta, nel Palazzo Lateranense, dopo il riesame della documentazione prodotta, un sinodo di vescovi per sentirne il parere in merito; inoltre dichiarava che, d'accordo con loro, e modificando canonicamente "in melius", "causa necessitatis et utilitatis", la sentenza di Stefano VI, senza con ciò intendere di farne motivo di riprovazione per quel suo predecessore, confermava le decisioni di Giovanni IX, e quindi il riconoscimento di Argrino, "nostro apostolico privilegio solemniter munitus", a legittimo vescovo di Langres, "sine alicuius contradictione"; comunicava quindi di aver disposto il rilascio ad Argrino di un "auctoritatis nostrae privilegium" con la conferma anche dell'uso del pallio conferitogli da Formoso. Al clero e al laicato della città B. dichiarava che il presule da loro, così come scrivevano, "unanimiter electus et expetitus", era canonicamente il loro superiore, e dunque a lui, come a proprio vescovo, dovevano obbedienza totale.»

  8. ^ a b Moroni, p. 315.
  9. ^ Flodoardo, p. 831:
    (LA)

    «Tum sacra consurgunt Benedicti regmina quarti, / Pontificis magni, merito qui nomine tali / Enituit, cunctis ut dapsilis atque benignus. [...] / Despectas viduas, inopes, vacuosque patronis, / Assidua ut natos proprios bontate fovebat...»

    (IT)

    «Allora si innalzano i sacri stendardi di Benedetto IV, Pontefice magno, che il suo nome meritatamente rifulse, copioso e benigno in tutte le cose. [...] Proteggeva le vedove disprezzate, i poveri, gli sbandati con assidua bontà, come se fossero stati figli suoi.»

Bibliografia modifica

Medievale modifica

Moderna modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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